mercoledì 30 settembre 2015

“Volkswagen punta dell’iceberg”, per tutti i marchi consumi reali 38% più alti


“Lo scandalo dei diesel Volkswagen è solo la punta dell’iceberg di un sistema in cui mentire è la regola”. Parole pesanti come macigni, firmate da Transport & Enviroment, un ente indipendente con sede a Bruxelles, uno di quei posti dove si fa il pelo e il contropelo a qualsiasi questione riguardi l’ambiente e i motori, come all’International Council of Clean Transportation, cioè l’ente che ha scoperto il software truccato di Wolfsburg, ma non solo. L’ICCT ha anche raccolto moltissimi dati negli ultimi anni, tra cui quelli dei consumi reali di circa 600.000 automobilisti che li pubblicano sul forum tedesco Spritmonitor.de, scoprendo che la differenza tra consumi (e quindi emissioni) reali e quelli dichiarati (e quindi omologati) è in media del 38%, con punte che superano il 50%.

continua su Il Fatto Quotidiano

martedì 29 settembre 2015

Tesla raddoppia produzione in Europa. Musk a VW: “Redimetevi con l’elettrico”


Mentre tutta l’industria automotive osserva pensierosa l’evolversi del “Dieselgate” Volkswagen e ne attende le nefaste conseguenze, un outsider come Elon Musk, con la sua Tesla che il gasolio non sa neanche che cosa sia, si frega le mani e pontifica col petto gonfio. “Chissà, forse la redenzione del Gruppo tedesco avverrà attraverso le auto elettriche”, è stata la frase con cui l’imprenditore americano ha commentato lo scandalo sulle emissioni durante la conferenza stampa in cui ha annunciato il consistente incremento della produzione dello stabilimento olandese di Tilburg (nella foto sopra), costruito solo due anni fa. Le 200 Model S alla settimana che sono state assemblate finora e poi spedite in tutta Europa sono diventate 450, in attesa di iniziare a produrre la Model X. Per questo l’impianto è stato ingrandito, passando da 18.900 metri quadrati a 77.648.

continua su Il Fatto Quotidiano

lunedì 28 settembre 2015

Dieselgate, quanto è grande il Gruppo Volkswagen


In questi giorni il cosiddetto Dieselgate Volkswagen è sulla bocca di tutti. Per una volta le automobili sono assurte ad argomento nazional-popolare senza che ci fosse di mezzo una vittoria della Ferrari o una stangata sul bollo. Anche Vespa, nel suo Porta a Porta, si è occupato del 2.0 TDI, delle emissioni di monossido di azoto e del crollo di credibilità dei tedeschi di Wolfsburg. L’argomento, insomma, è diventato di dominio pubblico e, come sempre in questi casi, solo poche persone conoscono realmente la materia. Allora potrebbe essere una buona idea dare i numeri, nel senso di spiegare chi è e che cosa fa il Gruppo Volkswagen. Intanto è bene sapere che, secondo Forbes, nel 2014 si è posizionata al 14esimo posto tra le aziende più importanti del mondo, seconda solo a Toyota (all’11esimo posto e prima tra le aziende automotive) e a due posizioni da Apple, che è però l’azienda che capitalizza di più al mondo in borsa. Quasi 600.000 dipendenti La classifica di Forbes tiene conto di quattro macro-valori: fatturato, profitti, risorse e capitalizzazione. Bene, nel 2014 il VW Group valeva 268.5 miliardi di dollari e ha avuto un profitto netto di 14,4 mld, mentre il valore dei suoi asset era di 425 miliardi di dollari, mentre in borsa valeva 126 miliardi.

continua su Omniauto

venerdì 25 settembre 2015

Mini Clubman, quando la famiglia è dinamica e 'cool'


STOCCOLMA - Se non fosse per le forme, le linee e le proporzioni, che rimangono inconfondibili, si farebbe fatica a definire ancora 'mini' la nuova Mini Clubman, ovvero la versione station wagon che ha raggiunto la terza generazione.

Già disponibile sul mercato italiano con un prezzo di attacco di 24.800 euro, la Clubman è ormai un prodotto maturo, nelle dimensioni, ma soprattutto nei contenuti, che sono quelli delle BMW - Mini è proprietà del marchio tedesco - di classe superiore. Se le dimensioni, infatti, la collocano tra le (poche) station wagon di segmento B, tutto il resto la pone nella zona premium del 'C'. Del resto, le lunghezza è comparabile a quella di una Audi A3, di una Mercedes Classe A o di una BMW Serie 1, tanto per rimanere in Casa, ma l'interpretazione dello spazio è peculiare e lo stile unico. Con un passo di 2,67 metri, infatti, l'abitabilità è buona, i passeggeri posteriori non sono sacrificati e il bagagliaio ha almeno 360 litri (1.250 la misura massima). Certo, il padiglione è basso (altezza massima 1,44 metri), così come la seduta, sicché è il concetto di sportività a prevalere su quello di comfort, ma è innegabile che ovunque si sia seduti la Mini riservi un trattamento in 'guanti bianchì. La qualità degli interni, sia reale che percepita, è a livelli altissimi e non c'è un dettaglio fuori posto; inoltre, la Clubman sa intrattenere chi si trova a bordo con una serie infinita di gadget, alcuni anche piuttosto frivoli, come il led circolare dal colore cangiante che incornicia il sistema di infotainment, ma che contribuiscono a tenere vivo quello spirito un po' scanzonato tipico di tutte le Mini.


continua su ANSA Motori

giovedì 24 settembre 2015

Suv elettriche, dopo Audi e Tesla arriverà Mercedes. Grazie alle super batterie


In principio fu Tesla, poi arrivarono i tedeschi. Tra qualche anno si potrà sintetizzare così la nascita delmercato premium a emissioni zero, inventato a Palo Alto prima con la Roadster, poi con la Model S e prossimo terreno di caccia della “triade germanica”. E sebbene al Salone di Francoforte non si sia vista la Model X da 132.000 dollari e 390 km di autonomia, cioè il primo Suv a zero emissioni di serie nella storia del mercato dell’auto, c’erano diverse altre proposte interessanti, almeno in prospettiva.Audi ha “mostrato i denti” con la e-tron quattro concept, cioè un crossover elettrico preludio di quello che arriverà nel 2018 combinando “piacere di guida, un’ottima autonomia, un design espressivo e un grande comfort” almeno secondo Urlich Hackenberg, responsabile dello sviluppo tecnico Audi. Spinto da tre motori elettrici, uno dedicato all’asse anteriore e due al posteriore, ha una potenza totale di435 CV e garantiscono una coppia di 800 Nm; numeri che si traducono in un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,6 secondi e in una velocità massima limitata a 210 km/h. L’autonomia, secondo i tecnici di Ingolstadt, può raggiungere i 500 km, per merito della batteria agli ioni di litio da 95 kWh di capacità, che è posizionata al centro del telaio per abbassare il centro di gravità.

continua su Il Fatto Quotidiano

mercoledì 23 settembre 2015

Ford Mustang, quando in Germania si chiamava T5


Quanto ci piace la Ford Mustang? Tanto! Soprattutto ora che Ford ha deciso di venderla ufficialmente anche in Europa, con un prezzo tutt'altro che da supercar e con il ruggito cavernoso del suo V8 da 5 litri. Ci sono voluti 50 anni prima di vedere la "pony car" nel Vecchio Continente, visto che dal 1964 a poco tempo fa, nessuna Mustang è mai stata importata sul mercato europeo tramite Ford. O perlomeno, non con questo nome. Non tutti sanno, infatti, che tra il 1965 e il 1979, sul mercato tedesco, Ford vendeva un'auto chiamata T5, che altro non era se non una Mustang! A cambiare erano solo i badge e qualche scritta identificativa, ma per il resto non c'erano differenze.

continua su Omniauto

martedì 22 settembre 2015

Tettini apribili, ecco i più luminosi

Il mondo in cui viviamo è pieno di paradossi. Uno di questi è l’apertura dei tetti delle auto in relazione al clima del Paese in cui vengono acquistate. Se la regola aurea è che cabriolet e spider si vendono poco nei posti caldi, come Italia e Spagna, ma molto di più in quelli freddi, come il Nord Europa, la situazione del tetto apribile è un po’ più complessa. Accessorio molto diffuso fin quando l’aria condizionata era una cosa per pochi (o non esisteva per niente), è andato via via estinguendosi, per ritrovare una seconda giovinezza con l’arrivo dei tetti in vetro apribili, che oltre alla possibilità di far entrare l’aria esterna, portano anche molta luminosità agli abitacoli. Proprio quest’ultimo motivo, invece, è alla base della sempre maggiore diffusione dei tetti in vetro fissi; evidentemente, molti automobilisti apprezzano la possibilità di guardare il cielo, anche dal chiuso dell'auto.

continua su Omniauto