domenica 18 agosto 2019

La Chevrolet Corvette diventa una supercar

«Per quanto la Chevrolet Corvette a motore anteriore fosse un'auto fantastica era arrivata al limite del suo sviluppo. Per poter competere con le supercar europee l'unica strada era spostare il motore dietro». Con queste parole il Presidente di General Motors Mark Reuss ha spiegato benissimo come mai la nuova Chevrolet Corvette - l'ottava generazione di un'auto nata nel 1953 - ha scelto una soluzione tecnica molto cara alle sportive europee e praticamente sconosciuta a quelle americane. Ma probabilmente, più che le prestazioni pure, questa scelta è un fatto di marketing. Del resto la «vecchia» Corvette C7 a motore anteriore aveva anche vinto la sua categoria della 24 Ore di Le Mans nel 2015, quindi così male non doveva essere. No, l'aver trasformato la Corvette in una supercar vuol dire aver lasciato un segmento di mercato tradizionalmente appannaggio di brand come Aston Martin, Bentley, Jaguar, Maserati, Mercedes e Porsche, per lanciare la sfida al gotha delle supercar mondiali: Ferrari, Lamborghini, Koenigsegg, McLaren, Pagani ecc.ecc. Continua su GQ

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sabato 17 agosto 2019

Campagna “Vacanze sicure”, metà degli automobilisti viaggia con le gomme sgonfie

Ogni anno va sempre peggio. Si potrebbero riassumere così i risultati della campagna effettuata dalla Polizia Stradale e promossa da Assogomma e Federpneus. Anche nel 2019 i 10.500 controlli effettuati a primavera, a ridosso delle partenze estive su tutto il territorio nazionale, hanno trovato uno scenario desolante. Nelle sette regioni - Lazio, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta - in cui gli agenti hanno operato, si sono trovati davanti ad automobili sempre più vecchie e manutenute con minor cura. In particolare è impressionante il dato sulla pressione delle gomme, che è risultata inferiore a quanto prescritto dal libretto di circolazione su oltre il 50% delle auto controllate, alcune delle quali circolavano con pressioni molto pericolose. Continua su La Stampa


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venerdì 16 agosto 2019

Toyota Prius, l'ibrida con i super pannelli solari

I pannelli solari sulla carrozzeria delle auto non sono una novità assoluta, visto che già nel 2012 Toyota li offriva come optional sul tetto della Prius ibrida plug-in. Allora però, si trattava di un dispositivo in grado di caricare la batteria solo a vettura ferma, alimentando a malapena il climatizzatore, e le cose non sono cambiate di molto sul modello attuale che continua ad avere questa opzione. Oggi, invece, Toyota ha annunciato l'inizio della sperimentazione su strade pubbliche di una nuova generazione di pannelli solari sviluppati in collaborazione con Nedo (azienda di settore) e Sharp. In questo caso i pannelli hanno un'efficienza del 34% e coprono praticamente tutte le parti orizzontali della carrozzeria, a eccezione del parabrezza; quindi cofano, tetto e vetro posteriore. Continua su Motor1

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giovedì 15 agosto 2019

Audi Q3 Sportback, il SUV diventa coupé

A volte basta una parola, una sfumatura, per cambiare le cose. Come nel caso dell'Audi Q3, che diventa Sportback e guadagna una nuova carrozzeria in stile SUV-coupé a 4 porte. Con questo nuovo modello la Casa di Ingolstadt aggiunge un altro tassello alla sua gamma di crossover, che è sempre più ampia e variegata. Osservandola spicca l’ampia griglia nera del single frame ottagonale, dall’andamento tridimensionale, le prese d’aria trapezoidali e il grande paraurti anteriore con i blade orizzontali.. Complessivamente la Q3 Sportback sembra sensibilmente più lunga della Q3, ma in realtà lo è solo di 13 mm. È il tetto, più basso di quasi tre centimetri, a renderla più atletica e a conferirle un’impronta a terra più generosa. La nuova Audi Q3 Sportback misura 4,50 metri in lunghezza, 1,84 in larghezza e 1,56 in altezza, con un passo di 2,68 metri. Il divanetto posteriore a tre posti può essere regolato in longitudine di 13 cm. Gli schienali, frazionabili in tre parti nel rapporto 40:20:40, sono inclinabili in sette posizioni e abbattendoli il volume del bagagliaio sale da 530 a 1.400 litri. Continua su GQ

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mercoledì 14 agosto 2019

Dacia sempre più su, è l'ottavo brand nel mercato italiano

Il successo italiano di Dacia non si ferma, trainato dalle vendite del suo best-seller, ovvero la Dacia Duster, che anche a giugno 2019 si conferma il secondo SUV compatto più venduto in Italia, dopo la Jeep Renegade, ed è al sesto posto tra le auto più vendute. Anche la Sandero è stabilmente nella top ten del mercato italiano e a giugno si è piazzata all'ottavo posto. Grazie a questi ottimi risultati Dacia ha registrato una crescita del 40,4% con una quota di mercato che si attesta al 4,3%, la più alta raggiunta dal debutto del brand in Italia, nel 2006. Di conseguenza, la posizione nelle classifica generale dei marchi più venduti sul mercato italiano sale dalla numero 11 alla numero 8. Continua su Motor1

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martedì 13 agosto 2019

Le 5 Renault Turbo più cattive di sempre

Dici Renault Turbo e pensi alla Formula 1. Quaranta anni fa un motore turbo vinceva per la prima volta un Gran Premio di Formula 1: era il 1° luglio 1979 e sul circuito francese di Digione Jean-Pierre Jabouille passava sotto la bandiera a scacchi prima di tutti con la sua RS 10. René Arnoux, al volante della vettura gemella, si piazzava terzo, dopo quello che viene considerato il duello più epico della Formula 1, con un certo Gilles Villeneuve (Ferrari 312T). Da quel giorno tutto è cambiato e i motori turbo hanno iniziato a farsi strada sia nel mondo del motorsport che in quello delle auto di serie e Renault è stato uno dei marchi a crederci di più, anche se per i primi venti anni sono stati utilizzati solo per aumentare la potenza. Oggi, invece, la sovralimentazione è un must anche su propulsori più piccoli e cittadini, perché nel frattempo la tecnologia si è evoluta e ha permesso di aumentare l'efficienza. E pensare che all'inizio il turbocompressore era una tecnologia riservata ai mezzi pesanti. Vediamo dunque, quali sono le cinque Renault Turbo più significative della storia. Continua su GQ

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lunedì 12 agosto 2019

Diesel “puliti”, abbiamo provato il sistema Bosch che abbatte gli NOx

È passato poco più di un anno da quando abbiamo raccontato del diesel "pulito" messo a punto da Bosch. Un motore in grado di emettere solo 13 g/km di ossidi di azoto NOx durante la guida reale su strada, un valore ben inferiore a quello richiesto anche dalle norme che entreranno in vigore nel 2020. Il risultato, aveva spiegato all’epoca il colosso tedesco, è stato ottenuto senza particolari rivoluzioni, ma utilizzando al meglio i componenti già presenti sul mercato, con un software molto più evoluto. Oggi, torniamo sull'argomento poiché abbiamo potuto provare, in normalissimi percorsi aperti al traffico, due auto di serie che adottano questa tecnologia. E lo abbiamo fatto portandoci dietro (debitamente segnalata) la stessa apparecchiatura - Portable Emission Measuring Systems - con cui i laboratori autorizzati eseguono le prove del ciclo di omologazione Wltp, in particolare la parte legata all'Rde, ovvero le Real Driving Emission. Continua su La Stampa

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