sabato 16 giugno 2012

morire di guard-rail


È ora di dire basta. Con tutti i passi avanti fatti in materia di sicurezza attiva e passiva, nel 2012 è inaccettabile morire per colpa di un guard-rail. Questa è la sorte che è toccata poche ore fa a un ragazzo gallese di 25 anni, impegnato come navigatore nel Rally Targa Florio in Sicilia. Chi segue questo sport sa che le auto sono molto sicure, equipaggiate con roll-bar a gabbia e cinture a sei punte, ma nulla possono contro una lama che si infila nell'abitacolo. Ne sa qualcosa Robert Kubica che ha rischiato di lasciarci le penne poco più di un anno fa. Ne sanno molto anche tutti i motociclisti che non sono più tra noi perché una banale scivolata si è trasformata in un colpo di ghigliottina. L'incidente che ha coinvolto la Peugeot 207 della coppia Been-Roberts avrebbe potuto essere classificato come una delle tante "divagazioni nel prato" se non fosse stato per quel guard-rail inutilmente posizionato lì come una trappola.
È ora che l'ANAS, il Ministero dei Trasporti o chi per loro affronti seriamente il problema. È uno scandalo che continuino a morire persone per cause facilmente evitabili.

martedì 5 giugno 2012

La sfida delle supercar verdi, Ferrari e Porsche in pole

Correre veloce, molto veloce, oggi è facile. Con 40.000€ si può comprare una Chevrolet Camaro da 432 CV e 305 km/h, per non parlare delle station wagon che superano agevolmente i 250 km/h. A velocità simili ci si può (e ci si deve) avvicinare solo in pista dove ormai un turno di prove libere costa poche decine di euro. Venticinque anni fa era tutto diverso, le auto che “frequentavano” i trecento orari si contavano sulle dita di una mano e costavano cifre inavvicinabili. Due di queste, in particolare, monopolizzavano i sogni degli appassionati: la Ferrari F40 e la Porsche 959. Nella prima metà degli anni 80 la nascita del leggendario Gruppo B fornì agli ingegneri di Maranello e di Stoccarda l’occasione di dare fondo alle proprie abilità, riversando su due vetture il meglio della tecnologia disponibile allora. Nel 1986 la 959 toccava i 317 km/h e accelerava da 0 a 100 km/h in 3,7 secondi, grazie ai 450 CV che il suo 6 cilindri boxer da 2,8 litri trasmetteva alle quattro ruote motrici. La F40 nacque l’anno seguente diventando l’auto di serie più veloce del mondo. La spingeva un 2,8 litri V8 biturbo da 478 CV, sufficiente per raggiungere i 324 km/h, mentre scattare da fermo fino a 100 Km/h richiedeva 4,5 secondi (i pneumatici del 1987 non avevano lo stesso grip di quelli odierni e il launch control non esisteva ancora). La F40 è considerata l’ultima supercar dura e pura, ancora priva di tutta l’elettronica che negli anni successivi si è impadronita dell’automobile. Ora stiamo per assistere a una nuova rivoluzione, quella dell’elettricità.
Diminuire le emissioni inquinanti e i consumi è la priorità di tutte le case automobilistiche, nessuna esclusa. Ferrari e Porsche stanno sviluppando da tempo tecnologie esclusive. Quella ideata dai tecnici italiani deriva strettamente dalla Formula 1, mentre i tedeschi hanno messo a punto un sistema ibrido di altissimo livello. Li vedremo entrambi nel 2013, quando debutteranno l’erede della Enzo e la 918 Spyder. A Maranello lo hanno chiamato Hy-Kers, a sottolineare la parentela con le monoposto. Il cuore del sistema è sempre il motore V12 accoppiato al cambio doppia frizione F1, ma ora è abbinato a due motori elettrici: il primo interagisce direttamente con la trasmissione, generando energia in fase di frenata e a velocità costante, restituendola nelle accelerazioni e nelle partenze; il secondo alimenta i servizi ausiliari. In questo modo la CO2 si riduce del 40%, mentre sulle prestazioni regna il massimo riserbo, anche se l’obiettivo e di ottenere 1 kw per ogni kg di peso del sistema.
Della Porsche 918 Spyder si sa molto di più. Lo stile dell’auto è ormai definito al 99% e le caratteristiche tecniche salienti sono state già dichiarate. Anche qui c’è un potente propulsore termico, un 4.6 V8 da 570 CV, e i motori elettrici sono due, uno sull’asse anteriore da 80 KW e uno sull’asse posteriore da 90 KW, la trazione è integrale. Il sistema completo fornisce 770 CV ma emette solo 70 g/km  consumando 3L/100 km, con la possibilità di percorrere 25 km solo con l’energia elettrica; tutto ciò su un’auto che supera i 325 km/h e passa da 0 a 100 in meno di 3 secondi. Sono numeri incredibili, soprattutto se paragonati a quelli delle antenate F40 e 959, che non avevano nemmeno il catalizzatore e consumavano come un cacciabombardiere. Ferrari e Porsche stanno per dimostrare che anche una supercar può essere ecologica. Gli appassionati ringraziano, tra poco avranno due nuove auto da sognare.

La Repubblica - 4 giugno 2012

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