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sabato 26 giugno 2021

Hyundai Kona Electric, la prova - stile più affilato e dotazioni hi-tech


Sono passati tre anni esatti dal debutto della Kona 100% elettrica e Hyundai ha già messo su strada la versione aggiornata. Il restyling riguarda tutta la gamma ed è concentrato tanto sull'estetica, sopratutto della zona anteriore, quanto sulla tecnologia a bordo. Le novità per quanto riguarda i powetrain sono marginali, addirittura assenti nel caso della versione a elettroni, ma del resto non ce n'era particolare bisogno. Fin dal lancio, infatti, la Hyundai Kona Electric è stata disponibile con due motori elettrici accompagnati da altrettante batterie agli ioni di litio di taglio differente. Una scelta che riflette una doppia possibilità d'utilizzo: più urbana nel caso della batteria da 39,2 kWh, che garantisce comunque 305 km (WLTP) di autonomia media, e più versatile nel caso della batteria da 64 kWh che promette una percorrenza di 484 km (WLTP). I prezzi cambiano di conseguenza, con un delta tra i due accumulatori di 4.600 euro. Non tantissimo ma quanto basta per fare un'attenta analisi delle proprie necessità. Continua su La Stampa

martedì 15 giugno 2021

Hyundai e il mercato italiano, la sfida dell'elettrico e la neutralità tecnologica


Dopo quattro giorni intensi - dal 10 al 13 giugno 2021 - si è conclusa la prima edizione del Milano Monza Motor Show dove Hyundai ha esposto due anteprime per il pubblico italiano. La nuova Ioniq 5, una crossover 100% elettrica e la Bayon, una B-SUV che si posiziona sotto la Kona con contenuti semplificati e un prezzo più accessibile. Inoltre, i visitatori del MiMo hanno potuto effettuare i test drive della Kona Electric (SUV elettrico più venduto in Italia nel 2020) e delle nuovissime versioni ibride plug-in della Santa Fe e della Tucson. Per noi, invece, la kermesse meneghina è stata l'occasione per parlare con Andrea Crespi, che da otto anni è alla guida della filiale italiana di Hyundai "Grazie al Milano Monza Open Air Motor Show torniamo a partecipare ad un evento in presenza e in totale sicurezza. Questo del Duomo è uno scenario perfetto per le auto, in particolare per le nostre che negli ultimi anni hanno costantemente ridotto le emissioni" racconta con soddisfazione Crespi. Continua su La Stampa

sabato 1 maggio 2021

Hyundai Kona N, il crossover compatto mette il turbo e diventa cattivo


Con la nuova Kona N Hyundai entra in un territorio che attualmente è appannaggio solo di due gruppi automobilistici, BMW e Volkswagen. La nuova versione della crossover compatta coreana, infatti, è stata progettata per le alte prestazioni e così sotto il cofano anteriore si trova lo stesso 2 litri 4 cilindri benzina, turbocompresso e a iniezione diretta, della i30 N. Un motore che in questa configurazione eroga 280 CV e 390 Nm di coppia. Numeri che trasformano la tranquilla Kona in una piccola belva assetata di asfalto, visto che la velocità massima raggiunge i 240 km/h e per lo scatto da 0 a 100 km/h bastano 5,5 secondi. Quest'ultimo è un valore da record, considerando che le ruote motrici sono solo quelle anteriori. Evidentemente il cambio automatico doppia frizione (in bagno d'olio) a 8 rapporti e il launch control funzionano piuttosto bene. Ma al di là delle cifre, la Kona N potrebbe stupire per il comportamento stradale, se il suo carattere sarà simile a quello della i30 N, che è una delle "hot hatch" più apprezzate degli ultimi anni grazie alla sua anima da dura e pura, anche se nel caso della Kona il cambio manuale non sarà disponibile. In effetti, rispetto alle varie X2, Q2, Formentor e T-Roc - tutte a trazione integrale - questa Kona sembra un poco più estrema e, in ogni caso, con i suoi 4,21 metri di lunghezza è la più compatta del lotto. Le modifiche alla carrozzeria, infatti, non sono così discrete, anzi risultano piuttosto aggressive, incluso il doppio terminale di scarico con valvola attiva, che ci auguriamo emettere lo stesso suono rabbioso di quello della i30 N. Continua su La Stampa

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venerdì 9 aprile 2021

Hyundai Santa Fe, la prova - per il compleanno dei 20 anni diventa ibrida


La storia europea di Hyundai è iniziata nel 1978, con l'inizio delle vendite in alcuni mercati della Pony, presentata al Salone di Torino nel 1974. Quella italiana, invece, è iniziata nell'autunno del 1981, sempre con la Pony ma in versione aggiornata. Il brand coreano, dunque, ha una storia relativamente breve nel Vecchio Continente, ma in poco tempo ha saputo portarsi al livello dei migliori concorrenti e in alcuni casi anche oltre (la garanzia di 5 anni a chilometri illimitati è battuta solo dai 7 della cugina Kia che però pone il limite dei 150.000 km). La Santa Fe è l'esempio migliore di questa crescita veloce ma qualitativa, perché di tutti i modelli Hyundai, è quello che è commercializzato nel mercato europeo da più tempo, per la precisione nel 2000. Quella attuale è la quarta generazione, di cui questa versione "20th Anniversary" rappresenta il restyling. Il design, soprattutto all'anteriore, è piuttosto audace, nel solco di quanto già visto con la Tucson, ma le vere novità si trovano sotto il cofano dove debutta un powertrain ibrido che in Italia è anche l'unico disponibile sulla grande SUV coreana. È composto da un 1.6 turbo benzina a iniezione diretta da 180 CV e da un motore elettrico che eroga 44,2 kW ed è collegato a una batteria agli ioni di litio da 1,49 kWh. La potenza complessiva a disposizione è di 230 CV con 350 Nm di coppia, dati più che adeguati alla mole della vettura che sfiora le due tonnellate. Per l'accelerazione da 0 a 100 km/h, infatti, servono 9,1 secondi e la velocità massima è di 187 km/h. Numeri a parte, nella guida quotidiana la Santa Fe è sempre pronta a riprendere velocità, ben supportata dal cambio automatico (del tipo con convertitore di coppia) a 6 rapporti. La trazione è integrale e per la prima volta in casa Hyundai integra un selettore delle modalità di guida che permette di predisporre l'elettronica di gestione del veicolo a fondi come sabbia, neve e fango. Continua su La Stampa

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giovedì 4 marzo 2021

Hyundai Bayon, svelato il nuovo baby Suv fratello della Kona


Si chiama Bayon il nuovo B-Suv che Hyundai ha progettato specificamente per il mercato europeo, in vendita dall’estate. In questo modo l'offerta della Casa coreana nel segmento dei piccoli crossover raddoppia: rispetto alla Kona le misure sono praticamente le stesse, a eccezione dell'altezza che nel caso della Bayon si ferma a 1,49 metri, configurando una linea più filante. A proposito del nome della nuova Hyundai, è ispirato alla città di Bayonne, capoluogo dei Paesi Baschi Francesi. Parlando invece di stile, la matita di Luc Donckerwolke ha tracciato delle linee tese e dinamiche, dando all'auto un carattere forte e prettamente urbano. Le soluzioni più audaci sono sicuramente quelle utilizzate per il frontale, con i gruppi ottici divisi in tre parti e combinati con le prese d'aria, ma anche il montante C a forma di freccia. Lo stesso tema è ripreso dalle luci posteriori, che sono posizionate agli estremi laterali del corpo vettura. La differenziazione dalla Kona, dunque, sembra raggiunta. Rispetto a quest'ultima, peraltro, la Bayon costerà di meno e avrà un listino prezzi che partirà da meno di 19.000 euro. Continua su La Stampa

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sabato 20 febbraio 2021

Hyundai Tucson Hybrid, la prova - rivoluzione totale


Il segmento di mercato più combattuto a livello globale è senza dubbio quello dei SUV medi, intorno ai quattro metri e mezzo. Praticamente ogni brand ne ha uno in gamma e di generazione in generazione cerca di emergere tra i concorrenti, esaltando qualche caratteristica saliente. Hyundai ha sempre fatto un ottimo lavoro con la Tucson, che dal 2004 a oggi è stata venduta in 7 milioni di esemplari, di cui 1,4 in Europa. Quella che abbiamo provato nel traffico capitolino che, nonostante le varie limitazioni e chiusure non lascia scampo, è la quarta serie e rispetto alla precedente ha compiuto un vero e proprio salto di qualità. Già lo stile è spiazzante, molto originale e futuristico, cattura gli sguardi anche dei passanti più distratti che si soffermano a osservare le luci segmentate e incastonate nella griglia centrale. Anche la fiancata non passa inosservata, con le superfici concave e convesse che formano una sorta di scultura muscolosa. Il posteriore è la zona più convenzionale, anche se lo stemma posizionato sul lunotto e il disegno delle luci sono comunque peculiari. Continua su La Stampa

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lunedì 9 novembre 2020

Hyundai Kona Hybrid, la prova - efficiente pragmatismo coreano


Hyundai è uno di quei costruttori che crede in tutti i sistemi di trazione, senza nessuna preclusione. Si parte dalla tradizione dei carburanti fossili - Benzina, diesel e GPL - e poi si passa al presente più all'avanguardia, che si chiama ibrido ed è declinato in tutti modi disponibili, dal più semplice "mild", al classico "full", fino al più complesso plug-in. Poi ci sono il futuro prossimo e quello più remoto, ovvero l'elettrico e l'idrogeno. Hyundai vende almeno un'auto con ognuna di queste tecnologie, inclusa la Nexo che utilizza le fuel cell. La Kona Hybrid, invece, è molto ancorata al presente ed è una scelta intelligente per l'utilizzo quotidiano, a patto che sia a prevalenza urbana. Tecnicamente è sorella della  Ioniq, che parte praticamente dallo stesso prezzo, ma le sue forme e dimensioni da berlina la rendono molto meno appetibile, nel nostro mercato, rispetto alla Kona, che invece appartiene alla categoria dei B-SUV. Continua su La Stampa

Follow me on instagram -- Alessandro Vai

venerdì 30 ottobre 2020

Hyundai i20 N, arriva la piccola “hot hatch” derivata dai rally


Dopo la i30 N, Hyundai presenta un'altra hot hatch ad alte prestazioni, più compatta ma altrettanto cattiva, la i20 N. Una piccola del segmento B che si presenta sul mercato europeo con 204 CV e 1.190 kg di massa. Un modello con cui i coreani dimostrano di credere in un mercato che ha perso attrici illustri, sacrificate sull'altare della redditività a favore di SUV e crossover vari. Hyundai, invece, vuole sfruttare la fama creata con la vittoria del campionato mondiale rally nel 2019 con la i20 Coupé WRC e stuzzicare quella nicchia di appassionati rimasta orfana, che negli ultimi anni ha avuto sempre meno scelta.“Il nostro brand N ha avuto un grande successo dal lancio di i30 N nel 2017. Con la i20 N stiamo ampliando la nostra gamma ad alte prestazioni, per attrarre ancora più clienti che vogliono vivere l’emozione della pista nelle loro vite di tutti i giorni” ha spiegato Thomas Schemera, Responsabile della Product Division di Hyundai. Continua su La Stampa

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sabato 3 ottobre 2020

Hyundai Kona, con il restyling arrivano il mild hybrid e la versione N-Line


A tre anni dal lancio e dopo 228.000 unità vendute in tutta Europa, per la Hyundai Kona è arrivato il momento del restyling di metà carriera. La Casa coreana, nel definirlo, ha specificato di aver tenuto conto dei consigli ricevuti dai clienti europei. Così il design appare più affilato anche se non stravolto e debutta l'allestimento N Line, che dà un tocco di dinamismo in più dal lato estetico. Le dimensioni, esclusa la lunghezza aumentata di 4 cm, non sono cambiate ma ci sono maggiori opzioni riguardo ai cerchi in lega (ora fino a 18 pollici) e alle colorazioni, con cinque nuove tinte abbinabili anche al tetto a contrasto. Continua su La Stampa 

Follow me on instagram -- Alessandro Vai

giovedì 7 novembre 2019

Hyundai i10, la piccola è diventata grande

Negli ultimi dieci anni Hyundai è stato uno dei brand che è cresciuto di più in Europa, raddoppiando la propria quota di mercato grazie a modelli popolari, dalla i10 alla i20, passando per la i30 e la i40 - insieme hanno totalizzato oltre 3 milioni di vetture, dal 2007 - senza dimenticare la best-seller Tucson. Un successo che pone le basi sull'attenzione al cliente e sul fatto che le Hyundai europee vengono progettate, testate e prodotte nel Vecchio Continente. La nuova i10, a tal proposito, incarna alla perfezione questo concetto: fino a qualche hanno fa il brand coreano veniva scelto dalla clientela soprattutto per il suo rapporto qualità prezzo, mentre ora si sono aggiunti altri valori, come il design, la tecnologia e il piacere di guida. Continua su Motor1

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lunedì 18 marzo 2019

Hyundai i30 Fastback N, due anime un solo stile

Sapete qual è il primo motivo di acquisto per ogni nuova auto venduta in Europa? Non è il prezzo o il brand e nemmeno la potenza oppure i consumi. Quello che conta più di tutti quando ci si appresta ad acquistare una vettura ancora immacolata è il design. In altre parole l'aspetto esteriore. E un'automobile non deve essere solo bella, ma deve avere dei tratti stilistici riconoscibili e associabili al marchio e poi deve stimolare delle sensazioni che siano coerenti sia con quello che promette che con quello che alla fine realmente offre. Per questo anche una Casa come Hyundai che ha nella qualità, nella tecnologia e nel «value for money» i suoi pilastri, non può prescindere dal design, a maggior ragione su un modello particolare come la i 30 Fastback in versione N, ovvero quella più prestazionale all'interno della gamma. È una berlina due volumi con una linea molto personale, in particolar modo al posteriore, dove il taglio netto della i30 hatchback lascia il posto al padiglione discendete e rastremato, come ci ha illustrato il designer Rubén Vela che lavora al Technical Center Hyundai. Qui hanno deciso di chiamarla «fastback», ma qualcun altro l'avrebbe chiamata coupé a quattro porte oppure, più freddamente, due volumi e mezzo. Continua su GQ

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venerdì 8 marzo 2019

Hyundai i30 Fastback N, due anime un solo stile

Sapete qual è il primo motivo di acquisto per ogni nuova auto venduta in Europa? Non è il prezzo o il brand e nemmeno la potenza oppure i consumi. Quello che conta più di tutti quando ci si appresta ad acquistare una vettura ancora immacolata è il design. In altre parole l'aspetto esteriore. E un'automobile non deve essere solo bella, ma deve avere dei tratti stilistici riconoscibili e associabili al marchio e poi deve stimolare delle sensazioni che siano coerenti sia con quello che promette che con quello che alla fine realmente offre. Per questo anche una Casa come Hyundai che ha nella qualità, nella tecnologia e nel «value for money» i suoi pilastri, non può prescindere dal design, a maggior ragione su un modello particolare come la i 30 Fastback in versione N, ovvero quella più prestazionale all'interno della gamma. È una berlina due volumi con una linea molto personale, in particolar modo al posteriore, dove il taglio netto della i30 hatchback lascia il posto al padiglione discendete e rastremato, come ci ha illustrato il designer Rubén Vela che lavora al Technical Center Hyundai. Qui hanno deciso di chiamarla «fastback», ma qualcun altro l'avrebbe chiamata coupé a quattro porte oppure, più freddamente, due volumi e mezzo. Continua su GQ

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sabato 19 gennaio 2019

Pannelli solari sul tetto delle auto, Hyundai e Kia li porteranno sul mercato nel 2019

Non accade molto spesso che Hyundai e Kia parlino di una qualche novità in modo congiunto. Solitamente i due marchi ci tengono molto alla loro indipendenza, anche se fanno parte dello stesso gruppo. Ma evidentemente stavolta i boss coreani hanno preferito così e dunque lo Hyundai Motor Group ha annunciato di voler introdurre i pannelli solari sul tetto di alcuni modelli. Per il momento non è stato specificato su quali, anche se è naturale pensare che le prime applicazioni arriveranno sulle vetture elettriche e ibride made in Korea. Quella di sfruttare il tetto dell'auto per ricavare energia elettrica dal sole non è un'idea innovativa in senso assoluto, anzi. Già nel 2012 la Toyota offriva questa opzione su alcune versioni della Prius e al momento la prevede la Prius plug-in hybrid commercializzata in Giappone, ma si tratta di un accessorio piuttosto marginale. Continua su La Stampa

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mercoledì 9 gennaio 2019

Hyundai i30 N, non vorresti mai scendere

Ci sono auto inutili, auto noiose, auto divertenti e infine ci sono auto da cui non vorresti mai scendere, nemmeno per far fronte ai bisogni primari. Nessuno sa quando ne arriverà una sul mercato. Può capitare una volta l'anno oppure una ogni due, oppure chi lo sa. Nel 2017 è capitato con l'arrivo della Hyudai i30 N e non finiremo mai di ringraziare gli ingegneri coreani per averla progettata. A leggere la scheda tecnica può sembrare una compatta sportiva come tutte le altre: trazione anteriore, differenziale autobloccante, motore 2 litri turbo da 275 CV, cambio a 6 marce e via dicendo. Ma è solo guidandola che si può capire la magia di cui è capace. Ma prima di aprire il libro degli incantesimi, ripassiamo un attimo quello di storia. Con l’arrivo della terza generazione della i30, Hyundai ha deciso di creare per la prima volta una variante sportiva, su cui ha anche debuttato per la prima volta su una vettura stradale la sigla “N”. Continua su GQ

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sabato 15 dicembre 2018

Pannelli solari sul tetto delle auto, Hyundai e Kia li porteranno sul mercato nel 2019

Non accade molto spesso che Hyundai e Kia parlino di una qualche novità in modo congiunto. Solitamente i due marchi ci tengono molto alla loro indipendenza, anche se fanno parte dello stesso gruppo. Ma evidentemente stavolta i boss coreani hanno preferito così e dunque lo Hyundai Motor Group ha annunciato di voler introdurre i pannelli solari sul tetto di alcuni modelli. Per il momento non è stato specificato su quali, anche se è naturale pensare che le prime applicazioni arriveranno sulle vetture elettriche e ibride made in Korea. Quella di sfruttare il tetto dell'auto per ricavare energia elettrica dal sole non è un'idea innovativa in senso assoluto, anzi. Già nel 2012 la Toyota offriva questa opzione su alcune versioni della Prius e al momento la prevede la Prius plug-in hybrid commercializzata in Giappone, ma si tratta di un accessorio piuttosto marginale. Continua su La Stampa

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sabato 6 ottobre 2018

SUV Hyundai: dal diesel all’idrogeno, una storia di visione tecnologica

C’è una caratteristica sopra tutte le altre, che definisce in parte le dimensioni ma soprattutto le ambizioni di una Casa automobilistica: l’attenzione a diverse forme di alimentazione e a molteplici tipi di powertrain. Non sono molti i costruttori che coprono tutto lo spettro del possibile, quanto a sistemi di trazione e Hyundai è uno di questi. Gli sforzi del brand coreano vanno ovviamente in direzione dei classici carburanti fossili come benzina, diesel e GPL, ma anche delle soluzioni elettrificate – dall’ibrido al full electric passando per il plug-in – e infine dell’idrogeno che è quanto di più innovativo si possa sviluppare nel settore auto. Questa è la teoria e per dimostrare che la distanza con la pratica è breve, anzi nulla, Hyundai ci ha invitato sulle Dolomiti mettendoci a disposizione tutta la sua gamma di SUV per provarla in lungo e in largo. Tra le curve dei “quattro passi” abbiamo guidato la compatta Kona (anche in versione elettrica), la media Tucson e la grande Santa Fe, riuscendo anche mettere le mani sul volante della Nexo a idrogeno precedentemente rifornita nell’unico impianto pubblico italiano, quello di Bolzano. Continua su GQ

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mercoledì 3 ottobre 2018

Hyundai Nexo | Prova su strada in anteprima

Per una volta partiamo dal prezzo, perché è la cosa più importante. Non per la cifra in quanto tale ma perché indica che l’auto è disponibile e si può comprare in una concessionaria. Di solito è una caratteristica che si dà per scontata, ma nel caso di un modello a idrogeno lo è molto di meno. Stiamo parlando della Hyundai Nexo, l’auto che rappresenta la sintesi e l’ultima evoluzione della tecnologia fuel cell sviluppata dalla Casa coreana, attiva già da molti anni in questo campo. Il concetto alla base è tanto semplice quanto rivoluzionario e futuribile: usare l’idrogeno per ricavarne elettricità attraverso l’elettrolisi, emettendo allo scarico solo acqua. Non è una novità assoluta e non è nemmeno la prima auto di serie con questo tipo di propulsore, ma è la prima che si può acquistare in un autosalone senza dover essere un’azienda, un’università o un istituto di ricerca. Continua su Autoappassionati

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venerdì 10 agosto 2018

Hyundai Kona Electric, come va l'anti Tesla Model 3

Aspettavamo di guidarla dal Salone di Ginevra, quando l'avevamo vista sullo stand della Casa coreana. E' la Hyundai Kona Electric, versione a zero emissioni della crossover compatta, che si propone al pubblico europeo (ma anche americano e asiatico) come una concorrente di quei modelli che hanno un'autonomia estesa ma prezzi ancora riconducibili a un mercato popolare. Per fare qualche esempio, la Chevrolet Bolt e la Tesla Model 3. Questo a patto di scegliere la versione con batteria da 64 kWh. La scelta che hanno fatto i coreani riguardo agli accumulatori, infatti, riflette una doppia possibilità d'utilizzo della Kona EV. Più urbana nel caso della batteria da 39,2 kWh, che garantisce comunque 312 km (WLTP) di autonomia reali, e a 360° nel caso della batteria da 64 kWh che promette una percorrenza di 482 km (WLTP). Lo stile? Gioco forza molto simile a quello delle Kona “termiche” ma con una serie di dettagli che ne lasciano intuire lo status di auto elettrica, soprattutto all'anteriore: la calandra è quasi completamente chiusa, con dei piccoli fregi in basso rilievo e le prese d'aria solo nella parte inferiore del paraurti. Dietro, invece, è solo il paraurti a fare la differenza, oltre alla scritta dedicata. Continua su Motor1

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sabato 28 luglio 2018

Hyundai Nexo, l'auto a idrogeno di serie più veloce del mondo

Hyundai è una delle poche Case automobilistiche a credere nell'idrogeno e a sviluppare costantemente questa tecnologia, sin dai tempi della ix35 Fuel Cell che è stata la prima auto di questo genere commercializzata in Europa. E per quanto si tratti di numeri esigui, il 70% del parco circolante europeo a idrogeno è composto da Hyundai. Con queste premesse mi avvicino con grande curiosità alla Nexo che, oltre al peculiare powertrain, è intrisa della migliore tecnologia presente oggi nel settore automotive. Insomma, è il modello che rappresenta lo stato dell'arte della produzione della Casa coreana che peraltro lo dichiara apertamente già dalla sigla con cui ha battezzato la categoria della Nexo: Future Utility Vehicle. Continua su Motor1

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martedì 19 gennaio 2016

Hyundai Ioniq, l’anti Prius coreana: ibrida e col cambio che piace agli europei


Una sola macchina ma tre motori diversi e tutti con almeno un’unità elettrica. È la Hyundai Ioniq, ovvero la trasposizione in fatti della volontà della Casa coreana di diventare il numero due del mercato globale delle “green car” entro il 2020. Un obiettivo ambizioso ma anche condito da un sano realismo, visto che al numero uno c’è l’inventore stesso delle auto ibride (nel 1997 nasceva la prima Prius), cioè Toyota. Così alla Ioniq seguiranno almeno altri 20 modelli ad alto tasso di eco-sostenibilità e probabilmente con motorizzazioni diverse, vista la strada imboccata con la Ioniq. Questa, infatti, si può scegliere in versione ibrida, ibrida plug-in o solo elettrica. La Hyundai inizia dalla Hybrid, la prima ad arrivare sul mercato. È spinta da un 4 cilindri 1.6 a iniezione diretta di benzina da 105 CV, accoppiato a un motore elettrico sincrono con magnete permanente da 43,5 CV, per un output totale di 141 CV e 265 Nm di coppia.

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