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domenica 19 settembre 2021

La Tesla sottomarino che voleva essere la Lotus di 007


La Tesla sottomarino è una delle auto più stravaganti che si siano viste da parecchio tempo. Se state già pensando di comprarla, sappiate che non è possibile, perché si tratta di un modello speciale. Un esemplare di Model S Plaid preparato su misura per accontentare le richieste di un cliente piuttosto originale. A compiere l'impresa è stata la Gruber Motor Company di Phoenix, Arizona: un garage che si definisce come il «primo centro di assistenza Tesla indipendente che fornisce supporto aftermarket e preparazioni su misura». La Tesla sottomarino è una di queste e l'impresa è stata documentata nei particolari proprio dagli stessi autori del progetto: «Abbiamo ricevuto la richiesta di modifica di una Tesla più strana di sempre. Un cliente si è presentato con un nuovissima Tesla Model S plaid e ha chiesto di renderla impermeabile, come un sommergibile», raccontano i ragazzi della Gruber Motor Company. In pratica, questo estroso cliente intendeva dimostrare che una Tesla si potesse guidare sott'acqua, allo stesso modo di Wet Nellie, ovvero la Lotus Esprit che Roger Moore alias James Bond fa uscire sulla spiaggia di Capriccioli, in Costa Smeralda, nel film del 1977 La Spia che mi amava. Continua su GQ

venerdì 28 agosto 2020

Tesla, 9 cose che (forse) non sapete

Le auto elettriche californiane Tesla stanno diventando sempre più popolari anche in Italia, tanto che nel 2019 ne sono state vendute quasi 2.500 in totale. La maggior parte, circa 2.000, erano Model 3 e non c'è da stupirsi, visto che per dimensioni e prezzo è questa la Tesla più adatta al mercato italiano. Se volete sapere come va, potete leggere qui la nostra prova, mentre se vi interessa la più grande Model S, abbiamo provato anche quella e potete leggerla qui. Continua su GQ

Follow me on instagram -- Alessandro Vai

lunedì 20 maggio 2019

Uovo o ferro di cavallo? La storia della mitica griglia del radiatore Bugatti

Un uovo o un ferro di cavallo? Questa è sempre stata una delle questioni più discusse parlando della storia della Bugatti, in particolare riguardo all'origine della forma della griglia del radiatore. Una diatriba a cui la casa francese del gruppo Volkswagen, specializzata in supercar da oltre due milioni di euro di prezzo, ha voluto dare risposta proprio a ridosso diPasqua, giorno in cui tradizionalmente si donano le uova. Veniamo alla storia. Il fondatore Ettore Bugatti era non solo un appassionato di cavalli, ma anche un allevatore, un collezionista di carrozze e un designer di bardature. Ha posseduto alcuni dei migliori purosangue della sua epoca ed era solito cavalcare egli stesso nelle sue proprietà di Molsheim, in Alsazia. Inoltre, quando fece costruire la prima fabbrica per le automobili, la fece progettare in modo tale da poterci cavalcare all'interno e progettò egli stesso un meccanismo per aprire le porte che il cavallo potesse azionare con la bocca. Insomma, Bugatti era un grande appassionato di cavalli e non solo di quelli che si trovavano sotto il cofano delle sue vetture. Continua su La Stampa

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domenica 20 gennaio 2019

Cerca di mettere benzina in una Tesla elettrica, il video è spassoso

Una volta accadeva spesso di mettere il diesel al posto della benzina, o anche il contrario, con svariati fastidi conseguenti e danni per il motore. Poi i costruttori hanno modificato l'ingresso del tubo di rifornimento e questo errore non è più possibile. Ma succede be altro: la ragazza che vedete nel video, per esempio, ha provato a fare rifornimento di benzina in una Tesla Model S. Peccato che Tesla Motors produca solo ed esclusivamente auto elettriche! Forse la Model S non è sua, qualcuno gliel'avrà prestata, e non lo sapeva. Ma la scena di cui si è resa protagonista - prontamente filmata da dei ragazzi in un'altra auto - è davvero esilarante. Continua su GQ

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venerdì 18 gennaio 2019

Cristiano Ronaldo, in vendita la sua vecchia Audi S3

Chissà da quanto tempo Cristiano Ronaldo non compila un assegno per comprare, soprattutto pagare, una macchina di tasca sua? Essendo uno degli sportivi più sponsorizzati e pagati del mondo, da molti anni ha a disposizione praticamente qualsiasi vettura voglia. Ma nel 2003, quando ancora era un giovane calciatore di belle speranze e semi sconosciuto, probabilmente non aveva la fila di sponsor fuori dalla porta pronti a regalargli le chiavi di un'automobile. Così, per festeggiare il passaggio dallo Sporting Lisbona al Manchester United, il giovane CR7 aveva deciso di regalarsi una Audi S3 usata, immatricolata inizialmente nel 2000 e registrata a nome dell'attaccante portoghese a settembre 2004. Evidentemente uno sfizio, perché l'auto ha la guida a sinistra e dunque con tutta probabilità veniva usata da Ronaldo nei periodi in cui faceva ritorno a casa. Continua su GQ

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mercoledì 13 aprile 2016

Le nove Fiat Croma dell'Avvocato, tutte V6 e “speciali”


Tra i tanti aneddoti e le stravaganze che hanno reso famoso Gianni Agnelli (qui la storia) c'è quella delle sue auto speciali, modelli costruiti dal Reparto Esperienze Fiat su sua precisa indicazione, modificando vetture già esistenti per esigenze particolari o, più semplicemente, per il desiderio di avere qualcosa di unico. Auto come la Lancia Delta Integrale cabriolet o la 131 Maremma shooting brake sono esempi perfetti, ma nella vita di tutti i giorni l'Avvocato torinese era solito preferire la Fiat Croma. La sua era quasi una fissazione, visto che l'ha usata come auto di servizio per 16 anni, preferendola anche alla Lancia Thema. Si narra che Agnelli apprezzasse molto la sua sobrietà e l'abitabilità, così come le prestazioni, tanto che tra il 1986 e il 2001 ebbe a disposizione ben nove Croma.

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mercoledì 6 aprile 2016

Steve Jobs ha posseduto una Fiat 850 Coupé con motore Abarth


Che Steve Jobs sia un personaggio fuori dagli schemi non è certo un mistero, così come non si può non essere d'accordo sul fatto che i prodotti della Apple abbiano cambiato il nostro modo di vivere, almeno dal punto di vista tecnologico. Chi ha letto la sua biografia sa quanto stravaganza e genialità vadano di pari passo, ma Jobs aveva anche un carattere molto particolare e per lunghi tratti assai scorbutico. In questo senso sono molto illuminanti i racconti dei dipendenti con cui ha litigato, ma basta anche leggere la storia del rapporto con la sua prima figlia, che per i primi otto anni della sua vita si è rifiutato di riconoscere. Venendo ad argomenti più vicini a noi, invece, è celebre il fatto che il fondatore della Apple fosse solito guidare una Mercedes SL 55 AMG che aveva una caratteristica unica: era priva di targa.

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giovedì 24 dicembre 2015

Nomi auto, ormai la cilindrata non c'entra più


Quale significato si nasconde dietro a un numero? A volte qualcuno, a volte nessuno e le sigle che caratterizzano i nomi delle automobili non fanno eccezione. Osservando le numerazioni utilizzate per distinguere i vari modelli della gamma di ogni costruttore, si capisce che l'autoreferenzialità è pressoché assoluta. Audi è stata pioniera in questo, sin dal 1994, anno in cui hanno debuttato sia la A4 che la A8, sostituendo quelle che prima si chiamavano Audi 80 e Audi V8. In anni più recenti hanno fatto la stessa cosa una lunga lista di case automobilistiche: Citroen, DS, Hyundai, Infiniti, Mazda e Volvo, senza particolari distinzioni tra premium e generalisti. BMW e Mercedes, invece, per molti anni hanno fatto ancora di più, creando sigle composte che dell'automobile dicevano tutto o quasi.

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martedì 22 dicembre 2015

La scomparsa dei fari a scomparsa



La loro storia è durata quasi 70 anni, 68 per la precisione, se si considera il periodo che va dalla Cord 812 del 1936 alle Chevrolet Corvette C5 e Lotus Esprit, entrambe uscite di produzione nel 2004. Stiamo parlando dei fari a scomparsa e della loro totale...scomparsa, dalla produzione automobilistica contemporanea. E' stata l'introduzione delle normative riguardanti gli urti con i pedoni a decretare la loro fine, sebbene la gran parte dei costruttori che li utilizza li avesse già iniziati ad abbandonare da tempo. Il picco della loro popolarità, infatti, è durato per circa due decenni, dalla metà degli anni Settanta alla metà dei Novanta, e il fatto che un'auto li avesse era quasi sicuramente sinonimo di sportività. Il primo scopo tecnico dei fari a scomparsa, infatti, è quello di poter mantenere bassa e rastremata la linea del cofano.

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