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sabato 29 gennaio 2022

Mercato auto Europa 2021: la pandemia e la crisi dei chip portano a un calo dell'1,5%


Il 2021 dell'auto europea si conferma come anno di crisi, visto che il mercato - Ue + Efta + Regno Unito - ha perso l'1,5 % rispetto al già critico 2020. Il confronto con il 2019, invece, è impietoso visto che il crollo è del 25,5%. Praticamente, rispetto a prima della pandemia è sparita una nuova auto su quattro. Guardando invece ai numeri basati sui dati dell'Acea (associazione dei costruttori europei), nel 2021 sono state immatricolare 11.774.885 automobili, contro le 11.958.116 targate nel 2020, un calo dovuto anche al pessimo risultato del mese di dicembre in cui il calo è stato del 22,8%, segnando anche il sesto mese consecutivo di declino. Lo scorso mese nessuno dei tradizionali "big five" si è salvato: l'Italia ha perso il 27,5%, la Germania il 26,9%, la Spagna il 18,7%, la Francia il 15,1% e il Regno Unito il 18,2%. Continua su La Stampa

lunedì 19 luglio 2021

L'Europa vuole vietare le vendite di auto a benzina, diesel e ibride dal 2035


L'Europa vuole vietare le vendite di benzina, diesel e ibride dal 2035. Una rivoluzione che era nell'aria da tempo e che ieri è stata ufficializzata dalla Commissione Europea. Infatti, lo stop alle vendite di auto endotermiche - anche tutte le ibride e le bi-fuel a metano o a gpl - è una delle novità più discusse e importanti dell'imponente pacchetto di misure “Fit-for-55” che riguarda il clima. Pacchetto che è stato presentato ieri e che è scaturito dopo una lunga serie di trattative con le Ong ambientaliste da un lato e e l'industria automotive dall'altro. L'auto, così, rilancia il suo ruolo di apripista globale nella lotta ai cambiamenti climatici e si proietta verso le emissioni zero al 2050. L'Europa vuole vietare le vendite di benzina, diesel e ibride dal 2035 e ha già esplicitato come intende farlo, attraverso una serie di proposte legislative messe nero su bianco. «L'economia dei combustibili fossili ha raggiunto i suoi limiti, è necessario un nuovo modello che andrà anche a vantaggio dei cittadini riducendo i costi energetici e migliorando la qualità dell'aria», ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ricordando che l'Ue vuole arrivare al 2030 con il 55% di emissioni di CO2 in meno rispetto al 1990. E vuole farlo con una visione completa che comprende anche la proposta di ridurre le emissioni di CO2 delle nuove auto a zero dal 2035. Lo stop alle vendite di veicoli a benzina e diesel a favore dei motori elettrici è solo una conseguenza. Continua su GQ

mercoledì 22 maggio 2019

I 5 circuiti (più uno) più famosi d’Europa

Per gli appassionati di auto, di moto e soprattutto della guida sportiva, non c’è luogo migliore del circuito per dare sfogo a tutta la voglia di velocità, portare il proprio mezzo al limite e farlo nel massimo della sicurezza possibile. Tutto questo tenendo presente che prima di entrare in pista per la prima volta sarebbe meglio avere qualche conoscenza di base, sia a livello di tecnica di guida che riguardo le regole della guida in pista (bandiere, traiettorie, ecc.ecc.). Anche perché quando si entra in circuito, anche solo per un turno di prove libere o i trackday, non esistono assicurazioni e in caso di scontro o incidente ognuno si ripaga i propri danni. A livello di prestazioni pure, invece, ogni circuito ha le sue classifiche più o meno ufficiali dei tempi in pista, ma difficilmente si trovano sui siti ufficiali. È molto più semplice, invece, trovarli nei forum di appassionati di guida. Ogni Paese europeo ha i suoi circuiti storici e più famosi, così ne abbiamo selezionati cinque (più uno che era impossibile tenere fuori) che rappresentano a loro volta il non plus ultra di ogni nazione, non solo in termini di fama ma anche di guida. Continua su Boggi

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venerdì 22 febbraio 2019

Limiti di velocità, l’Europa rallenta: dopo la Spagna, anche la Francia

Si prospettano tempi duri per gli amanti della guida veloce, visto che diverse nazioni europee stanno riducendo i limiti. Ieri, per esempio, la Spagna ha abbassato quello sulle strade extra-urbane principali e secondarie da 100 a 90 km/h. Una misura che ha comportato la sostituzione di 2.700 segnali stradali per un costo totale di oltre mezzo milione di euro. L’intento del governo spagnolo è quello di diminuire il numero degli incidenti, visto che negli ultimi cinque anni è proprio su questo tipo di strade che si è verificato l’80% degli incidenti mortali, 877 nel 2018. Di questi il 40% ha visto uno o più veicoli uscire dalla propria corsia, mentre nel 27% dei casi si è trattato di scontri frontali. La Spagna vuole entrare nel gruppo delle nazioni più sicure dell’Unione Europea, ovvero quelle che ogni anno contano meno di 30 morti per ogni milione di abitanti. Nel 2017, sono stati 39 per milione sul suolo spagnolo. Continua su La Stampa

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martedì 5 aprile 2016

Incidenti stradali, nel 2015 in Europa sono costati 100 miliardi di euro


Le auto sono sempre più sicure ma i guidatori sono sempre più distratti, quasi sempre dagli smartphone. Per questo nel 2015 non ci sono state riduzioni significative di incidenti mortali sulle strade europee, come conferma il rapporto annuale diramato dalla Commissione EU. Certo, le strade del vecchio continente rimangono le più sicure del mondo, ma la riduzione del numero di vittime che causano ha subito un rallentamento. I 26.000 morti dello scorso anno sono ben 5.500 in meno rispetto al 2010, cento in più del 2014 e, se sommati ai 135.000 feriti gravemente, totalizzano un costo sociale di almeno 100 miliardi di euro. Insomma, per raggiungere l’obiettivo del 2020, cioè quello di dimezzare i decessi che avvengono su strada, bisogna fare molto di più. Da qui deriva l’invito che Violeta Bulc, Commissario responsabile per i Trasporti, ha rivolto agli Stati membri, esortandoli a “intensificare gli sforzi per l’applicazione della normativa stradale e per organizzare campagne di sensibilizzazione”.

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mercoledì 16 dicembre 2015

Emissioni CO2, normativa incagliata a Bruxelles. Intanto Opel annuncia che comunicherà consumi reali da metà 2016


Una delle conseguenze del “dieselgate” Volkswagen che non riguarda strettamente il Gruppo tedesco è quella di aver posto sotto i riflettori la differenza tra i consumi dichiarati e quelli reali che si ottengono nella guida di tutti i giorni. Il problema è noto da tempo agli addetti ai lavori, mentre gli automobilisti lo scoprono solo dopo aver comprato l’auto, rendendosi conto che ai trenta chilometri con un litro promessi ne corrispondono sì e no la metà. Il colpevole si chiama Nedc – New European Driving Cycle – cioè il sistema di omologazione attuale che è stato aggiornato l’ultima volta nel 1997 e che, per il tipo di sforzo a cui sottopone le auto sul banco a rulli, non ha praticamente nessuna attinenza con la realtà. La soluzione c’è, si chiama Wltp – Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedures – e se ne sta discutendo dal 2007. Ora, però, grazie (o per colpa) di Volkswagen è venuto il momento di fare sul serio.

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martedì 10 novembre 2015

Euro NCAP, nuovo test per la sicurezza di pedoni e ciclisti


Gli ultimi dati sulla sicurezza stradale in Europa hanno portato alla luce una tendenza allarmante: pedoni e ciclisti sono sempre più coinvolti in incidenti con automobili e anche la mortalità è in aumento. Per questo l'Euro NCAP ha deciso di creare un nuovo test che valuterà quanto i veicoli autonomamente riescano ad evitare o ridurre le conseguenze dell’impatto con i pedoni. Ovviamente sarebbe ancora meglio ridurre gli incidenti, ma questo è compito dei vari legislatori e delle forze dell'ordine, mentre l'ente europeo ha un campo d'azione ben delineato, quello della sicurezza “lato auto” e in quello cerca di agire. Così, è stato messo a punto un nuovo test sull’AEB (Autonomous Emergency Braking) specifico per i pedoni per quale siano i migliori sistemi sul mercato, stimolando i costruttori a migliorare le prestazioni e la diffusione di questa tecnologia.

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mercoledì 27 maggio 2015

Ford, Opel, Renault e Volkswagen, le piccole che si spartiscono l’Europa


La battaglia europea per leadership del segmento B è tutta da giocare. La quota della categoria subcompact, rispetto al totale del mercato potrebbe tornare sopra il 23% nel 2015, dopo essere scesa al 22,5% del 2014, pari a 2,6 milioni di auto, il punto più basso degli ultimi 10 anni. Certo, il 28% del 2009, anno peggiore della crisi in cui fu battuto anche il segmento C, è lontano ma tutto sommato si può considerare un buon segno. I consumatori hanno ritrovato fiducia e hanno ricominciato a spendere qualcosa in più, soprattutto nei crossover compatti, che nel 2014 sono cresciuti del 54%, raggiungendo le 761.087 unità vendute. Non solo più soldi in tasca, quindi, ma anche un cambiamento di gusti, che sta portando una migrazione da carrozzerie tradizionali, come quelle della Ford Fiesta, della Renault Clio e della Volkswagen Polo (le tre piccole più vendute in Europa) a forme più “rialzate”.

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giovedì 30 aprile 2015

Etilometro blocca-auto, l'Europa fa un passo in avanti


Mentre in Italia si dibatte sull'ergastolo della patente, sull'omicidio stradale e sulle pene da comminare quando le tragedie sono causate da uno stato di alterazione psicofisica (guida in stato di ebrezza o assunzione di stupefacenti), la Commissione Europea cerca di guardare oltre e di fare del tutto per impedire a chi è ubriaco di mettersi al volante. O meglio, mettersi al volante va anche bene, l'importante è non riuscire a mettere in moto l'auto. Per rendere effettivo questo impedimento bisogna utilizzare i dispositivi noti come "alcol interlock". Si tratta di speciali etilometri installati nel veicolo e collegati alla centraline di gestione del motore. L'automobilista soffia nel tubicino e se il suo livello di alcol nel sangue è corretto può guidare, altrimenti l'auto non parte. Se pensate che sia una misura troppo drastica, ricordate che ogni anno in Europa muoiono più di 10.000 persone per incidenti causati dall'alcol, è come se un paese di provincia sparisse nel nulla. Per questo è importante fare di più, andando oltre la prevenzione e i controlli delle forze dell'ordine. Ma, come in tutte le questioni dove c'è di mezzo un dispositivo elettronico, serve un capitolato comune a livello europeo e adesso c'è.

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