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mercoledì 12 maggio 2021

Toyota GR Yaris, l'unica auto da rally omologata per la strada (per sentirsi piloti tutti i giorni)


La Toyota GR Yaris è una di quelle auto che trasmettono passione per la guida anche da ferme e che portano a dimenticare rapidamente parole come "ibrido", "connesso", "digitale" "autonomo" e una serie di altre amenità che ormai da qualche anno pervadono il mondo dei motori. Un mondo dove i crossover sostituiscono tutte le altre carrozzerie e dove i modelli sportivi sono sempre di meno. Meno male che Toyota va contro corrente e non solo con questa GR Yaris, ma anche con la nuova GR 86 che raccoglierà l'eredità della GT86 aggiornando il concetto di "auto sportiva" per tutti. Tornando all'oggetto della nostra prova, non ha praticamente nulla a che vedere con le Yaris che conosciamo e men che mai con la celebre versione ibrida. No, perché questa Toyota GR Yaris è un'auto da rally, una replica omologata per la circolazione stradale, come era tanti anni fa la Lancia Delta Integrale o, più di recente, le giapponesi Lancer e Impreza. La sua scheda tecnica non ha eguali nella produzione di serie, con la trazione integrale permanente a tre differenziali, di cui quello anteriore e posteriore Torsen per sfruttare tutta l'aderenza disponibile in ogni condizioni. Trazione di cui il pilota può decidere la ripartizione, passando dalla modalità Normal alla Sport (30:70) e alla Track (50:50), per privilegiare di volta in volta il divertimento su strada o la massima prestazione in pista. C'è anche una chicca come il freno a mano idraulico con sblocco del ponte posteriore, per fare i tornanti di traverso senza rovinare gli organi meccanici. Si, questa GR Yaris è veramente una piccola belva da rally che può circolare per strada. Continua su GQ

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mercoledì 21 ottobre 2020

Rallylegend, l'edizione 2020 si chiude con la visita di Jean Todt


Con la conclusione del primo weekend di ottobre è andata in archivio anche l'edizione 2020 del Rallylegend, organizzato nonostante la difficile situazione internazionale. Anche il Presidente della FIA Jean Todt ha voluto essere presente, venendo di persona nella Repubblica di San Marino a sostenere il Rallylegend, che ogni anno richiama moltissimo pubblico, e ad ammirare le auto da rally di ieri e di oggi. Sul podio sono saliti per la categoria “WRC” il giovane francese Adrien Formaux, in coppia con Renaud Jamoul, con la Ford Fiesta WRC “Plus” ufficiale del team M-Sport. Eberhard & Co. ha consegnato all’equipaggio vincente, dalle mani di Miki Biasion, gli orologi della collezione Champion V e inoltre ha assegnato un “Premio speciale” ad Ari Vatanen - ha corso a San Marino a bordo della sua Ford Escort RS Cosworth - per la sua incredibile carriera. Continua su La Stampa

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sabato 17 ottobre 2020

Rally Legend 2020, a San Marino torna lo spettacolo dei motori


Dopo il Legend Show di giovedì sera e le prime prove speciali del venerdì, oggi il Rallylegend di San Marino entra nel vivo, prima del gran finale di domenica. Un weekend con i più grandi campioni di rally e auto spettacolari tra passato e presente, giunto alla diciottesima edizione anche grazie a sponsor come Sparco e Eberhard & Co. che si conferma per l’ottavo anno consecutivo Official Time Keeper. Al Rallylegend le vetture che hanno fatto la storia del rally si sfidano con quelle attuali su percorsi speciali all’interno della Repubblica di San Marino. Sono iscritti circa 125 equipaggi provenienti da tutto il mondo, divisi in cinque categorie, tra i quali spiccano piloti del calibro di Ari Vatanen, campione del mondo rally 1981 e vincitore di quattro Dakar, a bordo della sua Ford Escort RS Cosworth, con cui ottenne il quinto posto al rally Acropoli del 1994, anche in questa occasione affiancato dalla sua navigatrice del tempo Fabrizia Pons. Continua su La Stampa

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domenica 12 gennaio 2020

Toyota GR Yaris, un'auto da rally omologata per la circolazione su strada

La Toyota GR Yaris non ha nulla in comune con la Yaris che tutti conosciamo. Sì, forse qualche componente secondario, qualche comando elettrico e magari il sistema di infotainment. Ma per il resto non ha nulla a che fare con la citycar famosa per la sua versione ibrida. Questo perché la Toyota GR Yaris è praticamente un'auto da rally, omologata per la circolazione su strada. Così i paragoni si sprecano e, se è vero che la cCasa giapponese non produceva un'auto del genere dagli anni Novanta - la mitica Celica GT-Four - è altrettanto vero che la prima auto che viene in mente per assonanza è la mitica Lancia Delta Integrale. Non è una bestemmia, perché molti dei loro numeri sono assai simili, a partire dalle misure. La più cattiva delle Yaris, infatti, è lunga poco meno di 4 metri, ha una potenza massima di 261 CV e pesa 1.280 kg. Ma la vera domanda è: che senso ha un'auto del genere? Bé, ne ha due. Il primo è fare da base alla prossima Yaris WRC che correrà nel Mondiale, la seconda è riportare l'attenzione su una vettura dalle prestazioni pure, sia per chi ha la possibilità di acquistarle ed esperirle, sia per chi può solo sognarle. Continua su GQ

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lunedì 23 dicembre 2019

Ford Sierra RS Cosworth, la prima auto stradale oltre i 100 CV/litro

Dici Sierra RS Cosworth e sei subito negli anni Ottanta, in quell’epoca felice in cui le Case automobilistiche erano ancora interessate in un certo modo alle competizioni e dunque prendevano delle banalissime auto da famiglia e ne ricavavano dei…mostri. A volte erano belle, a volte meno, ma la loro personalità era indiscutibile. La Sierra RS Cosworth è esattamente una di queste automobili, madre di una lunga stirpe di modelli che arriva fino a noi con l’ultima Focus RS (anche se l’impegno nelle competizioni, ormai, è venuto meno). Siamo nel 1983 e alla Ford vogliono una vettura da far correre nei vari campionati nazionali turismo, che in quegli anni, oltre a essere molto seguiti, trainavano realmente le vendite dei modelli di serie. La prescelta è la nuova Sierra, che era già disponibile in una versione “pepata” (la XR4i) con il motore 2.8 V6. Ma serviva qualcosa di più e allora alla Ford si avvalsero dello storico partner Cosworth, semplicemente il motorista più vincente della storia della Formula 1.Continua su Autoappassionati

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venerdì 13 dicembre 2019

Lancia Fulvia 1.6 HF, l’inizio della leggenda dei rally

Negli anni Sessanta le auto sportive erano per definizione a trazione posteriore, così quando la Lancia Fulvia HF vinse il Rally di Montecarlo nel 1972 a molti girò la testa. L’impresa compiuta dal leggendario “Drago” Sandro Munari nella notte del Col de Turini fece il girò del mondo. Tutti si chiedevano come quella piccola coupé senza il paraurti anteriore, con il cofano e il baule verniciati di nero opaco, riuscisse a danzare leggera e veloce tra le strette curve innevate delle montagne francesi. Continua su Autoappassionati

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venerdì 25 ottobre 2019

Fiat 131 Abarth Rally, sognando gli anni Settanta

Mettiamo subito in chiaro una cosa. Se la Fiat 131 Abarth Rally, per qualche oscuro motivo, non vi piace, non leggete questo articolo. Perché le parole che troverete tra poco sono di amore puro, che in quanto tale è cieco e sordo. Totale devozione, senza se e senza ma. Solitamente non parlo molto dell’estetica delle auto, che trovo un argomento quasi totalmente soggettivo. Ma in questo caso non si può non fare un’eccezione. Perché? Mettiamola così: la 131 Abarth Rally è l’esempio perfetto di come si prende una vettura che più popolare non si può e si trasforma in qualcosa in grado di far sognare a occhi aperti. La carrozzeria è squadratamente anni Settanta, con quelle proporzioni talmente tipiche da essere riconoscibili a occhi chiusi.  Su queste forme così banali, vengono apportate una serie di modifiche: il nolder anteriore che si congiunge con i passaruota maggiorati è pura poesia, mentre la presa d’aria sul cofano è cattiva come quelle davanti alle ruote posteriori. Continua su Autoappassionati

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martedì 20 agosto 2019

Con le Abarth 124 Spider al Rally Roma Capitale 2019

Splende il sole su Castel Sant’Angelo e la colonnina di mercurio del termometro segna 31°. Sono le 18 di un sabato pomeriggio estivo e Roma è come al solito invasa dai turisti. Il panorama sulle sponde del Tevere, però, è leggermente diverso dal solito, così come il suono che non è quello del traffico convulso della Capitale ma arriva dagli scarichi racing delle auto da rally. Il motivo di questo diverso “sound” è la parata inaugurale del Rally di Roma Capitale 2019, quinta prova del Campionato Europeo Rally (ERC) e del Campionato Italiano Rally (CIR) e quarto appuntamento dell’Abarth Rally Cup, il campionato monomarca riservato alle Abarth. Una gara che ha già visto le Abarth 124 affermarsi e dimostrare la propria competitività nel 2017 e nel 2018, giocando un ruolo da protaginista nella Coppa FIA R-GT. Continua su Autoappassionati

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martedì 28 maggio 2019

Addio anche al Sud America, dal 2020 la Dakar si trasferisce in Arabia Saudita

La correlazione tra parole e fatti non è sempre certa e lineare. Come nel caso della Dakar, che sebbene da oltre dieci anni non si corra più tra Europa e Africa ha mantenuto la parte più esotica della sua denominazione originale. Quella Parigi-Dakar che dal 1979 è stata una delle corse più famose del mondo e che nel 2008 ha abbandonato il continente africano a causa delle minacce terroristiche in Mauritania. In quell’anno la competizione non si è tenuta ed è ritornata nel 2009 in uno scenario completamente nuovo, quello del Sud America. Il nome della città più famosa della Francia è sparito ma è rimasto quello della capitale del Senegal, a segnare una parziale continuità nel segno dell’avventura. Ma dal prossimo anno, dopo undici edizioni fra Perù, Argentina e Bolivia (nel 2019, solo Perù) , la Dakar sbarcherà in Arabia Saudita. Continua su La Stampa

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lunedì 22 aprile 2019

Pechino-Parigi, per la prima volta una Ferrari al via. La 308 GT4 è preparata da fuoristrada

Oltre 14 mila chilometri da percorrere in poco più di un mese, dal 2 giugno al 7 luglio prossimi. Questa è la Pechino-Parigi, una delle gare automobilistiche più prestigiose di sempre, nata nel lontanissimo 1907. Nell'edizione che si terrà la prossima estate parteciperà per la prima volta una Ferrari, in particolare la 308 GT4 preparata da Rossocorsa pilotata da Giorgio Schon ed Enrico Guggiari. Nessuno aveva mai provato prima d’ora a portare una granturismo di Maranello, oltretutto d’epoca, in quest’avventura: quasi metà giro del mondo con medie orarie difficili addirittura per le auto moderne, su piste, tratturi, sterrati, asfalti di ogni genere e con condizioni che vanno dal secco del deserto alle piogge torrenziali, senza dimenticare le prove di velocità pura. Insomma, questa gara è la sfida di guida più lunga e più dura del panorama di gare per auto d'epoca e classiche. Continua su La Stampa

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martedì 16 aprile 2019

Ford Escort RS Cosworth, i rally sono casa sua

Chiudete gli occhi e pensate quale è l’auto che secondo voi ha lo spoiler posteriore più incredibile tra quelli mai montati su un modello di serie. Ce l’avete presente? Beh, è lei. La Ford Escort RS Cosworth prodotta tra il 1992 e il 1996, una delle vetture che più a caratterizzato il mondiale rally negli anni Novanta, pur senza aver mai vinto. Le vittorie conquistate sono otto, insieme a quattro podi nella classifica finale dei costruttori. Dopo la fine del dominio della Lancia Delta, infatti, è iniziato quello dei giapponesi con la Toyota Celica, la Subaru Impreza e la Mitsubishi Lancer. Ma risultati sportivi a parte, la Escort Cosworth merita sicuramente un posto nel cuore di ogni appassionato e lo merita già solo per lo sforzo tecnico fatto ai tempi dalla Casa americana. Questo perché non ha nulla in comune con tutte le altre Escort – se non una parte dell’estetica – che hanno il motore trasversale e la trazione anteriore. Continua su Autoappassionati

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lunedì 25 febbraio 2019

Miki Biasion, l'ultimo «asso» italiano dei rally

Sono trent'anni che un pilota italiano non vince un campionato mondiale rally. L'ultimo a riuscirci, nel 1989 appunto, è stato Massimo «Miki» Biasion che all'epoca aveva 31 anni. Originario di Bassano del Grappa, è stato uno dei talenti più cristallini dell'automobilismo italiano e uno dei pochissimi piloti di rally a vincere due mondiali di fila. Il successo del 1989, infatti, è arrivato dopo quello del 1988, entrambi al volante della mitica Lancia Delta Integrale. Quella di Biasion è una storia molto affascinante e qui ne raccontiamo una parte ascoltando direttamente le sue parole. Continua su GQ

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lunedì 7 gennaio 2019

Dakar 2019, il rally più duro del mondo si corre tutto in Perù: i numeri dell’edizione 41

Anche se non si corre più in Africa, la Dakar mantiene un certo fascino, se non altro per le condizioni di difficoltà uniche a cui sono sottoposti piloti e mezzi. Undici giorni di gara, suddivisi in dieci tappe - una giornata è di riposo - con partenza da Lima il 6 di gennaio e ritorno nella capitale peruviana il 17 gennaio. Per la prima volta, infatti, si correrà solo in Perù, visto che gli altri paesi sudamericani coinvolti in precedenza - Argentina, Bolivia e Cile - hanno alzato bandiera bianca per motivi geo-politici. Continua su La Stampa

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venerdì 7 dicembre 2018

Jaguar, la F-Type si dà ai rally

Solitamente Jaguar non è uno di quei marchi che si associano immediatamente al rally. Tuttavia, nella storia della Casa di Coventry, le corse su strada e terra sono ben presenti, già dai tempi della leggendaria XK 120 che, registrata con il nome di “NUB 120”, portò a termine tre Alpine Rally consecutivi senza incorrere in un solo punto di penalità, vincendo poi il RAC e il Tulip – rispettivamente i rally nazionali inglese e tedesco – con al volante Ian Appleyard. Così, nell’ambito delle celebrazioni per i 70 anni delle sue auto sportive, la cui storia iniziò nel 1948 proprio con il lancio della XK120, Jaguar ha realizzato due F-Type Convertibili da rally che riprendono alcuni tratti stilistici della F-Type Chequered Flag Limited Edition. Sotto il cofano c’è il 4 cilindri 2 litri turbobenzina da 300 CV. Con la supervisione dei reparti Design e Engineering, entrambe le vetture sono state costruite secondo le specifiche tecniche della FIA. Continua su GQ

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domenica 25 novembre 2018

Lancia Stratos, la supercar in miniatura progettata per i rally

“A questa macchina è legata una parte importante della mia vita, dalle grandi battaglie per portare in porto un progetto da molti osteggiato, alla soddisfazione per la fiducia accordatami da Enzo Ferrari che consentì per la prima volta di fornire i suoi motori al di fuori di Maranello, all’emozione di veder prendere forma quello che avevamo concepito e desiderato, fino ai successi sportivi irripetibili conquistati”. Con queste parole Cesare Fiorio, allora numero uno del Reparto Corse Lancia, ricorda la Stratos, una vettura mitica che ha segnato un epoca, sia per il suo stile che per i suoi risultati sportivi. Tutto inizia al Salone di Torino del 1970, dove un prototipo chiamato Zero, carrozzato da Bertone e disegnato da Marcello Gandini (padre anche della Lamborghini Countach) utilizza il motore della Fulvia in posizione centrale posteriore. Un anno dopo, sempre a Torino viene presentata la concept car Stratos HF, spinta dal motore V6 della Dino Ferrari, che però – precisa il comunicato – non verrà utilizzato. Continua su Autoappassionati

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sabato 20 ottobre 2018

Rally, Andreucci di nuovo campione italiano con la sua Peugeot 208 T16

Se il mondo del motorsport fosse come quello del calcio, Paolo Andreucci già un anno fa si si sarebbe potuto cucire sulla tuta la prima stella. Alla chiusura della stagione 2017 ha, infatti, conquistato il suo 10° titolo nel Campionato Italiano Rally, il settimo insieme a Peugeot, mentre nello scorso weekend ha ottenuto il sigillo numero undici arrivando terzo al Rally 2 Valli e portandosi a casa anche il titolo piloti del CIR 2018. Nessun altro pilota italiano è riuscito anche solo ad avvicinarsi a questo risultato che corona trent’anni di carriera agonistica, sempre ai massimi livelli. Quella in terra scaligera è stata una gara davvero determinante, un’ ottava tappa di un campionato italiano rally davvero poco prevedibile, ricco di diversi colpi di scena. Ma alla fine di una lotta serrata con l’agguerrita concorrenza, il pilota toscano di Peugeot Sport Italia è riuscito a imporsi ancora una volta. Continua su GQ

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martedì 12 giugno 2018

Lancia Delta, la storia di un mito – Seconda Parte

Nel maggio del 1986 la Delta ha già sette anni e nessuno avrebbe da ridire se venisse sostituita da un modello inedito, magari anche con un altro nome. L’arrivo della prima HF 4WD, tuttavia, spariglia completamente le carte in tavola. È un’auto che praticamente non ha concorrenti. Abbina il comfort e la qualità di una vettura da famiglia con le prestazioni di una vera sportiva, con il plus della trazione integrale permanente. Il differenziale anteriore è libero, quello centrale è di tipo epicicloidale e lavora insieme a un giunto viscoso Ferguson ripartendo la coppia motrice al 56% sull’asse anteriore e al 44% sull’asse posteriore, quello posteriore è di tipo Torsen e ha una percentuale di bloccaggio massima del 70%. Un sistema che permette di utilizzare sempre al meglio ognuno dei 165 CV e dei 29 kgm di coppia del 2 litri 4 cilindri turbo. Continua su Autoappassionati

martedì 16 giugno 2015

Velocità e coraggio, uno spettacolo chiamato Rally


ALGHERO - La Volkswagen Polo bianca e blu arriva velocissima alzando dietro di sé una nuvola di polvere, affronta il dosso, si stacca da terra di un metro e mezzo e ne percorre venti 'volando' sopra la terra di Alghero. È la tappa italiana del WRC, il Campionato Mondiale Rally che per il sesto appuntamento della stagione è arrivato in Sardegna, per affrontare quella che, secondo appassionati e addetti ai lavori, è la prova più impegnativa di tutto l'anno. Buche profonde, avvallamenti e pietre taglienti come coltelli sono i nemici peggiori di piloti e navigatori, che portano al limite le vetture raggiungendo velocità semplicemente inimmaginabili su strade sterrate dove normalmente si andrebbe a passo d'uomo o poco più. Il rally è tutto questo, lo sport motoristico più massacrante per uomini e mezzi, ma anche portatore di un altissimo tasso di spettacolarità. Volkswagen ci è entrata nel 2013, con la Polo R e ha subito fatto doppietta vincendo il titolo piloti con Sebastien Ogier e quello costruttori, interrompendo il 'regno' francese della coppia Citroen/Sebastian Loeb che durava da ben nove anni. Nel 2014 è arrivato il bis con Ogier che si è riconfermato come padrone assoluto del WRC.

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lunedì 15 giugno 2015

Miki Biasion a tutto campo, dai rally alla “Giulia”


“La cosa più bella che possa fare un uomo vestito è guidare di traverso”, parola di Miki Biasion, leggenda dei rally, pilota della Lancia Delta Integrale e soprattutto, unico italiano ad aver vinto nel Campionato Mondiale Rally. Lo ho raggiunto alla tappa italiana del WRC, ad Alghero, dove Miki ha guidato una Abarth 695 Biposto speciale, una versione 'R' in esemplare unico preparata appositamente per la competizione su terra, con cui ha fatto da apripista nella prima prova speciale di giovedì e si è esibito nuovamente nella power stage finale di domenica. Mi sono seduto al suo fianco in questa Abarth unica mentre era parcheggiata sotto il podio vicino al parco assistenza, in attesa della cerimonia di premiazione finale. Così, tra una richiesta di foto – ormai gli autografi sono fuori moda – una stretta di mano e un pollice alzato, Miki ha risposto alle mie domande con tanta disponibilità e senza peli sulla lingua. Gli ho chiesto subito se questa 695 è solo uno sparo bel buio o qualcosa bolle in pentola... "E' un allestimento che Abarth ha preparato appositamente per il Rally di Sardegna - ha detto - e che probabilmente verrà usata in altre occasioni simili a questa ma non è il preludio a un programma di ritorno nelle competizioni".

OmniAuto.it: Quanto è diversa dalla Biposto normale?
Miki Biasion: "Il motore ha circa 200 CV (anziché 190, ndr), monta un differenziale autobloccante tarato per l'uso sportivo e ha un cambio sequenziale da gara, oltre ovviamente a tutto l'allestimento specifico che richiede l'omologazione per i rally".

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