lunedì 31 maggio 2021

Cupra Born, com'è la nuova auto elettrica spagnola dal carattere sportivo


La Cupra Born è il primo modello 100% elettrico del brand che è nato a Barcellona solo tre anni fa ma che ha già saputo ritagliarsi uno spazio ben definito nel mercato europeo. La Cupra Born nasce sulla piattaforma MEB del Gruppo Volkswagen, la stessa dei modelli come la ID.3 e la ID.4, la Audi Q4 e-tron e la Skoda Enyaq iV. Una base ultra moderna che permette di posizionare le batterie nel punto migliore della vettura - al centro tra l'asse anteriore e quello posteriore e più in basso possibile - definendo un ampio spazio a bordo e un'ottima dinamica di guida grazie al baricentro basso. Rispetto alle "cugine" del Gruppo tedesco, la Born è la proposta più sportiva, grazie a dettagli come l'assetto sportivo con regolazione adattiva delle sospensioni, lo sterzo progressivo, l'impianto frenante ad alta capacità e i pneumatici maggiorati montati su cerchi in lega da 20 pollici. Quanto alle prestazioni, invece, la Cupra Born sarà disponibile con due livelli di potenza, 150 e 204 CV, con l'ulteriore opzione del pacchetto performance e-Boost1 che la farà salire fino a 231 CV. In quest'ultimo caso l'accelerazione da 0 a 100 km/h sarà chiusa in 6,6 secondi. Parlando invece di autonomia, sull'elettrica spagnola si potrà avere sia la batteria da 58 kWh che quella da 77 kWh, con percorrenze massime comprese tra circa 340 e circa 540 km, visto che i dati sono ancora in fase di omologazione. Continua su GQ

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domenica 30 maggio 2021

“La forma del Futuro” la mostra dedicata a Pininfarina è al Museo dell’Auto di Torino


Si chiama "La Forma del Futuro" la mostra inaugurata lo scorso 20 maggio al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, dedicata a Pininfarina. Consta di sedici auto d'eccezione, che dimostrano la capacità della firma piemontese di immaginare il futuro e dargli forma anticipando i tempi e dettando le tendenze. Una selezione di prototipi di ricerca, dream car e vetture esclusive che testimoniano il genio espresso dall'atelier di design italiano più famosa al mondo nel corso di tre generazioni e oltre novanta anni di storia. Un approccio progettuale che, combinando stile e funzione, ha segnato l’evoluzione dell’automobile. Con le concept car Pininfarina ha mostrato al mondo soluzioni formali e tecniche affascinanti, fantasie a quattro ruote, nate per ammaliare ai saloni automobilistici internazionali, ma portatrici di soluzioni pensate per la mobilità del futuro. Si chiama "La Forma del Futuro" la mostra inaugurata lo scorso 20 maggio al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, dedicata a Pininfarina. Consta di sedici auto d'eccezione, che dimostrano la capacità della firma piemontese di immaginare il futuro e dargli forma anticipando i tempi e dettando le tendenze. Una selezione di prototipi di ricerca, dream car e vetture esclusive che testimoniano il genio espresso dall'atelier di design italiano più famosa al mondo nel corso di tre generazioni e oltre novanta anni di storia. Un approccio progettuale che, combinando stile e funzione, ha segnato l’evoluzione dell’automobile. Con le concept car Pininfarina ha mostrato al mondo soluzioni formali e tecniche affascinanti, fantasie a quattro ruote, nate per ammaliare ai saloni automobilistici internazionali, ma portatrici di soluzioni pensate per la mobilità del futuro. Continua su La Stampa

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sabato 29 maggio 2021

José Mourinho, le sue auto più belle raccontano la sua storia di uomo e allenatore


Le auto di José Mourinho raccontano una storia molto particolare e originale. Il neo-allenatore della Roma è uno dei coach più di successo della storia del calcio, anche se nelle ultime stagioni tra Manchester United e Tottenham non sono state così brillanti. Detto questo, Mourinho ha posseduto diverse auto nel corso degli anni, dalle più popolari a quelle di gran lusso. Tra le auto di José Mourinho non possiamo dimenticare la prima, che è stata una Renault 5, che il padre gli ha regalato quando aveva diciotto anni, da neopatentato. Dopo la piccola utilitaria francese, da studente universitario, il futuro Special One è passato a una Honda Civic, che è stata la prima auto ad aver comprato da solo. Quando invece era assistente allenatore di Sir Bobby Robson, al Barcellona, nel 1996 Mourinho aveva una Suzuki Vitara, con la quale ebbe un incidente: «Sono andato con Bobby Robson a firmare un contratto a Barcellona nel 1996, ma ho guidato per non essere visto negli aeroporti. Era tardi e quando stavo tornando in Portogallo mi sono addormentato. Sono stato davvero fortunato: mi sono rotto alcune costole e avevo dei punti in testa, quindi niente di veramente grande», ha raccontato una volta ai media lo Special One, che più di recente è stato testimonial Jaguar. Continua su GQ

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venerdì 28 maggio 2021

Milano Monza Motor Show 2021, dal 10 al 13 giugno il Salone diffuso debutta in Lombardia


Dopo l'annullamento dell'edizione 2020 a causa della pandemia, il Mimo - Milano Monza Motor Show 2021 andrà in scena dal 10 al 13 giugno. Il Mimo è un Salone non convenzionale, una passeggiata all’aperto nel centro di Milano, tra pedane uguali tra loro. Ognuna di queste racconterà una storia diversa: ci saranno diverse anteprime mondiali, le visioni elettrificate dei grandi costruttori, nuovi brand che si affacciano al mercato europeo, il mondo delle due ruote, e il mondo della micro-mobilità tutta elettrica. Dal Castello Sforzesco a piazza San Babila, attraversando largo Beltrami, via Dante, piazzale Cordusio, via Mercanti, piazza della Scala, piazza Duomo e corso Vittorio Emanuele, si potranno osservare le installazioni di tantissime Case auto e moto. La lista dei brand coinvolti è davvero lunga: Alfa Romeo, Aprilia, Aston Martin, Audi, Automobili Lamborghini, Bentley, Bmw, Bmw Motorrad, Bugatti, Cadillac, Citroën, Corvette, Cupra, Dallara, DR, DS, Ducati, Enel X, Evo, Ferrari, Fiat, Ford, Garage Italia, Harley Davidson, Helbiz, Hyundai, Honda, Jaguar, Jeep, Kawasaki, Kia, Lancia, Land Rover, Lexus, Mak Wheels, Maserati, Mazda, McLaren, MG, Militem, Mini, Mitsubishi, Mole Automobiles, Moto Guzzi, MV Agusta, Opel, Pagani, Pambuffetti, Peugeot, Pirelli, Porsche, Renault, Seat, Seat Mò, Škoda, Suzuki, Tazzari EV, Toyota, Volkswagen e Zero Motorcycles. Brand che interagiranno con il pubblico attraverso le loro opere, permettendo di apprezzare i simboli di massima espressione tecnologica in termini di sostenibilità, sicurezza e comfort, design e performance. Continua su La Stampa

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giovedì 27 maggio 2021

Peugeot, ecco il nuovo logo del brand (che guarda al futuro)


Peugeot si evolve, con una nuova immagine di brand all'interno del Gruppo Stellantis e con un nuovo logo che attinge alla propria storia, ma allo stesso tempo è proiettato al futuro. Ora ha un'immagine bidimensionale ideale per il mondo digitale in cui viviamo, ma anche perfetta espressione di quella lunghissima storia di successi che solo il più antico marchio automobilistico del mondo oggi in attività può vantare. Un brand che da lungo tempo ha iniziato ad anticipare gli attuali e futuri bisogni del mercato in termini di elettrificazione, digitalizzazione e customer experience. Peugeot ha presentato la nuova immagine di brand martedì 11 maggio al Meet di Milano, dove si è tenuto un panel condotto dal giornalista Nicola Porro e dal Direttore Generale di Peugeot Italia, Salvatore Internullo, che ha visto riuniti attorno ad un tavolo diversi esponenti del mondo dell’editoria, del lusso, del cinema e del turismo. Personaggi che hanno raccontato attraverso le loro esperienze l’importanza del brand e della ricerca dell’eccellenza. «L'evoluzione del brand Peugeot è la perfetta espressione di un profondo cambiamento in atto nel mondo e sul quale abbiamo scommesso da tempo. Profondi cambiamenti che abbracciano un nuovo modo di concepire la mobilità e che Peugeot ha già da tempo fatto vedere con prodotti reali, concreti», ha detto Salvatore Internullo a proposito del marchio francese. Continua su GQ

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mercoledì 26 maggio 2021

Bosch, i risultati del 2020 sono stati migliori delle previsioni


"Bosch ha superato bene il primo anno della pandemia di coronavirus. Siamo fra i vincitori nella transizione verso l'elettrificazione e stiamo significativamente espandendo la nostra attività software integrando l'intelligenza artificiale" con queste parole Volkmar Denner, ad di Bosch, ha aperto la presentazione del rapporto annuale 2020 della multinazionale tedesca. Nel prossimo futuro sarà fondamentale la combinazione tra l'Internet delle cose (IoT) ee l'intelligenza artificiale (IA), senza dimenticare la mobilità elettrica ed elettrificata che porterà nuove opportunità di business. L'elettromobilità è diventata rapidamente centrale nella tecnologia powetrain di Bosche e a questo proposito Denner ha riferito che l'azienda sta investendo molto in questo settore, con ulteriori 700 milioni di euro previsti per il 2021, che si aggiungono ai 5 miliardi di euro stanziati in precedenza. Per avere un'idea dei ritmi di crescita, basti pensare che attualmente il fatturato Bosch relativo ai componenti dei sistemi di propulsione elettrici sta registrando una crescita doppia rispetto al mercato, pari a quasi il 40%. Fatturato che crescerà ancora, di cinque volte, per un totale di circa cinque miliardi di euro entro il 2025. "Ormai da tempo l'elettromobilità ha smesso di essere una scommessa sul futuro. I nostri investimenti anticipati stanno iniziando a dare i loro frutti" ha commentato Denner. Guardando invece all'intero gruppo, nei primi tre mesi dell'anno il fatturato è salito al 17% rispetto all'anno precedente. Un trend che dovrebbe assestarsi nel corso del 2021, con un incremento del 6%, mentre il margine operativo dovrebbe registrare un lieve miglioramento assestandosi al 3% circa. Tuttavia, ci sono alcuni elementi di incertezza come quello legato alla crisi di disponibilità dei semiconduttori, difficile da valutare. Continua su La Stampa

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martedì 25 maggio 2021

Trenta anni fa veniva prodotta l'ultima Trabant, con il motore a 4 tempi Volkswagen


Il 30 aprile del 1991, precisamente alle 14:51, l'ultima Trabant usciva dalle catene di montaggio dello stabilimento di Zwickau. Quella dell'auto simbolo della Germania dell'Est è una storia assai originale, tanto dal punto di vista tecnico e politico-industriale, che da quello culturale. Sono passati trenta anni dalla fine della sua produzione, in un impianto che oggi è di proprietà della Volkswagen, dove si producono i modelli elettrici della nuova generazione. Una specie di salto quantico se si ripensa al vecchio biclindrico due tempi da 600 cc della piccola tedesca. Tuttavia, sotto il cofano delle ultime Trabant non c'era più quel vetusto propulsore, bensì un moderno 4 cilindri in linea da un litro di cilindrata, fornito proprio dalla Volkswagen. E questa è un'altra storia nella storia, che risale perfino all'inizio degli anni Ottanta. Già nel 1983, infatti, iniziarono le trattative tra la Sachsenring - la Casa produttrice della Trabant - e il marchio di Wolfsburg. Ci volle più di un anno per arrivare a un accordo, visto che il governo della DDR non voleva pagare in soldi ma in forza lavoro e poi servirono altri anni per costruire un nuovo stabilimento accanto al vecchio (la produzione della P601 a due tempi continuava) dove impiantare la linea della Trabant 1.1. Allo stesso tempo, sorse anche un impianto a Chemnitz - allora Karl-Marx Stadt - per produrre all'Est i monoblocchi destinati alle Volkswagen. Nel frattempo la storia della DDR volgeva al termine e a novembre del 1990 cadde il Muro di Berlino, appena sei mesi dopo l'inizio della commercializzazione della Trabant 1.1, che non aveva solo un nuovo motore ma altre migliorie tecniche sostanziali: a parte lo spostamento del serbatoio dall'anteriore al posteriore e i freni a disco all'anteriore in luogo dei tamburi, l'avantreno a balestre fu sostituito da un MacPherson, mentre al retrotreno al posto dell'assale oscillante furono installati dei bracci obliqui. Continua su La Stampa

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lunedì 24 maggio 2021

Scooter elettrici 2021, il listino dei prezzi dal più al meno costoso


Gli scooter elettrici sono sempre più popolari nelle città italiane. In questo periodo di pandemia la mobilità privata è stata riscoperta da molti utenti, che hanno individuato negli scooter elettrici mezzi pratici, economici e sfruttabili, senza dimenticare i vari ecoincentivi statali. In questi ultimi due anni i brand storici hanno portato sul mercato diversi prodotti, ma anche le nuove proposte sono spuntate come funghi. E, in generale, gli sconti e le promozioni sono sempre corposi, tanto che sia gli scooter elettrici equivalenti ai 50 sia quelli equiparati ai 125, hanno visto crescere in maniera consistente le vendite alla fine del primo lockdown e praticamente per tutto il 2020. Questo trend è stato confermato anche nel 2021, anche perché, come dicevano, tra bonus e offerte è facile acquistare uno scooter elettrico e pagarlo dal 30 al 50% in meno rispetto al prezzo di listino. Così abbiamo scelto gli scooter elettrici più interessanti della categoria L3e-A1, ovvero quelli equiparabili ai classici 125 e che quindi si possono guidare con la patente A1 a 16 anni oppure con la B. Ma quali parametri bisogna considerare prima di comprare uno scooter elettrico? Intanto, considerato l'uso prettamente cittadino un'autonomia di 80-100 km è più che sufficiente; in questo modo almeno due o tre giorni di commuting urbano sono coperti. Continua su GQ

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domenica 23 maggio 2021

Ford F-150 Lightning, ecco il primo pick-up elettrico made in USA


Il 19 maggio 2021 potrebbe diventare una data da ricordare per molti americani. Due giorni fa, infatti, è stata presentata la prima versione 100% elettrica del Ford F-150, semplicemente il pick-up più diffuso negli Stati Uniti, dove per 44 anni è stato il veicolo più venduto in assoluto, con punte di oltre 900.000 pezzi all'anno. Considerando che la prima generazione è stata presentata nel 1947 e che quella attuale è la quattordicesima, ci troviamo al cospetto di una vera istituzione della cultura americana dei motori. Un mezzo che in tutta la sua storia è stato venduto in decine di milioni di esemplari, la maggior parte dei quali spinti da grossi V8 a benzina con consumi semplicemente inimmaginabili per noi europei abituati alle accise. Ma le rivoluzioni non risparmiano nessuno e dunque Ford ha appena presentato il l'F-150 Lightning, che è un cossiddetto "BEV" Battery Electric Vehicle. La produzione inizierà nel 2022 nella nuova fabbrica Ford dedicata alla mobilità elettrica, che si trova nello storico complesso di Rogue a Dearborn, appena fuori Detroit "Sia per Ford che per l'industria automobilistica americana, l'F-150 Lightning rappresenta un momento decisivo mentre progrediamo verso un futuro a zero emissioni e connesso digitalmente" ha dichiarato Bill Ford, Presidente esecutivo di Ford Motor Company. Il nuovo F-150 Lightning, del resto, è uno dei modelli chiave del piano globale per veicoli elettrici su cui l'azienda americana investirà 22 miliardi di dollari. Una cifra che inizialmente è stata dedicata all'elettrificazione dei modelli più popolari: Mustang, Transit e F-150. Quest'ultimo, peraltro, avrà un listino prezzi molto simile a quello di un F-150 termico in configurazione simile: la versione da lavoro partirà da 39.974 dollari, mentre quella più rifinita XLT da 52.974 dollari, in entrambi i casi incentivi esclusi. Continua su La Stampa

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sabato 22 maggio 2021

Perché Elon Musk non riesce a costruire le Tesla in Europa


Elon Musk non riesce a costruire le Tesla in Europa, più precisamente in Germania, per colpa della burocrazia. La prima Gigafactory europea che deve sorgere nella località di Grünheide - zona del Brandeburgo che si trova appena fuori da Berlino - è in fase di costruzione, ma ci sono molti più problemi del previsto e i lavori vanno a rilento. Qualche giorno fa il vulcanico imprenditore di origine sudafricana si è recato a visitare di persona il cantiere, che peraltro non dispone ancora di tutte le autorizzazioni necessarie da parte delle istituzioni tedesche, ma utilizza concessioni provvisorie, e ha proferito parole piuttosto critiche. «Ci dovrebbe essere un qualche processo attivo per la rimozione delle regole. Diversamente continueranno ad accumularsi nel tempo fin quando non si potrò fare più niente», ha detto Musk davanti ai cronisti tedeschi. Sembra che il fondatore della Tesla fosse arrivato a Berlino con un jet privato e che avesse poi raggiunto l'aera dei lavori. Alcuni mesi fa la Casa californiana aveva deciso di ampliare il progetto dell'impianto, aggiungendo un'area per la produzione delle batterie e la catena di montaggio avrebbe dovuto essere operativa dal prossimo luglio. Invece sembra che non lo sarà prima del marzo 2022, anche se Musk è determinato a iniziare entro la fine del 2021. «Non si possono fare ipotesi precise, perché per costruire una macchina bisogna avere tutti i pezzi. In ogni caso ce la dovremmo fare entro la fine dell'anno». Insomma, Elon Musk non riesce a costruire le Tesla in Europa, per ora. Continua su GQ

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venerdì 21 maggio 2021

Ford Mustang Mach 1, arriva la versione dedicata agli amanti della pista


La Ford Mustang Mach 1 è pronta a correre sulle strade europee. Chi conosce la storia della pony car americana sa che questa è una delle sigle intermedie tra i modelli standard e quelli super prestazionali marchiati Shelby. In questo caso, infatti, sotto il cofano ruggisce sempre il 5.0 V8 della Mustang GT, ma qui la potenza sale a 460 CV - come del resto sulla Bullitt - grazie a un nuovo sistema di aspirazione che riguarda sia la cassa filtro che i collettori, insieme ai corpi farfallati da 87 mm con un duplice sistema di iniezione del carburante ad alta e bassa pressione. Così i cavalli arrivano a 7.250 giri e la coppia massima di 529 Nm a 4.900 giri. Ma le caratteristiche peculiari della Mach 1 sono rappresentare anche da un kit aerodinamico, da nuovi sistemi di raffreddamento e da una serie di componenti modificati per migliorare soprattutto le prestazioni in pista. Tra questi spiccano il nuovo radiatore dell’olio ausiliario e filtro dell’olio speciale pensato per l'impiego più estremo. I miglioramenti aerodinamici, invece, includono una rivisitazione della griglia anteriore e di quelle inferiore e laterali abbinate a un nuovo spoiler. Il sottoscocca più lungo incorpora deflettori che dirigono i flussi dell’aria direttamente sui freni, che a loro volta dispongono di un servofreno con specifiche più elevate e di pinze Brembo a 6 pistoncini, grazie a cui la Mustang Mach 1 si ferma da 100 km/h in meno di 32 metri. Sempre a proposito di numeri, l'accelerazione da 0-100 km/h è chiusa in 4,4 secondi, mentre il carico aerodinamico è aumentato del 22% rispetto alla GT, a vantaggio di stabilità e aderenza in curva. Quanto alle sospensioni, li ammortizzatori MagneRide sono stati appositamente calibrati, così come le molle, le barre antirollio, le boccole e il servosterzo elettrico. Continua su La Stampa

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giovedì 20 maggio 2021

Estrema Fulminea, la hypercar elettrica italiana da 2.000 CV (e da 2 milioni di euro)


Estrema Fulminea è il nome di una nuova hypercar elettrica che nascerà nella Motor Valley italiana, con una produzione in serie limitata e un prezzo veramente per pochi. Dal 2023 ne verranno costruite solo venti ogni anno, al prezzo di 1,96 milioni di euro + IVA. Automobili Estrema è stata fondata nel 2020 da Gianfranco Pizzuto - nel 2007 è stato il primo investitore e co-fondatore di Fisker Automotive - proprio per realizzare una vettura che racchiudesse in sé la più avanzata tecnologia nel campo delle batterie e la pregiata artigianalità nella costruzione di auto ad altissime prestazioni tipici del Made in Italy. La Estrema Fulminea sarà la prima auto al mondo a utilizzare un innovativo pacco batteria che abbina innovative celle Li-ion con elettrolita allo stato solido e ultracondensatori raggiungendo 100 kWh di energia per alimentare i quattro motori elettrici con una potenza complessiva di 2.040 CV. Il pacco batterie, che pesa solo 300 kg, è progettato e prodotto in collaborazione con IMECAR Elektronik, mentre la potenza è distribuita su tutte e quattro le ruote definendo un'accelerazione da 0 a 320 km/h in meno di 10 secondi. L'autonomia raggiungerà i 520 km nel ciclo WLTP e il peso totale in ordine di marcia si fermerà a 1.500 kg. Continua su GQ

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mercoledì 19 maggio 2021

Norton cerca il rilancio con nuovi dirigenti e il supporto della proprietà indiana


A poco più di un anno di distanza dall'acquisto della Norton Motorcycles, la TVS Motor Company ha annunciato una riorganizzazione operativa. Nell'aprile dello scorso anno la Casa motociclistica indiana - che è il terzo produttore di motocicli in India, con un fatturato annuo di quasi tre miliardi di dollari e una produzione complessiva di tre milioni di unità all'anno - ha comprato lo storico marchio britannico, che da diversi anni, praticamente dalla prima crisi di metà anni Settanta, si trovava in acque molto agitate. Così, sotto la guida di TVS, Norton si è trasferita in una nuova sede di produzione a Solihull, per costruire moto inglesi in Inghilterra con l'intento di “usare tecniche artigianali tradizionali, combinate con moderni macchinari e garantendo standard qualitativi elevati” come spiega in una nota la Norton stessa. Le novità societarie della Norton Motorcycle sono rappresentata dal Dr Robert Hentschel in qualità di amministratore delgato e da Vittorio Urciuoli nel ruolo di Responsabile tecnico, che guideranno il marchio dalla sede di Solihull. Quest’annuncio segna l’inizio della seconda fase del rilancio della Norton, che si fonda su un business consolidato e si prepara a una futura espansione. Hentschel e Urciuoli hanno assunto le nuove posizioni dopo l’abbandono del ruolo di CEO ad interim da parte di John Russell. “Negli ultimi 12 mesi abbiamo fatto in modo che la nostra strategia per la trasformazione di Norton possa essere realizzata con investimenti mirati e con le giuste decisioni imprenditoriali. Adesso Norton è pronta a passare alla seconda fase del suo processo di rilancio” ha dichiarato Sudarshan Venu, amministratore delegato aggiunto di TVS Motors. Continua su La Stampa 

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martedì 18 maggio 2021

Ferrari 365 GTC4, supercar di altri tempi: il “Gobbone” compie 50 anni


La Ferrari 365 GTC4 è una delle coupé del Cavallino Rampante meno famose e conosciute dagli appassionati per via della sua storia peculiare, che inizia esattamente 50 anni fa. Era il 1971 e al Salone di Ginevra veniva presentata una nuova sportiva di Maranello, evidentemente derivata dalla fortunatissima 365 GTB/4 Daytona ma dotata di quattro posti - quelli posteriori sono in realtà due strapuntini di fortuna adatti si e no a due bambini - e di un layout tecnico leggermente meno estremo rispetto alla sorella più cattiva. In ogni caso, quando la 365 GTC4 fu annunciata, nel 1969, Fiat aveva appena preso il controllo della Casa di Maranello e quindi questa era a tutti gli effetti la prima vettura della nuova era. Nella gamma Ferrari dell'epoca prendeva il posto di due auto contemporaneamente, la 365 GTC e la 365 GT 2+2. Se vi state chiedendo il motivo di questo numero ricorrente, è presto spiegato. Si tratta della cilindrata unitaria, cioè di uno solo dei dodici cilindri; un tipo di nomenclatura che la Casa emiliana ha usato sin dall'inizio della sua storia e che poi è diventata famosa con la serie 250. Sotto il lungo cofano anteriore dal profilo a gobba, c'è il classico V12 con le bancate a 60°, distribuzione a due valvole per cilindro e 4,4 litri di cilindrata. Un propulsore capace di erogare 340 CV a 6.200 giri e di girare ben oltre i 7.000 giri, spingendo la Ferrari 365 GTC4 fino a 260 km/h, una velocità che all'epoca solo una manciata di auto si potevano permettere. Continua su GQ

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lunedì 17 maggio 2021

Alfa Romeo Giulia GTA e GTAm, la prova - Le ultime di una specie in via di estinzione


Se nell'ultimo lustro l'Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio ha popolato i sogni di molti appassionati, il suo posto è destinato a essere preso dalle nuove Giulia GTA e GTAm, che sono state sviluppate partendo proprio dalla Quadrifoglio ma sono ancora più estreme. La Casa del Biscione ha portato a nuova vita una gloriosa sigla del passato, dove “A” sta per “Alleggerita”, che era stata utilizzata l'ultima volta
all'inizio degli anni Duemila con le 156 e 147 GTA spinte dal mitico V6 “Busso” in configurazione 3,2 litri e 250 CV. Ma se quelle erano versioni sportive di auto normali, con le nuove Giulia GTA e GTAm ci troviamo al cospetto di vere e proprie supercar, come suggerisce anche il prezzo più vicino ai 200.000 euro che ai 150.000. Inoltre, per aggiungere un tocco di esclusività e rendere le due vetture ancora più speciali, Alfa Romeo ha deciso di produrle in serie limitata: inizialmente 500 vetture per l'Europa, ma nel prossimo futuro ne saranno quasi certamente assemblate altre per alcuni mercati extra-europei. Se state pensando di comprarne una, sappiate che è troppo tardi, perché tutta la produzione europea è stata già assegnata. Probabilmente, visto il destino che sembra attendere il motore termico specialmente nel Vecchio Continente, molti collezionisti hanno pensato che questa sarà l'ultima Alfa Romeo di questo tipo e hanno voluto assicurarsela. Dopo averla guidata in entrambe le varianti, sia in strada che in pista, non possiamo che dargli ragione. Queste GTA sono auto speciali e lo si capisce fin dal primo sguardo che cade sulle carreggiate allargate, di 2,5 cm all'anteriore e di 5 cm al posteriore. Continua su La Stampa

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domenica 16 maggio 2021

Cristiano Ronaldo si è comprato una nuova Ferrari (quasi identica a quella di Ibrahimovic)


La nuova Ferrari di Cristiano Ronaldo è una Monza SP1, un modello quasi identico a quello che qualche tempo fa si è regalato un altro campione della Serie A, ovvero Zlatan Ibrahimovic. Lunedì scorso CR7 ha visitato lo stabilimento di Maranello e ha aggiunto alla propria collezione di supercar la barchetta del Cavallino Rampante, che costa non meno di 1.600.000 euro ed è stata venduta solo a clienti super selezionati per una tiratura limitata di 499 pezzi. Una prassi ormai storica per la Ferrari, ripetuta anche con la 812 Competizione che è stata appena presentata. Tornando al giro che Cristiano Ronaldo ha fatto a Maranello, è stato accompagnato dal presidente della Ferrari John Elkann e da quello della sua squadra di club, Andrea Agnelli. Inoltre, CR7 ha visitato le linee produttive delle sportive emiliane accompagnato dal direttore della produzione Vincenzo Regazzoni, dopodiché ha posato con i piloti Carlos Sainz e Charles Leclerc accanto alla monoposto di Formula 1 e si è concesso per alcune foto con i lavoratori della Ferrari, il tutto documentato sui canali social di Maranello. La nuova Ferrari di Cristiano Ronaldo, dunque, arriverà nei prossimi mesi. Continua su GQ

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sabato 15 maggio 2021

La Mercedes 300 CE-24 Cabriolet festeggia 30 anni di comfort a cielo aperto


La Mercedes 300 CE-24 Cabriolet della serie 124 - precisamente la A124, mentre la berlina da cui deriva si chiama W124 - compie 30 anni, visto che fu presentata al Salone di Francoforte nel 1991, ben sette anni dopo la versione a tre volumi. Il suo arrivo sul mercato colmò un vuoto creatosi nel 1971, quando uscirono di produzione le W111/W112 che univano i quattro posti alla guida a cielo aperto. Nel 1993 il nome della 300 CE-24 Cabriolet cambiò in Classe E Cabriolet, seguendo la nuova nomenclatura della Casa di Stoccarda, inaugurata pochi mesi prima con la Classe C. Il progetto fu sviluppato insieme a Porsche, con cui Mercedes aveva già collaborato per la 500 E che erogava ben 326 CV ed era l'antenata delle AMG odierne. Tornando alla cabriolet, tecnicamente derivava dalla versione coupé, dalla quale differiva per circa mille componenti, modificati per soddisfare i severi requisiti in termini di sicurezza passiva e comfort nonostante l'assenza del tetto. La differenza di peso tra le due era di circa 230 kg, a svantaggio della versione aperta, che infatti a parità di motore perdeva un secondo nello scatto da 0 a 100 km/h. Furono rinforzati i montanti A e B, insieme ai longheroni laterali del telaio e furono aggiunti svariati altri rinforzi nei punti chiave. Per ridurre le vibrazioni furono installati quattro elementi a molla in altrettanti punti chiave della carrozzeria: sulla cupola del montante della sospensione anteriore sinistra, nel telaio del tetto e nei pozzetti del bagagliaio posteriore. Dietro i sedili posteriori fu installato un roll bar innovativo (anche brevettato) a funzionamento lineare; in caso di ribaltamento due piastre metalliche integrate agli appoggiatesta posteriori si sollevano automaticamente in 0,3 secondi. Continua su La Stampa

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venerdì 14 maggio 2021

Il lusso sostenibile di una casa mobile per godersi la natura, ecco Defender Eco Home


Defender Eco Home è un innovativo progetto di travelling, una vera casa mobile caratterizzata dall’unicità di un’esperienza che trae ispirazione dall'attitudine di Land Rover per la scoperta, l'avventura e il desiderio di superare i propri limiti, come del resto spiega il motto Above & Beyond. Defender Eco Home è stato realizzato da Land Rover Italia insieme ad Airbnb ed è una meta fondamentale in un percorso iniziato la scorsa estate, con un’indagine rivolta ai soci dei club Jaguar e Land Rover per capire come l’emergenza sanitaria avesse influenzato le loro aspettative e cambiato l’ordine delle priorità. L’elemento di maggior spicco del sondaggio, indicava un forte desiderio di tornare a viaggiare con la propria auto, per tornare nei luoghi cari o per andare alla scoperta di nuove località e di bellezze incontaminate del territorio italiano. Questa idea, dunque, è nata dall'incontro tra la nuova Defender e un modo diverso di intendere il viaggio in cui si privilegiano gli spostamenti in macchina, verso destinazioni inconsuete; una travel experience in cui l’evasione e l’immersione nella natura sono rigeneranti, espressioni del vero nuovo lusso che ci fa riappropriare di valori e spazi di vita. L’obiettivo del progetto Defender Eco Home è quello di far vivere un’opportunità di travelling esclusivo, un’esperienza immersiva ed unica in luoghi incontaminati e suggestivi del nostro paese, da vivere nel pieno rispetto dell’ambiente che avvolgerà l’elegantissima ed originale Eco Home. È una casa mobile trainata dalla nuova Defender, glamour per i suoi interni di design dalle linee essenziali e green grazie all’utilizzo di materiali eco sostenibili ed innovativi. Continua su GQ

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giovedì 13 maggio 2021

Blizz Primatist, la monoposto elettrica “made in Italy” ha stabilito 7 nuovi record del mondo


La Blizz Primatist ha stabilito sette record mondiali relativi alle auto elettriche e lo ha fatto durante lo scorso weekend sul circuito di alta velocità del Nardò Technical Center. È una monoposto che pesa circa 500 kg - valore che cambia a seconda delle configurazioni - ha un motore elettrico da 200 CV e una forma da siluro con un'altezza contenuta in 80 cm. Un progetto nato dall'impegno di Gianmaria Aghem - imprenditore di Moncalieri appassionato di auto e pilota di veicoli storici - e realizzato tra il Piemonte e la Valle d'Aosta grazie al Politecnico di Torino, all'impegno di professionisti con lunghe esperienze nell’automotive e nel motorsport e al supporto di aziende come la Podium Engineering di Pont Sait Martin e la Carbonteam di Saluzzo. Tutto questo senza contare la collaborazione di Eugenio Pagliano, che nei primi anni Novanta aveva progettato la Bertone Z.E.R, di cui la Primatist riprende integralmente le forme. È alimentata da un pacco batterie agli ioni di litio da 30 kWh, che pesa circa 200 kg. È formato da 2.688 celle agli ioni di litio, preventivamente selezionate e gestite da un algoritmo già collaudato in Formula 1. Il telaio è in acciaio a struttura tubolare, mentre la carrozzeria è realizzata in fibra di carbonio e vanta un Cx di 0,115. Continua su La Stampa

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mercoledì 12 maggio 2021

Toyota GR Yaris, l'unica auto da rally omologata per la strada (per sentirsi piloti tutti i giorni)


La Toyota GR Yaris è una di quelle auto che trasmettono passione per la guida anche da ferme e che portano a dimenticare rapidamente parole come "ibrido", "connesso", "digitale" "autonomo" e una serie di altre amenità che ormai da qualche anno pervadono il mondo dei motori. Un mondo dove i crossover sostituiscono tutte le altre carrozzerie e dove i modelli sportivi sono sempre di meno. Meno male che Toyota va contro corrente e non solo con questa GR Yaris, ma anche con la nuova GR 86 che raccoglierà l'eredità della GT86 aggiornando il concetto di "auto sportiva" per tutti. Tornando all'oggetto della nostra prova, non ha praticamente nulla a che vedere con le Yaris che conosciamo e men che mai con la celebre versione ibrida. No, perché questa Toyota GR Yaris è un'auto da rally, una replica omologata per la circolazione stradale, come era tanti anni fa la Lancia Delta Integrale o, più di recente, le giapponesi Lancer e Impreza. La sua scheda tecnica non ha eguali nella produzione di serie, con la trazione integrale permanente a tre differenziali, di cui quello anteriore e posteriore Torsen per sfruttare tutta l'aderenza disponibile in ogni condizioni. Trazione di cui il pilota può decidere la ripartizione, passando dalla modalità Normal alla Sport (30:70) e alla Track (50:50), per privilegiare di volta in volta il divertimento su strada o la massima prestazione in pista. C'è anche una chicca come il freno a mano idraulico con sblocco del ponte posteriore, per fare i tornanti di traverso senza rovinare gli organi meccanici. Si, questa GR Yaris è veramente una piccola belva da rally che può circolare per strada. Continua su GQ

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martedì 11 maggio 2021

Clio Cup: partita la stagione 2021 con un nuovo format europeo


La Clio Cup Italia 2021 ha preso il via lo scorso weekend sul circuito di Monza, che ha visto vincitore David Pouget in gara 1 e Gabriele Torelli in gara 2. Il format è diverso rispetto agli altri anni, perché la Clio Cup Italia la vede inserita all'interno della Clio Cup Europe. Questa formula permette di mantenere le specificità di ciascuna delle quattro serie nazionali e regionali. I calendari Clio Cup Central Europe, Clio Cup Francia, Clio Cup Italia e Clio Cup Spagna, infatti, sono composti da cinque o sei round e sono stati pianificati integrarsi in quello della Clio Cup Europe, garantendo griglie di partenza più competitive. In altre parole, la serie europea è un campionato fatto di quindici appuntamenti, tutti con doppia gara, al cui interno convivono quattro gruppi, ognuno dedicato ad una serie nazionale. Ogni incontro avrà classifiche separate in base alle iscrizioni di ogni serie nazionale, mentre la classifica generale servirà ad attribuire punti nella Clio Cup Europe. Quest'ultima offrirà quindi ai concorrenti più ambiziosi, un totale di 15 round con 30 gare, ma solo i 20 migliori risultati (l'equivalente di 10 weekend di gara) verranno conteggiati per designare il primo campione. Continua su La Stampa

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lunedì 10 maggio 2021

Patrick Dempsey, tutte le auto più belle della sua collezione da sogno


Le auto di Patrick Dempsey sono una conseguenza diretta della sua smisurata passione per le corse e per i motori, in particolare per quelli delle Porsche. Ma prima di dare un'occhiata al suo garage, ripercorriamo la carriera automobilistica dell'attore americano di origini irlandesi. Le prime gare a cui ha partecipato sono datate 2004, quando aveva 38 anni, al volante di una Panoz nell'omonimo campionato monomarca. Da quell'anno in poi il suo impegno è diventato costante, sempre al volante di vetture GT - derivate dalla serie e a ruote coperte - fino alla prima partecipazione (2009) alla 24 Ore di Le Mans al volante di una Porsche nella classe GT2. Datata 2009 è anche la fondazione della sua scuderia, la Dempsey Racing, con cui ha intensificato l'impegno nelle corse di durata, fino a vincere la sua prima gara nel 2015, la 6 ore di Fuji, in Giappone. Ma il suo risultato più prestigioso è senza dubbio il secondo posto di classe (GTE Am) alla 24 Ore di Le Mans, sempre nella stagione 2015, al volante di una Porsche 911 RSR. Un impegno così grande e pressante che lo portò ad abbandonare la serie TV che aveva fatto la sua fortuna, ovvero Grey’s Anatomy, in cui impersonava il medico Derek Shepherd. «Mi piacerebbe fare del motorsport la mia priorità assoluta e concentrarmici a tempo pieno - dichiarava qualche anno fa Dempsey - se solo potessi lasciare la carriera di attore, penso che lo farei con estrema facilità e mi concentrerei semplicemente su quella di pilota. Mi piacerebbe più di qualunque altra cosa». Le auto di Patrick Dempsey, quelle a cui tiene di più, sono dunque quelle da gara. Continua su GQ

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domenica 9 maggio 2021

Skoda Fabia, la quarta generazione è ancora più spaziosa


La quarta generazione della Skoda Fabia è pronta ad arrivare sul mercato, con un importante carico di novità a partire dalla piattaforma su cui è realizzata, ovvero la MQB-A0 del Gruppo Volkswagen già utilizzata dalle ultime versioni della Polo e della Ibiza. L'utilizzo di questa base ha permesso di sviluppare la vettura più spaziosa del segmento B, anche a fronte di una lunghezza cresciuta fino a 4,11 metri, che sono solo 17 cm meno della Golf, con la quale condivide la volumetria del vano bagagli: ben 380 litri. Si capisce subito, dunque, che per la Casa boema questo è un modello assai importante "La Fabia incarna i valori del nostro Brand come nessun altro modello. L'ultima generazione ha tutto ciò che serve per continuare il successo delle precedenti. Offre più spazio dei concorrenti, una connettività perfetta, sistemi di assistenza avanzati e un design emozionale” ha dichiarato Thomas Schäfer, Ceo di Skoda. A questo proposito, all'esterno spiccano le luci anteriori e posteriori a Led, mentre all'interno c'è una plancia simmetrica che mette in evidenza in grande display centrale dell'infotainment da 9,2", che è connesso, ha un'ampia gamma di servizi online e si collega allo smartphone senza bisogno di cavi. È incastonato tra i listelli decorativi a sviluppo orizzontale per i quali si può scegliere tra sei diverse grafiche. In opzione sono previsti anche la piastra di ricarica a induzione, la strumentazione digitale da 10,25" e un sound sistem con amplificatore e subwoofer. Parlando invece di sicurezza ci sono fino a 9 airbag e tra gli ADAS spiccano il Travel assistant (cruise control adattivo + mantenimento di crosia) e il Park Assistant. Quanto ai motori, il 1.0 3 cilindri è declinato in quattro versioni: due aspirate da 65 e 80 CV e due turbocompresse a iniezione diretta da 95 e 100 CV. Continua su La Stampa

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sabato 8 maggio 2021

La nuova Ferrari 812 Competizione è un gioiello in edizione limitata da 830 cavalli


La nuova Ferrari 812 Competizione è l'ultima nata di Maranello. È una versione speciale in serie limitata, che sarà accompagnata anche dalla variante "A", cioè aperta, nella fattispecie con un tettuccio rimovibile. Entrambe derivano dalla 812 Superfast e sono dedicate a un ristretto gruppo di collezionisti, che peraltro hanno già acquistato tutte le 1.548 unità previste, suddivise tra 999 coupé e 549 spider. Il prezzo? Da circa mezzo milione di euro a salire. Sotto il lungo cofano anteriore urla una versione ancora più estrema del 6.5 V12 aspirato, che tira fuori ben 830 CV a 9.250 giri e ha il limitatore a 9.500 giri, mentre la coppia massima di 692 Nm è espressa a 7.000 giri. Tutta questa potenza è scaricata a terra sulle sole ruote posteriori, attraverso un cambio a 7 marce doppia frizione, più veloce del 5% rispetto a quello della 812 Superfast. Così la Ferrari 812 Competizione accelera da 0 a 100 km/h in 2,85 secondi, da 0 a 200 km/h in 7,5 secondi e supera i 340 km/h. Sono numeri, questi, che impongono un lavoro certosino a livello di aerodinamica. I nuovi sfoghi dell'aria forniscono un +30% di carico anteriore, mentre il nuovo generatore di vortici concorre per un ulteriore 40%. Il diffusore anteriore, come sulla 812 Superfast, ospita un portello mobile ad azionamento passivo che si apre quando la vettura supera i 250 km/h. La sua rotazione determina una riduzione di resistenza che permette alla vettura di esprimere la massima velocità in rettilineo. Il retrotreno della Ferrari 812 Competizione incorpora svariate soluzioni tecniche innovative che riguardano layout di scarico, geometria del diffusore, volumetria dello spoiler, disegno del lunotto brevettato e del paraurti. Il lunotto posteriore, inoltre, è completamente chiuso per la prima volta su una vettura di serie e integra tre coppie di elementi profilati che agiscono come generatori di vortici. Nella 812 Competizione A, invece, per compensare la rimozione dei generatori di vortici è stato introdotto un elemento a bridge tra i flying buttress. Continua su GQ

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venerdì 7 maggio 2021

Peugeot 508 PSE, la prova: le alte prestazioni sono plug-in


La Peugeot 508 PSE ha una missione importante all'interno della strategia del marchio del Leone: ridefinire il concetto di sportività stradale sfruttando le nuove possibilità date dall'elettrificazione. Così, questa versione della 508 che è disponibile sia come berlina sia come station wagon, si fregia per la prima volta della sigla Peugeot Sport Engineered, che non è solo una dicitura teorica. Si tratta, invece, di una nuova divisione interna al brand francese che si occuperà solo di alte prestazioni e da cui presto vedremo un altro modello, probabilmente la 308. Tornando alla 508 PSE, con un prezzo di listino di circa 70.000 euro entra in un territorio del mercato solitamente feudo dei marchi tedeschi e dei loro reparti sportivi. Sono le auto di rappresentanza ad alte prestazioni, diffuse principalmente nel mercato tedesco, dove è facile vederle sfrecciare sulle autobahn a oltre 200 km/h. La 508 PSE prova ad accedere a questo club ristretto ed esclusivo con una ricetta inedita, utilizzando il powertrain ibrido plug-in comune a molte vetture dell'ala PSA di Stellantis e modificandolo all'occorrenza, con un occhio più alle prestazioni che all'efficienza. Così i 200 CV del 1.6 turbobenzina sono accompagnati dai 113 CV del motore elettrico posteriore e dai 110 CV di quelli integrato nella trasmissione automatica a 8 rapporti. La potenza complessiva è di 360 CV, con una coppia di 520 Nm, scaricate a terra da una trazione integrale senza albero di trasmissione. Il sistema prevede anche una batteria agli ioni di litio da 11,8 kWh posizionata davanti al retrotreno, che abbassa il baricentro e accentra le masse, a vantaggio della dinamica. per la ricarica si può utilizzare il caricatore di bordo da 3,7 kW oppure quello opzionale da 7,4 kW, con tempi che vanno dalle 7 alle due ore; l’autonomia in modalità elettrica omologata WLTP è di 42 km. Continua su La Stampa

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giovedì 6 maggio 2021

BMW 507, va all'asta la spider che stregò anche Elvis Presley


La BMW 507 è un'auto leggendaria, capace di stregare addirittura Elvis Presley in persona, prodotta in un numero limitatissimo di esemplari. E sì, uno di questi andrà presto all'asta per la gioia dei collezionisti. Ma andiamo con ordine e torniamo agli anni 50. La BMW 507 è una spider due posti, che la Casa bavarese commercializzò tra il 1955 e il 1959. Fu presentata in anteprima per la clientela americana all'hotel Waldorf-Astoria di New York e poi ufficialmente al Salone di Francoforte dello stesso anno. In tre anni ne sono state prodotte solo 253, un numero esiguo che oggi la rende rarissima. Ma, a parte questo, è considerata una delle spider più belle di tutti i tempi. Anche Elvis Presley probabilmente la pensava così, visto che ne comprò una usata nel dicembre del 1958, poco dopo l’inizio del servizio militare che lo vedeva di stanza in Germania. La 507 di Elvis era appartenuta al pilota Hans Stuck, che l'aveva usata per diverse corse in salita: era bianca, aveva un cambio speciale da corsa, i cerchi monodado e una radio Becker Mexico come optional. Quando Elvis la comprò aveva 23 anni ed era già famoso, tanto che le sue fan riempivano l'auto di scritte con il rossetto. Così il Re del rock decise di farla dipingere in rosso e nel marzo del 1960, alla fine del servizio militare, la riportò negli Stati Uniti. Qui, però, dopo soli due mesi decise di metterla in vendita. La 507 fu comprata dal commentatore radio Tommy Charles, che la modificò pesantemente - sostituì anche il motore - per gareggiare in pista e vinse anche una gara a Daytona Beach. Continua su GQ

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mercoledì 5 maggio 2021

Volkswagen ID.4, la prova: la prima elettrica "globale" di Wolfsburg


Con la ID.4 Volkswagen ha aggiunto un secondo modello alla famiglia ID., quella delle auto elettriche di nuova generazione. Dopo la ID.3, che ha dato via alla “terza era” del Gruppo tedesco - le prime due sono identificate come quelle del Maggiolino e della Gof - la nuova crossover è chiamata a misurarsi con il mercato globale. Il segmento dei SUV medi, infatti, è quello che globalmente cresce più di tutti e la nuova arrivata è pronta a gettarsi nella mischia, tanto in Europa, quanto in Cina e negli Stati Uniti. Una sfida difficile, che però l'elettrica prodotta a Zwickau - impianto modernissimo dove curiosamente trenta anni fa si produceva ancora la Trabant - raccoglie la sfida con qualità non comuni, come la produzione certificata a bilancio di CO2 neutro; così, se si ricarica con elettricità ricavata da fonti rinnovabili, anche il suo utilizzo diventa neutro dal punto di vista climatico. Il motore elettrico collegato alle ruote posteriori può avere 170 o 204 CV, mentre l'autonomia omologata nel ciclo WLTP è di 343 km con la batteria da 52 kWh e di 520 km con quella da 77 kWh. La carrozzeria è fluida: si estende su 4,58 metri di lunghezza e poggia su cerchi fino a 21 pollici, mentre il coefficiente di penetrazione aerodinamica (Cx) di 0,28 migliora consumi e silenziosità. Grazie all'interasse di 2,77 metri, poi, gli interni sono particolarmente spaziosi e il bagagliaio molto capiente, con un minimo di 543 litri. L'ampia volumetria dell'abitacolo è accompagnata da un ambiente hi-tech, con la strumentazione minimalista e solidale al volante, che include anche la piccola manopola del cambio, o meglio il selettore della marcia avanti, indietro e della folle. Così al centro della scena rimane il grande display del sistema di infotainment, la cui diagonale arriva fino a 12 pollici. Continua su La Stampa

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martedì 4 maggio 2021

Promozioni auto maggio 2021, le offerte più interessanti

 

Le promozioni auto di maggio 2021 riguardano alcune tra le auto preferite dagli italiani, vere e proprie best-seller del mercato, a cui si aggiungono un paio di modelli evergreen e qualche vettura più sfiziosa, che di solito difficilmente è oggetto di promozioni. Meglio quindi approfittare di queste offerte e anche tenere d'occhio gli incentivi statali che stanno per essere rifinanziati. Questo è un altro tema caldo, perché i bonus sono stati fondamentali per sostenere le vendite falcidiate dalla pandemia. Anche se, nonostante questo supporto, il mercato italiano è ancora tendenzialmente in fase recessiva. Questo, però, vuol dire che entrando nelle concessionarie è più facile avere buoni sconti o comunque ottenere condizioni vantaggiose e favorevoli, magari ricevendo qualche pacchetto bonus di assistenza o post vendita. Insomma, tutti i venditori sono ben disposti. Ecco dunque le promozioni auto di maggio 2021 più interessanti. Ci sono molte offerte vantaggiose su auto di tipologia e categoria differente. Vediamo quali. Continua su GQ

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lunedì 3 maggio 2021

Seat Leon Sportstourer, la prova - crossover? No grazie!


La Seat Leon Sportstourer rappresenta una categoria di auto che, prima dell'invasione di SUV e crossover, era la preferita di chi aveva bisogno di tanto spazio e di fare molti chilometri, senza spendere un capitale. Le station wagon compatte per molti anni sono state vere best-seller sul mercato europeo: vetture derivate dalle corrispondenti berline, che però offrivano una volumetria interna assai maggiore. La categoria non è ancora in via di estinzione, visto che sul mercato italiano sono rimasti una dozzina di modelli, per la maggior parte appartenenti a marchi generalisti. La Leon Sportstourer è l'ultima novità arrivata in ordine di tempo, poco dopo la cugina Skoda Octavia che è lievemente più voluminosa. A breve arriverà anche la Golf station wagon a completare l'offerta del Gruppo Volkswagen nel segmento, e rispetto alla spagnola avrà praticamente le stesse misure ma un approccio più classico, da Golf, appunto. Questo perché le tre auto hanno caratteri ben distinti e la Leon è quella che punta di più sul dinamismo, sia a livello di estetica che di prestazioni. La gamma è molto estesa, partendo dai 90 CV della 1.0 TSI a benzina e arrivando ai 204 CV della plug-in hybrid, con in mezzo anche le motorizzazioni a metano e Diesel. Abbiamo provato quest'ultima, con il 2.0 TDI da 150 CV (c'è anche da 115 CV), il cambio DSG e l'allestimento sportivo FR. Con questa evoluzione, il 4 cilindri a gasolio ha quasi raggiunto la perfezione in termini di guidabilità, mentre per quanto riguarda le emissioni può contare su tecnologie come il twin dosing, ovvero un doppio sistema di iniezione dell'additivo AdBlue, che viene iniettato a monte dei due catalizzatori SCR disposti in serie. Con questo sistema di post-trattamento dei gas di scarico i famigerati ossidi di azoto vengono drasticamente abbattuti. Continua su La Stampa

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domenica 2 maggio 2021

Pirelli Cyber Tyre, il futuro del pneumatico è già qui


Pirelli Cyber Tyre è un sistema all'avanguardia che consente ai pneumatici di “parlare” con la vettura. A portarlo al debutto mondiale ci pensa la nuova McLaren Artura, l'ultima nata in casa Woking che eroga 671 CV e raggiunge i 330 km/h. Il sistema Pirelli Cyber Tyre è composto da un sensore in ognuno dei pneumatici che raccoglie informazioni fondamentali e da un software integrato nell’elettronica dell’auto. Alcune informazioni vengono visualizzate sul cruscotto e sul display centrale, altre sono utilizzate dai sistemi elettronici del veicolo per calibrare i messaggi di allerta in base alle caratteristiche specifiche della gomma e anche al suo stato. Questo vuol dire che sia il conducente, sia la vettura conoscono tutte le caratteristiche del pneumatico montato (modello, se estivo o invernale, pressione prescritta, indice di carico e codice di velocità) e le informazioni dipendenti dall’utilizzo come temperatura e pressione che sono fondamentali per la sicurezza. Queste ultime vengono monitorate costantemente e trasmesse in tempo reale, oltre a essere rilevate con una maggiore precisione rispetto ai rilevatori tradizionali su valvola. Questo perché i sensori Pirelli sono posti a contatto diretto con il pneumatico e non con il cerchio. Per questo il sistema Pirelli Cyber Tyre rappresenta il futuro del pneumatico, perché è capace di dare fornire alle auto il senso del tatto, in grado di individuare o anticipare situazioni potenzialmente pericolose causate da perdite di aderenza, consentendo così all’elettronica della vettura di intervenire prontamente. Continua su GQ

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sabato 1 maggio 2021

Hyundai Kona N, il crossover compatto mette il turbo e diventa cattivo


Con la nuova Kona N Hyundai entra in un territorio che attualmente è appannaggio solo di due gruppi automobilistici, BMW e Volkswagen. La nuova versione della crossover compatta coreana, infatti, è stata progettata per le alte prestazioni e così sotto il cofano anteriore si trova lo stesso 2 litri 4 cilindri benzina, turbocompresso e a iniezione diretta, della i30 N. Un motore che in questa configurazione eroga 280 CV e 390 Nm di coppia. Numeri che trasformano la tranquilla Kona in una piccola belva assetata di asfalto, visto che la velocità massima raggiunge i 240 km/h e per lo scatto da 0 a 100 km/h bastano 5,5 secondi. Quest'ultimo è un valore da record, considerando che le ruote motrici sono solo quelle anteriori. Evidentemente il cambio automatico doppia frizione (in bagno d'olio) a 8 rapporti e il launch control funzionano piuttosto bene. Ma al di là delle cifre, la Kona N potrebbe stupire per il comportamento stradale, se il suo carattere sarà simile a quello della i30 N, che è una delle "hot hatch" più apprezzate degli ultimi anni grazie alla sua anima da dura e pura, anche se nel caso della Kona il cambio manuale non sarà disponibile. In effetti, rispetto alle varie X2, Q2, Formentor e T-Roc - tutte a trazione integrale - questa Kona sembra un poco più estrema e, in ogni caso, con i suoi 4,21 metri di lunghezza è la più compatta del lotto. Le modifiche alla carrozzeria, infatti, non sono così discrete, anzi risultano piuttosto aggressive, incluso il doppio terminale di scarico con valvola attiva, che ci auguriamo emettere lo stesso suono rabbioso di quello della i30 N. Continua su La Stampa

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