sabato 30 giugno 2018
Mazda MX-5 Pollini Heritage, la passione per l’esclusività
Che cosa hanno in comune un brand automobilistico come Mazda e una Maison di moda come Pollini? La passione per la qualità, per il design e l’eleganza, ma anche per la cura dei dettagli. Un filo conduttore che unisce prodotti diversi per forma ma molto simili per spirito e che si trasforma in un’interpretazione unica ed esclusiva dell’icona Mazda per eccellenza: la MX-5. La spider giapponese rappresenta un caso unico nella storia dell’auto, essendo stata venduta in oltre un milione di esemplari nei quasi trenta anni di produzione in cui si sono succedute quattro generazioni. Ora l’ultima serie speciale di Casa Mazda, la MX-5 Limited Edition in partnership con Pollini Heritage, è stata presentata al pubblico ieri sera, in occasione della MilanoFashion Week, in un luogo davvero esclusivo, la boutique Pollini in via della Spiga a Milano. Questa edizione limitata è disponibile in soli tre esemplari e tre diversi colori di carrozzeria con accessori esclusivi e un kit di borsoni e sneaker firmati Pollini Heritage. Continua su GQ.it
venerdì 29 giugno 2018
Qooder ha quattro ruote, ma piega come una moto
Auto, scooter o mezzi pubblici? Chi si muove quotidianamente in città si trova sempre di fronte a questo dilemma. A volte le soluzioni sono obbligate, altre volte la soluzione perfetta viene scartata per paura dei rischi. Parliamo ovviamente dei mezzi a due ruote, impareggiabili per sfidare il traffico e facili da parcheggiare, ma anche molto meno stabili di quelli a quattro ruote. Il nuovo Qooder, prodotto dalla Quadro Vehicles, supera brillantemente questa dicotomia, riunendo il meglio dei due mondi. È stato presentato a marzo al Salone di Ginevra e rappresenta la migliore evoluzione del concetto di scooter a quattro ruote.Qooder unisce la sicurezza delle automobili con l’agilità degli scooter, ed è pronto a debuttare sul mercato anche attraverso una innovativa formula di e-commerce, che prevede la consegna a domicilio del mezzo, già targato e pronto all’uso, da parte di uno specialista. Continua su GQ.it
giovedì 28 giugno 2018
3.000 Vespa hanno “invaso” Belfast per il raduno annuale
E’ uno dei veicoli made in Italy più famosi nel mondo e non ha quattro ruote, bensì due. Stiamo parlando della Vespa che dal 1946 è diventata una vera e propria icona globale, riuscendo a creare intorno a sé un universo di appassionati. I primi Vespa Club, infatti, si costituirono appena dopo l’inizio delle vendite dello scooter inventato dalla Piaggio. Oggi i Vespa Club nazionali sono diventanti cinquatatre, in rappresentanza di altrettanti Paesi e sono tutti associati al Vespa World Club. A questi si aggiungono altre centinaia di Vespa Club locali ufficialmente censiti, per oltre 120.000 soci iscritti in tutto il mondo. Ogni anno i più appassionati si raduno per dare vita ai Vespa World Days e ieri si è chiusa a Belfast l’edizione 2018. Continua su GQ
mercoledì 27 giugno 2018
Sedric, un giro sulla Volkswagen elettrica senza volante
Quando al Salone di Ginevra dello scorso anno Volkswagen ha presentato la Sedric e i servizi per cui era stata progettata, il pensiero comune degli addetti ai lavori è stato più o meno “Molto interessante ma non la vedremo per strada prima di dieci anni”. E' un giudizio piuttosto ricorrente quando si parla di prototipi con in questo caso “l'aggravante” dell'ecosistema che la Sedric avrebbe dovuto creare per poi esserne protagonista. Oggi, a poco più di un anno di distanza da quel giorno, la Sedric è su strada anche se per ora è quella privata e ultra-controllata del centro prove del Gruppo Volkswagen di Ehra-Lessien. I tecnici tedeschi hanno organizzato una dimostrazione per trasformare una visione in una sensazione reale, per quanto filtrata dai confortevoli confini di un centro ricerca. Per cui eccomi qua, poco lontano dal quartier generale di Wolfsburg, pronto a salire per la prima volta nella mia vita su un veicolo senza posto guida e senza volante, dove l'abitacolo è costituito da uno spazioso salotto e le forme sono molto più simili a quelle dei film di fantascienza che a quelle di una Golf o di una Passat. Continua su Motor1
martedì 26 giugno 2018
Future Center, qui nascono le Volkswagen del Futuro
Per avere una visione innovativa e flessibile del futuro non basta riempirsi la bocca di parole complicate o dichiarare obiettivi irrealizzabili. Guardare al futuro vuol dire immaginare nuove soluzioni, sperimentare tecnologie ancora allo stato embrionale o provare nuove applicazioni di quelle esistenti, ma vuol dire anche definire approcci originali alla soluzione dei problemi. I tre Future Center che il Gruppo Volkswagen ha aperto in altrettanti continenti si occupano esattamente di questo. Sono tre centri di ricerca focalizzati sui temi che caratterizzeranno e influenzeranno la mobilità nei prossimi anni e si trovano a Potsdam (Germania), Belmont (California, USA) e Pechino (Cina). Località scelte per le loro posizioni strategiche, da dove poter comprendere le diverse esigenze di ogni area geografica e riuscire ad attrarre i migliori talenti in circolazione. Ovviamente in California la Silicon Valley ha una certa influenza e i progetti si concentrano sull'esperienza digitale dell'utente, sui software UX e su soluzioni di mobilità accessibili. In Europa il focus è sullo sviluppo di prototipi a guida autonoma come SEDRIC – di cui vi racconteremo a breve - e sul design globale dei veicoli. Le attività del Future Center di Pechino, invece, si indirizzano verso la progettazione di concept specifiche per la Cina e i mercati asiatici. Continua su Motor1
lunedì 25 giugno 2018
Volkswagen, il design dell'auto elettrica come sfida per il futuro
“Il design sarà uno degli elementi fondamentali nel determinare quali brand sopravviveranno in futuro e quali no. Il mondo sta cambiando a una velocità mai vista prima d'ora e così anche il concetto di mobilità che si baserà su aspettative, parametri e possibilità differenti”. Sono le parole con cui Michael Mauer, il numero uno del Design di tutto il Gruppo Volkswagen che abbiamo incontrato al Future Center Europe di Potsdam, spiega perché per ogni marchio sarà sempre più difficile differenziarsi dagli altri. Per farlo sarà necessario cambiare i propri valori di riferimento: finora nell'industria automobilistica il tema più importante era legato all'ottimizzazione delle procedure e delle tecnologie ma nel prossimo futuro l'innovazione andrà oltre la tecnologia così come la conosciamo oggi. Per un'azienda come il Gruppo Volkswagen, proprietaria di molti marchi diversissimi tra loro, l'attenzione verso il futuro è altrettanto importante di quella al presente. Può sembrare strano, ma mentre una parte del Gruppo è impegnata nelle complesse omologazioni per il ciclo WLTP ce n'è un'altra che si relaziona con quello che succederà nei prossimi due lustri. Continua su Motor1
sabato 23 giugno 2018
Volvo V60 Polestar, la supercar che si crede station wagon
Dopo averle dato una rapida occhiata i più distratti vedono solo una Volvo station wagon, mentre chi ha un minimo di attenzione in più capisce che si tratta di una supercar travestita da familiare. È la V60 Polestar, l’unica auto di serie ad avere le sospensioni Ohlins regolabili manualmente. Anzi no, non è l’unica, perché condivide questo primato con un altro modello, la Lamborghini Aventador. Un dettaglio del genere potrebbe bastare per definire quest’auto, visto che non è un vezzo del marketing ma un set di componenti di altissimo livello pensati per la vera guida sportiva, anche in pista. Questa Polestar, del resto, è un’auto a sé, difficile da inquadrare e anche da mettere in concorrenza con altri modelli. Il motore, per esempio, è un 2 litri 4 cilindri a benzina, che non contento di avere il turbocompressore ha pure un compressore volumetrico, una soluzione inventata dalla Lancia negli anni Ottanta e ripresa una manciata di volte da altri costruttori nel corso degli anni. Continua su GQ
venerdì 22 giugno 2018
Federclub Mini Meeting, un weekend immersi nella passione
Quando a fine anni Novanta BMW ha rilevato il marchio Mini e ha iniziato a progettare la sua rinascita, sapeva bene di poter contare anche sulla lunga storia del brand e su un’ampia schiera di appassionati della piccola berlina britannica. Per conoscere da vicino questa realtà abbiamo partecipato all’ultimo raduno Federclub Mini Meeting, ecco com’è andata. Anche se la Mini rinata nel 2001 non ha nemmeno un bullone in comune con quella originale concepita nel 1959 e poi evolutasi nel corso degli anni, c’è un fil rouge che collega entrambe a livello di stile e personalità. Continua su Autoappassionati
Omologazione emissioni, ecco che cosa cambia fra il vecchio ciclo Nedc e il nuovo Wltp
Diversi costruttori tedeschi, fra cui la Porsche e la Volkswagen, hanno dovuto sospendere la vendita in Europa di alcuni modelli per le difficoltà legate all’adeguamento alle nuove procedure di omologazione, che ora sono legate al famigerato ciclo Wltp che sta per Worldwide Harmonized Light Duty Vehicles Test Procedure. Il ciclo Wltp è stato definito dopo studi e trattative congiunti tra Unione Europea, Giappone e India - gli Stati Uniti mantengono i propri standard Epa - iniziati alla fine del 2013 (dunque due anni prima dello scoppio del Dieselgate) e terminati a giugno del 2016 con l’approvazione finale del Consiglio Ue. Il Wltp prende il posto dell’obsoleto ciclo Nedc - New European Driving Cycle - dove la prima parola indica l’aggiornamento datato 1997 rispetto ai canoni del 1990. Continua su La Stampa
giovedì 21 giugno 2018
Audi A1 Sportback, tutta nuova senza diesel
Essere il marchio premium e tecnologico per eccellenza del Gruppo Volkswagen – Bentley, Bugatti, Lamborghini e Porsche esclusi – significa avere l’onere di essere sempre un passo avanti agli altri e di confrontarsi con i migliori concorrenti su piazza. Tuttavia ci sono anche dei vantaggi e uno di questi è poter attingere alle piattaforme meno nobili e poter coprire segmenti che gli altri non possono frequentare. Quella delle piccole è una partita che si gioca quasi interamente sui costi, con margini di guadagno bassi se non nulli, tant’è che qualcuno rinuncia addirittura a prendervi parte. Quindi avere già pronta in casa la meccanica della nuova Polo è una bella base di partenza. Così ecco la nuova Audi A1, seconda generazione del modello presentato originariamente nel 2010 e aggiornato sia nel 2015 che pochi mesi fa. La nuova Audi A1 Sportback arriverà sul mercato solo a novembre, come suggerisce il nome solo con la carrozzeria a cinque porte, giacché le piccole a tre porte non le vuole più nessuno. Continua su GQ
mercoledì 20 giugno 2018
Guida all’acquisto Renault Zoe: prezzi, versioni…
Guida all’acquisto della Zoe, l’auto elettrica più rappresentativa della gamma Renault (guarda il nostro mini-test). Al modello attuale, che è nato nel 2012, si è arrivati dopo ben tre concept car, datate 2005, 2009 e 2010. La prima aveva ancora un motore a scoppio, ma la seconda era già figlia della strategia elettrica deliberata dalla Casa francese nel 2008. Evoluta costantemente, la Zoe è da tre anni consecutivi l’auto elettrica più venduta in Europa e tuttora la terza più venduta in Italia, dopo la Smart e la Nissan Leaf. Finora è stata prodotta in oltre 100.000 unità. Ha una gamma piuttosto articolata, composta da tre motori e due allestimenti, con la possibilità di scegliere se noleggiare la batteria oppure acquistarla. I prezzi di listino partono da 25.800 euro, a cui bisogna aggiungerne 8 mila se si vuole comprare la batteria, altrimenti i canoni vanno dai 69 euro ai 119 euro al mese. La forbice è dovuta al chilometraggio considerato, da un minimo di 7.500 chilometri annui fino all’opzione illimitata. Se la batteria viene noleggiata, la sua efficienza è garantita almeno fino al 75% per tutta la durata del noleggio, mentre se viene acquistata la garanzia è di 5 anni o 100.000 km. Al momento non ci sono particolari offerte sulla Zoe. Continua su Vaielettrico
martedì 19 giugno 2018
Le 10 Porsche più importanti di sempre
In questi giorni la Porsche compie settanta anni, perché proprio l’8 giugno del 1948 veniva targata in Carinzia il primo prototipi della 356, il modello che fino al 1963 ha scritto i primi capitoli della storia della Casa di Zuffenhausen. Era poco più di un prototipo basato sulla meccanica evoluto del Volkswagen Maggiolino e del resto non poteva essere altrimenti visto che le due auto sono state progettate dalla stessa matita di Ferdinand Porsche. I primi disegni tecnici si perdono negli anni Trenta quando la Germania nazista andava in cerca della sua prima auto del popolo – su precisa indicazione di Hitler – e anche di una vettura più sportiva e prestazionale. Così ecco la 356 che dietro il cofano posteriore aveva lo stesso 1,1 litri della Kdf-Wagen (nome originale del Maggiolino) che però grazie ad alcune modifiche come il doppio carburatore anziché singolo raggiungeva i 40 CV. Oggi sono una potenza ridicola, ma allora bastavano per raggiungere la ragguardevole velocità di 140 km/h grazie al peso inferiore a 600 kg. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti e dunque ecco a voi i dieci modelli più significativi della storia della Porsche. Continua su GQ
lunedì 18 giugno 2018
Motus-E, l'associazione per lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia
L'auto elettrica non si vende da sola, nel senso che attualmente ha ancora troppi difetti perché venga presa in considerazione anche solo da una piccola parte del mercato di massa. Il delta di prezzo rispetto ai modelli con motori tradizionali è solo uno dei motivi che ne limitano la diffusione, gli altri sono da ricercare nella carenza di infrastrutture e nella sostanziale assenza di vantaggi fiscali o di circolazione, per non parlare della totale mancanza di qualsivoglia incentivo. Proprio per fare “sistema” e aiutare il settore della mobilità elettrica a decollare è nata Motus-E, un'associazione senza scopo di lucro fondata da ALD Automotive Italia, Enel X, ABB, Volkswagen Group Italia, Allianz, Cobat (Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo) e Politecnico di Milano. L'intento è quello di favorire il cambiamento (motus) attraverso una forte sinergia tra operatori del settore, mondo accademico, filiera industriale, consumatori e movimenti di opinione, in un contesto in cui le tecnologie e la trasformazione digitale hanno un ruolo abilitante per l’intero comparto. Continua su Motor1
sabato 16 giugno 2018
Porsche, il marchio nacque esattamente 70 anni fa: dalle sportive ai Suv, verso il futuro elettrico
L’otto giugno di settanta anni fa la prima Porsche veniva targata per circolare in Austria, nella regione della Carinzia, con la numerazione K 45-286, scrivendo la prima pagina di un libro che è arrivato ai giorni nostri e continua ad aggiungere capitoli. Quell’auto era la prima 356, praticamente un prototipo basato sulla meccanica rivisitata del Volkswagen Maggiolino. Le due vetture, del resto, sono figlie dello stesso padre, quel Ferdinand Porsche che già negli anni Trenta aveva iniziato a progettare la prima auto del popolo e che successivamente aveva iniziato a pensare a una variante sportiva. Continua su La Stampa
venerdì 15 giugno 2018
BMW 9cento, ecco la “adventure sport” del prossimo futuro
Negli ultimi anni il Concorso d'Eleganza di Villa d'Este è diventato sempre di più un'occasione per mostrare prototipi o modelli di serie, in particolar modo per quanto riguarda il gruppo BMW che è sponsor principale dell'evento. Quest'anno, auto storiche a parte, i riflettori erano tutti puntati sulla Rolls-Royce Cullinan, ovvero il primo Suv nella storia del blasonato marchio britannico. I più attenti, però, non si saranno lasciati sfuggire la BMW 9cento, concept di una motocicletta assolutamente inedito e assai innovativo. I bavaresi la inseriscono nella categoria “adventure sport” e ne parlano come un possibile modello del futuro ma la verità è che questa moto è molto più vicina alla produzione di quanto non sembri. La base tecnica, infatti, è quella con motore bicilindrico parallelo da 800 cc e 90 CV delle “piccole” BMW e il resto della ciclistica è piuttosto tradizionale, con la forcella rovesciata e il forcellone posteriore. Continua su La Stampa
giovedì 14 giugno 2018
Harley-Davidson Blue Edition, la moto più costosa del mondo
Perché spendere più di un milione di euro per un’auto se si può fare altrettanto per una moto? Bündnerbike è un concessionario e tuner svizzero specializzato in Harley-Davidson che ha chiesto il supporto del gioielliere Bucherer per realizzare la Harley-Davidson Softail Slim S Blue Edition. Il valore è di 1,88 milioni di franchi svizzeri, più o meno 1,6 milioni di euro. Le ragioni di questa quotazione vanno ricercate nell’esclusività del trattamento ricevuto: è tempestata di diamanti e altre pietre preziose, placcata in argento e oro a seconda dei pezzi. Ma non è tutto, perché all’interno della motocicletta sono state ricavate due casseforti: nella prima c’è spazio per un anello, un solitario con un diamante da 5,4 carati, nella seconda per un cronografo Bucherer Patravi TravelTec II ovviamente ispirato al mondo delle moto. Continua su GQ
mercoledì 13 giugno 2018
Mole Costruzione Artigianale 001, l’Alfa 4C al testosterone
Nata nel 2013 per guidare il rilancio del marchio Alfa Romeo, la 4C non avrà un’erede, come ha dichiarato Sergio Marchionne alla presentazione del nuovo piano industriale di FCA. Un vero peccato per un’auto che è subito entrata nel cuore degli appassionati. Alcuni si potranno consolare osservando l’ultima opera delle Officine Umberto Palermo denominata Mole Costruzione Artigianale 001, ovvero una 4C completamente ridisegnata che però non è stata toccata nella meccanica. Già dal nome si capisce la volontà di rendere omaggio a Torino, dove peraltro debutterà all’interno del Salone Parco Valentino. Dopodiché verrà realizzata in piccola serie in maniera del tutto artigianale, inaugurando un inedito intento commerciale, cioè quello di realizzare delle fuoriserie partendo da prestigiosi modelli italiani fuori produzione, dandogli una seconda vita con una carrozzeria e degli interni che ne esaltino la nobiltà della meccanica. Continua su GQ
martedì 12 giugno 2018
Lancia Delta, la storia di un mito – Seconda Parte
Nel maggio del 1986 la Delta ha già sette anni e nessuno avrebbe da ridire se venisse sostituita da un modello inedito, magari anche con un altro nome. L’arrivo della prima HF 4WD, tuttavia, spariglia completamente le carte in tavola. È un’auto che praticamente non ha concorrenti. Abbina il comfort e la qualità di una vettura da famiglia con le prestazioni di una vera sportiva, con il plus della trazione integrale permanente. Il differenziale anteriore è libero, quello centrale è di tipo epicicloidale e lavora insieme a un giunto viscoso Ferguson ripartendo la coppia motrice al 56% sull’asse anteriore e al 44% sull’asse posteriore, quello posteriore è di tipo Torsen e ha una percentuale di bloccaggio massima del 70%. Un sistema che permette di utilizzare sempre al meglio ognuno dei 165 CV e dei 29 kgm di coppia del 2 litri 4 cilindri turbo. Continua su Autoappassionati
lunedì 11 giugno 2018
Che Golf compro? Elettrica, metano, benzina…Il confronto
La Volkswagen Golf non ha bisogno di troppe presentazioni. Dal 1976 è stata venduta in oltre 40 milioni di esemplari, lungo otto generazioni, ed è il riferimento indiscusso tra le berline del cosiddetto segmento C. La sua gamma è talmente ampia che va dagli 85 CV del piccolo 1.0 3 cilindri ai 310 della versione R a trazione integrale. Ma la Golf è stata anche la prima auto, ed è tutt’ora l’unica, a essere disponibile con una incredibile varietà di motorizzazioni: diesel, benzina, bifuel a metano, ibrida plug-in ed elettrica. A noi interessa in particolare quest’ultima, che è proposta in un unico allestimento, piuttosto completo. E ha un prezzo di listino di 39.600 euro. Prezzo che viene scontato di ben 7.141 euro grazie all’offerta della rete Volkswagen e che può anche essere spalmato con un finanziamento in 35 rate dal 299 euro al mese. In questo caso è inclusa anche l’estensione di garanzia di 2 anni e 45.000 km, che si aggiungono ai due anni previsti per legge. Quanto alla batteria, la garanzia ne assicura l’efficienza almeno al 70% per 8 anni o 160.000 chilometri. Continua su Vaielettrico
sabato 9 giugno 2018
Lancia Delta, la storia di un mito – Prima parte
Chi nel settembre 1979 si è trovato al Salone di Francoforte davanti allo stand Lancia ad ammirare la neonata Delta, sicuramente non ha immaginato che quel giorno iniziava uno dei capitoli importanti della storia dell’auto. Ma andiamo con ordine. Verso la metà degli anni Settanta la Casa Torinese – ormai da alcuni anni all’interno del Gruppo Fiat – mette in cantiere la nuova “piccola di casa” che avrebbe affiancato la Beta raccogliendo allo stesso tempo l’eredità della Fulvia. La meccanica è moderna, dunque tutt’avanti come quella della Ritmo, i motori sfruttano le sinergie del Gruppo e il design è firmato da Giorgetto Giugiaro. La Delta è subito un successo e vince l’Auto dell’Anno nel 1980, rimanendo a tutt’oggi l’unica Lancia ad avere ricevuto questo premio. La gamma iniziale è piuttosto semplice, con il 1.3 e il 1.5 a benzina da 78 e 85 CV. I rally sono ancora lontani ma i prodromi ci sono già. Continua su Autoappassionati
venerdì 8 giugno 2018
VW e Porsche, vendite e produzione in parte sospese. Ecco perché
Due giorni fa vi abbiamo dato la notizia del blocco alle vendite Porsche per la maggior parte dei modelli causato dai ritardi nell'omologazione dei modelli secondo le nuove procedure di test WLTP. A Zuffenhausen non sono gli unici ad avere questo problema. Rimanendo all'interno del Gruppo tedesco, ieri Volkswagen ha comunicato la necessità di fermare alcune linee produttive finché i relativi modelli non saranno omologati WLTP. Dal 1 settembre 2018, infatti, non sarà più possibile vendere auto che non rispettino le nuove procedure. Ma il Gruppo Volkswagen non è l'unico ad avere questi problemi, anche BMW ha sospeso la vendita di alcuni modelli, tra cui la Serie 7, la M3 e le X5 e X6 a benzina. Allo stesso modo Mercedes potrebbe rinunciare ai motori diesel di origine Renault sulle CLA e GLA. Viene da chiedersi cosa stia succedendo e perché, per esempio, la Opel abbia già provveduto a ri-omologare tutta la gamma. La risposta è semplice, nella sua complessità: è un problema quantitativo. Quanti più modelli, combinazioni motore-cambio e optional si hanno in gamma, tanti più test bisogna fare. Continua su Motor1
giovedì 7 giugno 2018
Milano è la capitale europea del car sharing
Milano è la capitale europea del car sharing, confermando un trend nazionale che vede l'Italia come la nazione europea che preferisce i servizi dell'auto condivisa, seguita dalla Germania. Dei circa 4,5 milioni di utenti europei di car sharing ben 1,3 milioni si trovano in Italia, con un dato in crescita del 21% rispetto al 2016. Ancora più interessante è il numero degli utenti attivi, che è quello che conta davvero e che nel 2017 è arrivato a 820.000 utenti con una crescita del 38%. Questo è quanto emerso durante la conferenza “Rapporto sulla sharing mobility” organizzata dall'ANIASA – Associazione Nazionale Industria dell'Autonoleggio e Servizi Automobilistici – proprio a Milano che è la locomotiva europea del car sharing. Nel capoluogo lombardo ci sono ben 640.000 utenti che nello scorso anno hanno effettuato 3.830.000 noleggi utilizzando 3.100 automobili. Continua su Motor1
mercoledì 6 giugno 2018
Land Rover, il marchio compie 70 anni: dai mezzi “agricoli” ai Suv glamour
Il 30 aprile di settanta anni fa al Salone di Amsterdam debuttava la Land Rover Serie I, uno dei pochissimi veicoli fuoristrada disponibili all'epoca, il cui nome sarebbe poi diventato leggenda e avrebbe dato vita a un marchio a sé stante e a una stirpe di modelli. Oggi fa sorridere ricordare che il primissimo prototipo della Serie I fu costruito partendo dal telaio e dai semiassi di una Jeep Willys, ma all'epoca chi avrebbe potuto dire che questi due marchi sarebbero diventati i rivali per eccellenza nel mondo off road? Ad ogni modo, la Serie I era stata pensata anche come veicolo agricolo, tanto che poteva anche avere una presa di forza esterna per attaccarvi aratri o altri macchinari. Nella decade successiva si affermava come veicolo polivalente anche per usi militari o di polizia e nel 1958 veniva sostituita dalla Serie II, a sua volta pensionata nel 1971.
martedì 5 giugno 2018
Mazda MX-5 Cherry Edition, la prova di GQ.it
Solitamente l’industria automobilistica segue schemi di fredda razionalità, anche se ogni tanto qualcosa o qualcuno sparigliano le carte prendendosi un pezzetto di storia, come nel caso della Mazda MX-5. La piccola due posti giapponese è semplicemente la spider più venduta nella storia. Dal 1989 a oggi è stata venduta in oltre un milione di esemplari – traguardo raggiunto il 25 aprile del 2016 – lungo quattro generazioni succedutesi degli anni. La quarta e attuale è arrivata sul mercato nel 2015 ed è stata sviluppata secondo la filosofia ‘jinba-ittai’ che in giapponese significa unità totale tra cavallo e cavaliere, in questo caso tra auto e pilota. Disponibile con due motorizzazioni aspirate a benzina, da 1.5 e 2 litri di cilindrata, la MX-5 costa come un crossover compatto, rispetto a cui è molto più scomoda ma infinitamente più fascinosa. Se al tempo della sua genesi i giapponesi si erano ispirati alle spider inglesi e italiane degli anni Sessanta, l’ultima generazione ha uno stile che più orientale non potrebbe essere. Il layout è quello classico, sempre più raro nella produzione odierna che tutto sacrifica sull’altare dei costi: motore anteriore longitudinale e trazione posteriore. Continua su GQ
lunedì 4 giugno 2018
All’asta l’Harley-Davidson di Terminator 2, ma per ora nessuna offerta
Nei primi anni Novanta l'utilizzo di effetti speciali cinematografici era ancora piuttosto limitato, soprattutto per gli inseguimenti tra auto e qualsiasi altro veicolo. Per questo una scena come quella di Terminator 2, in cui Arnold Schwarzenegger salva il giovane John Connor dalle ire del T1000, sradicandolo con un braccio dalla sua motina da cross e issandolo per direttissima sulla gigantesca Harley-Davidson è diventata immortale. Era tutto maledettamente vero e la moto in questione era una fiammante Fat Boy,lanciata sul mercato solo un anno prima. Quando si dice la tempistica perfetta del product placement... Ad ogni modo, oggi è in vendita una delle moto utilizzata nelle riprese – un altro esemplare è di proprietà del museo H-D – che si può comprare attraverso un'asta pubblica sul sito icollector.com. C'è tempo per altri 15 giorni ma attualmente non è stata fatta nessuna offerta. Continua su La Stampa
sabato 2 giugno 2018
Goodyear Eagle F1 Asymmetric 3 SUV, i test su asciutto e bagnato
Dopo avervi parlato dei nuovi pneumatici Goodyear Eagle F1 Asymmetric 3 specifici per i SUV ad alte prestazioni e avervi spiegato nel dettaglio le loro caratteristiche, è ora di raccontarvi i quattro test in pista a cui li abbiamo sottoposti. Le auto che abbiamo avuto a disposizione erano tutte Range Rover Velar, ma con motorizzazioni diverse: siamo passati dalla top di gamma con il 3.0 V6 a benzina da 380 CV alle due diesel più potenti, la 2 litri 4 cilindri da 240 CV e la 3 litri V6 da 300 CV. Ecco come è andata. Continua su Motor1.
venerdì 1 giugno 2018
Goodyear Eagle F1 Asymmetric 3 SUV, il grip è il suo mestiere
Gli pneumatici sono uno di quei componenti che si tendono a dare per scontati, a cui si dà poca importanza. Si compra l'auto con quelli di primo equipaggiamento e quando è ora di cambiarli ci si affida ai consigli del gommista, si cerca qualche offerta nella grande distribuzione o su internet, oppure (peggio ancora) si percorrono strade “low cost” che però non portano mai a nulla di buono. Ogni auto, invece, avrebbe bisogno del pneumatico più adatto a lei, ovviamente in buone condizioni e gonfiato alla pressione corretta. Per questo Goodyear ha sviluppato una versione dedicata ai SUV più prestazionali del suo pneumatico top di gamma, l'Eagle F1 Asymmetric 3. Questo genere di auto, infatti, ha caratteristiche peculiari, come la massa elevata e il baricentro alto, che influenzano fortemente il modo in cui le gomme mantengono il contatto con l'asfalto. Continua su Motor1
Iscriviti a:
Post (Atom)