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domenica 4 luglio 2021

Arriva il primo scooter elettrico firmato Seat


Dopo aver debuttato durante la scorsa estate in Spagna, il Seat Mò eScooter 125 arriva anche in Italia. È il primo scooter 100% elettrico del brand spagnolo e il secondo segno tangibile dell'impegno della Casa spagnola nella mobilità urbana a zero emissioni. L'intento è quello di rimanere al passo le nuove esigenze di spostamento che riguardano il cosiddetto l'ultimo miglio per le quali Seat Mò - divisione dedicata proprio a questo settore - commercializza già da un paio d'anni un monopattino elettrico. L' eScooter 125 è derivato al 99% dal Silence S01 sviluppato e costruito a Barcellona - che per omologazione e prestazioni equivale a un 125 cc termico. Dunque si guida con la patente A1 o B e può trasportare due persone, ma fino un eventuale cambiamento del codice della strada italiano non può percorrere tangenziali oppure autostrade. Ma questo importa fino a un certo punto, vista la sua vocazione prettamente urbana, come spiega Lucas Casasnovas, Direttore di Seat Mò. “Il mondo sta cambiando e devono cambiare anche gli approcci alla mobilità, in particolare negli ambienti urbani. Il Seat Mò eScooter 125 mostra la nostra determinazione e il desiderio di soddisfare le esigenze dei clienti". Parlando di caratteristiche tecniche, Il motore elettrico ha 7 kW con un picco di potenza di 9 kW che sono sufficienti per raggiungere i 95 km/h e avere un'autonomia fino a 137 km. Per scattare da 0 a 50 km/h bastano 3,9 secondi, un tempo paragonabile a quello di uno scooter da 300 cc. Ci sono tre modalità di guida - Eco, City, Sport - per adeguarsi alle diverse condizioni del traffico, mentre la batteria agli ioni di litio da 5,6 kWh può essere rimossa (pesa 40 kg) trasportata con il trolley incorporato e caricata al 100% in 6-8 ore attraverso una presa domestica. Continua su La Stampa

lunedì 3 maggio 2021

Seat Leon Sportstourer, la prova - crossover? No grazie!


La Seat Leon Sportstourer rappresenta una categoria di auto che, prima dell'invasione di SUV e crossover, era la preferita di chi aveva bisogno di tanto spazio e di fare molti chilometri, senza spendere un capitale. Le station wagon compatte per molti anni sono state vere best-seller sul mercato europeo: vetture derivate dalle corrispondenti berline, che però offrivano una volumetria interna assai maggiore. La categoria non è ancora in via di estinzione, visto che sul mercato italiano sono rimasti una dozzina di modelli, per la maggior parte appartenenti a marchi generalisti. La Leon Sportstourer è l'ultima novità arrivata in ordine di tempo, poco dopo la cugina Skoda Octavia che è lievemente più voluminosa. A breve arriverà anche la Golf station wagon a completare l'offerta del Gruppo Volkswagen nel segmento, e rispetto alla spagnola avrà praticamente le stesse misure ma un approccio più classico, da Golf, appunto. Questo perché le tre auto hanno caratteri ben distinti e la Leon è quella che punta di più sul dinamismo, sia a livello di estetica che di prestazioni. La gamma è molto estesa, partendo dai 90 CV della 1.0 TSI a benzina e arrivando ai 204 CV della plug-in hybrid, con in mezzo anche le motorizzazioni a metano e Diesel. Abbiamo provato quest'ultima, con il 2.0 TDI da 150 CV (c'è anche da 115 CV), il cambio DSG e l'allestimento sportivo FR. Con questa evoluzione, il 4 cilindri a gasolio ha quasi raggiunto la perfezione in termini di guidabilità, mentre per quanto riguarda le emissioni può contare su tecnologie come il twin dosing, ovvero un doppio sistema di iniezione dell'additivo AdBlue, che viene iniettato a monte dei due catalizzatori SCR disposti in serie. Con questo sistema di post-trattamento dei gas di scarico i famigerati ossidi di azoto vengono drasticamente abbattuti. Continua su La Stampa

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venerdì 2 ottobre 2020

Seat Ateca, squadra che vince non si cambia


La Seat Ateca è uno dei modelli più importanti per il brand spagnolo, sia a livello di numeri che di immagine, visto che è stata l'auto del debutto nel mercato dei SUV, ormai quattro anni fa. Dal 2016 a oggi, la Ateca ha conquistato oltre 300.000 clienti in tutta Europa e in Italia è capace di attrarre un pubblico particolarmente giovane. Nella sua categoria, infatti, gli acquirenti hanno in media 52 anni, ma nel suo caso l'età media scende di dieci anni. La ricetta di questo successo è composta da ingredienti come il design, il rapporto qualità prezzo, soprattutto in termini di tecnologia disponibile, e il carattere dinamico che il SUV spagnola può vantare. Così, nel definire il tradizionale restyling di mezza età della Ateca, i tecnici Seat non hanno modificato gli ingredienti, ma sono andati alla ricerca di quelli più freschi e di maggiore qualità. Le dimensioni non sono cambiate, a parte due centimetri scarsi in lunghezza, ma ora i fari anteriori sono full LED, i posteriori a LED e su alcuni allestimenti includono gli indicatori di direzione dinamici. Per il resto, gli interventi stilistici riguardano alcuni dettagli nei materiali plastici, oltre che il nuovo disegno del frontale che ora sfoggia la calandra simile a quella della nuova Leon. Le modifiche maggiori sulla Seat Ateca riguardano l'interno, partendo dalla strumentazione completamente digitale da 10,25 pollici che ora è di serie e si interfaccia con il sistema di infotainment, che può avere il display da 8,25 oppure 9,2 pollici. Continua su GQ

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giovedì 30 gennaio 2020

Seat Ateca FR, equilibrio perfetto

La Seat Ateca FR è un crossover piuttosto particolare. Con i suoi 4,36 metri di lunghezza gioca le sue carte in quel segmento C-SUV che è uno dei più vivi del mercato. Insomma, la concorrenza è tanta e le proposte degli altri sono altrettanto valide. Così, per uscire fuori dal coro, la Seat Ateca FR si gioca la carta della sportività, che non è estrema come nel caso della «cugina» Cupra, ma è addomesticata per la guida di tutti i giorni. Anche se la sigla FR sta per Factory Racing, questa è un'auto in cui il dinamismo, il lusso e la tecnologia si incontrano. Esternamente, la nuova versione della Ateca si distingue per la presenza del logo FR, nonché per la i mancorrenti al tetto e le cornici dei finestrini di colore nero. Guardando più da vicino la parte anteriore, spiccano la griglia in nero lucido e i fari fendinebbia a LED, mentre al posteriore sono evidenti i paraurti sportivi in tinta con la carrozzeria e lo spoiler nero. Osservandola di lato, invece, si notano subito i cerchi da 19 pollici, i passaruota e le minigonne in tinta e le modanature in alluminio sulle porte. All'interno, infine, fanno bella mostra di sé i battitacco in alluminio con logo FR, il volante sportivo in pelle, i sedili sportivi in Alcantara - con cuciture rosse a contrasto - e la pedaliera in alluminio. Completano il quadro i dettagli di colore nero, come il cielo e le modanature interne delle porte. Continua su GQ

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mercoledì 29 gennaio 2020

Seat Leon, la quarta generazione è più grande, ibrida e super-connessa

Seat presenta la nuova Leon, quarta generazione del modello più di successo dei suoi settant’anni di storia, capace di vendere oltre 2,2 milioni di automobili da 1999 a oggi. L'ironia della sorte ha voluto che Renault annunciasse proprio nello stesso giorno il suo nuovo Ceo, quel Luca De Meo che nell'ultimo lustro è stato il numero uno del brand spagnolo e lo ha portato a conseguire risultati mai raggiunti prima. Di questa Leon, dunque, deve aver partecipato alla gestazione fin dal primo giorno, ma l'industria automobilistica non è certo un ambiente per sentimentali. Così, in attesa di sapere chi prenderà il suo posto, la nuova Leon è arrivata, con il carico di novità che tutti si attendevano: nuovi motori, più ibridi e meno diesel, infotainment di nuova generazione con connettività estesa e un upgrade tecnologico generale che segue quello della nuova Golf, di cui del resto è parente stretta. Continua su La Stampa

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mercoledì 18 dicembre 2019

La Seat Ibiza festeggia 35 anni da Auto e Moto d’Epoca di Padova

Nel 1984 arrivava sul mercato la prima generazione della Seat Ibiza, un modello fondamentale per la Casa spagnola che per la prima volta si affrancava dalla mera copia carbone dei modelli Fiat. Nel 1982, infatti, la Casa torinese e il governo iberico non trovarono l'accordo per prolungare la partnership industriale e un anno dopo il controllo della Seat venne assunto dalla Volkswagen. Continua su La Stampa

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sabato 14 dicembre 2019

SEAT inizia una sperimentazione di quattro anni sul biometano

Il Gruppo Volkswagen ha una lunga tradizione nello sviluppo del metano e negli ultimi anni si è concentrato anche sulla sperimentazione del biometano, come carburante eco-sostenibile da implementare nel prossimo futuro. Anche SEAT è impegnata in questo senso, in particolare con il progetto Life Landfill Biofuel che è stato recentemente approvato dalla Commissione Europea, il cui obiettivo è ottenere gas rinnovabile a partire dalle discariche municipali. Lo scopo finale è ottenere una gestione globale più efficiente delle risorse energetiche, generando il biometano da una fonte abbondante e autoctona. Nel corso dei prossimi quattro anni, il progetto sarà sviluppato insieme ad altri partner e conterà su un budget complessivo di 4,6 milioni di Euro, di cui la Commissione europea finanzierà il 55%. Continua su Motor1

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venerdì 30 novembre 2018

Cupra Ateca, prestazioni e stile senza compromessi

Che cosa succederebbe a un tranquillo SUV pensato per un utilizzo a 360° gradi se sotto il suo cofano arrivasse un motore da 300 CV? Bé sicuramente ci troveremmo di fronte a qualcosa di diverso e osservando la Cupra Ateca non c’è dubbio di trovarsi di fronte a un’auto fuori dal coro. Ma prima di scoprire i segreti di questo crossover che sfiora i 250 km/h facciamo un passo indietro. Dal 1996 Cupra – sigla ottenuta giocando con le parole Cup e Racing – ha identificato i modelli Seat più sportivi, quelli dove le prestazioni e la connessione tra pilota e automobile sono una priorità assoluta. Ora, dopo oltre venti anni di successi commerciali e sportivi, Cupra non è più solo una parola che definisce il carattere delle vetture spagnole più veloci, ma è diventato un marchio a sé. Un’operazione audace, non priva di rischi, che però poggia su solide basi tecniche e su un’idea di fondo valida, ovvero attrarre un cliente che cerca le prestazioni, ma anche lo stile e la personalizzazione, ma senza dover spendere cifre tipiche dei marchi più blasonati. Continua su GQ

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sabato 11 agosto 2018

Seat Leon Cupra ST 300, la prova di GQ

Quanti cavalli servono per divertirsi alla guida di un’auto sportiva? Rispondere non è semplice, perché il piacere che dà un’automobile non è strettamente legato a questi numeri, ma a molte altre cose. In un’epoca in cui anche le citycar sfiorano i 200 CV, la potenza in senso assoluto è sempre meno importante. L’equazione che deve dare come risultato il concetto di “divertimento” è composta anche da altri fattori, soprattutto se si preferisce la strada alla pista, perché non si possono scatenare mandrie di cavalli tra muretti, fossi, incroci e…autovelox. Il segreto, quindi, è nell’equilibrio e la Seat Leon Cupra ST sembrerebbe averlo trovato, senza dimenticare che è una delle poche trazioni anteriori disponibili sul mercato in grado di girare in meno di 8 minuti al Nurbugring ma il suo bilanciamento le permette di essere altrettanto divertente ed efficace su strada, visto che le condizioni che si trovano nel leggendario circuito tedesco, sono molto simili a quelle delle strade di tutti i giorni. Continua su GQ

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mercoledì 4 luglio 2018

Cupra, il nuovo brand sportivo dal carattere latino

Martorell è un piccolo comune a 26 chilometri da Barcellona, che sarebbe come tanti altri sparsi per la Spagna, se non fosse che qui c’è il quartier generale della Seat che è sì di proprietà del Gruppo Volkswagen ma tenta di mantenere il più possibile il suo DNA latino. Tra i tanti edifici dello stabilimento ce n’è uno molto speciale, quello che ospita la sede del neonato brand Cupra che è stato distaccato da Seat per sviluppare e vendere autonomamente i modelli più sportivi. Il primo in assoluto sarà la Cupra Ateca che è già stata presentata ed arriverà sul mercato nei prossimi mesi, una C-SUV a trazione integrale da 300 CV e 250 km/h di velocità massima che ha bisogno di soli 5,4 secondi per passare da 0 a 100 km/h. Continua su GQ

venerdì 18 marzo 2016

Seat, tornano gli utili dopo sette anni addio “brutto anatroccolo” del gruppo Vw


Solo 6 milioni di euro. Ma il segno più davanti al numero fa la differenza quando si fanno i conti di una grande azienda ed è con questa cifra che la Seat è ritornata all’utile dopo ben sette anni. Era dal 2008, infatti, che la casa spagnola non chiudeva un bilancio in “nero”. I motivi di questo miglioramento sono sostanzialmente due, l’incremento delle vendite e una gamma con un margine lordo di contribuzione più elevato, traducibile in “vendiamo più auto e guadagniamo il 3,5% in più su ognuna”. Interessante è anche il fatturato di 8,3 miliardi di euro, che rappresenta il record assoluto di Seat ed è anche il doppio di quello del 2009. Tornando al bilancio finale, nel 2014 c’era stata ancora una perdita di 66 milioni, nonostante un incremento delle vendite sul 2013. L’aumento c’è stato anche nel 2015, tanto che Seat è tornata a vendere oltre 400.000 auto all’anno, cosa che non succedeva da prima della crisi (2007).

continua su Il Fatto Quotidiano

mercoledì 24 febbraio 2016

Seat Leon Cupra 290, l'erede di 20 anni di sportive spagnole


BARCELLONA - Il mondo ha una prospettiva strana percorrendo la curva parabolica dello storico circuito di Terramar, in Spagna. La Seat Leon Cupra 290 guidata da Jordi Gené, il collaudatore numero uno della Casa spagnola, la affronta a oltre 140 km/h, lottando per rimanere attaccata a un fondo stradale in lastroni di cemento che non ha subito interventi di manutenzione dagli anni Cinquanta.
E' in questo luogo suggestivo e ricco di storia che Seat ha deciso di presentare la nuova e più prestazionale versione della sua compatta. Una scelta motivata anche dal fatto che nel 2016 ricorrono i venti anni dall'arrivo sul mercato della prima Cupra. Era il 1996, infatti, quando la prima Ibiza battezzata con la sigla 'CUP-RAcing' debuttava nel segmento delle piccole sportive. Da allora la Casa di Martorell ha fatto molta strada e la Leon Cupra originale del 2000 è lì a ricordarlo. Motorizzata con lo storico 2.8 VR6 da 204 CV del Gruppo Volkswagen, ha una linea attuale ancora oggi e guidandola sulle sopraelevate di Terramar - sempre seguendo Genè con la nuova Leon - si apprezza completamente il mix tra carattere latino e precisione tedesca. Nonostante i 16 anni di età non c'è nessuno scricchiolio e l'auto sembra appena uscita dal concessionario. La nuova Leon Cupra 290, invece, si può trovare tranquillamente in tutti gli autosaloni Seat e se può sorgere qualche dubbio nella scelta della carrozzeria - berlina cinque porte, coupé a tre porte o station wagon - non è certo per il prezzo, che è fissato a 35.000 euro per tutte e tre.

continua su ANSA Motori

venerdì 12 febbraio 2016

Seat Ateca, il primo sport utility spagnolo debutta a Ginevra


Il marchio è spagnolo, ma la precisione è tedesca, come del resto hanno sempre dichiarato con orgoglio anche i lavoratori del gruppo Volkswagen. Lo scorso anno, al Salone di Ginevra, Seat aveva annunciato l’arrivo del nuovo suv compatto, dando appuntamento di nuovo in Svizzera per il 2016. La promessa è stata mantenuta, e con un paio di settimane di anticipo rispetto all’apertura della kermesse svizzera, in programma dal 3 al 13 marzo, è stata svelata la Ateca: il primo suv prodotto da Seat (ma costruito in Repubblica Ceca, a Kvasiny, in uno stabilimento Skoda). Si tratta di un’auto fondamentale per le sorti della Casa di Martorell, perché vuole diventare il terzo pilastro della gamma – dopo Ibiza e Leon – ma soprattutto perché il mercato è affamato di questo tipo di auto e la Ateca sembra avere tutte le caratteristiche per non deluderlo. Il nome, nel caso ve lo foste chiesti, riprende quello di un piccolo comune dell’Aragona e la tecnologia è made in Germany.
continua su Il Fatto Quotidiano

lunedì 28 settembre 2015

Dieselgate, quanto è grande il Gruppo Volkswagen


In questi giorni il cosiddetto Dieselgate Volkswagen è sulla bocca di tutti. Per una volta le automobili sono assurte ad argomento nazional-popolare senza che ci fosse di mezzo una vittoria della Ferrari o una stangata sul bollo. Anche Vespa, nel suo Porta a Porta, si è occupato del 2.0 TDI, delle emissioni di monossido di azoto e del crollo di credibilità dei tedeschi di Wolfsburg. L’argomento, insomma, è diventato di dominio pubblico e, come sempre in questi casi, solo poche persone conoscono realmente la materia. Allora potrebbe essere una buona idea dare i numeri, nel senso di spiegare chi è e che cosa fa il Gruppo Volkswagen. Intanto è bene sapere che, secondo Forbes, nel 2014 si è posizionata al 14esimo posto tra le aziende più importanti del mondo, seconda solo a Toyota (all’11esimo posto e prima tra le aziende automotive) e a due posizioni da Apple, che è però l’azienda che capitalizza di più al mondo in borsa. Quasi 600.000 dipendenti La classifica di Forbes tiene conto di quattro macro-valori: fatturato, profitti, risorse e capitalizzazione. Bene, nel 2014 il VW Group valeva 268.5 miliardi di dollari e ha avuto un profitto netto di 14,4 mld, mentre il valore dei suoi asset era di 425 miliardi di dollari, mentre in borsa valeva 126 miliardi.

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mercoledì 11 marzo 2015

Salone di Ginevra, Seat prepara i Suv per arrivare a vendere 500.000 auto all’anno



Tornare indietro di 15 anni, nel 2000, quando si vendevano oltre 500.000 Seat in un anno. È questo l’obiettivo del presidente della Seat Jurgen Stackmann (nella foto in alto): visto che non dispone di una macchina del tempo, dovrà raggiungerlo nel futuro, precisamente entro il 2018, secondo quanto previsto dal piano strategico del gruppo Volkswagen. La strada imboccata sembra quella giusta, perché dal 2009 – quando è stato toccato il fondo delle 307.502 unità – i numeri sono sempre cresciuti e nel 2014 sono state 390.500 le Seat vendute, con una crescita del 10% sul 2013. Per arrivare al mezzo milione mancano circa 100.000 auto, cioè tutte le Cordoba vendute nel 2000, per fare un confronto ardito ma interessante. Infatti, a distanza di quindici anni, i modelli in gamma sono praticamente gli stessi e i loro risultati commerciali molto simili. In altre parole, per aumentare i volumi, occorre un prodotto nuovo e non potrà essere una Ibiza con la coda, sebbene la compatta dal nome andaluso fosse un’auto onestissima.

da Il Fatto Quotidiano

giovedì 2 febbraio 2012

Volkswagen MQB, una piattaforma per il futuro

Modularer Querbaukasten significa matrice modulare trasversale, in sintesi MQB. É il nome della nuova piattaforma del Gruppo Volkswagen, sulla quale verranno realizzati praticamente tutti i veicoli con il motore trasversale, a trazione anteriore e integrale. Dalla Polo alla Passat, dalla Ibiza alla Superb, dalla Tiguan alla TT, la MQB sarà alla base di circa sessanta auto marchiate Audi, Seat, Skoda e Volkswagen. La caratteristica principale di questa piattaforma è la modularità; possono cambiare il passo, le carreggiate e gli sbalzi, facendo sì che da uno stesso telaio possano nascere auto diversissime tra loro, sia nelle misure che nella forma. Inoltre potranno essere condivisi componenti importanti e costosi come motore, cambio e sospensioni.
La differenziazione tecnica è dunque in via di estinzione, uccisa dalle normative anti-inquinamento e di sicurezza passiva, che fanno salire enormemente i costi di progettazione. Le auto del futuro saranno quindi molto simili dove l'occhio non vede e molto diverse nel vestito esterno, mentre a personalizzare l'esperienza di guida saranno le regolazioni elettroniche di sterzo, cambio e motore, unite a piccole modifiche nella taratura delle sospensioni.
Ma la MQB non sarà l'unica piattaforma modulare del Gruppo VW. Con l'acquisizione di Porsche è necessario creare delle sinergie anche con gli altri marchi sportivi del gruppo. Le  prossime generazioni di Audi R8, Bentley Continental, Lamborghini Gallardo e Porsche nasceranno tutte da una stessa base in grado di ospitare il motore anteriormente o posteriormente...del resto l'ad di Porsche Alain Favey ha dichiarato che in futuro l'integrazione componentistica con VW sarà sempre più forte e che le Porsche potranno montare componenti VW a patto che il cliente non possa percepire la differenza...BRUUM!!!

lunedì 3 ottobre 2011

Volkswagen UP!, Seat Mii, Skoda Citigo. Fotocopie alla tedesca...

A Wolfsburg la sete di quote di mercato pare non finire mai. La leadership nel segmento C è sempre forte, la presenza in segmenti strategici come il B e il D è soddisfacente e anche buona parte delle nicchie di mercato sono coperte. Senza contare la cavalcata trionfale del marchio nobile di casa (Audi) che pare inarrestabile. È giunta quindi l'ora di attaccare anche il segmento A, lasciato sguarnito dai tempi della Lupo/Arosa, visto che il flop Fox non è nemmeno da considerarsi. Ecco allora la VW Up!, presentata in pompa magna al Salone di Francoforte, seguita a breve distanza dalla pubblicazione delle fotografie ufficiali delle sorelle Seat Mii e Skoda Citigo. Premesso che ancora non sono noti prezzi, allestimenti e motorizzazioni delle tre utilitarie, sorgono già dei dubbi. Se la Up! ha molto senso, dal momento che nessuna casa automobilistica può permettersi di lasciare sguarniti i settori del mercato dove si fanno i grandi numeri, ma dove si abbassa anche la media delle emissioni di CO2 dell'intero marchio (vero Aston Martin?), le sue omologhe Citigo e Mii lasciano quantomeno perplessi. Prima di tutto per il design, non esattamente da far girare le teste, e poi per il posizionamento sul mercato. In un segmento dove i margini sono ridottissimi, differenziare e posizionare sul mercato tre auto che sono praticamente la stessa, appare come una operazione ardita. Senza contare i problemi già noti dei due marchi "poveri" di VW, ovvero il rapporto qualità/prezzo di Skoda che è sempre meno conveniente e la brand image nebulosa di Seat, che non riesce a far decollare le vendite e rischia anche la soppressione del marchio. Vedremo che cosa si inventeranno all'ufficio marketing di Wolfsburg. BRUUUM!!!