mercoledì 29 febbraio 2012

Jaguar XF Sportbrake, il Giaguaro porta i cuccioli


Jaguar ha svelato in anteprima le immagini della versione station wagon della berlina XF, che guadagna la denominazione Sportbrake. Il brand britannico si riaffaccia in un segmento poco conosciuto, dove in passato ha clamorosamente fallito. La X-Type è ricordata con orrore dagli appassionati del Giaguaro; in effetti altro non era che una Ford Mondeo vestita a festa per l'occasione. Fu un flop clamoroso, sia per la versione berlina che per per la wagon. Ma nel frattempo sono cambiate molte cose e la nuova proprietà indiana (Tata) sta cercando di riportare il marchio nella sua zona d'appartenenza, ovvero nell'empireo dei costruttori di lusso.
La XF Sportbrake si misura direttamente con la triade tedesca (Audi A6, BMW 5er, M-B E-Class) alla quale non ha nulla da invidiare in quanto a qualità e affidabilità. La competizione si sposta quindi sullo stile, dove questa Jaguar può giocarsi le sue carte migliori. Il team di designer guidato da Ian Callum è riuscito a dare eleganza, dinamicità e leggerezza a un auto lunga 5 metri. Le caratteristiche tecniche sono di altissimo livello, a partire dai motori disponibili, tutti diesel. Ai già noti 4 cilindri 2.2 da 190CV e 3.0V6 da 240CV si aggiunge una variante ancora più spinta che porta il sei cilindri alla soglia dei 275CV. L'allestimento interno, come si conviene su una Jaguar, è di grande pregio e comprende accessori utili come le sospensioni autolivellanti posteriori o il portellone a chiusura elettrica.
La XF Sportbrake potrà essere ammirata al Salone di Ginevra, mentre per trovarla nelle concessionarie bisognerà pazientare fino a dopo l'estate. BRUUUM!!!

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martedì 28 febbraio 2012

Tutte le novità del Salone di Ginevra!

Manca poco ormai. La settimana prossima aprirà i battenti l'edizione numero ottantadue del Salone di Ginevra, ovvero la più importante rassegna motoristica dell'anno, che tutte le case automobilistiche attendono per presentare le loro novità. Dal 8 al 18 marzo si potranno ammirare le auto che saranno protagoniste del 2012. Sul sito ufficiale potrete trovare tutte le informazioni utili; io sarò a Ginevra il 7 marzo, in uno dei due giorni dedicati alla stampa e fotograferò per voi le novità più interessanti, che potrete vedere sul blog sin da subito. Se avete qualche richiesta particolare, scrivete qui di seguito e cercherò di accontentarvi! Intanto eccovi un elenco di tutte le novità presenti a Ginevra:

- Abarth 695 Tributo Maserati
- Aston Martin V12 Zagato
- Aston Martin V8 Vantage
- Audi A1 Quattro 
- Bentley Mulsanne Mulliner
- BMW M135i Concept
- BMW M6 Cabrio 
- BMW M6 Coupé 
- BMW X6 facelift
- BMW Serie 6 Gran Coupé 
- BMW i3
- Bugatti Veyron Grand Sport Vitesse
- Chevrolet Aveo RS concept
- Chevrolet Cruze hatchback facelift
- Citroen DS4 Racing Concept 
- Citroen C1 facelift
- Dacia Lodgy
- Ferrari California 
- Fiat 500 America
- Fiat Panda 4x4
- Ford Fiesta facelift
- Ford EcoSport 
- Ford Mondeo 
- Honda CR-V
- Hyundai i30 Wagon  
- Hyundai Genesis Coupé 
- Hyundai Veloster Turbo
- Infiniti Emerg-E
- Jeep Compass Concept
- Jeep Wrangler Mountain
- Jeep Grand Cherokee Sport Concept
- Kia Cee'd
- Lamborghini Aventador Roadster
- Lamborghini Estoque
- Lamborghini SUV
- Lancia Flavia Cabrio
- Lancia Thema AWD
- Range Rover Evoque Cabrio Concept
- Lexus RX 
- Lexus LF-Lc Concept
- Lotus Evora GTE Formula 1
- Maserati GranTurismo Sport
- Mazda 6
- Mercedes SL 63 AMG
- Mercedes Classe A
- Mini Clubvan Concept
- Mini Countryman John Cooper Works
- Mini Paceman
- Mitsubishi Outlander 
- Morgan Aero Coupè
- Morgan Plus 8
- Nissan Invitation Concept 
- Nissan Juke Nismo 
- Nissan Pathfinder
- Peugeot 107 facelift
- Renault Megane
- Seat Mii 5 porte
- Skoda Citigo 5 porte
- Smart fortwo
- SSangYong XIV-2
- Toyota Prius C 
- Toyota Yaris Hybrid 
- Toyota Land Cruiser 
- Toyota FT-Bh
- Volkswagen Up 5 porte
- Volkswagen Beetle Cabrio

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lunedì 27 febbraio 2012

Il Gruppo Fiat e i SUV, una storia tormentata

Checché se ne dica l'unica regola che funziona per vendere bene un prodotto è dare alla gente quello che vuole. Per fare piazza pulita dei concorrenti, invece, bisogna dare alla gente una cosa nuova che ancora non sapeva di volere, e possibilmente farlo per primi, avendo così un vantaggio competitivo che i concorrenti impiegheranno del tempo a colmare. Qualche esempio? L 'iPod, Facebook, la Coca-Cola o Ryanair.
Il mercato dell'auto però ha delle regole tutte sue e c'è poco da inventare. Nonostante oltre cento anni di progressi tecnologici, le auto odierne funzionano ancora con i principi di quelle del diciannovesimo secolo. Inoltre, il consumatore medio sa poco o nulla di quello che si nasconde sotto la carrozzeria, ma è molto più attratto dalle forme e da quello che l'auto gli trasmette. Infatti, i modelli che, nella storia dell'auto, hanno inventato qualcosa di nuovo, lo hanno fatto principalmente nelle forme corpo vettura. 
Le novità dell'ultimo decennio automobilistico sono state, manco a dirlo, i SUV e i crossover. Chi per primo ha incontrato i favori del pubblico, come la Nissan con la Qasqhai, ha conquistato ottime posizioni di mercato. Cosa che non ha assolutamente fatto il Gruppo Fiat. Vuoi per mancanza di basi tecniche, vuoi per mancanza di soldi da destinare allo sviluppo del prodotto o vuoi per timore di non vendere abbastanza, le uniche proposte a quattro ruote motrici che abbiamo visto uscire dal Lingotto sono state la Panda 4x4 (che in un primo momento nemmeno volevano fare) e la tristissima Sedici (realizzata da Suzuki). L'unico progetto potenzialmente vincente e praticamente pronto, l'Alfa Romeo Kamal, non è stato mai portato a termine per paura di scarsa redditività.  
Ora che le basi tecniche possono arrivare da Jeep, sembra che qualcosa si stia finalmente muovendo. È di questi giorni la notizia che potrebbe arrivare una piccola SUV marchiata Fiat, che condividerebbe il pianale con la nuova Punto prevista per il 2013 e avrebbe uno stile fortemente imparentato con quello della 500. Forse in Fiat si sono svegliati e hanno deciso di seguire le orme di BMW, che sta facendo di Mini un vero e proprio brand a sé stante. Dopo la 500L, quindi, potrebbe arrivare nel 2013 una 500 Cross, lunga circa quattro metri e con la trazione integrale made in USA. Il 2013 dovrebbe anche essere l'anno della tanto attesa Suv Alfa Romeo, che tuttavia è funestata dalla stessa sorte della  berlina Giulia (anch'essa slittata al 2013), ovvero dai dubbi sul design. Sembra che la linea del frontale, peraltro già "congelata", abbia destato delle perplessità in quanto troppo futuristica; Marchionne in persona ha quindi chiesto di elaborare un frontale alternativo.
La mia speranza è di vedere queste nuove auto sulle strade in tempi brevi e possibilmente prima che passi anche la moda dei SUV...BRUUUM!!!

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venerdì 24 febbraio 2012

Prime immagini della nuova Volvo V40

Quando si deve lanciare un'auto nuova, ogni stratagemma per attirare l'attenzione è lecito. Quella delle foto sfuggite prima della presentazione ufficiale sta quasi diventando una moda, tanto da sollevare più di un dubbio su chi siano realmente le talpe che pubblicano le immagini in rete. Ieri ho parlato della nuova Audi A3, che però per la casa madre è ancora top secret. Oggi è il turno della nuova Volvo V40, anche lei attesa a Ginevra e avvolta da una coltre di mistero, che tanto misterioso non è più visto che pure in questo caso un paio di foto sono sfuggite.
La nuova V40 sostituirà in un colpo solo la berlina S40, la station wagon V50 e la compatta C30, facendo entrare anche Volvo nel variegato segmento delle crossover. La linea a metà tra una due volumi e una wagon e la lunghezza prossima ai 4,50 metri la mettono in concorrenza diretta con auto come la A3 Sportback, la Lancia Delta e la M-B Classe B. Potrebbe rappresentare la soluzione perfetta per chi ha bisogno di spazio e non vuole rinunciare a una certa dinamicità, differenziandosi dai soliti marchi premium rispetto ai quali Volvo è sempre stata una valida alternativa. Questa V40 è uno degli ultimi progetti nati e cresciuti sotto la vecchia proprietà Ford. Si basa, infatti, sulla piattaforma C1, la stessa della Focus e di molti altri modelli. Per apprezzare i risultati della nuova gestione cinese (Geely), bisognerà attendere ancora qualche anno. A Goteborg stanno sviluppando una nuova piattaforma flessibile in grado di fare da base ai futuri modelli dal segmento C al segmento E; è anche in via di definizione una nuova famiglia di motori modulari a 4-5-6 cilindri, sia benzina che diesel. 
Intanto la nuova Volvo utilizza i super-collaudati propulsori di derivazione Ford che già equipaggiano le altre auto della casa svedese. La V40 sarà messa in vendita nel terzo quadrimestre del 2012 con un prezzo che dovrebbe partire da circa 26.000€. BRUUUM!!!

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giovedì 23 febbraio 2012

Audi A3, sempre uguale a sé stessa

Quando si parla di design Audi, solitamente ci sono due correnti di pensiero. La prima recita "queste Audi sono tutte uguali, si fa fatica a riconoscerle tra di loro", la seconda invece afferma "si vede subito che è un'Audi; stile essenziale, solido e pulito". Probabilmente, visto l'ininterrotto successo delle auto con i quattro anelli negli ultimi venti anni, quelli che sposano la corrente di pensiero numero due non devono essere pochi. 
La nuova A3, giunta alla terza generazione, fa di tutto per non deluderli. La silhouette è molto simile a quella delle due generazioni precedenti, le proporzioni sono le medesime; è nei dettagli che si vede l'evoluzione, come il nuovo frontale ispirato a quello di A1 e A5, o il taglio delle luci posteriori che richiama quello della A6. In generale la linea dell'auto è meno tondeggiante e più mascolina. 
Dove la A3 va in controtendenza rispetto al resto della gamma è negli interni, che imboccano la via della semplificazione. Su molte Audi, soprattutto di media-alta gamma, il conducente ha la sensazione di trovarsi in una cabina di pilotaggio tanti sono i pulsanti e i comandi. Se questo piace agli appassionati e agli amanti della tecnologia, mette invece in difficoltà la maggior parte dei guidatori. Ecco quindi il sistema MMI (Multi Media Interface) di ultima generazione, tramite il quale si possono gestire tutte le funzioni della vettura. 
La nuova A3 nasce sul pianale modulare MQB, che nella stessa configurazione servirà da base anche per la nuova Golf, attesa per fine anno insieme alla versione Sportback. In futuro la gamma A3 potrebbe ampliarsi ulteriormente con una nuova versione cabrio e una inedita berlina, che probabilmente sarebbe destinata ai mercati emergenti come Cina e Russia. Nessuna sorpresa per la gamma motori, che inizialmente ricalcherà quella della versione attuale, con l'aggiunta del 1.4 TSI COD. La nuova A3 farà il suo debutto tra pochi giorni al Salone di Ginevra e potrebbe essere commercializzata alla fine dell'estate. BRUUUM!!!

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mercoledì 22 febbraio 2012

Corrado Formigli condannato (giustamente) per la puntata di Anno Zero

Corrado Formigli è nei guai. Un anno e mezzo dopo la puntata di Anno Zero (2 dicembre 2010) in cui ha parlato dell'Alfa Romeo Mito, è arrivata la sentenza del tribunale di Torino che lo condanna, insieme alla RAI, a risarcire il Gruppo Fiat con circa sette milioni di euro. Posto che due milioni dovranno essere usati per pubblicare la sentenza sui maggiori quotidiani nazionali e su Quattroruote, gli altri cinque milioni andranno a coprire i danni morali. 
La motivazione della sentenza è che Formigli ha usato informazioni "denigratorie e non veritiere" nei confronti della Mito. Il giornalista è andato su tutte le furie lamentandosi della morte del diritto di critica e della scelta del terreno di confronto. E allora analizziamo questo confronto. Alla Mito sono state contrapposte la Mini Cooper S e la Citroen DS3 THP, che montano entrambe lo stesso motore 1.6 con compressore volumetrico, contro il 1.4 turbocompresso dell'Alfa. Formigli introduce il servizio citando la sportività del brand Alfa Romeo e invita a seguire il filmato in cui le tre concorrenti vengono provate sulla pista di Quattroruote in condizioni di asfalto bagnato, dopodiché a servizio finito cita i dati di un'altra prova di Quattroruote sulla medesima pista ma con asfalto asciutto, in cui la Mito arriva ultima prendendo quasi tre secondi dalla Mini. 
Purtroppo Formigli si è scordato di riportare un'altro paio di informazioni, ad esempio che dalla prova di Quattroruote da lui stesso citata è proprio la Mito ad uscire vincitrice nel giudizio globale, pur costando circa 3000€ in meno della Mini. Il giornalista, inoltre, dimostra scarsa competenza sulle automobili, sia nell'impostazione del servizio stesso che nel rispondere all'allora Ministro Castelli. Il tempo sul giro in pista, infatti, non è un indicatore assoluto di sportività dell'auto. Nei circuiti gli asfalti sono sempre perfetti e sono avvantaggiate le auto con un assetto molto rigido, che si rivela meno efficace su strada, dove le imperfezioni del manto stradale rendono la guida imprecisa. Tra l'altro sulla Mito il controllo di stabilità, che in pista è controproducente, non è disinseribile per ragioni di sicurezza. Anche la risposta data a Castelli tradisce una certa incompetenza, perchè la coppia motrice conta eccome.
Formigli si è anche lamentato della sproporzione della sentenza, citando i 300.000€ che spettano ai genitori in caso di perdita di un figlio. Bè mi dispiace se qualcuno si fosse illuso, ma nel nostro evoluto mondo occidentale un prodotto industriale, i cui costi di creazione e di realizzazione superano facilmente i 500 milioni di euro, vale di più di una vita umana. Considerando che una Mito costa in media circa 20.000€, basterebbe averne vendute 250 in meno, a causa del servizio di Formigli, per aver creato un danno di cinque milioni di euro. 
Senza contare il potenziale negativo di un servizio come questo andato in onda  in una trasmissione di grande successo che raggiungeva milioni di spettatori. Alla Gruppo Fiat si possono muovere tante critiche, anche e soprattutto sui prodotti, ma farlo in modo incompleto e senza alcuna competenza, non mi sembra corretto. BRUUUM!!!

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martedì 21 febbraio 2012

Audi Cylinder On Demand, sarà la volta buona?

L'Audi ha presentato una versione della A1 Sportback dotata di tecnologia COD, ovvero Cylinder On Demand. Il sistema progettato dal Gruppo VW e già anticipato sulla VW Polo 1.4 TSI ACT Concept, consente alla centralina di gestione del motore di disattivare due dei quattro cilindri in situazioni di basso carico. L'idea di fondo è semplice; perché far lavorare tutti e quattro i cilindri quando si richiede poca potenza al motore? Infatti molte altre case automobilistiche si sono poste questa domanda nel passato, realizzando e sperimentando sistemi più o meno complicati.
La prima fu GM negli anni settanta, nel tentare di rendere più parchi i suoi mostruosi V8 da 6,4 litri facendoli funzionare a 4 o 6 cilindri. Il progetto naufragò a causa dei problemi che davano le prime iniezioni elettroniche di quel periodo. Nei primi anni ottanta ci provò anche l'Alfa Romeo; il sistema CEM (Controllo Elettronico del Motore) fu sviluppato con l'aiuto dell'Università di Genova e sperimentato su una ventina di Alfetta 2.0 date a tassisti milanesi. Nonostante una effettiva riduzione dei consumi del 10%, la sperimentazione si concluse nel 1986, quando l'Alfa passò alla Fiat. 
La Mercedes ci ha provato a fine anni 90, introducendo il ZAS (acronimo tedesco significante controllo attivo dei cilindri) sul motore V8 da 5 litri, salvo poi lasciar perdere visti gli scarsi risultati commerciali. In USA la soluzione è tornata in auge alla metà degli anni 2000, sia in GM che in Chrysler, sempre con lo scopo di placare la cronica sete dei grandi V8. Anche la Honda ha sviluppato una soluzione per far lavorare solo tre dei sei cilindri del suo propulsore da 3.5 litri. Se vi state domandano perché questa tecnologia non sia diffusa su tutte le auto, la spiegazione è molto semplice: perché non funziona. O meglio i benefici reali sono pochi e le complicazioni produttive, con conseguente aumento dei costi, tante.
L'Audi dichiara un risparmio di 1,2 litri ogni 100km, a fronte di prestazioni di tutto rispetto, visto che il 1.4 TSI eroga 140CV e spinge la piccola A1 da 0 a 100km/h in appena 8 secondi. Tuttavia non è chiaro perché la Polo dotata della stessa tecnologia otterrebbe un vantaggio di soli 0,4 litri per 100km, quindi per avere una idea più precisa bisognerà aspettare di provare l'auto per valutare il suo consumo reale, visto che i dati dichiarati nel ciclo di omologazione sono solo puramente teorici. Infine andrà valutato l'aggravio che il COD porterà sul prezzo di listino.
Intanto si può comunque apprezzare il coraggio di VW nel percorrere una strada dove tutti si sono persi. BRUUUM!!!

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lunedì 20 febbraio 2012

I controlli fiscali nuocciono alle auto di lusso

Cortina, Courmayeur, Firenze, Milano e Napoli. Sono le città controllate dal fisco negli ultimi tempi, quelle che hanno subito i famosi e chiacchieratissimi blitz della Guardia di Finanza e dell' Agenzia delle Entrate. Tutti i giornali ne hanno parlato e sono fiorite le polemiche, anche se nessuno ha potuto obiettare che in Italia l'evasione fiscale è sport nazionale, alla pari del calcio, e come questo unisce gli abitanti di tutta la penisola. I controlli si sono concentrati sugli esercizi commerciali e sulle auto di lusso, portando alla ribalta dati, cifre e usanze che gli addetti ai lavori già conoscevano bene.
Non voglio aggiungermi al coro dei polemizzanti, anche perché non colgo le ragioni della polemica, visto che le tasse vanno pagate senza se e senza ma. C'è chi obietta sui metodi, adducendo ragioni come il poco rispetto del lavoro altrui e la pubblicità negativa derivante da azioni palesi, come se andare in giro con un'auto da 100.000€ e dichiarare di essere poco più che nullatenenti non fosse una mancanza di rispetto verso tutto il Paese e verso le persone oneste che risparmiano anche 10€ per arrivare a fine mese.
La novità è un'altra. Il brusco calo delle vendite di auto di lusso, un mercato solitamente impermeabile alla crisi, che nel primo mese del 2011 ha però subito un rallentamento. Audi -16%, BMW -3,5%, Mercedes -5,3%, Ferrari -53% e Lamborghini -33%. A proposito di supercar pare che a Milano molti possessori di Bentley, Maserati, Porsche e compagnia bella abbiano rivenduto ai concessionari le loro auto per timore di incorrere nei controlli del fisco. 
Il timore dei controlli, quindi, nuoce al mercato delle auto di lusso. Osservando le statistiche sui redditi italiani, si  nota che solo l'1,6% dei redditi dichiarati supera gli 80.000€ annui; significa poche centinaia di migliaia di persone, senza contare quelle che il reddito non lo dichiarano proprio. A questo punto non sono neanche più necessarie le statistiche, basta dare una occhiata in giro per accorgersi che i conti non tornano...BRUUUM!!!

venerdì 17 febbraio 2012

Car pooling. Perchè no?

Avete mai sentito parlare di "car pooling"? Se la risposta è no, non preoccupatevi, è normale. Traducibile letteralmente come "concareggio" e più comprensibilmente con "auto di gruppo", il car pooling è l'uovo di Colombo. L'ascesa dei prezzi dei carburanti non accenna ad arrestarsi? Mantenere un'auto costa sempre di più? Dividendo le spese con più persone (fino a quante può ospitarne dignitosamente l'auto) i costi si riducono.
Probabilmente sono queste le due ragioni che potrebbero fare presa su noi italiani, che abbiamo una coscienza ecologica praticamente nulla. Ma i vantaggi del car pooling sono anche altri e basta guardarsi intorno mentre si è incolonnati nel traffico; la maggior parte delle vetture in circolazione trasportano una sola persona. Se applicarlo fosse abitudine diffusa, il traffico diminuirebbe sensibilmente e anche trovare parcheggio sarebbe più facile.
Svantaggi? Praticamente non ce ne sono. Certo, la libertà di movimento non è la stessa di quando si è da soli e avere altre persone in macchina obbliga, volenti o nolenti, alla socializzazione; il nocciolo della questione è se siamo disposti a delle piccole rinunce nel nome del risparmio e della mobilità sostenibile. Forse i tempi non sono ancora maturi, forse bisognerà aspettare che la benzina sfondi la soglia dei 2€ al litro, per iniziare ad aprire gli occhi, ma si sa che in Italia ci si inizia a preoccupare di un problema solo quando diventa grave. E allora temporeggiamo, ma gli strumenti per applicare il car pooling già esistono e sono anche piuttosto efficienti. Basta registrarsi in uno dei siti internet dedicati e cercare le offerte o inserire la propria, descrivendo i dettagli del viaggio. Gli utenti si votano a vicenda e commentano le esperienze avute per evitare sgradevoli sorprese a tutti gli altri. 
La trovate un'idea innovativa? Allora tornate un momento col pensiero ai vostri venti anni. Ricordate la frase "tutti in una macchina e dividiamo la benzina"? BRUUUM!!!

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giovedì 16 febbraio 2012

Smart fortwo teen, per giovani alla moda...

Ci sono prodotti che fanno discutere più di altri, che dividono istantaneamente le persone rendendole tifose o detrattrici. Prodotti che hanno un carattere unico, che portano una innovazione nella categoria di appartenenza. La Smart è uno di questi e a me non piace.
L'ho sempre vista come una egoistica ostentazione di ricchezza; uno status symbol esclusivo per persone che possono permettersi almeno un'altra macchina, giacché è impossibile pensare di usare una Smart come prima e unica auto. È anche impossibile caricare più di una persona o più di due buste per la spesa; quindi niente passaggi agli amici, niente viaggi in compagnia, niente aiuti a traslocare e via dicendo.
Certo, è comoda in città; non ha la frizione e si parcheggia facilmente. La prima serie, lunga 2,5 metri, si parcheggiava anche perpendicolarmente ed era economica da mantenere, con soli 600cc di cilindrata. La seconda serie, invece, per superare i crash test è cresciuta di 30 cm e quindi anche di cilindrata, perdendo le due caratteristiche fondamentali. Infatti le vendite ne hanno risentito subito e la situazione non accenna a migliorare. Forse in tempi di crisi ci si chiede perché si debba spendere almeno 12.000€ per una Smart, quando con circa 7000/8000€ si portano a casa diverse 4 posti lunghe solo mezzo metro in più.
In effetti è difficile vedere dei giovani al volante delle Smart, dove si trovano perlopiù persone ultra-stressate di mezza età. A volte capita di vedere alla guida qualche giovane signorina molto glamour conquistata dalla facilità di guida e di parcheggio della "Smartina", ma la casistica è in contrazione. Probabilmente se ne sono accorti anche in Mercedes, cercando di prendere subito le opportune contromisure per riconquistare la clientela giovane e trendy. 
Ecco quindi l'esclusiva "Smart fortwo teen" per 299 fortunati giovani alla moda, che potranno sfoggiare l'elegante tinta total black e i cattivissimi cerchi Brabus senza sbagliare strada per arrivare all'aperitivo, facendo persino risparmiare qualcosa a mamma e papà, visto il convenientissimo prezzo di 11.990€. La pubblicità che la fa passare per un Suv in formato ridotto è così eccitante che ci si dimentica persino dell'imminente arrivo della Smart restyling...BRUUUM!!!

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mercoledì 15 febbraio 2012

Audi RS4 Avant e TT RS Plus, due modi diversi di dire quattro

Ho alcuni amici malati di motori come me. In uno dei nostri tanti discorsi appassionati, che se il 95% delle persone li sentisse ci additerebbe come psicopatici, uno di loro disse "il problema di Audi è che si ostinano a voler chiamare quattro entrambe le loro trazioni integrali". Probabilmente la maggior parte dei clienti Audi non sa nemmeno come funziona un sistema a trazione integrale, legge la parola quattro e si sente rassicurato. Come dargli torto? D'altronde il marchio tedesco ha costruito buona parte della sua fama proprio sulle quattro ruote motrici, grazie anche alle vittorie nei rally della mitica Sport Quattro.
Negli ultimi giorni Audi ha diffuso le foto delle nuove versioni Renn Sport della A4 Avant e della TT, che debutteranno a Ginevra. Due automobili profondamente diverse. Se la RS4 Avant si può ascrivere a pieno titolo tra le discendenti della Sport Quattro, la TT RS Plus non può fregiarsi di questo titolo. La TT infatti deriva strettamente dalla VW Golf, con la quale condivide la piattaforma PQ34 e buona parte della meccanica. Infatti aprendo il cofano si nota che il poderoso 5 cilindri sovralimentato da 2.5 litri e 360CV è posto in posizione trasversale. Il moto alle ruote posteriori è garantito dal sistema Haldex, che sfrutta una frizione ad azionamento idro-meccanico, inviando coppia all'assale posteriore quando l'anteriore perde aderenza. 
Il problema è che non porta vantaggi nella guida sportiva, nella quale la TT RS Plus dovrebbe primeggiare. Scordatevi quindi di entrare in curva sfruttando la spinta del posteriore, che entrerà in gioco solo quando l'avantreno inizierà a slittare.
La RS4 presenta, invece, il classico layout Audi con motore longitudinale (il V8 4.2 litri da 450CV a 8250rpm) e trazione integrale gestita da un differenziale centrale, in questo caso non più Torsen C ma "a corona", un nuovo sistema interamente sviluppato a Ingolstadt. In questo caso la coppia è ripartita di default al 60% sul retrotreno e al 40% sull'avantreno; in caso di perdita di aderenza l'elettronica può decidere di inviare fino al 70% della coppia davanti e fino al 80% dietro.
Avere anche il retrotreno che spinge, quando si guida sportivamente, è un grande vantaggio e permette anche di esibirsi in spettacolari drifting. L'unica cosa che proprio non mi convince è questo colore rosso. Per quanto mi riguarda solo due auto al mondo possono essere rosse, e non vengono dalla Germania...BRUUUM!!!

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martedì 14 febbraio 2012

Ducati in vendita? Cretinate a raffica...

La notizia rimbalza da ieri in tutta la rete. La Ducati Motor Holding SpA, controllata dal fondo di investimenti Investindustrial è in cerca di un partner industriale. Lo ha dichiarato Andrea Bonomi, che di Investindustrial è il Presidente. La Ducati è una azienda sana che genera profitti, ma per crescere ulteriormente ha bisogno di investire e Bonomi vuole trovare questo partner nel giro di un anno. 
Il messaggio è chiaro, per cui non capisco come mai già tutti parlino di vendita, gridando allo scandalo e sparando ipotesi fantasiose manco fossimo al bar sport di domenica mattina. Ovviamente nella corsa alla panzana i soliti brand tedeschi sono presenti in prima linea. Citare Mercedes viene facile, vista la partnership strettamente commerciale che già intercorre tra AMG e Ducati. Come potrebbe la Casa di Stoccarda interagire con quella di Borgo Panigale? Mettendo la Stella sul cupolino della 1199 Panigale? O forse dipingendo le moto di argento?
Ma no!Che sciocco che sono! Mercedes spenderebbe un miliardo di euro per togliersi lo sfizio di dare fastidio a BMW Motorrad!Ecco una spiegazione intelligente e plausibile...Eh si che a Stoccarda sono bravi a stringere accordi...citofonare a Chrysler o Swatch per conferma. 
A proposito di BMW, che ha subito smentito qualsiasi tipo di interessamento, c'è già chi si rammarica per la mancata nascita di "un supergruppo europeo per le moto di grossa cilindrata". BMW e Ducati insieme quindi, come no! Chiunque abbia un minimo di cultura motociclistica sa che un bmwuista e un ducatista sono due entità lontanissime tra loro. Non ci vuole un esperto di marketing per capire che una tale unione sarebbe un doppio suicidio.
Poi naturalmente sono stati chiamati in causa i soliti gruppi indiani (Mahindra) e cinesi, che per questo genere di argomenti sono come il grigio, stanno bene con tutto. 
É stata anche ventilata l'ipotesi di una quotazione alla borsa di Honk Kong, ma la panzana più bella è, manco a dirlo, l'interessamento del Gruppo Volkswagen. Quelli di Wolfsburg vengono ormai chiamati costantemente in causa. Quando c'è qualcosa da vendere, o qualcosa che va male (ogni riferimento ad Alfa Romeo è puramente voluto!), eccoli fare capolino.
Per quanto ne so io le trattative di questo calibro vengono condotte nella massima segretezza e se ne viene a sapere qualcosa solo quando i giochi sono praticamente conclusi, quindi mi astengo dal partecipare al "chi la spara più grossa" e vi lascio invece con un bel video!BRUUUM!!!


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lunedì 13 febbraio 2012

Chevrolet Cruze Station Wagon, tanto con poco

Molti di voi penseranno che l'unico buon motivo per parlare di Chevrolet sia la Camaro. In effetti una coupè V8 da 400CV e 300km/h, a 40.000€ sarebbe un ottimo argomento di discussione anche se avesse il marchio Hello Kitty sul cofano. Invece di buon motivo voglio darvene un altro. Avete bisogno di un'auto spaziosa, affidabile, che costi il meno possibile e non siete fanatici dei brand? 
Probabilmente la nuova Cruze Station Wagon è l'auto adatta a voi. Deriva dall'omonima berlina di segmento D, che forse avrete già visto per le strade e condivide buona parte della meccanica con l'Opel Astra. La Cruze berlina vende e non poco. Nel mese di dicembre si piazza al sesto posto nel suo segmento, arrendendosi solo alle tedesche. Del resto se puoi portarti a casa una berlina 2.0 turbodiesel con meno di 20.000€, è sempre più difficile trovare motivazioni valide per spenderne il doppio, soprattutto se non si hanno...
E al prezzo allettante non corrisponde una qualità scadente. Le Chevrolet non arrivano dalla Cina ma dall'America, sono le auto più globali della General Motors e sono vendute in tutto il mondo. Nel 2005 Daewoo è stata chiusa e la produzione rimarchiata, iniziando allo stesso tempo lo sviluppo di nuovi prodotti. I risultati si vedono, la piccola Spark vale il 5% del suo segmento e la quota europea del marchio è salita al 2,6% (più di Alfa Romeo e Lancia messe insieme...) nel 2011.
Il punto debole di Chevrolet, almeno in Europa, è insito nel suo nome, sconosciuto ai più e di scarsissimo appeal. Da questi motivi deriva l'impegno nelle corse; la Cruze ha appena vinto il suo secondo Mondiale Turismo (WTCC) e il suo motorista è stato anche premiato per avere creato il miglior propulsore racing del 2011. Questa filosofia in Italia la conoscevamo bene, un tempo, quando l'Alfa Romeo Giulia era "la berlina che vince le corse"; ma senza andare troppo indietro nel tempo basta ricordare i fasti delle 155 e 156...

La nuova Chevy Cruze SW sarà disponibile inizialmente con gli stessi motori della berlina, 1.6 litri benzina, 1.8 litri GPL e 2.0 turbodiesel, ai quali si aggiungeranno successivamente un 1.4 turbobenzina e un 1.7 turbodiesel, entrambi di provenienza Opel. BRUUUM!!!

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sabato 11 febbraio 2012

La storia della crisi parte 7: l'Italia e l'Europa


Se nel mercato americano i prodromi della crisi erano già riscontrabili nei dati di vendita del 2007, in Europa e soprattutto in Italia non si parlava affatto di recessione. Anzi, il mercato dell’auto nostrano aveva fatto segnare in quell’anno un risultato da record: 2.490.570 vetture immatricolate, per una crescita del 7,07% rispetto all’anno precedente. Per il raggiungimento di questi numeri erano stati determinanti gli incentivi statali a favore delle auto con basse emissioni di CO2. Questo importante esito era in controtendenza rispetto agli altri mercati continentali; addirittura, se la performance italiana non fosse stata tale, il mercato europeo avrebbe chiuso in perdita l’annata 2007. Infatti il totale delle vetture immatricolate in Europa si attestava a 15.958.871 esemplari, ovvero una crescita dell’1,1% rispetto all’anno precedente. 
Nei mercati principali si assisteva a una sostanziale stabilità: la Spagna perdeva l’1,2%, Francia e Gran Bretagna guadagnavano rispettivamente il 3,2% e il 2,5%; solo il mercato tedesco faceva registrare un passivo consistente, pari al 9,2%. La classifica delle vendite dei marchi vedeva Volkswagen saldamente in testa (-1,1% - 2.885.185 unità), seguita da PSA Peugeot-Citroen (+0,6% - 1.942.767) e da Ford (+1,1% - 1.582.934). Il modello più venduto nel Vecchio Continente era la Peugeot 207 (437.505 unità), seguita dalla sempreverde VW Golf (435.005 unità) e dalla Ford Focus (406.557 unità). 
Il Gruppo Fiat si piazzava al sesto posto, grazie a un ottimo +7,1%, pari a 1.192.799 unità vendute. I buoni risultati della Casa torinese sul mercato europeo erano accompagnati da quelli altrettanto buoni sul mercato domestico: il brand Fiat teneva saldamente la testa della classifica delle immatricolazioni con 602.927 esemplari, con una crescita del 10,8%, pari a una quota di mercato del 24,2%. Il dato complessivo del portafoglio marchi portava invece a una quota del 31,4%, con una crescita dell’immatricolato totale del 9,2%. Anche la situazione finanziaria del Lingotto era in crescita: l’utile netto dell’ esercizio 2007 era di due miliardi di euro, ma soprattutto era stato azzerato l’indebitamento netto industriale. Ottime notizie arrivavano anche dalla neonata “500”: il successo era tale che veniva aumentata la produzione a 150.000 esemplari l’anno. 
Il primo mese del 2008, invece, portava notizie meno confortanti: a gennaio le vendite erano calate del 7,26% rispetto al 2007; anche gli ordini erano scesi del 32%. Nel commentare questi dati bisogna però considerare che gennaio 2007 era stato il primo mese di incentivi dopo una lunga attesa, con conseguente boom di vendite, e che nel mese di dicembre molti acquirenti indecisi si erano affrettati a comprare, nel timore che gli incentivi non sarebbero stati confermati. Il brand Fiat si confermava comunque leader del mercato, perdendo solo lo 0,41%, e il risultato negativo del Gruppo (-6,5%) dipendeva principalmente dal sensibile calo di Alfa Romeo (-55%), dovuto al temporaneo stop dell’impianto di Pomigliano D’Arco. 
Anche per il mercato europeo il primo mese del 2008 non era esaltante: rispetto al gennaio 2007 la flessione totale era dello 0,3%, pari a 1.308.761 vetture consegnate. I primi tre posti della classifica per marchi restavano invariati, mentre il Gruppo Fiat sopravanzava Renault salendo al quinto posto. I cinque principali mercati continentali (Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia e Spagna) calavano tutti, tranne quello tedesco che guadagnava il 10,5%. Anche grazie a questa crescita, la VW Golf tornava in testa alla classifica dei modelli più venduti in Europa, con un incremento del 31,4% rispetto al gennaio 2007. 
Nel febbraio del 2008 il Parlamento convertiva in legge il decreto Milleproroghe, rendendo effettiva l’erogazione degli incentivi statali; chi rottamava un’auto Euro0, Euro1 o Euro2, immatricolata entro il 31 dicembre 1996, avrebbe beneficiato di settecento euro provenienti dalle casse dello Stato, se avesse acquistato un’auto a basse emissioni (fino a 140g/km se diesel, fino a 130g/km se benzina). Inoltre erano previsti ulteriori incentivi per l’acquisto di auto a metano e a Gpl, o per la trasformazione a gas e/o Gpl. 
Intanto Fiat doveva fronteggiare uno stop produttivo del motore 1.3 multijet, che provocava un blocco della produzione di alcuni veicoli per diversi giorni. Ciononostante il successo della 500 continuava a tal punto, che sembrava necessario aumentare il numero delle auto prodotte a centonovantamila unità l’anno. Questo successo, unitamente a quello delle altre “piccole” della gamma, permetteva al brand Fiat di mantenersi saldamente al primo posto anche nella classifica delle vendite di febbraio, e di restare in pareggio rispetto al febbraio 2007, sebbene il mercato perdesse circa il 4%. Ma al Lingotto si guardava anche al futuro, acquistando una fabbrica in Brasile dove produrre motori destinati al Sudamerica; e investendo in India attraverso la joint-venture con il marchio Tata. 
Nel mese di marzo si chiudeva il primo trimestre 2008 e si iniziava a parlare distintamente di crisi del mercato dell’auto. Il totale delle vendite era diminuito del 10% rispetto ai primi tre mesi del 2007, mentre la perdita del solo mese di marzo era del 18,7%. Gli incentivi statali, quindi, si dimostravano insufficienti ad arginare la recessione del mercato, anche perché questo era cresciuto ininterrottamente per undici anni e un periodo di calo fisiologico sembrava inevitabile. Ma il dato riguardante i contratti era ancora più negativo; infatti nei primi tre mesi dell’anno gli ordini totali erano scesi del 24%. L’unica nota positiva veniva dall’andamento delle vendite delle vetture aziendali: nel trimestre erano cresciute del 4,9%, probabilmente grazie al più favorevole trattamento fiscale introdotto con l’ultima finanziaria. In casa Fiat il core brand conteneva le perdite (-16,4% a marzo e -5,6% nel trimestre), ma le performance negative di Alfa Romeo (-53,5% trimestrale) e Lancia (-15,1% trimestrale) incidevano sul risultato del Gruppo, che nei primi tre mesi dell’anno perdeva l’11,7%. 
Secondo il periodico specializzato Quattroruote il calo delle vendite era anche sintomo di un cambiamento delle richieste dei consumatori, i quali puntavano sempre di più sulle auto ecologiche (la quota di mercato delle auto a Gpl e a metano era passata dal 2,9% del primo trimestre 2007, al 5,3% di quello 2008) a scapito di quelle diesel; mentre le case costruttrici e le reti commerciali non erano ancora pronte a soddisfare questo mutamento dei gusti. Inoltre, sempre secondo Quattroruote, gli incentivi erano poco efficaci, visto che riguardavano le stesse vecchie auto già comprese nel provvedimento del 2007. 
Ugualmente in Europa si delineavano i primi segnali di crisi. Il trimestre si chiudeva con una flessione complessiva del 1,7% rispetto ai primi tre mesi del 2007; il mese di marzo addirittura con una perdita del 9,5% sul marzo 2007. I mercati francese e tedesco guadagnavano, su base trimestrale, rispettivamente l’1,3% e il 2,6%; dal mercato britannico, invece, arrivavano i primi scricchiolii (-0,5%), mentre il tonfo vero e proprio era del mercato spagnolo (-15,3%). La classifica dei Gruppi automobilistici sanciva la flessione trimestrale di tutti gli occupanti del podio: VW -2,6%, PSA -4,7%, Ford -5,4%. L’auto più venduta del trimestre era la VW Golf, seguita, con sole quattrocentocinque unità in meno, dalla Peugeot 207. Le reazioni dei primi due Gruppi d’Europa erano differenti: se VW, forte del suo ottimo bilancio 2007, premiava ogni singolo dipendente tedesco con un bonus di 3700€, il presidente di PSA prevedeva un trend di mercato al ribasso, per il 2008, e dichiarava che c’erano “evidenti difficoltà”.

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venerdì 10 febbraio 2012

Guidare con neve e ghiaccio

Se l'Italia è nota come il "Paese del sole" e non come il "Paese della neve", un motivo ci sarà. Quindi è comprensibile che, specialmente al centro-sud, non siamo abituati a fronteggiare neve e ghiaccio. Ne bastano pochi centimetri e la circolazione va in tilt. È chiaro che guidare in condizioni di aderenza precaria non sia così semplice e intuitivo, ma è altrettanto vero che non bisogna essere dei rallysti finlandesi per muoversi con 5-6 centimetri di neve. Vediamo che cosa si deve e non si deve fare.
Innanzitutto parliamo di attrito. È la forza dissipativa che si esercita tra due superfici al contatto tra loro, opponendosi al loro moto relativo. Per farla breve, quando la nostra auto è ferma e noi acceleriamo, si instaura una forza tra pneumatico e asfalto; quando questa forza supera un certo valore, il pneumatico inizia a girare, perché vince l'attrito con l'asfalto. Questo valore si chiama coefficiente di attrito e varia a seconda delle superfici. Ecco un elenco riassuntivo:

- asfalto asciutto: 0,6 - 0,8
- asfalto bagnato: 0,45 - 0,65
- ghiaia: 0,3 - 0,5
- pavé: 0,3 - 0,55
- neve: 0,2 - 0,3
- ghiaccio: 0,1 - 0,15

Avete mai guidato sul pavé bagnato? L'aderenza è più o meno la stessa che offre la neve compatta, eppure nessuno si preoccupa...
Chiaramente se avete montato le gomme termiche è tutto più semplice, perché hanno una composizione (mescola) tale da "mordere" la neve e garantiscono più attrito. Se invece non le avete dovrete innanzitutto valutare se mettere le catene oppure no. Non c'è una regola standard, ma diciamo che su strade pianeggianti se ne può fare a meno fino ai 7-8 centimetri di neve. Nel caso doveste montarle, ricordatevi che vanno sulle ruote di trazione ed è sempre una buona idea fare una prova nel piazzale di casa, per evitare di chiamare in causa tutti i santi nel momento del bisogno (è praticamente impossibile montare le catene calzando dei guanti...).
Controllate anche la pressione delle gomme, che deve essere quella indicata dalla casa (sgonfiare è inutile), e individuate il tasto per disattivare il controllo di trazione; alcuni sono tarati in maniera così conservativa che non vi permetterebbero il minimo movimento. Nel caso montiate le catene va disattivato subito. Quindi partite!
La parola d'ordine è delicatezza, in tutte le azioni. Se la vostra auto ha la prima marcia molto corta provate a partire in seconda; ruotate il volante in maniera molto progressiva e limitate al minimo l'uso del freno, sfruttate invece il freno motore. Mantenete una distanza di sicurezza almeno doppia rispetto al solito e cercate di prevenire il comportamento degli altri automobilisti. Se avete un'auto a quattro ruote motrici, occhio! La trazione sarà maggiore, ma la potenza frenante non cambia. 
In presenza di ghiaccio le attenzioni andranno moltiplicate, il coefficiente d'attrito è quasi nullo e con gli pneumatici estivi potreste anche non riuscire a muovervi; in quel caso montate subito le catene e fate molta attenzione.
Una bella nevicata può anche essere l'occasione per divertirsi un po'...trovate un bel piazzale innevato e assicuratevi di avere abbastanza spazio. Innestate la prima marcia, tenete la mano destra pronta sul freno a mano e state pronti a controsterzare!BRUUUM!!!

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giovedì 9 febbraio 2012

Citroën C4 Aircross. Pronta per Ginevra

Tra pochi mesi anche Citroën avrà il suo SUV in gamma. Si chiamerà C4 Aircross e, come avevo anticipato, sarà strettamente derivato dalla Mitsubishi ASX. Per il Gruppo PSA, che non possiede il necessario know-how sulla trazione integrale, sarebbe stata una impresa titanica sviluppare un SUV ex-novo. L'operazione non è nuova; l'accordo tra i due gruppi aveva già dato vita alle sfortunate Peugeot 4007 e Citroën C-Crosser, praticamente due fotocopie della Mitsubishi Outlander. Se non le avete mai sentite nominare non stupitevi...
In Francia dicono di aver imparato la lezione e si impegnano nello spiegare le differenze tra la nuova nata e la "capostipite". Che poi sarebbero due le nuove nate, perché anche Peugeot ha derivato una sua versione chiamandola 4008, negandola però al mercato italiano. Evidentemente non si vuole dare una concorrente interna alla 3008, che si tiene faticosamente a galla nell'oceano dei SUV middle-size.
La C4 Aircross potrà contare su due motori diesel, un 1.6 da 115CV e un 1.8 da 150CV disponibili sia in versione 2WD che 4WD, mentre l'unità a benzina, sempre 1.6 da 115CV, sarà abbinata solo alla trazione anteriore. Guardando il SUV transalpino non si può non apprezzare l'opera svolta dai designer francesi, l'auto è sicuramente gradevole, perfino migliore della "donatrice di organi" Mitsubishi. Proprio per questo è un peccato che lo stesso lavoro non sia stato fatto sugli interni, che sono esattamente gli stessi della giapponese e non hanno nulla a che vedere con lo stile delle ultime Citroën. La C4 Aircross debutterà ufficialmente a Ginevra e sarà disponibile a partire dalla seconda metà del 2012. BRUUUM!!!

mercoledì 8 febbraio 2012

Opel alla riscossa, ecco la Junior

Alla Opel se la sono vista brutta. Dopo aver rischiato il fallimento nel 2009 e aver ricevuto nuova fiducia dalla casa madre GM, si sono rimboccati le maniche e hanno concentrato le energie sui prodotti. Da allora la musica è cambiata, il marchio Opel è tornato al terzo posto nelle vendite europee, così come in Italia. Merito soprattutto di auto ben riuscite e vendute a prezzi onesti. La Astra e la Insigna, rispettivamente nei segmenti C e D, offrono un rapporto qualità prezzo difficilmente eguagliabile, unito ad un design accattivante. L'inossidabile Corsa, anche grazie a politiche commerciali aggressive, garantisce sempre buoni numeri, mentre la nuova Meriva è già un successo.
Il 2012 sarà ricco di novità. Verranno commercializzate la nuova Zafira Tourer e il Suv middle-size Mokka, arriverà la versione OPC della Astra GTC e forse una variante coupè della Insigna, che potrebbe riportare in vita il nome Calibra. Ma non è finita. La novità più succulenta, che però non vedrà l'asfalto prima del 2013 è una nuova segmento A lunga non più di 3,70 metri. La "Junior" (non è il nome definitivo) avrà un prezzo allineato a quello della nuova Panda e della Up!, ma non sarà una versione low-cost della Corsa, bensì una piccola trendy in grado di concorrere anche con la 500.
Opel entra quindi in una fascia di mercato mai presidiata prima, dove la competizione è serratissima. Secondo i vertici di Rüsselsheim, nei prossimi due anni questo tipo di auto sarà quello che attirerà maggiormente giovani, grazie ai prezzi contenuti e ai bassi costi di gestione. Il nome dell'auto verrà svelato al Salone di Ginevra; dopo le reazioni suscitate da "Mokka", speriamo che il prossimo battesimo sia più felice...BRUUUM!!!

martedì 7 febbraio 2012

Mini Roadster, avrà successo?

Lo ammetto, non sono un amante della Mini by BMW. Della vecchia, quella progettata dal grande Sir Alec Issigonis, si. L'auto in sé non ha nessuna colpa, se non quella di arrivare a costare cifre poco comprensibili, ma fa parte dei vantaggi che derivano dall'avere un premium brand sul cofano. Credo dipenda più dallo status symbol che la Mini rappresenta. In BMW sono ben consapevoli di aver resuscitato un brand dimenticato dai più, portandolo ad avere successo commerciale e fama su scala mondiale. Per di più, la Mini originale non era un marchio a sé stante, ma un modello che nella sua storia quarantennale è stato prodotto da diverse case automobilistiche, rimanendo sempre fedele a sé stesso.
La nuova Mini, dopo il clamoroso successo della prima serie, è diventata una vera e propria linea di prodotto, dando origine a una serie di varianti più o meno fortunate. Se la Clubman non ha incontrato i favori del pubblico, la Countryman ha colpito nel segno, dando un piccolo Suv modaiolo a tutti quelli che avrebbero sempre voluto una Mini più grande e spaziosa. La cabrio ha avuto un discreto successo, nonostante il prezzo poco amichevole, mentre saranno da valutare nel prossimo futuro le performance delle neonate coupè e roadster.
In realtà diversi appassionati e addetti ai lavori sono rimasti perplessi dopo aver guidato la Coupè, sottolineando che non aggiungeva nulla all'esperienza di guida della berlinetta, pur costringendo a varie rinunce e costando sensibilmente di più. La nuova Roadster non è ancora stata provata, ma tutti si chiedono se avrà una sua personalità e se si farà preferire alla cabrio, che ha quattro posti e la capote elettrica. Io mi chiedo, invece, se la Coupè e la Roadster non si ruberanno clienti a vicenda. Voi che cosa ne pensate? BRUUUM!!!

Mini Roadster Cooper                24.950€
Mini Roadster Cooper S             29.950€
Mini Roadster Cooper S JCW     34.800€
Mini Roadster Cooper SD           30.950€

lunedì 6 febbraio 2012

Mercedes e Baic: non si butta via niente!

Certe volte i principi che governano la produzione di un'automobile coincidono con quelli della macellazione del maiale. Non si butta via niente! Ne è un esempio lampante la neonata BAW C301. Il nome nome non vi dice nulla? Non preoccupatevi, non diceva nulla neanche a me, prima di sapere che dietro questa sigla si cela una nuova automobile. É il frutto della joint-venture tra Mercedes e la cinese Baic (Beijing automotive industry corporation) e, fortunatamente, è riservata solamente ai mercati orientali.
Questa BAW C301 - bel nome eh? - ha la carrozzeria e gli interni della vecchia Classe B, che è appena uscita di produzione. Le stelle a tre punte spariscono e compaiono i loghi Baic; la nuova auto è servita. Tuttavia, qualcosa cambia. Cose di poco conto...telaio, motori e cambi. Si, perchè la piattaforma della prima ClasseB è molto costosa, in quanto derivata da quella della prima Classe A, che aveva il famoso pianale a "sandwich" ideato per ospitare gli elementi di una propulsione ibrida, ma mai sfruttato in tal senso. I tecnici Mercedes hanno quindi riesumato l'economico pianale della vecchia Mitsubishi Colt, alias Smart ForFour, mettendosi poi a fare un sapiente lavoro di taglia e cuci, dando vita a questa BAW C301.
Siete stupiti? Io non troppo. A dir la verità mi ricordate un mio amico, che aveva comprato un' Audi TT. Era molto orgoglioso del suo acquisto e ne decantava le doti tecniche. Caso volle che parcheggiata a pochi metri della fiammante coupè, sostasse una banale Skoda Octavia...Io la indicai e dissi "lo sai che la tua TT e quella Octavia sono parenti molto strette?". Lui subito rise, poi si documentò e non rise più...BRUUUM!!!

venerdì 3 febbraio 2012

La storia della crisi parte 6: i primi segnali di ripresa


Il biennio 2008-2009 è stato decisamente disastroso per il mercato americano dell’auto; in ognuno dei due anni sono stati venduti tre milioni di veicoli in meno rispetto ai dodici mesi precedenti. Le oltre sedici milioni di unità vendute nel 2007 sono ormai un lontano ricordo. Questo tremendo biennio ha visto anche il fallimento e la rinascita di GM e Chrysler, l’ascesa dei costruttori giapponesi e la fine dell’invincibilità del mercato statunitense. Quelle che una volta venivano chiamate le Big Three sono ora chiamate alla sfida più importante della loro storia: risorgere o scomparire. 
Il 2010, invece, inizia con un incoraggiante +6% nel mese di gennaio; Chrysler annaspa ancora con un -8%, GM risale con un +14% e Ford si conferma la più in salute con un + 25% nelle vendite; ma le prime tre auto più vendute sono ancora giapponesi. Ford si è liberata di Volvo vedendola ai cinesi di Geely per la cifra di due miliardi dollari. GM ha fatto lo stesso con Saab; l’accordo con Spyker, dopo complicate trattative, è stato raggiunto sulla base di quattrocento milioni di dollari. Un destino diverso attendeva invece il marchio Hummer: l’azienda cinese Sichuan Tengzhong non aveva ottenuto il benestare da parte del Governo di Pechino, cosicché, in assenza di compratori, il brand sarebbe stato progressivamente smantellato. 
In ogni caso, alla fine del primo trimestre 2010, la situazione dell’industria dell’auto americana è decisamente migliore di quello che ci si potesse aspettare: Ford non ha più conti in rosso e ha aumentato la sua quota sul mercato domestico di 2,7 punti percentuali, arrivando al 16,6%; inoltre prepara il lancio della nuova Focus, progettata per essere venduta in 122 paesi. GM ha già restituito gli aiuti governativi e ritorna ad investire in nuovi stabilimenti; in più, le sue vendite crescono del 20% e la sua quota di mercato si attesta al 18,7%. Senza contare che approfitta dei problemi di Toyota, offrendo sconti speciali ai possessori di auto del colosso giapponese, e si prepara a far debuttare sul mercato l’attesissima Volt e la nuova compatta Aveo, per essere competitiva anche nel segmento sub-compact. 
Anche Chrysler sorprende, con un ritorno all’utile operativo nel primo trimestre (per 143 milioni di dollari) grazie alla risalita della sua quota di mercato fino al 9,1%; tutto ciò in attesa dei nuovi modelli elettrici che saranno lanciati entro breve tempo. Il quadro generale che emerge lascia ben sperare per il futuro dell’auto made in USA. Il mercato ha sostenuto una reazione non facile, che ha comportato un continuo cambio di vertici dirigenziali, sacrifici da parte del Governo, rinunce per i lavoratori americani e canadesi, la perdita di tanti posti di lavoro. Una reazione che ha costretto il popolo Americano a  confrontarsi per la prima volta con industrie nazionalizzate, con auto ecologiche e motori più piccoli dai bassi consumi. Una reazione che ha visto minate seriamente le fondamenta stesse del mito del liberismo a tutti i costi e di una certa parte del “sogno americano”, quello fatto di grandi auto, spinte da motori potenti e da grandi quantità di benzina. 

giovedì 2 febbraio 2012

Volkswagen MQB, una piattaforma per il futuro

Modularer Querbaukasten significa matrice modulare trasversale, in sintesi MQB. É il nome della nuova piattaforma del Gruppo Volkswagen, sulla quale verranno realizzati praticamente tutti i veicoli con il motore trasversale, a trazione anteriore e integrale. Dalla Polo alla Passat, dalla Ibiza alla Superb, dalla Tiguan alla TT, la MQB sarà alla base di circa sessanta auto marchiate Audi, Seat, Skoda e Volkswagen. La caratteristica principale di questa piattaforma è la modularità; possono cambiare il passo, le carreggiate e gli sbalzi, facendo sì che da uno stesso telaio possano nascere auto diversissime tra loro, sia nelle misure che nella forma. Inoltre potranno essere condivisi componenti importanti e costosi come motore, cambio e sospensioni.
La differenziazione tecnica è dunque in via di estinzione, uccisa dalle normative anti-inquinamento e di sicurezza passiva, che fanno salire enormemente i costi di progettazione. Le auto del futuro saranno quindi molto simili dove l'occhio non vede e molto diverse nel vestito esterno, mentre a personalizzare l'esperienza di guida saranno le regolazioni elettroniche di sterzo, cambio e motore, unite a piccole modifiche nella taratura delle sospensioni.
Ma la MQB non sarà l'unica piattaforma modulare del Gruppo VW. Con l'acquisizione di Porsche è necessario creare delle sinergie anche con gli altri marchi sportivi del gruppo. Le  prossime generazioni di Audi R8, Bentley Continental, Lamborghini Gallardo e Porsche nasceranno tutte da una stessa base in grado di ospitare il motore anteriormente o posteriormente...del resto l'ad di Porsche Alain Favey ha dichiarato che in futuro l'integrazione componentistica con VW sarà sempre più forte e che le Porsche potranno montare componenti VW a patto che il cliente non possa percepire la differenza...BRUUM!!!

mercoledì 1 febbraio 2012

Ford B-MAX: accomodatevi!

Anche Ford entra nel movimentato segmento delle monovolume small-size. La B-MAX nasce sul pianale della Fiesta, rispetto alla quale cresce in lunghezza di dieci centimetri e con cui condivide i collaudati motori diesel, di 1.4 (70CV) e 1.6 litri (95CV) di cilindrata. Il benzina è, invece, del tutto inedito. Un litro di cilindrata, tre cilindri e una turbina, per due livelli di potenza, 100 e 125 CV. Promette bassi consumi e guida piacevole.
Ma la caratteristica davvero innovativa di quest'auto è un altra: le porte posteriori scorrevoli combinate con l'assenza del montante centrale. Una soluzione che si vede da tanti anni sulle show car, ma mai portata su un'auto di serie. I vantaggi, su un'auto che fa dello spazio e della flessibilità il proprio cavallo di battaglia, sono lampanti; pensate che aprendo entrambe le porte, si ha uno spazio d'accesso largo un metro e mezzo!Il limite è la perdita di rigidità del telaio, nel quale il montante centrale è un elemento importantissimo. Gli ingegneri Ford sono evidentemente riusciti a trovare una soluzione, ufficialmente inspessendo le porte e utilizzando acciai speciali. Il rovescio della medaglia potrebbe essere l'aggravio di peso e la crescita dei costi, ma bisognerà aspettare il Salone di Ginevra (dove l'auto verrà presentata ufficialmente) per avere una idea più precisa.
Intanto va sicuramente riconosciuta a Ford una certa dose di coraggio e di inventiva. La B-MAX avrà concorrenti agguerrite, ma potrà contare su una caratteristica esclusiva, oltre che sull'ottimo rapporto qualità/prezzo di tutti i prodotti Ford. La 500L è avvisata...BRUUUM!!!