giovedì 30 aprile 2015

Etilometro blocca-auto, l'Europa fa un passo in avanti


Mentre in Italia si dibatte sull'ergastolo della patente, sull'omicidio stradale e sulle pene da comminare quando le tragedie sono causate da uno stato di alterazione psicofisica (guida in stato di ebrezza o assunzione di stupefacenti), la Commissione Europea cerca di guardare oltre e di fare del tutto per impedire a chi è ubriaco di mettersi al volante. O meglio, mettersi al volante va anche bene, l'importante è non riuscire a mettere in moto l'auto. Per rendere effettivo questo impedimento bisogna utilizzare i dispositivi noti come "alcol interlock". Si tratta di speciali etilometri installati nel veicolo e collegati alla centraline di gestione del motore. L'automobilista soffia nel tubicino e se il suo livello di alcol nel sangue è corretto può guidare, altrimenti l'auto non parte. Se pensate che sia una misura troppo drastica, ricordate che ogni anno in Europa muoiono più di 10.000 persone per incidenti causati dall'alcol, è come se un paese di provincia sparisse nel nulla. Per questo è importante fare di più, andando oltre la prevenzione e i controlli delle forze dell'ordine. Ma, come in tutte le questioni dove c'è di mezzo un dispositivo elettronico, serve un capitolato comune a livello europeo e adesso c'è.

continua su Omniauto

mercoledì 29 aprile 2015

Ford S-Max, la seconda vita della monovolume sportiva


Il segmento D italiano, escludendo i marchi premium, vale poco più di 27.000 unità all'anno, di cui quasi i due terzi vengono acquistate da aziende o da società di noleggio. Sul podio ci sono tre tedesche, Passat, Octavia (passatemi la licenza geografica) e la Insignia, mentre la medaglia di legno va alla Peugeot 508. Poi vengono i due modelli Ford, la S-Max e la Mondeo. La seconda è stata rinnovata da poco e infatti le sue vendite stanno superando quelle della prima, che comunque fino a tutto il 2014 si è mantenuta in testa. Del resto la formula della S-Max è tanto particolare quanto intelligente: offrire tutte le caratteristiche di una grande berlina, con la possibilità di avere più spazio e in modo più flessibile. La monovolume ha 5 posti e un bagagliaio da 700 litri, oppure 7 posti e 285 litri, ma quelli della terza fila sono davvero due strapuntini adatti solo ai bambini.

continua su Omniauto

martedì 28 aprile 2015

Gruppo Volkswagen, il dopo Piech inizia con una low cost per il far east


Che cosa succederà nel Gruppo Volkswagen ora che Ferdinand Piech si è dimesso da Presidente del Consiglio di Sorveglianza, portandosi dietro anche la moglie Ursula? A livello societario, la sua carica passerà a Berthold Huber, il responsabile del sindacato Ig Metall che attualmente è Vice Presidente, in attesa che venga deciso un assetto definitivo. Ma la partita più interessante si gioca sul piano del mercato, dell’industria e dei prodotti. Il gruppo tedesco, infatti, possiede qualcosa come 12 marchi, 118 stabilimenti in 31 paesi del mondo e impiega oltre 600.000 persone. Le criticità da risolvere non sono poche, una su tutte i risultati zoppicanti del brand Volkswagen sul mercato americano e poi ci sono da preparare le sfide del prossimo futuro.

continua su Omniauto.it

lunedì 27 aprile 2015

Alfa Romeo Giulia, a due mesi dal debutto sale la febbre


I battiti del cuore sportivo Alfa Romeo iniziano a salire, perché tra due mesi esatti verrà finalmente svelata la nuova berlina media, l'erede della 159 nota anche come Alfa Giulia, ma soprattutto l'auto che sancirà il ritorno del Biscione alla trazione posteriore su un modello di grande produzione. Non si chiamerà Giulia, o forse si, nessuno lo sa con precisione e probabilmente non trapeleranno informazioni fino al giorno della presentazione alla stampa internazionale, fissata per il 24 giugno prossimo. Con la "progetto 952" – questo è il codice interno - il Gruppo FCA si gioca anche un'altra carta importantissima, quella del ritorno sul mercato americano, dove la 4C, sia berlinetta e che spider, sta facendo parlare di sé da più di un anno. Nel futuro del gruppo italo-americano, infatti, produrre in Italia per esportare sarà fondamentale per garantire la profittabilità dei prodotti e l'impiego degli stabilimenti.

continua su Omniauto.it

venerdì 24 aprile 2015

Renault Zoe, più autonomia e prezzo scontato. Sperando di vendere meglio


Abbassare il prezzo e aumentare l’autonomia. È questa la ricetta di Renault per dare una scossa alle vendite della Zoe, la piccola 100% elettrica che nelle previsioni iniziali avrebbe dovuto essere venduta in 150.000 unità all’anno ma che nella dura realtà solo lo scorso anno ha superato le 10.000. Prima dell’inizio dell’estate arriverà la versione aggiornata e i chilometri massimi percorribili con un pieno di corrente saliranno da 199 a 240, grazie a un nuovo motore elettrico più leggero ed efficiente, mentre il listino scenderà a meno dei 21.850 euro (affitto delle batterie escluse) che oggi occorrono per portarsene a casa una. Azzardiamo una previsione, il nuovo cartellino del prezzo reciterà 19.990 euro, una mossa che potrebbe abbassare la soglia psicologica dei potenziali acquirenti. Sarà sufficiente a cambiare il destino della Zoe? Difficile dirlo, soprattutto in tutti quei Paesi che non seguono il buon esempio della Francia, dove ci sono circa 6.000 euro di incentivi che abbassano drasticamente il prezzo. Come ha detto Carlos Ghosn a Ginevra ad Automotive News Europe, l’ansia da autonomia è il problema principale da risolvere e finché l’Europa non sarà cosparsa da una rete di stazioni di ricarica, almeno paragonabili a quella per il rifornimento dei carburanti fossili, sarà difficile vedere un cambio di passo.

continua su il Fatto Quotidiano

giovedì 23 aprile 2015

Obama protegge l’industria americana: l’alleanza transatlantica può aspettare


La Trans-Pacific Partnerhip può aspettare, soprattutto quando sono in ballo i delicatissimi equilibri dell’industria automotive americana. Così, venerdì scorso Barack Obama ha detto che non ha nessun senso velocizzare le operazioni di voto sull’accordo che coinvolge 12 nazioni e riguarda circa il 40% del commercio mondiale. Una delle questioni principali, su cui si sta negoziando da più di quattro anni, è quella delle tasse sulle auto fabbricate in Giappone e commercializzate negli Stati Uniti, cioè la categoria di prodotti più esportata per un valore di quasi 50 miliardi di dollari nel 2013. Questa cifra rappresenta anche la grandissima parte del deficit nell’import-export degli americani verso i giapponesi, che dal canto loro nel 2013 hanno importato circa 12 miliardi di dollari di carni e prodotti agricoli. Attualmente gli Usa applicano il 2,5% di tasse sul prezzo delle auto “made in Japan” e il 25% sui veicoli commerciali, mentre il Giappone tassa al 4,3% la carne di maiale, al 38,5% quella di manzo e il grano al 252%. Su una Toyota Prius il plus vale circa 600 dollari, quello sul grano fa sì che il mercato interno non venga “invaso” dagli yankee. Lo stesso calcolo, tuttavia, non si può fare su un furgone o un camion costruito in Giappone perché nessun costruttore ne spedisce negli Usa, visto il differenziale sarebbe troppo alto e il mercato non apprezzerebbe.

continua su il Fatto Quotidiano

mercoledì 22 aprile 2015

Carburanti, ecco perché al "supermercato" costano meno


Se volete spendere il meno possibile per fare il pieno all'auto, che sia benzina, diesel, GPL o metano, andate al "supermercato". I meno cari sono i 27 distributori, sparsi in 10 Regioni italiane, che si trovano in corrispondenza degli ipermercati Auchan. La certificazione di “economicità” arriva direttamente dal Ministero dello Sviluppo economico, che periodicamente rileva i prezzi sul territorio nazionale. Nell’ultima di queste rilevazioni, Auchan è risultata la catena di distributori con il prezzo medio più basso d’Italia, nel segmento a self-service con prezzi medi di 1,369 euro al litro per il gasolio e di 1,501 euro/litro per la benzina; nel segmento servito, con 0,539 euro/litro per il Gpl e 0,939 euro/litro per il metano. Vuol dire che, rispetto alle medie nazionali, si risparmiano 6,9 cent/litro sul diesel, 7,7 sulla benzina, 4,9 sul metano e 9,5 sul GPL. Ma perché i carburanti costano così poco, come fa l’azienda francese a tenere i prezzi così bassi? La risposta è semplice, rinunciando a buona parte dei margini di guadagno, che peraltro nel settore sono già ridotti all’osso, circa 14 centesimi su ogni litro di benzina.

continua su Omniauto



martedì 21 aprile 2015

Tesla, in California scoppia la polemica sugli incentivi alle elettriche “dei ricchi”


È giusto dare incentivi statali a chi già è in grado di spendere più degli altri per acquistare un’auto di lusso, benché elettrica? La questione è politica, riguarda la Tesla Motors ed è stata sollevata negli Stati Uniti. I numeri non mentono e raccontano che la maggior parte delle agevolazioni vanno a consumatori che guadagnano almeno il doppio della media nazionale e decidono di investire nelle vetture di Elon Musk. Ted Gaines, senatore repubblicano della California, ha espresso i suoi dubbi a Bloomberg. “È difficile spiegare al californiano medio perché una persona che compra un’auto da 100.000 dollari dovrebbe avere un incentivo, in realtà è dura da capire anche per me”. Di qui la proposta di destinare gli aiuti statali solo ai modelli elettrici che non costino più di 40.000 dollari.

continua su Il Fatto Quotidiano

lunedì 20 aprile 2015

FCA presenta un nuovo piano di bonus per premiare gli operai


La rincorsa di FCA ai vertici del mercato mondiale dell'auto passa anche per il miglioramento delle condizioni di lavoro dei suoi operai, in particolar modo quelli italiani, che vedranno una modifica del sistema con cui vengono retribuiti che sarà più legato ai risultati dell'azienda. Il concetto è lo stesso che applica il Gruppo Volkswagen, che a fine anno è solito annunciare con orgoglio il bonus che ogni dipendente ha ricevuto in relazione ai successi dell'azienda. Ieri, in un incontro con i sindacati, Sergio Marchionne e Alfredo Altavilla, responsabile delle operazioni FCA per l'area EMEA, hanno illustrato nei dettagli come funziona la nuova politica retributiva prevista per il quadriennio 2015-2018. Considerando un livello contrattuale medio di un operaio specializzato, il premio potrà raggiungere i 10.700 euro nei quattro anni, quindi circa 2.650 euro all'anno. Una bella differenza rispetto agli 8.600 euro con cui Porsche ha premiato i suoi dipendenti per i soli risultati del 2014, ma è un inizio.

continua su Omniauto

venerdì 17 aprile 2015

Audi RS3 Sportback, una supercar 'travestita' da compatta


Che cosa serve per avere una Audi A3 in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 4,3 secondi e di spingersi fino a 280 km/h? Un intervento del reparto Quattro, ovvero la divisione sportiva della Casa di Ingolstadt che cura lo sviluppo di tutti i modelli più sportivi. Una volta installato il 5 cilindri 2.5 TFSI turbo benzina da 367 CV e450 Nm di coppia, il più è fatto. Poi si accoppia al cambio doppia frizione a 7 rapporti S-Tronic e si fa gestire il tutto dalla trazione integrale con giunto centrale Haldex di quinta generazione. A quel punto è solo questione di dettagli: un assetto specifico, freni anteriori a margherita e un bell'allestimento racing degli interni. Il risultato è la RS3 Sportback, che per 49.900 euro offre prestazioni da supercar ''nascoste'' nel vestito di una compatta. Arriverà sul mercato italiano a giugno, con una corposa lista di optional comprensiva di due primizie che saranno particolarmente apprezzate dai puristi della guida sportiva. Questa Audi, infatti, è la prima segmento C a rendere disponibili i freni carboceramici e i sedili a guscio in fibra di carbonio, che fanno risparmiare 14 kg. Certo, si tratta di accessori davvero particolari, ma il mercato italiano ha già dimostrato di apprezzare un'auto estrema come questa, visto che la generazione precedente, nei 16 mesi in cui è stata disponibile, è stata venduta in 218 esemplari. La nuova punta a fare ancora meglio, potendo contare su un ciclo di vita più lungo e su un prezzo di listino ribassato di quasi 3.000 euro rispetto alla vecchia.

continua su ANSA Motori

GM, già 84 risarcimenti milionari. A chi è morto per colpa di una molla da 56 cent


Siamo a quota 84: tanti sono gli accordi raggiunti da General Motors con le famiglie delle vittime del difetto del blocchetto dell’accesione. E 93 quelli con gli infortunati. Ma è solo all’inizio: allo scadere dei termini per presentare le richieste di danni, lo scorso 31 gennaio, la GM ne ha contate 4.343, di cui 478 relative a decessi. Ma almeno questi primi 177 casi sono chiusi, perché chi accetta il risarcimento rinuncia automaticamente a ogni altra forma di azione legale. Una magra consolazione per General Motors, che potrebbe spendere oltre 600 milioni di dollari per erogare tutti i risarcimenti – ha messo in conto un milione di dollari per ogni vittima – senza contare il costo del maxi richiamo, i 35 milioni di multa comminati dalla Nhtsa e le indagini partite in 49 Stati americani, oltre a quelle del Governo federale. All’origine del più grosso scandalo che abbia mai investito il colosso americano sta una molla difettosa da 56 centesimi di dollaro. Si trovava nel blocchetto di accensione di una decina di milioni di automobili, tutte prodotte dalla General Motors, parte delle quali devono ancora ricevere il pezzo modificato.

continua su il Fatto Quotidiano

giovedì 16 aprile 2015

Subaru Forester Lineartronic, finalmente il CVT diventa piacevole


Parlare del marchio Subaru mi risulta sempre difficile, perché da un lato mi è molto simpatico e non riesco a capire al 100% le ragioni della sua presenza marginale tanto in Europa che in Italia, ma dall'altro non comprendo fino in fondo nemmeno alcune scelte prese dalla Casa madre a cui la filiale italiana si trova, giocoforza, a dover sottostare. Ma andiamo con ordine. Oggi mi trovo in Emilia, per provare il model year 2015 della Forester, in particolare con il nuovo powertrain composto dal 2.0 boxer turbodiesel e dal cambio automatico CVT Lineartronic. La sigla che identifica la trasmissione a variazione continua non è certo popolare dalle nostre parti, abituati come siamo ad associarla agli scooter o, al massimo alle Toyota ibride. Tra i costruttori europei, infatti, solo Audi aveva provato l'esperimento Multitronic, ma con scarso successo. Ma, come dicevo le Subaru mi sono simpatiche e sono convinto che in Giappone abbiano lavorato sodo per trarre il massimo da questa soluzione tecnica.

continua su Omniauto

mercoledì 15 aprile 2015

Ford C-Max, tanto spazio senza rinunciare al piacere di guida


Il segmento C non è più quello di una volta, quando bastava avere una bella berlina due volumi, farla a tre e cinque porte e il gioco era fatto. Al massimo si poteva aggiungere una versione station wagon, destinandola alle famiglie e ai macinatori di chilometri di professione. Oggi tutto questo non è sufficiente e quello che succede in casa Ford è il migliore esempio. Ogni due C-Max vendute, infatti, anche due Focus lasciano gli autosaloni, ma una è berlina e l'altra è station wagon. Considerando i singoli modelli, vuol dire che la monovolume vende il doppio sia di una che dell'altra. Nel caso specifico, poi, la situazione è ancora più rosea, visto che la C-Max domina incontrastata la sua categoria, vendendo quasi il doppio della migliore concorrente. Il merito è in massima parte della variante a 5 posti, visto che quella a 7 con le porte posteriori scorrevoli rappresenta solo il 15 % delle vendite. Leggendo la scheda tecnica della prima se ne capisce il motivo.

A 4,38 metri di lunghezza corrispondono circa 14 quintali di massa a vuoto (1.391-1519 kg è la forbice tra il 1.0 EcoBoost manuale e il 2.0 TDCi automatico), mentre l'altezza non supera gli 1,61 metri. Praticamente è una Focus un po' più alta, ma questo non costituisce un limite nel parcheggio, bensì un vantaggio nella volumetria interna. Come spazio a bordo, per persone e bagagli, tra le due non c'è paragone e anche la Focus station wagon rischia di uscire sconfitta dal confronto, perché nonostante quasi 17 centimetri di lunghezza in più, la capacità del vano bagagli è praticamente uguale. Insomma la C-Max è un'auto “intelligente” ma anche piacevole da guardare e da guidare, un “tris” di caratteristiche che difficilmente si trovano insieme su una vettura sola. Infatti il suo successo è cristallino, soprattutto in Italia, il mercato che ne ha immatricolate ben 185.000, a fronte degli 1,2 milioni di unità vendute in Europa dal Lancio.

martedì 14 aprile 2015

Gruppo Volkswagen, è battaglia per la leadership


Che Ferdinand Piech sia avvezzo a prendere decisioni forti e spesso di testa sua lo sapevamo già. Bernd Pischetsrieder (ex CEO di BMW e del Gruppo Volkswagen) lo ha scoperto qualche anno fa, mentre operazioni “mangiasoldi” come la Bugatti Veyron o la Volkswagen Phaeton portano la firma proprio del nipote di Ferdinand Porsche. La “bomba” è scoppiata venerdì, quando Piech ha dichiarato alla stampa tedesca di aver preso le distanze da Martin Winterkorn, attuale CEO del Gruppo Volkswagen, una presa di posizione netta e pubblica che sottintende una frattura già avvenuta. Il problema principale sarebbe negli scarsi risultati del marchio Volkswagen negli Stati Uniti, ma anche sull’eventuale auto low cost del futuro, i due la pensano molto diversamente. Posto che effettivamente Volkswagen ha un problema di riduzione dei costi e di margini inferiori a quelli di BMW e Mercedes, che invece seguitano a macinare record negli USA, è anche vero che finora Piech ha appoggiato tutte le scelte di Winterkorn, il quale, peraltro, negli ultimi otto anni ha portato il Gruppo Volkswagen sul tetto del mondo.

da Omniauto.it

lunedì 13 aprile 2015

Smart Forfour, la prova del Fatto.it – Il brio del 90 CV è di serie, il resto si paga


La vecchia Smart Forfour, quella derivata dalla Mitsubishi Colt e ritirata dal mercato dopo due anni causa flop, è solo un ricordo lontano, di quelli che si preferisce dimenticare. La nuova è tutt’altra cosa, sostanzialmente la versione cinque porte della Fortwo, o la sorella della Renault Twingo, se preferite. Il motore e la trazione sono posteriori, i posti quattro (niente quinto optional) e il rapporto lunghezza/passo estremo che più estremo non si può. Le ruote sono praticamente agli angoli della carrozzeria, liberando spazio utile a bordo, il 77% rispetto a tutto quello che occupa l’auto, secondo Mercedes. Si, se non doveste saperlo, il marchio Smart fa parte del gruppo Daimler e il progetto della terza generazione è stato fatto a quattro mani con il partner Renault, che ha portato in dote molte cose, tra cui il motore da 898 cc sovralimentato protagonista della nostra prova, l’unità più potente in gamma. Con 90 CV e 135 Nm ha brio a sufficienza, anche se occorre vincere un minimo di inerzia iniziale del turbo prima di avere la spinta che ci aspetta. A che regime accada di preciso non sappiamo dirvelo – a “orecchio” ipotizziamo 2.700-2.800 giri – perché il contagiri (154 euro) è uno dei tanti accessori non di serie che stonano un po’ su un’auto che, con questo motore, costa tra i 14.570 e i 16.870 euro.

venerdì 10 aprile 2015

Rolls-Royce: il SUV inizia i collaudi su strada (e in fuoristrada)


La notizia era stata confermata ufficialmente il 18 febbraio, con buona pace dei puristi appassionati del marchio inglese: Rolls-Royce metterà sul mercato un SUV e anche abbastanza velocemente. Per ora era noto solamente come "Progetto Cullinan", un nome molto particolare visto che è quello del più grande diamante grezzo mai estratto a memoria d'uomo. Un pezzo unico da 612 grammi (3.106,75 carati) dal cui taglio fu possibile, nel 1908, creare 105 diamanti, di cui molti fanno parte dei "Gioielli della Corona". Insomma, l'eccellenza assoluta, quella che dal punto di vista automobilistico è stata sempre appannaggio della Rolls-Royce. Ma, si sa, nel corso della storia anche i nobili dal sangue più blu hanno dovuto scendere a patti con la dura realtà, così ecco che anche la Spirit of Ecstasy dovrà alzarsi di un paio di spanne da terra. La classica statuetta che troneggia dal 1911 sulle vetture britanniche sta per accomodarsi anche sulla calandra di un SUV, di cui oggi sono state diffuse le prime immagini, anche se le sue forme sono un po' bizzarre.

da Omniauto.it

giovedì 9 aprile 2015

Ferrari Dino, torna la mitica V6?


Quando si parla di Ferrari basta un tweet a scatenare ogni tipo di speculazione. Nella fattispecie è stato il cinguettare di Jonny Lieberman, nota firma del magazine statunitense Motor Trend, a innescare la “valanga mediatica”. Lo scoop, o presunto tale, arriva dal Salone di New York, dove una fonte interna si sarebbe fatta scappare che il Cavalilno Rampante sta lavorando a un modello entry-level, una nuova Dino con un nuovo V6 sotto il cofano da lanciare nel 2018, o al più tardi nel 2019, per fare concorrenza a modelli storici come la 911 Turbo e ad altri nati da poco, tipo la Mercedes AMG-GT o la McLaren 570 S. La nuova “piccola” made in Maranello costerebbe circa 170.000 euro, cioè un po’ meno della California T e della 458 Italia, che ha ormai sfondato il tetto dei 200.000 euro.
I maligni potrebbero subito bollare la rinascita della Dino come il primo effetto della cura Marchionne, che vorrebbe dire un drastico cambio di politica di prodotto. Nell’era Montezemolo, infatti, era sempre stata chiara la volontà di non superare il tetto di 7/8.000 auto all’anno, per mantenere e conservare quell’esclusività tipica di ogni Ferrari.

mercoledì 8 aprile 2015

Fast and Furious, l'ottavo episodio sarà girato a New York


Non è passata nemmeno una settimana dal debutto di Fast and Furious 7 che già si inizia a parlare del prossimo episodio, il numero otto. La “colpa” è di Dominic Toretto, cioè di Vin Diesel, che in una delle interviste rilasciate per la promozione del film si è lasciato sfuggire alcuni dettagli riguardanti la nuova storia di una delle serie più amate in tutto il mondo. No, non stiamo esagerando e la prova della popolarità raggiunta dalla saga è dimostrata anche dal fatto che il film sia uscito nelle sale cinematografiche in contemporanea dappertutto nello stesso giorno. In realtà, l’uscita di uno nuovo episodio di Fast and Furious non è una novità assoluta, visto che già alla fine dello scorso anno la Universal Pictures aveva ammesso che erano al vaglio tre ulteriori film successivi a Fast and Furious 7, così da avere una vera e propria saga di dieci pellicole.

martedì 7 aprile 2015

Cambia il capo del design FCA, via Ramaciotti, ecco Ralph Gilles


Alfa Romeo 4C e Giulietta, Maserati Ghibli e Quattroporte, più una dozzina di Ferrari tra gli inizi degli anni Novanta e la metà dei Duemila, senza contare concept come la Mythos o la Birdcage. Il curriculum di Lorenzo Ramaciotti è lunghissimo e alla voce “lavoro attuale” recita “Responsabile del design del Gruppo FCA”. Questo fino a ieri, perché da oggi il suo ruolo è stato assunto da Ralph Gilles, canadese di origini haitiane classe 1970, attualmente a capo del design North America di FCA. Grandissimo appassionato di auto, avrà il compito di dettare la nuova linea del gruppo italo-americano, confrontandosi anche con marchi blasonati che hanno stilemi radicati nella storia. È troppo tardi per influire sul design dell’attesissima Giulia o sul SUV Alfa Romeo previsto per il 2016, ma siamo certi che Gilles non veda l’ora di mettere le mani sui prodotti in arrivo nei prossimi anni.

da Omniauto.it

venerdì 3 aprile 2015

Alfa Romeo: Giulia negli USA a inizio 2016, il SUV un anno dopo


“Quando leggerete le specifiche tecniche salterete in piedi sulla sedia”, parola di Reid Bigland, Capo di Alfa Romeo North America

Reid Bigland è un signore americano con la faccia simpatica e il fisico da culturista. Il suo lavoro è probabilmente uno dei più agognati e difficili al mondo, ovvero fare il “big boss” del marchio Alfa Romeo in Nord America. Due parole che quando vengono connesse creano scintille, aspettative e anche qualche tumulto nelle concessionarie, visto che gli ordini della 4C sono stati sospesi dopo la grande mole di richieste pervenute oltreoceano. Ma il bello deve ancora venire, perché il prossimo 24 giugno verrà finalmente svelata la “progetto 952”, la berlina di segmento D che potrebbe chiamarsi Giulia, o forse no. Mr. Bigland la aspetta come la manna dal cielo, per riempirci i dealer e venderne quante più possibile.

mercoledì 1 aprile 2015

Il 1 aprile, in Germania, la smart diventa filobus ibrido e corre sui binari del tram

Finora le auto avevano viaggiato sui binari del treno solo nei film, ma dal prossimo autunno, i dipendenti Daimler che fanno la spola tra i centri di Stoccarda-Untertürkheim e Stoccarda-Möhringen potranno fare lo stesso con i prototipi della nuova Smart Forrail, prima del lancio sul mercato previsto per l’estate 2016. La versione speciale della piccola tedesca sfrutta le possibilità offerte dalla nuova normativa domestica in materia di elettromobilità: è classificata come filobus ‘fino a 5 posti a sedere’ e per essere guidata richiede solo un corso di due ore. Oltre a viaggiare sulle corsie normali e quelle riservate agli autobus, può spostarsi utilizzando i binari del tram grazie all’adozione di ruote speciali evitando eventuali code sulle carreggiate principali spostandosi nelle corsie tradizionalmente riservate alla tramvia. Inoltre, In questo modo è possibile avere accesso alle linee elettriche aeree esistenti, che finora rappresentavano una risorsa inutilizzata per il caricamento delle auto elettriche. 




Tutto questo è possibile grazie alla nuova costruzione delle ruote, che combina i tradizionali pneumatici in gomma delle autovetture con quelli in acciaio adatti ai binari. Per la prima volta, infatti, un’auto integra un trolley analogo a quello impiegato nel traffico su rotaia che provvede a caricare di corrente un potente sistema di accumulo di energia ibrido, composto da condensatori a doppio strato (DSK) e da una batteria di trazione. Il trolley è ottimizzato dal punto di vista aerodinamico e fuoriesce azionando un tasto specifico, cosicché i passeggeri non si accorgano minimamente del passaggio dall’alimentazione elettrica esterna a quella interna. Sfruttando le linee elettriche dei tram, peraltro, l’autonomia teorica è illimitata. Il progetto pilota prevede una tariffa flat, mentre per l’uso del modello di serie sono in discussione altre soluzioni. Grazie al sistema di accumulo di energia ibrido, la versione pre-serie della Smart Forrail ha attualmente circa 150 km di autonomia senza ricorrere alle linee aeree e può superare pendenze fino al 20%. L’auto risulta quindi perfetto per la topografia del capoluogo del Baden-Württemberg, perché la batteria si carica durante la marcia nei tratti elettrificati o presso le stazioni di carica rapida presenti a Stoccarda-Untertürkeim o Stoccarda-Möhringen.

(Se non si fosse capito la notizia è un pesce d'aprile)