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lunedì 3 maggio 2021

Seat Leon Sportstourer, la prova - crossover? No grazie!


La Seat Leon Sportstourer rappresenta una categoria di auto che, prima dell'invasione di SUV e crossover, era la preferita di chi aveva bisogno di tanto spazio e di fare molti chilometri, senza spendere un capitale. Le station wagon compatte per molti anni sono state vere best-seller sul mercato europeo: vetture derivate dalle corrispondenti berline, che però offrivano una volumetria interna assai maggiore. La categoria non è ancora in via di estinzione, visto che sul mercato italiano sono rimasti una dozzina di modelli, per la maggior parte appartenenti a marchi generalisti. La Leon Sportstourer è l'ultima novità arrivata in ordine di tempo, poco dopo la cugina Skoda Octavia che è lievemente più voluminosa. A breve arriverà anche la Golf station wagon a completare l'offerta del Gruppo Volkswagen nel segmento, e rispetto alla spagnola avrà praticamente le stesse misure ma un approccio più classico, da Golf, appunto. Questo perché le tre auto hanno caratteri ben distinti e la Leon è quella che punta di più sul dinamismo, sia a livello di estetica che di prestazioni. La gamma è molto estesa, partendo dai 90 CV della 1.0 TSI a benzina e arrivando ai 204 CV della plug-in hybrid, con in mezzo anche le motorizzazioni a metano e Diesel. Abbiamo provato quest'ultima, con il 2.0 TDI da 150 CV (c'è anche da 115 CV), il cambio DSG e l'allestimento sportivo FR. Con questa evoluzione, il 4 cilindri a gasolio ha quasi raggiunto la perfezione in termini di guidabilità, mentre per quanto riguarda le emissioni può contare su tecnologie come il twin dosing, ovvero un doppio sistema di iniezione dell'additivo AdBlue, che viene iniettato a monte dei due catalizzatori SCR disposti in serie. Con questo sistema di post-trattamento dei gas di scarico i famigerati ossidi di azoto vengono drasticamente abbattuti. Continua su La Stampa

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sabato 24 aprile 2021

Skoda Octavia Wagon iV, elettrica quando serve


La Skoda Octavia Wagon iV è una di quelle auto che danno certezze. Comoda, spaziosa e tecnologia, ha uno stile che è il perfetto mix di eleganza e understatement. In altre parole l'alternativa perfetta per chi non vuole cedere al SUV ma ha bisogno di tanta volumetria a bordo. La nuova generazione è sul mercato ormai da un anno e vi abbiamo già raccontato come va nella classica motorizzazione Diesel, che per chi fa tanti chilometri è ancora la soluzione migliore. Stavolta, invece, ci dedichiamo alla versione più futuristica, la ibrida plug-in. Da lontano e da fermo è praticamente impossibile distinguerla dalle altre Octavia, mentre se è in movimento si rimane colpiti da silenzio con cui è in grado di marciare. Si perché la Skoda Octavia Wagon iV - iV è la sigla che distingue le vetture con la spina del brad boemo - abbina un tradizionale motore a benzina, 1.4 turbo da 150 CV, a un altro elettrico da 102 CV che è inserito all'interno nel cambio DSG a 6 rapporti. La potenza complessiva disponibile è di 204 CV, sufficienti per scattare da 0 a 100 km/h in 7,8 secondi e arrivare fino a 220 km/h. È la nuova frontiera dell'elettrificazione, l'anello di congiunzione tra l'auto del passato e quella del futuro. Ibrida plug-in vuol dire che può essere ricaricata per fare il pieno di elettricità: aprendo lo sportellino vicino alla porta del guidatore, si può collegare a una presa domestica, come se fosse uno smartphone, e in quattro è completamente carica. A questo punto ci si può muovere a emissioni zero, raggiungendo anche i 140 km/h e potendo contare su un'autonomia (omologata WLTP) che arriva a 67 km, grazie alla batteria agli ioni di litio capace di stoccare 13 kWh. Continua su GQ

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mercoledì 13 gennaio 2021

Renault Megane Sporter E-Tech, la prova dell'ibrida plug-in


In quest'epoca di elettrificazione frenetica ed estesa, lo sviluppo dell'ibrido classico - quello che definiamo come full hybrid - sta un po' subendo il fatto che la maggior parte dei costruttori automobilistici si stiano orientando sull'elettrico puro, sul mild hybrid e sul plug-in hybrid.In questo contesto Renault, che da anni presidia il mercato delle auto a batterie (i BEV, Battery Electric Vehicles), ha deciso di inventare un sistema HEV (Hybrid Electric Vehicle) inedito, scendendo in un campo di battaglia creato da Toyota ormai oltre un quarto di secolo fa. Continua su Motor1

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mercoledì 6 gennaio 2021

Opel Insignia Sports Tourer, la prova: la station wagon che resiste ai SUV

A tre anni dal lancio la Insignia si aggiorna, con alcuni elementi stilistici rivisitati, nuovi motori e maggiori dotazioni tecnologiche. All'esterno i ritocchi sono concentrati nei gruppi ottici anteriori, che oltre a essere più sottili hanno l'ultima generazione di LED Intellilux, con ben 84 elementi per faro. La visibilità migliora, così come la reattività e la precisione nel non abbagliare le auto che si incontrano, fornendo allo stesso tempo la massima illuminazione. Sotto il cofano del modello precedente si potevano trovare propulsori di tre famiglie diverse, ora invece, tutti appartengono alla stessa. Si va dai Diesel - 1.5 da 122 CV e 2 .0 da 174 CV - al 2 litri benzina da 200 o 230 CV (per le GSi), che peraltro sono i primi motori Opel con la disattivazione dei cilindri. Sono accoppiati a nuove trasmissioni - manuale a 6 rapporti, automatico a 8 o 9 rapporti - ad attrito ridotto, che insieme all'aerodinamica aggiornata con la griglia anteriore attiva e il sottoscocca carenato, permettono di abbassare i consumi. Continua su La Stampa

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mercoledì 2 dicembre 2020

Opel Insignia Sports Tourer, la prova: la station wagon che resiste ai SUV


A tre anni dal lancio la Insignia si aggiorna, con alcuni elementi stilistici rivisitati, nuovi motori e maggiori dotazioni tecnologiche. All'esterno i ritocchi sono concentrati nei gruppi ottici anteriori, che oltre a essere più sottili hanno l'ultima generazione di LED Intellilux, con ben 84 elementi per faro. La visibilità migliora, così come la reattività e la precisione nel non abbagliare le auto che si incontrano, fornendo allo stesso tempo la massima illuminazione. Sotto il cofano del modello precedente si potevano trovare propulsori di tre famiglie diverse, ora invece, tutti appartengono alla stessa. Si va dai Diesel - 1.5 da 122 CV e 2 .0 da 174 CV - al 2 litri benzina da 200 o 230 CV (per le GSi), che peraltro sono i primi motori Opel con la disattivazione dei cilindri. Sono accoppiati a nuove trasmissioni - manuale a 6 rapporti, automatico a 8 o 9 rapporti - ad attrito ridotto, che insieme all'aerodinamica aggiornata con la griglia anteriore attiva e il sottoscocca carenato, permettono di abbassare i consumi. Continua su La Stampa

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giovedì 27 agosto 2020

BMW, la nuova M3 sarà (per la prima volta) anche Touring

BMW ha annunciato che la prossima M3 sarà anche Touring, cioè station wagon. Una notizia che ha provocato un certo interesse nel mondo degli appassionati, principalmente per ragioni storiche. In tutta la sua gloriosa storia, infatti, la M3 non era mai stata declinata in versione "giardinetta". Berlina, coupé e cabriolet si, ma station wagon no. La motivazione ufficiale è ignota, ma sicuramente si perde in qualche ufficio marketing a Monaco di Baviera, dove osservando numeri e grafici la risposta a chi sosteneva una M3 Touring era sempre "Nein". E pensare che nel 2000 era mancato davvero poco. Addirittura BMW aveva presentato una "concept" praticamente pronta per la produzione, basata sulla E46, quindi ancora con il mitico motore 3,2 litri sei cilindri in linea aspirato, che sparava 343 CV e girava a 8.000 giri. Una macchina che sarebbe stata la concorrente perfetta della coeva Audi RS4 Avant, ma che invece non è mai arrivata sul mercato. Continua su La Stampa

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giovedì 20 agosto 2020

Audi A4 Avant, elogio della station wagon

La Audi A4 Avant è una di quelle auto che regalano certezze. Station wagon e turbodiesel, sembra quasi provenire da un'altra epoca, però poi ci sono vari dettagli che ne esplicitano la modernità, come il nuovo motore 2.0 TDI dotato di un sistema mild hybrid. In questa ultima evoluzione eroga 204 CV e 400 Nm di coppia, sufficienti per spingere la station tedesca a 236 km/h e da 0 a 100 km/h in 7,1 secondi. Tutto questo sia grazie alla trazione integrale che al cambio a doppia frizione a 7 rapporti. Guidandola si apprezza più di ogni altra cosa il perfetto connubio tra forza e fluidità, si può avanzare nel traffico con un filo di gas o chiedere le massime prestazioni certi che l’auto non avrà mai il minimo problema ad accontentare le richieste. A livello di sensazioni, la Audi A4 Avant sa appagare i palati più raffinati. Lo sterzo è preciso e non troppo pesante, mentre l'assetto permette di togliersi anche qualche soddisfazione tra le curve, sia per sincerità che per tenuta di strada. Il merito di questo risultato è anche della leggerezza del corpo vettura, dovuto sia alla costruzione della scocca che utilizza il 20% di alluminio. A bordo il comfort è di alto livello. Anche se non ci sono le sospensioni a regolazione elettronica, l'assetto è un ottimo compromesso tra rigidità e capacità di assorbimento, mentre l'insonorizzazione dell'abitacolo è fatta a regola d'arte. A questo proposito, lo spazio a bordo è comodo anche per cinque persone, a patto che i passeggeri anteriori non arretrino troppo con i sedili. Continua su GQ

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mercoledì 5 agosto 2020

Skoda Octavia Wagon, razionale e raffinata

La Skoda Octavia Wagon è una specie di istituzione per il marchio boemo. Nonostante i SUV siano sempre più importanti, perché sono quelli che la gente vuole, il ruolo della Octavia non è in discussione. È con lei che Skoda traccia la strada che seguiranno anche le altre vetture della gamma nei prossimi anni. Quindi è il design l'arma principale della station wagon ceca, che pur non cambiando troppo nelle proporzioni rispetto al passato - il passo è invariato, lunghezza e larghezza sono aumentate solo di un paio di centimetri - ha un aspetto generale molto più curato e in un certo senso sofisticato. Non si parla di premium, non è quello il carattere del brand, ma la nuova Skoda Octavia Wagon si posiziona un po' più in alto rispetto al passato, anche grazie a dettagli come gli indicatori di direzione dinamici e le luci matrix full LED. Una crescita confermata non appena si apre la porta e si osserva l'abitacolo. La disposizione del virtual cockpit e del grande display centrale dell'infotainment è elegante e funzionale, mentre la scelta dei materiali è di qualità. L'impressione generale, insomma, è quella di un'auto quasi di categoria superiore. Ma la Octavia, del resto, ha sempre giocato sul fatto di avere dimensioni da segmento D (4,69 metri), ma con un prezzo da segmento C. Si parte da circa 25.000 euro per il 1.0 TSI a benzina da 110 CV e si sale a 29.250 per il 2.0 TDI da 116 CV. Per quello da 150 CV con il cambio DSG della nostra prova, invece, si arriva a 32.250 euro. Continua su GQ

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lunedì 21 ottobre 2019

Audi RS 6 Avant, la regina è tornata

Se si parla di station wagon ad alte prestazioni, c'è un modello che più di ogni altro ne incarna il paradigma: la Audi RS 6 Avant. La Casa di Ingolstadt ha appena presentato l'ultima versione, spostando piuttosto in alto l'asticella del look. Un'Audi così cattiva non si vedeva dai tempi della RS2, la capostipite di tutte le RennSport che proprio nel 2019 ha compiuto 25 anni. La nuova RS 6 ha un frontale talmente aggressivo che sembra uscito dal sogno di un sedicenne e il posteriore non è da meno. «La RS 6 Avant negli anni ha conquistato lo status di icona e ha una community di fan a livello mondiale. Per questo, per la prima volta la venderemo anche in Nord America», ha spiegato Oliver Hoffmann, il numero uno del reparto Audi Sport, che ha curato direttamente lo sviluppo di questa supercar travestita da station wagon. E, del resto solo le porte anteriori, il tetto e il portellone sono gli stessi delle altre A6, senza contare che le carreggiate sono più larghe di ben 8 cm, come dimostrano i passaruota maggiorati. Continua su GQ

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giovedì 9 maggio 2019

La Peugeot 403 “Familiale” di Aldo Moro in mostra a Torino

La foto di Aldo Moro, e della Renault 4 in cui è stato ritrovato il suo corpo, rimarrà per sempre nella memoria collettiva italiana. Del resto la potenza delle immagini è spesso superiore a quella delle parole. «Noi invece vogliamo ricordarlo in vita, in un momento famigliare» dice Mariella Mengozzi, direttore del Museo dell’automobile di Torino. Fino al 12 maggio il Mauto ospita infatti la Peugeot 403 “Familiale” color blu mare della famiglia Moro, una macchina a cui lo statista era legatissimo, scelta per fare viaggiare in comodità i quattro figli. L’aveva acquistata nel 1960 per uso privato e spesso veniva guidata dalla moglie Eleonora. Era una vettura spaziosa - una delle poche disponibili in quegli anni a poter ospitare otto persone - e di basso profilo, come amava essere lo statista pugliese. Continua su La Stampa

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lunedì 31 dicembre 2018

Audi S4 Avant, la prova di GQ

Diciamo la verità, siamo talmente abituati al diesel su certe tipologie di auto che solo pensare a una station wagon con il motore a benzina riesce a mandare la nostra mente in tilt. Come vedere un cane parlante o un turista che beve il cappuccino dopo cena. Semplicemente non riusciamo a decodificare. Così, quando ci si trova davanti a una vettura come la Audi S4 Avant bisogna prendersi cinque minuti di tempo, concentrasi e essere certi che esista davvero. E pensare che esistono Paesi, anche a pochi chilometri dal nostro, dove il superbollo non esiste, dove la benzina ha prezzi più umani e dove è possibile considerare l’acquisto di un’auto prettamente famigliare che però sotto il cofano ha un bel “tremila” con sei cilindri a V e pure un bel turbo, tanto per rincarare la dose. Cavalli pronti a scalpitare – 353 per la precisione – tenuti a bada dalla trazione integrale “made in Ingolstadt” e da un’elettronica che può avere vari livelli di solerzia. Continua su GQ

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martedì 13 novembre 2018

Volvo V60 Cross Country, un po’ station wagon e un po’ SUV

La V60 Cross Country è l’auto perfetta per gli indecisi, quelli che non sanno scegliere tra SUV e station wagon, o meglio che preferiscono avere una vettura che sintetizzi il meglio di due filosofie. Volvo l’ha progettata proprio con questa idea in testa: mettere insieme un ottimo comportamento stradale con buone capacità in fuoristrada. L’idea non è certo nuovissima, visto che la V60 CC attuale è l’ultima discendente di una stirpe nata nel 1997 e giunta ormai alla terza generazione. L’abbiamo scoperta al Volvo Studio Milano, pochi mesi dopo aver visto al Salone di Ginevra la V60 normale, rispetto a cui guadagna ben 7,5 cm di altezza da terra, grazie a un assetto più alto con sospensioni dalla corsa più lunga, che aumentano la mobilità in off-road. Nelle situazioni a bassa aderenza si può contare sulla trazione integrale del tipo on-demand e su una serie di aiuti elettronici, tra cui il sistema Hill Descent Control, che è in grado di gestire la velocità quando si percorre una discesa ripida e la modalità di guida Offroad. Continua su GQ

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mercoledì 31 ottobre 2018

Volvo V60 Cross Country, arriva a gennaio da 50.700 euro

Non un SUV, n'è una station wagon allo stato puro. La Volvo V60 Cross Country è nata con lo scopo di riunire in una sola auto il meglio di entrambi i mondi, quello stradale e quello off-road. E' l'erede di una famiglia di modelli nata nel 1997 e viene presentata a pochi mesi di distanza dalla V60 “liscia” che aveva debuttato a Ginevra nello scorso marzo. Michele Crisici, ad di Volvo Italia, ha così dichiarato in occasione della presentazione internazionale tenutasi presso il Volvo Studio di Milano: “Con la nuova V60 Cross Country portiamo la station wagon tipica della famiglia svedese da un habitat naturale a un altro. Abbiamo inventato la Cross Country più di 20 anni fa e con questa vettura andiamo a consolidare ulteriormente il nostro lungo curriculum di specialisti di auto per famiglie sicure, versatili e capaci.” Volvo Studio che accoglierà inoltre la conferenza stampa sui sistemi di sicurezza e di guida autonoma che potrete seguire alle 18:00 in diretta sulla nostra pagina Facebook. Continua su Motor1

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sabato 11 agosto 2018

Seat Leon Cupra ST 300, la prova di GQ

Quanti cavalli servono per divertirsi alla guida di un’auto sportiva? Rispondere non è semplice, perché il piacere che dà un’automobile non è strettamente legato a questi numeri, ma a molte altre cose. In un’epoca in cui anche le citycar sfiorano i 200 CV, la potenza in senso assoluto è sempre meno importante. L’equazione che deve dare come risultato il concetto di “divertimento” è composta anche da altri fattori, soprattutto se si preferisce la strada alla pista, perché non si possono scatenare mandrie di cavalli tra muretti, fossi, incroci e…autovelox. Il segreto, quindi, è nell’equilibrio e la Seat Leon Cupra ST sembrerebbe averlo trovato, senza dimenticare che è una delle poche trazioni anteriori disponibili sul mercato in grado di girare in meno di 8 minuti al Nurbugring ma il suo bilanciamento le permette di essere altrettanto divertente ed efficace su strada, visto che le condizioni che si trovano nel leggendario circuito tedesco, sono molto simili a quelle delle strade di tutti i giorni. Continua su GQ

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domenica 4 febbraio 2018

Audi RS6 Nogaro Edition, una “giardinetta” da 320 km/h

Se la Audi RS 6 Nogaro Edition non è la station wagon più veloce del mondo è solo a causa della Brabus 850, una specie di mostro creato da uno dei più famosi tuner tedeschi, che definire auto di serie è un esercizio di dialettica. Non che questa serie speciale della “giardinetta” tedesca sia inferiore in termini di esclusività, ma facciamo un passo indietro. Per chi non la conoscesse, la RS 6 è un’icona della Casa di Ingolstadt. Una delle espressioni più alte della sportività e delle prestazioni intese alla maniera dell’Audi, che negli anni ha attraversato l’evoluzione tecnica del marchio, montando anche (in passato) un motore di derivazione Lamborghini. Continua su GQ

martedì 15 marzo 2016

Opel Astra Sports Tourer, lo spazio sposa la tecnologia


PORTO - Quando un modello è stato appena insignito del premio Auto dell'anno e vanta una tradizione di successo commerciale, le aspettative sono molto alte. Nel caso della Opel Astra Sports Tourer, però, non c'è rischio di rimanere delusi, giacché la base di partenza della berlina a cinque porte è già molto buona. Già disponibile in concessionaria, la station wagon di Russelsheim ha un prezzo di listino che parte da 18.600 euro; le motorizzazioni previste sono otto, quattro a benzina e altrettante diesel. Le prime spaziano dal 1.4 aspirato da 100 CV al 1.6 Turbo da 200 CV, passando per i 105 CV del 1.0 3 cilindri Turbo e per i 150 CV del 1.4 Turbo, mentre le seconde sono accumunate dalla cilindrata di 1.6 litri. Il 4 cilindri a gasolio 'made in Torino' è declinato su quattro livelli di potenza - 95, 110, 136 e 160 CV - con l'ultimo che la ottiene grazie a una doppia turbina sequenziale. In questo modo la coppia di 350 Nm è disponibile su un arco di giri molto ampio, da 1.500 fino a 3.500 giri e i consumi risultano del 20% migliori rispetto al vecchio 2.0 CDTi di cui, di fatto, ha preso il posto. Ed è proprio il nuovo Bi-Turbo il protagonista della prova stampa internazionale che Opel ha organizzato in Portogallo, nell'entroterra adiacente a Porto. Sulle tortuose strade portoghesi la station wagon tedesca ha mostrato tutte le sue qualità stradali, con una spinta sempre pronta e talmente corposa da permettere di usare una marcia in più del solito, anche in salita, una qualità che i viaggiatori apprezzeranno molto.

lunedì 15 febbraio 2016

Volvo V90, ritorna la grande tradizione della station wagon alla svedese


Nell’iconografia che rappresenta il mondo dell’automobile la Volvo, ancora prima che per la sicurezza, è stata famosa per le station wagon. Se la Duett degli anni cinquanta e sessanta è nota soprattutto ai lettori dei polizieschi svedesi, la 240 degli anni Settanta era un’auto da hippy chic, quelli che aspiravano a un modello di vita nordico. Ma è stato con le 740 e 760 Polar degli anni ottanta che Volvo è diventata celebre, grazie a grandi, comode e affidabili station wagon che erano amate dagli agenti di commercio e dagli yuppies. La 850 degli anni Novanta, poi, è assurta anche a icona di sportività, con le versioni turbocompresse T5 che aveano prestazioni di livello assoluto. Da ultimo, la saga delle grandi station wagon è finita con la 960 a trazione posteriore, ribattezzata V90 nel 1996 e prodotta fino al 1998.