giovedì 31 maggio 2018
Addio alla Fiat Punto, l’ultima utilitaria torinese esce di produzione e non verrà sostituita
L’ufficialità arriverà solo domani quando Sergio Marchionne presenterà il nuovo piano industriale di FCA, ma le indiscrezioni sulla fine nella produzione della Fiat Punto possono essere prese per buone al 99,9%. Le linee dello stabilimento di Melfi si fermeranno nella prima metà del prossimo mese di agosto, chiudendo la storia dell’ultima “segmento B” torinese che non verrà sostituita. I motivi sono arcinoti e riguardano principalmente i costi: sviluppare, produrre e vendere questo genere di auto dove la scelta dei clienti si basa quasi unicamente sul prezzo e gli sconti sono altissimi non è più conveniente, a meno di non poter dividere lo sforzo con un altro costruttore. Inoltre, i numeri dicono che gli automobilisti preferiscono sempre di più i Suv, anche nei segmenti inferiori e dunque non vale più la pena impiegare risorse su quelle “utilitarie” che fino a qualche anno fa erano la spina dorsale del mercato italiano e in molti casi anche di quello europeo. Continua su La Stampa
Guida all’acquisto Smart EQ: prezzi, versioni…
La storia della Smart elettrica non è parallela a quella delle altre motorizzazioni: è iniziata solo nel 2009, con la seconda generazione. Dal quel momento in poi la piccola due posti tedesca ha trovato la sua nicchia di estimatori in vari mercati, anche negli Stati Uniti. Ma pure nei momenti migliori le sue vendite a livello globale non hanno superato qualche migliaia di unità all’anno. Dall’inizio del 2018, tuttavia, è l’elettrica più venduta in Italia e dal 2020 le Smart EQ con motore elettrico saranno le uniche disponibili sul mercato. Niente più Benina. Alcuni mesi fa, infatti, Daimler-Mercedes ha annunciato di voler trasformare il suo marchio più giovane in “full electric” entro due anni. Scopriamo dunque la gamma italiana della Smart EQ, che è declinata su tre carrozzerie: fortwo, cabrio e forfour. Gli allestimenti disponibili sono quattro e i prezzi partono da 23.920 euro. Inclusi il caricatore di bordo e la garanzia di 8 anni o 100.000 km sulla batteria. Continua su Vaielettrico
mercoledì 30 maggio 2018
BMW Serie 2 Active Tourer, evoluzione ragionata
Al Salone di Ginevra 2014 BMW presentava una pietra miliare della propria storia, ovvero la sua prima auto a trazione anteriore che portava anche al debutto la nuova piattaforma modulare sviluppata per tutte le auto a motore trasversale del gruppo, Mini incluse. Ora la monovolume tedesca si aggiorna con un restyling che non ne snatura le caratteristiche di base ma la avvicina maggiormente al mondo della Casa bavarese, soprattutto in termini di sportività. Ovviamente gli aggiornamenti riguardano anche una serie di equipaggiamenti che si sono evoluti negli ultimi anni, a partire dall'infotainment. Le dimensioni esterne non sono cresciute e sono quelle tipiche del segmento C: 4,35 metri di lunghezza, 1,55 m di altezza, 1,80 m di larghezza e per 2,67 metri di passo. Dal punto di vista stilistico non ci sono particolari rivoluzioni, gli stilemi rimangono quelli della produzione bavarese. Ma sebbene la Active Tourer sia un prodotto rivolto perlopiù a coppie di circa 50/60 anni amanti delle attività outdoor, gli aspetti legati al dinamismo sono stati tenuti maggiormente in considerazione, come dimostrano i nuovi paraurti più aggressivi, la griglia anteriore di maggiori dimensioni e il doppio scarico posteriore sui motori 4 cilindri. Continua su Motor1
martedì 29 maggio 2018
Volkswagen Touareg e il display da 15 pollici che sfida la Tesla
Ieri vi abbiamo raccontato come va la nuova Touareg, che dopo l'uscita di scena della Phaeton è l'ammiraglia del marchio Volkswagen. Oggi invece ci concentriamo su tutta la tecnologia che la grande SUV made in Wolfsburg porta con sé, portandola in alcuni casi anche al debutto assoluto sul marchio tedesco. Prima di entrare nello specifico, però, bisogna ricordare che lo spettacolare Innovision Cockpit, ovvero la strumentazione completamente digitale da 12,3 pollici e il sistema di infotainment da 15 pollici prerogativa dell'allestimento Advanced, che costa 11.000 euro in più rispetto allo Style, in cui non è disponibile nemmeno a richiesta. Optional è anche lo Steering Pack da 3.000 euro, che include le ruote posteriori sterzanti, le sospensioni pneumatiche a regolazione elettronica e le barre antirollio attive. Head-up display e Night vision costano invece rispettivamente 1.350 e 1.950 euro, mentre servono altri 1.000 euro per avere il Safety Pack che somma l'assistente per la marcia in colonna, quello per il cambio di corsia e quello per gli incroci. Vediamo le dotazioni più interessanti nel dettaglio. Continua su Motor1
lunedì 28 maggio 2018
Guida autonoma, le autorità americane svelano la dinamica dell’incidente mortale Uber
Lo scorso 18 marzo una Volvo XC90 impegnata nei test per la guida autonoma di Uber e appositamente modificata per questo scopo, aveva investito e ucciso un pedone nei dintorni di Tempe in Arizona. Le cause dell'incidente non sono state subito chiare ma ora il rapporto preliminare del National Transportation Safety Board chiarisce meglio la dinamica dei fatti. Innanzitutto è confermato che l'auto si stava muovendo in modalità completamente autonoma e che il pedone era vestito con abiti scuri. Questi non ha guardato nella direzione di provenienza del veicolo se non fino a un attimo prima dell'impatto e ha attraversato la strada in un punto non illuminato da alcuna luce stradale. Continua su La Stampa
Bosch porta sulle moto i sistemi avanzati di assistenza alla guida
Quando un motociclista si trova coinvolto in un incidente, non ha protezioni che separano il suo corpo da ostacoli e asfalto, a parte l’abbigliamento tecnico e il casco. Per questo chi guida un mezzo a due ruote affronta un rischio di perdere la vita in un incidente fino a 20 volte superiore rispetto a quello degli automobilisti. A questo proposito la visione della Bosch è molto chiara: azzerare gli incidenti mortali per i motociclisti nel traffico stradale. Per perseguire questo intento l’azienda tedesca ha sviluppato un nuovo pacchetto di sicurezza per le moto, che include l’Adaptive cruise control (mantenimento della velocità di crociera e della distanza dagli altri veicoli), il Forward collision warning (l’avviso di rischio di collisione) e il Blind spot detection (monitoraggio degli angoli ciechi). I dispositivi si basano sulle stesse tecnologie del mercato automobilistico, con Ducati e KTM che saranno le prime case costruttrici a portarli nella produzione di serie in meno di due anni, già dal 2020. Continua su La Stampa
domenica 27 maggio 2018
La moto che non scivola mai
Non è certo un mistero che andare su due ruote sia più pericoloso che viaggiare su quattro. Le caratteristiche intrinseche delle motociclette – instabilità e totale assenza di protezione – non possono essere modificate. Quello che invece si può fare è aumentare il livello di prevenzione, anche attingendo in parte dal mondo dell’automobile. Bosch lavora in questa direzione sin dal 1984, anno della commercializzazione del primo ABS per motocicletta. Da quella data in poi il sistema di antibloccaggio delle ruote è diventato di serie anche sugli scooter più piccoli, aumentandone la sicurezza. Nel 2013, poi, è arrivato il Motorcycle Stability Control che monitora i parametri del veicolo, come l’angolo di inclinazione ed è in grado di regolare la frenata elettronica o intervenire sull’accelerazione in modo istantaneo per stabilizzare la moto. Continua su GQ
Iscriviti a:
Post (Atom)