martedì 29 marzo 2016

Toyota Prius Prime, la versione con la spina cambia nome e volto


Lo stile sarebbe già un buon motivo per preferirla rispetto alla sorella tradizionale, ma per far passare la scelta come razionale serve almeno un bel garage con annessa presa di ricarica. Si, perché la Prius Prime, sempre facendo la tara alle forme da manga giapponese, è un po’ più carina della Prius “normale” e, se messa nelle giuste condizioni, consuma ancora meno. Fuor di metafora, Toyota ha scelto di chiamare così quella che finora era sempre stata la Prius plug-in hybrid, ovvero la variante “alla spina” dell’ibrida più famosa del mondo. A differenziarle, stile a parte, è sostanzialmente la batteria più capiente, che permette di percorrere 50 km in modalità solo elettrica, raggiungendo i 135 km/h. I tempi di ricarica variano tra le due e le cinque ora e mezza e i consumi omologati sono ancora più spettacolari di quelli della Prius classica. Bisogna tenere a mente, però, che le plug-in sono le auto che appaiono meglio più nel ciclo Nedc, perché affrontano la prova con il pacco batterie pieno e utilizzano pochissimo il motore termico.

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giovedì 24 marzo 2016

Fiat 124 Abarth, la spider dello Scorpione sbarca a New York


In Italia chiunque sappia cos’è un’automobile sa anche che cosa è una Abarth, ma negli Stati Uniti non è esattamente così e quindi FCA non ha mai ritenuto necessario rendere lo Scorpione un marchio a parte, come da noi. Oltreoceano, per la 500, Abarth è solo un allestimento, non un brand a sé stante, e così sarà anche per la 124 Spider, che nella sua versione più pepata diventa Elaborazione Abarth. E’ stata appena presentata al Salone di New York e la sua scheda tecnica ricalca quella della variante omologata per il mercato europeo, a partire dal motore, che rimane il 4 cilindri 1.4 Multiair turbocompresso da 250 Nm di coppia della 124 Spider normale. Rispetto alla sorella europea eroga 10 CV in meno, dunque 160, ma va detto che il propulsore è praticamente lo stesso della 500L americana che lo utilizza con successo già da un paio di anni ed è tarato sulle normative antinquinamento Usa.

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mercoledì 23 marzo 2016

Suzuki Baleno, piccola e leggera ma con carattere da grande


VERONA - Una piccola del segmento B che non supera i 4 metri, che pesa come una citycar del segmento A ma ha lo spazio interno di una compatta del segmento C. Ecco la ricetta segreta della Baleno, la nuova 'utilitaria' con cui Suzuki vuole dire la sua in quel settore di mercato che in Europa vale il 42% delle vendite totali. Il suo listino prezzi parte da 14.100 euro, che diventano 10.900 con la promozione di lancio, che rimarrà in corso fino alla fine del mese di aprile. Prodotta in India dalla Maruti Suzuki e venduta già da 5 mesi sul mercato asiatico dove finora ha trovato oltre 100.000 clienti, è lunga 3,99 metri, larga 1,75 m e alta 1,47 m. Per svilupparla Suzuki ha progettato una nuova piattaforma, che farà da base anche ad altri modelli previsti nei prossimi anni. Questa ha permesso di raggiungere un'abitabilità interna eccellente per la categoria, in particolar modo per i passeggeri posteriori. All'interno, invece spicca il display LCD a colori da 4,2 pollici posto tra di due classici strumenti circolari e quello touch che si trova al centro della console; basato su uno schermo a 7 pollici è compatibile con Apple CarPlay (arriverà anche Android Auto) e ha la funzione Mirror Link. Inoltre, sul più alto dei tre allestimenti la Baleno offre di serie il Radar Brake Support, cioè un sistema di assistenza alla guida che supporta la frenata automatica di emergenza e anche il cruise control adattivo. Quanto ai motori, sotto al cofano c'è un 1.2 benzina 16 valvole Dualjet (doppia iniezione) da 92 CV, disponibile anche in un'inedita versione micro-ibrida che consuma realmente il 15%; tra due mesi arriverà anche il nuovo 1.0 3 cilindri Boosterjet da 112 CV.

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martedì 22 marzo 2016

Sicurezza, dal 2022 la frenata automatica di emergenza sarà obbligatoria su tutte le auto nuove negli Usa


L’accordo è di portata storica, anche se ci vorranno ancora più disei anni prima di vederne i frutti, cioè la frenata automatica di emergenza obbligatoria su tutte le auto nuove e sui veicoli commerciali leggeri. Negli Stati Uniti la dovranno avere dal 1 settembre 2022 e tre anni dopo sarà la volta dei camion. L’auspicio, ovviamente, è che anche l’Europa si muova nella stessa direzione, magari accorciando un pochino i tempi, perché larivoluzione tecnica non è di quelle tremende dal punto di vista dei costi. Anzi, per chi non lo sapesse, anche sulla popolarissimaFiat Panda si può richiedere in optional un dispositivo che frena automaticamente l’auto (fino a 30 km/h) qualora la vedesse avvicinarsi a un’altra vettura o a un ostacolo, purché abbia una minima parte di materiale riflettente. I pedoni, quindi, in questo caso non sono garantiti, ma si tratta pur sempre di un dispositivo che costa solo 250 euro.

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lunedì 21 marzo 2016

Nissan Juke-R 2.0, in pista con la GT-R travestita


Ho sempre adorato le cose folli e con poco senso logico, ovviamente nel senso più positivo del termine. Per questo la sola idea di salire su una piccola crossover trasformata in un un mostro mi eccita assai. L'auto in questione è la Juke-R 2.0, un curioso esperimento creato da Nissan, che ha pensato bene di infilare sotto la carrozzeria di una vettura tutto sommato tranquilla, l'intera meccanica di un bolide come la GT-R Nismo. Si, questa Juke, che costa circa 500.000 euro e che potete richiedere su ordinazione alla Casa giapponese, è una supercar travestita da automobile da famiglia. Sotto il cofano c'è il poderoso 3.8 V6 bi-turbo da 600 CV e 652 Nm di coppia, che invia la sua potenza sulle quattro ruote motrici per mezzo di un sistema a due differenziali a controllo elettronico. Lo schema è piuttosto semplice e privilegia le ruote posteriori, che ricevono dal 50 al 100% della coppia, mentre le anteriori non ricevono mai più del 50%. Ma come funziona, nello specifico, questo schema?

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venerdì 18 marzo 2016

Seat, tornano gli utili dopo sette anni addio “brutto anatroccolo” del gruppo Vw


Solo 6 milioni di euro. Ma il segno più davanti al numero fa la differenza quando si fanno i conti di una grande azienda ed è con questa cifra che la Seat è ritornata all’utile dopo ben sette anni. Era dal 2008, infatti, che la casa spagnola non chiudeva un bilancio in “nero”. I motivi di questo miglioramento sono sostanzialmente due, l’incremento delle vendite e una gamma con un margine lordo di contribuzione più elevato, traducibile in “vendiamo più auto e guadagniamo il 3,5% in più su ognuna”. Interessante è anche il fatturato di 8,3 miliardi di euro, che rappresenta il record assoluto di Seat ed è anche il doppio di quello del 2009. Tornando al bilancio finale, nel 2014 c’era stata ancora una perdita di 66 milioni, nonostante un incremento delle vendite sul 2013. L’aumento c’è stato anche nel 2015, tanto che Seat è tornata a vendere oltre 400.000 auto all’anno, cosa che non succedeva da prima della crisi (2007).

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giovedì 17 marzo 2016

Porsche, lo strano caso delle Cayman GT4 prima non ci sono poi costano il doppio


Che il mercato delle supercar sia diverso da tutto il resto è cosa nota. Rapporti personali che durano nel tempo, anteprime esclusive e riservate, eventi personalizzati e soprattutto un filo diretto con la direzione del concessionario e, a volte, anche con la casa madre. Quando sta per arrivare una nuova Ferrari, per esempio, i clienti migliori e più fedeli lo sanno già da diversi mesi prima e hanno la possibilità di vederla e prenotarla in anticipo rispetto a tutti gli altri. Quante volte, a proposito di uno di questi bolidi si legge “tutte già vendute”. Si tratta di una specie di Olimpo, insomma, in cui non è per niente facile inserirsi. In alcuni casi, però, la situazione può diventare spiacevole, soprattutto quando si tratta di modelli ricercati e specifici, ma dal prezzo non impossibile. Come la nuova Porsche Cayman GT4, cioè la versione “pronto pista” della sportiva a motore centrale di Zuffenhausen. In Italia costa circa 89.000 euro, mentre in Gran Bretagna occorrono 64.450 sterline per portarsela a casa, ma non è detto che basti avere i soldi per farlo.

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