venerdì 19 ottobre 2018

Pirelli P Zero World, l’eccellenza dei pneumatici abita qui

Il nuovo P Zero World si trova a pochi metri dalla curva Virage du Portier, quella che le Formula 1 percorrono in prima marcia a 80 km/h per poi imboccare il leggendario tunnel del GP di Monaco. È il terzo flagship store nel mondo – dopo Los Angeles e Monaco di Baviera – che prende il nome dalla gamma di pneumatici più sportivi di Pirelli. Si chiamano P Zero™, infatti, sia le gomme per le auto stradali più veloci sia quelle per le monoposto della massima serie. Il P Zero World è il luogo dedicato alla clientela più esigente, a quei proprietari di vetture sportive o di lusso che cercano i prodotti più avanzati, progettati specificamente per le proprie auto, ma anche un servizio all’altezza della qualità di quelle vetture, in un contesto accogliente e curato. Continua su GQ

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giovedì 18 ottobre 2018

Suzuky Ryuyo, una serie ultra limitata che va forte come una Superbike

I giapponesi, quando si tratta di motociclette, non lasciano mai nulla al caso e se quelli di Suzuki hanno pensato di chiamare un modello con lo stesso nome della loro storica pista di collaudo, ci devono essere degli ottimi motivi. La Suzuki Ryuyo è una versione speciale, in serie ultra limitata di soli venti esemplari, della GSX-R1000R, cioè la moto con cui la Casa giapponese corre in Superbike. La “Gixxer”, come la chiamano gli appassionati, ha inventato il concetto stesso di sportiva stradale all'inizio degli anni Ottanta e da lì in poi si è evoluta fino ad arrivare ai giorni nostri. Ma prima di parlare della nuova Suzuki, vale la pena raccontare il circuito di Ryuyo, dove dagli anni Cinquanta sono state sviluppate tutte le due ruote “made in Hamamatsu”. È un tracciato che fu disegnato a immagine e somiglianza del Mountain Circuit dell’Isola di Man, in una sottile striscia di terra a ridosso del mare. È così impegnativo che anche la GSX-RR della MotoGP ha mosso qui i suoi primi passi. Continua su La Stampa

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mercoledì 17 ottobre 2018

Audi A5 Sportback, la prova di GQ

Se una classica berlina come la A4 è troppo classica e nemmeno la variante station wagon fa per voi, allora la soluzione perfetta potrebbe essere la A5 Sportback. Dal 2007 questa è una delle proposte più originali di casa Audi e la generazione attuale uscita nel 2016 è un vero concentrato di tecnologia. Con i suoi 4,73 metri di lunghezza si pone nel cuore del segmento D, un po’ più in alto se si considera la forbice di prezzi che parte da poco sopra i 41.000 euro per una diesel base e arriva di slancio sopra i 70.000 per la sportiva S5. Noi per questa prova abbiamo scelto una 2.0 TDI da 190 CV, con la trazione integrale e il cambio automatico a doppia frizione che si attesta nell’intorno dei 50.000 euro, optional a parte. Lo stesso motore diesel è disponibile anche con solo 150 CV ma considerate la massa dell’auto e le qualità di guida, la variante più potente è certamente la migliore. Ottimo compromesso tra prestazioni e consumi.

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martedì 16 ottobre 2018

Le batterie delle auto elettriche possono avere una “seconda vita”: l'esempio di due progetti Renault

Che cosa succede alle batterie al litio una volta che l'automobile elettrica su cui erano installate viene rottamata? Il fine ciclo di vita degli accumulatori è un problema che chi sviluppa automobili deve affrontare. La soluzione è il riciclo: le batterie possono avere una seconda vita in applicazioni meno “esigenti" dal punto di vista energetico rispetto all'utilizzo automobilistico. Una batteria che il giorno del ritiro dal concessionario ha un'efficienza del 100%, può fare il suo lavoro tra quattro ruote finché questo valore non scende sotto il 70%, dopodiché deve andare in “pensione”. Una pensione che si traduce in un utilizzo statico, dove la richiesta di energia e la temperatura di esercizio sono costanti e non sottoposte ai picchi richiesti da un’automobile. Continua su La Stampa

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lunedì 15 ottobre 2018

DS3 Crossback 2019, il mini SUV con tutta l’eleganza francese

Dal 7 al 3. DS presenta il suo secondo modello completamente nuovo – non un rebadging delle vecchie Citroen – e punta al bersaglio grosso con un crossover compatto che va a inserirsi nel segmento di mercato attualmente più competitivo. La DS 3 Crossback è destinata a totalizzare numeri importanti, anche fuori dall’Europa e infatti è già prevista la versione totalmente elettrica chiamata E-Tense. La prima cosa che si nota è il design, che esce di molto fuori dal coro soprattutto nella parte anteriore e con le sue forme scultoree piacerà a chi non vuole passare inosservato. Il minimalismo non abita certo qui, sempre a proposito delle forme, ma non ci sono particolari eccessi che scadono nel barocco. Le dimensioni esterne sono piuttosto contenute, con una lunghezza di 4,12 metri che la rende una delle proposte più adatta ai contesti urbani, dove spiccano anche i cerchi da 18 pollici e i fari a LED. Continua su GQ

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domenica 14 ottobre 2018

Citroën 2CV, l’utilitaria per la campagna compie 70 anni

Trasportare due contadini e 50 kg patate oppure una damigiana di vino a una velocità massima di 60 km/h consumando solo di 3 litri di benzina per percorre 100 km. Attraversare un campo arato senza rompere le uova raccolte in un paniere. Essere facile da guidare anche per i principianti. Sono questi i dettami del direttore generale della Citroen Pierre-Jules Boulanger per lo sviluppo del progetto T.P.V., che sta per Toute Petite Volture e che inizia nel 1936. L'auto di serie che ne deriverà, ma solo nel 1948, è la mitica 2CV che proprio in questi giorni compie 70 anni. La Deuche - abbreviazione di Deux Chevaux - deve essere semplice, affidabile ed economica per tutta una fascia di automobilisti che avevano esigenze diverse da quelle urbane: curati di campagna, medici condotti, veterinari e chi più ne ha più ne metta. Non doveva essere bella, aveva specificato Boulanger. Funzionale e razionale sì, ma l’estetica non era importante.  Continua su La Stampa

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sabato 13 ottobre 2018

5 auto da guidare dandogli del Lei

Da molti anni a questa parte la maggior parte delle auto di serie sono tutte a trazione anteriore. Facili da guidare, economiche da produrre e senza ombra di dubbio molto sicure. Poi ci sono quelle a trazione posteriore, comunque calmierate dal controllo vigile dell’elettronica, e quelle a trazione integrale che sono un vero e proprio inno alla sicurezza. Con i moderni sistemi di assistenza alla guida, poi, è quasi impossibile mettere in crisi l’assetto di un’auto e trovarsi in situazioni di difficoltà. Anche le supercar più estreme hanno ormai impostazioni e settaggi vari che permettono perfino al pilota di esibirsi in spettacolari derapate, ma sempre sotto il controllo del software. Fino a qualche anno fa, però, la situazione era un po’ diversa e venivano fatte ancora delle scelte progettuali non sempre volte alla tranquillità del pilota. Volete qualche esempio? Ecco cinque macchine a cui è molto meglio dare del lei quando siete al volante e solo una di queste è una “storica”. Continua su GQ

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