lunedì 24 dicembre 2018

Audi RS2, la regina dei rally travestita da station wagon

Quando il tuo documento dice che sei un marchio generalista, ma la tua volontà è quella di cambiare identità e diventare “premium”, ci sono davvero tante cose da fare. Una di questa è prendere la tua auto più diffusa e trasformarla in una supercar, sia per dimostrare a tutti che sei capace di farlo, sia per far saltare sulla sedia gli appassionati e dirgli “ehi, ci sono anche io!”. E così, se ti trovi a Ingolstadt a inizio anni Novanta e hai l’Audi 80 che se la cava piuttosto bene sul mercato, puoi alzare il telefono e chiamare i cugini Zuffenhausen dicendo qualcosa tipo “Ci date una mano a fare una macchina da urlo?”. Se loro ti rispondono “Yaaa”, come effettivamente deve essere successo, allora sei a cavallo. Questa è la storia della genesi della Audi RS2, ovvero la prima della storia dei Quattro Anelli che valga la pena di ricordare, escludendo ovviamente la leggendaria quattro del Gruppo B. Sotto la carrozzeria della onesta 80 Avant, infatti, c’è una meccanica capace di generare prestazioni in grado di impensierire la 911 dell’epoca e infatti anche il prezzo di listino originale è piuttosto simile. Continua su Autoappassionati

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domenica 23 dicembre 2018

Milano Auto Classica, le 10 auto più interessanti

Il 24 e 25 novembre è andata in scena l’edizione 2019 di Milano AutoClassica, che si è confermata come appuntamento imperdibile che mobilita espositori e visitatori italiani ed esteri appassionati di modelli storici e moderni. Nei padiglioni della Fiera di Rho è stato possibile ammirare una oculata selezione quantitativa e qualitativa di auto classiche e sportive. La proposta spaziava dagli anni Venti agli anni Novanta, a cominciare dalle tre regine della manifestazione che hanno accolto all’ingresso del Padiglione 18 una straordinaria affluenza di “petrolhead”. Continua su GQ

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sabato 22 dicembre 2018

Toyota presenta la Prius AWD-i, ibrida e a trazione integrale

In un mondo alla rovescia fatto di Suv a due ruote motrici e berline premium a trazione integrale, non c'è da stupirsi se anche il costruttore specialista dell'ibrido voglia assecondare i desideri irrazionali degli automobilisti. Ecco dunque, per la prima volta in assoluto, la Toyota Prius “all wheel drive” che debutta in queste ore al Salone di Los Angeles e arriverà sul mercato europeo nel corso del 2019, dopo la premiere prevista per il 18 gennaio al Salone di Bruxelles. Il sistema di questa Prius AWD-i è una versione “light” di quello montato per la prima volta sulla RAV4 ibrida nel 2016 e confermato sulla versione attuale. La differenza principale è nella cilindrata del motore, che scende da 2,5 a 1,8 litri e di riflesso nella potenza, che passa da 222 a 122 CV, come sulle Prius a trazione anteriore. Ovviamente anche le batterie sono diverse, ma non se ne conoscono ancora le specifiche. Contnua su La Stampa

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venerdì 21 dicembre 2018

Alpine A110, la “berlinetta” sportiva alla francese

Gli anni Settanta sono stati un periodo incredibile per l’industria automobilistica. E’ proprio in questa epoca che sono nate alcune tra le auto più belle di sempre, a prescindere dal prezzo d’acquisto. La Alpine A110 è un ottima esponente di questo genere di vetture e non possiamo che essere d’accordo con il Gruppo Renault che ha deciso di farla rivivere. La storia della Alpine è iniziata nel 1955 e terminata nel 1995, prima di ricominciare nel 2017. E’ legata a doppio filo alle competizioni sportive e in particolare ai rally, dove ha vinto il campionato mondiale nel 1973 proprio con la A110 originale. Quella del terzo millennio ne riprende lo spirito e buona parte dell’impostazione meccanica, anche se giocoforza la massa e la potenza sono cresciute. E’ vero che bisogna stare attenti quando si gioca con la nostalgia: è facile avere successo ma i fallimenti sono dietro l’angolo. Tuttavia non è questo il caso, perché la nuova Alpine A110, che ha debuttato un anno e mezzo fa, è un successo di mercato ma non solo. Continua su Boggi

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giovedì 20 dicembre 2018

Mini Cooper SD, la prova di GQ

La Mini Cooper SD appartiene a quel genere di auto che hanno caratteristiche che non ti aspetti. Questo comporta anche che non abbia praticamente concorrenti. In effetti non esistono auto lunghe meno di quattro metri – 3,85 per essere precisi – che abbiano sotto il cofano un motorone turbodiesel. Tra le ruote anteriori si trova infatti lo stesso 2 litri della BMW Serie 3, anche se qui è sistemato in posizione trasversale e non longitudinale. Il pedigree, in ogni caso, non cambia. I cavalli sono 170 e i newtonmetro di coppia ben 360. Sono numeri che fanno già bella figura su un’auto che pesa 16-17 quintali, quindi immaginate il loro effetto su una scocca quasi da citycar che è più leggera di 300-400 kg. Il risultato è che la Mini Cooper SD va fortissimo, grazie anche al cambio automatico a 8 rapporti, che è rapido sia nel comprendere le intenzioni del guidatore, sia nell’agire. I numeri certificano questo dinamismo, con una velocità massima di 225 km/h e lo scatto da 0 a 100km/h bruciato in 7,2 secondi. Continua su GQ

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mercoledì 19 dicembre 2018

Renault Twingo GPL | Prova su strada in anteprima

Uno dei principali punti deboli comuni a qualsiasi auto alimentata a GPL di solito si trova sotto il cofano e non riguarda qualche componente secondario, bensì il motore. Generalmente l’unità a benzina scelta per la conversione è più vecchia di almeno 10 anni rispetto alle altre presenti in gamma, con il risultato che le prestazioni ne risentono, sotto ogni punto di vista. I motivi di questo gap più o meno sono sempre gli stessi e si possono ascrivere tutti alla voce “costi”.  Per questo bisogna apprezzare lo sforzo di una Casa come Renault che ha deciso di convertire al GPL la versione da 90 CV del suo tre cilindri turbo portando così sul mercato la Renault Twingo GPL. Continua su Autoappassionati

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martedì 18 dicembre 2018

Skoda, un linguaggio stilistico che si evolve per sorprendere

Sapete quale è il primo criterio con cui ogni europeo che si appresta ad acquistare una nuova auto sceglie tra un modello e un altro? Il design. E questo vale per qualsiasi tipo di automobile, costo e segmento. Dalla piccola citycar fino alla supercar più veloce. Per questo lo stile è così importante in una vettura, ma definirlo è tutt’altro che semplice perché è un gioco di compromessi. Problemi di costi, di industrializzazione e di ottemperanza alle omologazioni limitano tantissimo il lavoro dei designer che solo raramente riescono a portare su strada un prodotto simile alle concept che l’hanno preceduta. Il design, inoltre, è il primo elemento fondante dell’identità di un brand, quello che dopo tre secondi che guardiamo un’auto per strada ci fa sentenziare subito il primo giudizio. Per questo Skoda, che ha il carattere più pragmatico rispetto a tutti gli altri marchi del Gruppo Volkswagen, vuole compiere un passo in avanti in termini di stile, per migliorare risultati commerciali già lusinghieri. Continua su GQ

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