venerdì 26 agosto 2011

Chi vuole l'auto nuova?

Eccoci qua, ultimo venerdì di Agosto. Si avvicina il contro-esodo e si prospettano i soliti interminabili intasamenti nella rete autostradale. Anche se ben altre sono le preoccupazioni degli italiani, tanto che molti di più rispetto alla scorsa estate in vacanza non ci sono proprio andati; ma anche molti di quelli che ci sono andati hanno passato le ferie a chiedersi se la prossima estate se le potranno ancora permettere. È stato un agosto anomalo questo: poco gossip, poco calciomercato, pochi divertimenti – a proposito chi mi sa dire quale è la canzone tormentone dell’estate? – il tema centrale di quello che dovrebbe essere un mese spensierato e votato al meritato riposo è stato la crisi economica, che peraltro ha assunto connotati catastrofici nel giro di poche settimane. Evidentemente c’è qualcosa che non quadra. Per tre anni ci è stato detto che era tutto in ordine e poi di colpo, nientepopodimenoche il Presidente della Repubblica in persona, ci dice che la crisi è stata sottovalutata e che ora sono guai per tutti?
Ognuno tragga le sue considerazioni socio-economico-politiche, questo è un blog di automobili. Ma la stretta interconnessione tra l’industria dell’auto e il sistema economico, in un paese come l’Italia, non può non essere presa in considerazione. Allora vi dico una cosa: sapevate che in Italia il 40% del parco circolante (ovvero tutte la auto che girano su strada) ha più di dieci anni? E sapevate che l’età media del parco circolante è di otto anni? Che cosa vuol dire questo, che quasi la metà degli italiani non ha voluto o non ha potuto cambiare l’auto negli ultimi dieci anni. Considerando anche le varie tornate di eco-incentivi che ci sono state, è un dato preoccupante. Trovarne le cause forse è abbastanza semplice, appare invece più difficile definire le contromisure. Sicuramente la forbice tra il costo della vita e il potere d’acquisto si è allargata molto dall’introduzione dell’ Euro in poi, la motorizzazione di massa è finita (da un pezzo, ma allora non si capisce perché tutti i costruttori cercano sempre di vendere di più…) sicuramente i prezzi delle auto sono aumentati. Ma non sono aumentati indistintamente: una Grande Punto si porta ancora via con 10.000€ e paragonata a una Punto del 2001 con lo stesso prezzo di acquisto, offre contenuti superiori. Allora dove è il problema? Qualcuno si è mai chiesto se l’auto è ancora in cima alla lista dei desideri degli italiani? Se siamo ancora disposti a fare debiti per poi dover sopportare ingorghi perenni, parcheggi ovunque a pagamento, garage venduti a prezzi folli, continui aumenti del bollo, del R.C.A.,  benzina (inspiegabilmente) carissima, tagliandi a costi folli?
Le case automobilistiche si chiedono se vale ancora la pena, per un cittadino medio, affrontare tutte queste spese e queste rogne? In Italia abbiamo 44milioni di vetture circolanti, per 60 milioni di abitanti. Tolti i minorenni e chi non ha la patente, c’è almeno un’auto a testa.
Se Mario Rossi, retribuito con 1200€ mensili e con un mutuo da pagare, ha la sua brava auto decennale, che ancora va benissimo, che può riparare e mantenere in buono stato con cifre ragionevoli, che può parcheggiare tranquillamente per strada perché tanto non la rubano e se le fanno una riga pazienza; perché Mario, che magari ha anche un figlio a carico, dovrebbe indebitarsi e stare in ansia, per avere un auto che rispetto alla sua è solo un po’ più confortevole, più accessoriata e con prestazioni analoghe  (poiché anche se più potente, è più pesante)?
Perché ha 5 stelle EuroNCAP anziché 4? Perché è Euro 5 anziché Euro 3?
Evidentemente questi argomenti non sono così convincenti...BRUUUM!

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