mercoledì 16 giugno 2021

La Ferrari di Hugh Grant è in vendita nel Regno Unito


La Ferrari di Hugh Grant è in vendita in Inghilterra, precisamente nella concessionaria Quirks Car Company di Wickford che è specializzata in auto esotiche e sportive. La Ferrari di Hugh Grant è una California, un modello del 2012 che l'attore britannico si era regalato per il suo compleanno dei 50 anni, personalizzandola con grande gusto. Il colore della carrozzeria, infatti, non è il classico rosso che probabilmente è stato ritenuto troppo vistoso, bensì un elegantissimo grigio “canna di fucile” con abbinati gli interni in pelle color cuoio. Inoltre, questa Ferrari California è stata allestita con optional di pregio, come il pacchetto handling per migliorare la dinamica di guida, con le sospensioni magnetiche e i cerchi in lega da 20 pollici. Inoltre ci sono gadget come il sistema di infotainment con navigatore, l'impianto hi-fi di alta qualità, i sedili elettrici riscaldati, i sensori di parcheggio e il climatizzatore bizona. Questa Ferrari ha percorso solo 43.000 km ed è offerta a 79.950 sterline, che equivalgono a circa 93.000 euro. La California è un modello piuttosto importante nella storia del Cavallino Rampante, per diversi motivi. Continua su GQ

martedì 15 giugno 2021

Hyundai e il mercato italiano, la sfida dell'elettrico e la neutralità tecnologica


Dopo quattro giorni intensi - dal 10 al 13 giugno 2021 - si è conclusa la prima edizione del Milano Monza Motor Show dove Hyundai ha esposto due anteprime per il pubblico italiano. La nuova Ioniq 5, una crossover 100% elettrica e la Bayon, una B-SUV che si posiziona sotto la Kona con contenuti semplificati e un prezzo più accessibile. Inoltre, i visitatori del MiMo hanno potuto effettuare i test drive della Kona Electric (SUV elettrico più venduto in Italia nel 2020) e delle nuovissime versioni ibride plug-in della Santa Fe e della Tucson. Per noi, invece, la kermesse meneghina è stata l'occasione per parlare con Andrea Crespi, che da otto anni è alla guida della filiale italiana di Hyundai "Grazie al Milano Monza Open Air Motor Show torniamo a partecipare ad un evento in presenza e in totale sicurezza. Questo del Duomo è uno scenario perfetto per le auto, in particolare per le nostre che negli ultimi anni hanno costantemente ridotto le emissioni" racconta con soddisfazione Crespi. Continua su La Stampa

lunedì 14 giugno 2021

Perché questa Ferrari 250 GTO costa la bellezza di 54 milioni di euro


Una Ferrari 250 GTO è in vendita alla stratosferica cifra di 54 milioni di euro, anzi per la precisione 54.111.948 euro. Ma prima di capire il perché di questa cifra da capogiro, bisogna fare alcune premesse. Intanto, negli ultimi anni le quotazioni delle auto storiche sono salite vertiginosamente. Ed è un fenomeno che riguarda le auto più popolari, da 5.000 o 10.000 euro di valore, quanto quelle più di pregio. In molti casi si tratta di veri e propri investimenti, in particolar modo quando si raggiungono cifre da capogiro, come accade spesso nei casi delle Ferrari più rare, quelle che hanno corso nelle celeberrime competizioni a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta. In casi come questi sono la rarità (soli 36 esemplari costruiti) e il curriculum sportivo a fare il valore dell'auto. Così non c'è da stupirsi se la favolosa Ferrari 250 GTO del 1962, che grazie al suo 3 litri V12 da 300 CV era in grado di raggiungere i 283 km/h sia in vendita a oltre 54 milioni di euro. A occuparsi della trattativa è la HP Cars di Parma, ma l'auto è anche visibile sul sito dello specialista James Edition. Questo esemplare, peraltro, è famoso già da diverso tempo, perché solo pochi anni fa era passato di mano durante un'asta di RM Sotheby’s per 48 milioni di euro. Si tratta dell'esemplare numero tre delle trentasei 250 GTO costruite dalla Ferrari nel 1962 ed è una delle quattro vetture che fu poi modificata da Scaglietti nel 1964. Continua su GQ

domenica 13 giugno 2021

La Volkswagen Polo si aggiorna con un pieno di tecnologia e sicurezza

Design rinfrescato, assistenza alla guida evoluta, fari full led (volendo anche Matrix), maggiore tecnologia a bordo e niente motori Diesel. Sono queste le novità maggiori del restyling della Volkswagen Polo, che arriva puntale a quattro anni dal lancio della sesta generazione. È una storia di successo quella della Polo, che dal 1975 è stata costruita in oltre 18 milioni di esemplari, risultando una delle segmento B più vendute al mondo. Una ricetta vincente che, come da tradizione di Wolfsburg, non prevede mai rivoluzioni nello stile e infatti i ritocchi sono piuttosto discreti. Spicca, invece, l'elemento trasversale della calandra illuminato, che riprede lo stile già visto sulle ID., sulla Golf e sulla Arteon. Elemento che però è abbinato ai fari Led Matrix, che sono optional o di serie solo su alcuni allestimenti. Tra gli equipaggiamenti standard, invece, si segnalano la strumentazione digitale, il volante multifunzione e il sistema di infotainment sempre connesso. Altra chicca disponibile a richiesta è il il comando del climatizzatore automatico con superfici touch, mentre la disponibilità di sistemi di assistenza alla guida è da categoria superiore. Di serie, oltre alla frenata automatica di emergenza, c'è l'assistente per il mantenimento di corsia, mentre tra le opzioni figura l' Iq.Drive Travel Assist, che è una primizia per la categoria. La sua peculiarità è l'interazione tra il cruise control predittivo e il lane assist, che permettono la guida parzialmente autonoma fino a 210 km/h, a patto che si tengano sempre le mani sul volante, che infatti è dotato di superfici capacitive per verificarne la presenza. Ancora a proposito di sicurezza, sulla Polo arriva l’airbag centrale: si trova sul lato guida, in posizione laterale sullo schienale dei sedili posteriori e in caso d’incidente si apre verso il centro proteggendo guidatore e passeggero anteriore impedendo che urtino l’uno contro l’altro. Continua su La Stampa

sabato 12 giugno 2021

Bentley Continental GT Speed Convertible, l'auto cabrio ideale per chi cerca velocità e lusso


La Bentley Continental GT Speed Convertible è il modo più veloce e lussuoso per viaggiare a cielo aperto. Diventata ormai un classico del panorama delle supercar, la terza generazione della Bentley Continental GT Speed Convertible è spinta dall'ultima evoluzione del mastodontico W12 TSI da 6 litri - costruito completamente a mano - che eroga ben 650 CV e 900 Nm. Grazie alla trazione integrale e al rapido cambio doppia frizione a 8 rapporti, servono solo 3,7 secondi per passare da 0 a 100 Km/h e la velocità massima si attesta a 335 km/h. Progettata e realizzata a mano nell'impianto a emissioni zero di Crewe, la Speed Convertible è equipaggiata con le quattro ruote sterzanti e il differenziale posteriore a controllo elettronico; l'impianto frenante con dischi carboceramici è in opzione mentre i cerchi in lega da 22 pollici sono di serie. Ci sono tre programmi di guida, definiti Bentley, Comfort e Sport. Nell'ultima il sistema di gestione della trazione invia maggiore potenza all'asse posteriore per avere più controllo in curva. La dinamica della grande cabriolet britannica è curata anche dalle sospensioni pneumatiche attive a tre camere con smorzamento adattivo e dal sistema di contrasto del rollio attivo. Questa funzione è più evidente nella modalità Sport, dove il doppio turbocompressore mantiene il motore nella fascia di maggiore potenza più a lungo. In questa configurazione anche il cambio lavora alla massima velocità, che è doppia rispetto alla versione W12 standard. Il tetto in tela si piega a forma di Z e può essere aperto o chiuso in 19 secondi con l'auto in movimento e fino a 50 km/h. Il tetto, con i miglioramenti del sistema di tenuta e i trattamenti acustici, contribuisce a una riduzione di tre decibel dei livelli di rumorosità rispetto al suo predecessore. L'abitacolo è un trionfo di eleganza ed esclusività: il volante è rivestito in Alcantara, i sedili e i pannelli hanno un esclusivo accostamento di pelle e Alcantara e si può scegliere tra 15 opzioni principali e 11 secondarie. Continua su GQ

venerdì 11 giugno 2021

Skoda Enyaq iV, la prova - 100% elettrica, pragmatica e rilassante


Skoda entra dritta nel futuro della mobilità a zero emissioni con la Enyaq iV, ovvero la sua prima elettrica nativa, sviluppata sulla piattaforma MEB, cioè la base tecnica del Gruppo Volkswagen per tutte le vetture a zero emissioni di nuova generazione. Dopo aver rotto il ghiaccio con la piccola Citigo - anch'essa figlia di un progetto comune al Gruppo tedesco con le sorelle Seat Mii e Volkswagen Up! - ora il marchio boemo fa sul serio con la Enyaq iV, che come da tradizione Skoda, offre tanto a prezzi molto ragionevoli. La prima cosa che salta all'occhio è il grande spazio interno, visto che le batterie si trovano nella parte più centrale e bassa del veicolo e che il motore è così compatto da occupare lo spazio solitamente destinato alla ruota di scorta. Per ora il propulsore elettrico è solo al retrotreno, prossimamente pure all'avantreno per le versioni a quattro ruote motrici. La Enyaq iV integrale arriverà nei prossimi mesi, accompagnata dalla versione più prestazionale RS. Attualmente si può scegliere tra tre versioni a trazione posteriore con 148, 179 o 204 CV di potenza e batterie rispettivamente da 55 e 82 kWh, che supportano la ricarica in corrente continua fino a 125 kW e in alternata fino a 11 kW. Numeri che si traducono in autonomie (omologate WLTP) che vanno dai 350 ai 520 km, ovviamente a seconda delle condizioni di utilizzo. Parlando invece di dimensioni, l'elettrica Skoda è un SUV lungo 4,65 metri e vanta una grande volumetria interna come dimostra il bagagliaio da 585 litri. Il design utilizza il family feeling del resto della gamma, ma è leggermente più tagliente e ha un frontale di grande presenza. A questo proposito, in opzione si può avere la calandra Crystal Face, ovvero un'illuminazione animata (fatta da 130 led) della griglia che si attiva quando si sale o si scende dall'auto, in abbinamento ai fari full LED Matrix. L'abitacolo è molto confortevole, ben insonorizzato e rifinito con materiali naturali, lavorati in modo sostenibile e riciclati. Inoltre si può personalizzare con dieci pacchetti tematici. Continua su La Stampa

giovedì 10 giugno 2021

Toyota GR 86, una coupé da veri gentlemen


La Toyota GR 86 è come una boccata di aria fresca in un deserto automobilistico fatto di SUV, crossover e auto elettriche. È la seconda generazione del progetto nato ormai quasi dieci anni fa con la GT ì86 e con la gemella Subaru BRZ, che ha portato alla nascita di due coupé "vecchia scuola" ovvero con la trazione posteriore e progettate con un solo obiettivo: il piacere di guida. Subaru ci aveva messo il motore, un bel boxer aspirato affamato di giri e Toyota ci aveva costruito la macchina intorno, sviluppando tutti i componenti specificamente, tanto che la condivisione di pezzi con altre auto del brand si fermava al 10%. Oggi è il momento del secondo capitolo di questa storia: la sigla è cambiata, andando a completare la gamma GR, che sta per Gazoo Racing ovvero il reparto corse Toyota, insieme alla GR Supra e alla GR Yaris. Non è cambiato, invece, il numero 86 che è una citazione della mitica Toyota Corolla Levin (codice interno AE86) del 1983. Una coupé leggera, con un motore da 1,6 litri e la trazione posteriore, che ha partecipato pressoché a ogni tipo di gara in Giappone, dove è popolarissima. La nuova Toyota GR 86 è un'evoluzione totale dell'auto da cui discende e si prevede che sarà la coupé a quattro posti più leggera del segmento grazie a una serie di interventi finalizzati al risparmio del peso, come l'utilizzo di alluminio per tetto e pannelli della carrozzeria. La massa a vuoto, infatti, non dovrebbe superare i 1.270 kg, permettendo di esaltare le prestazioni del boxer. Il 4 cilindri a quattro cilindri orizzontali e contrapposti è cresciuto di cilindrata fino a 2,4 litri, aumentando la potenza a 235 CV e la coppia a 250 Nm. Continua su GQ