martedì 5 maggio 2015

Peugeot dice addio alla RCZ, la logica del profitto batte quella della passione


Adieu Peugeot RCZ. Maxime Picat, amministratore delegato della Casa di Sochaux, ha recitato il requiem della coupé francese, che alla fine del ciclo di vita non verrà sostituita. Termina così la storia di una delle ultime sportive prodotte da un marchio generalista, fatta di circa 65.000 esemplari venduti da inizio 2010. Il problema è sempre il solito, quel vile denaro che porta i costruttori automobilistici a tagliare tutto il superfluo, puntando solo sui prodotti che garantiscono profitti. Così farà anche Peugeot, che secondo il piano “Back in the race” entro il 2022 avrà una gamma di soli 13 modelli, rispetto ai 26 attuali. Lo ha detto lo stesso Picat al magazine britannico Autocar, durante il Salone di Shangai: “Considerando che 13 carrozzerie rappresentano il 95% delle auto che vendiamo e oltre il 100% dei nostri profitti, è evidente che tutto questo sia necessario”. In effetti non fa una piega e poco importa se qualche migliaio di appassionati rimarrà orfano di un’auto estrema come la RCZ R, capace di tirare fuori 260 CV dal suo 1.6 THP “super-pompato”. Alla fine dell’anno le linee produttive della Magna Steyr di Graz, che ne cura l’assemblaggio, si fermeranno. ”Adoro la RCZ ma dobbiamo focalizzarci sui modelli più importanti e trarre il meglio da loro. Purtroppo presidiare le nicchie porta profitti solo ai marchi premium, per noi è solo una distrazione”, ha concluso Picat, mostrando una certa amarezza.

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