lunedì 27 luglio 2015

Hacker, quant’è facile violare le auto “connesse”. In Usa proposta legge ad hoc


Una volta si usava il fil di ferro o lo spadino, oggi per aprire le porte di un’auto – sempre che abbia un sistema di infotainment connesso con l’esterno – è sufficiente uno smartphone con l’app giusta e un adeguato bagaglio di conoscenze informatiche. Benvenuti nell’era delle “connected car”, dove anche ladri e furfanti di ogni genere si possono connettere per i loro scopi. Certo, ancora nessuno ha denunciato un crimine di questo genere, ma probabilmente è solo questione di tempo, perché la possibilità c’è ed è concreta. Lo hanno dimostrato Charlie Miller e Chris Valasek, due ingegneri informatici americani specializzati in sicurezza: uno lavora a Twitter e l’altro in una società di consulenza. Dopo un paio d’anni di ricerche – di cui hanno sempre informato le Case automobilistiche – si sono fatti riprendere dal giornalista di Wired Andy Greenberg e hanno mostrato come si possa prendere il controllo di una Jeep Cherokee (l’auto di Miller) con un laptop dal divano di casa. Greenberg fa da cavia guidando verso un centro di collaudo e il climatizzatore inizia a sparare aria fredda. Poi è la volta dello stereo impazzito, degli indicatori di direzione spiritati e del clacson urlatore. Lui prova a intervenire manualmente ma non succede nulla.

continua su Il Fatto Quotidiano

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