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venerdì 24 luglio 2015

Fiat 500, ecco come potrebbe essere la 5 porte


Se ne parla da anni ed è una di quelle suggestioni che fa galoppare l’immaginazione. È la Fiat 500 a cinque porte, cioè la variante di carrozzeria più tradizionale e spaziosa della piccola 500, che fin dalla sua rinascita del 2007 e anche all’arrivo della Nuova 500 poco tempo fa, è stata sempre a tre porte. Proprio alla presentazione ufficiale di quest’ultima, sono arrivate alcune dichiarazioni, anche di Sergio Marchionne in persona, che fanno sperare molto bene sul destino della 500 a cinque porte: “In futuro confermo che ci sarebbe spazio per una possibile versione a 5 porte – ha detto Marchionne - ci pensiamo notte e giorno, ma dobbiamo fare due conti perché sarebbe un modello che ci farebbe entrare in un settore diverso”.

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venerdì 3 luglio 2015

Fiat 500, il restyling Made in Italy


A otto anni dal lancio la Fiat 500 si rinnova, con un restyling molto sostanzioso che ha i suoi effetti anche nel nome. La 500, infatti, proprio come tanti anni fa, diventa Nuova 500. Dal 2007, questo è il primo aggiornamento corposo per la citycar torinese che viene ritoccata nell'estetica solo con interventi di dettaglio. Del resto, un successo fatto di 1,5 milioni di esemplari venduti sconsiglia qualsiasi rivoluzione. Per cui ecco i nuovi proiettori anteriori con luci diurne a LED e gli inediti fari posteriori, che hanno un disegno molto originale, essendo composti solo da una cornice che lascia in bella mostra la parte centrale di lamiera. Secondo Fiat sono 1.800 i particolari inediti nella Nuova 500 e per farli risaltare tutti è stato deciso di presentarla al Lingotto di Torino, lo storico stabilimento inaugurato nel 1923. Qui la più piccola – 3,57 metri di lunghezza, 1,63 di larghezza e 1,49 di altezza – delle Fiat farà il suo “debutto in società”, con una gamma motori che ricalca sostanzialmente quella attuale.

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martedì 7 aprile 2015

Cambia il capo del design FCA, via Ramaciotti, ecco Ralph Gilles


Alfa Romeo 4C e Giulietta, Maserati Ghibli e Quattroporte, più una dozzina di Ferrari tra gli inizi degli anni Novanta e la metà dei Duemila, senza contare concept come la Mythos o la Birdcage. Il curriculum di Lorenzo Ramaciotti è lunghissimo e alla voce “lavoro attuale” recita “Responsabile del design del Gruppo FCA”. Questo fino a ieri, perché da oggi il suo ruolo è stato assunto da Ralph Gilles, canadese di origini haitiane classe 1970, attualmente a capo del design North America di FCA. Grandissimo appassionato di auto, avrà il compito di dettare la nuova linea del gruppo italo-americano, confrontandosi anche con marchi blasonati che hanno stilemi radicati nella storia. È troppo tardi per influire sul design dell’attesissima Giulia o sul SUV Alfa Romeo previsto per il 2016, ma siamo certi che Gilles non veda l’ora di mettere le mani sui prodotti in arrivo nei prossimi anni.

da Omniauto.it

martedì 17 marzo 2015

Marchionne: “Parlo spesso con Ford e GM”. Così inizia il toto-alleanze di FCA


FCA è aperta a qualsiasi tipo di partnership industriale, l’importante è che sia funzionale a risparmiare capitale. Più chiaro di così Sergio Marchionne non poteva essere e le sue risposte sulla “fanta-politica industriale”, date qua e là durante il Salone di Ginevra di inizio marzo, riescono a scatenare ogni tipo di commento. Come l’ultima della serie, riportata da Automotive News Europe, che ha definito “tecnicamente fattibili” anche gli accordi con Ford e General Motors. “Le chiacchiere tra di noi non si fermano mai, ma non c’è nulla di concreto” ha detto l’ad di FCA riferendosi alle due grandi Case automobilistiche americane, le quali, chiamate in causa senza preavviso, si sono affrettate a negare energicamente. È il gioco delle parti, che più classico di così non si può, in cui Marchionne semina dubbi e gli altri rispondono, come minimo, con dei “no comment”.

venerdì 21 settembre 2012

Alla Fiat hanno il senso dell'umorismo


La situazione tragica del mercato europeo dell'auto è nota a tutti. La sovra capacità produttiva è un dato di fatto. Il problema non è solo di Fiat, come dimostrano le precarie condizioni di PSA, le perdite incancrenite di Opel e i pesanti passivi di Ford Europa (peraltro, riguardo a queste ultime due, è seriamente al vaglio la possibilità di cessare le attività in Europa, per concentrarsi solo sul mercato domestico). Questa sovra capacità è figlia della motorizzazione di massa degli anni 60/70 e dell'aver voluto, da parte dei governi e delle case auto, posticipare il problema, quando anche un bambino capisce che, una volta data un'auto pressoché a tutti i patentati, bisognerà attendere che la vogliano sostituire, prima di vendergliene un'altra.
Questi temi sono evidenti da anni - i due milioni e passa di auto venduti fino a 5 anni fa erano un miraggio irradiato dagli incentivi - come era evidente che i 20 miliardi di euro promessi da Marchionne per la fantomatica Fabbrica Italia non sarebbero mai stati investiti. Del resto che cosa ci si può aspettare da una azienda che da metà anni 80 in poi ha dilapidato il miglior patrimonio tecnico-ingegneristico del mondo, disinvestendo sul prodotto e lasciandosi raggiungere (e superare) da quasi tutti i marchi concorrenti.
È più interessante chiedersi l'origine dell'incondizionato e trasversale consenso di cui Marchionne ha goduto negli ultimi anni. Che sia stato per ingenuità o per malafede, in entrambi i casi non c'è da stare allegri. Anzi sì! Perché alla Fiat hanno uno spiccato senso dell'umorismo. Negli stessi giorni in cui "Serghio" lasciava a piedi il Paese con un comunicato di poche righe, l'ufficio marketing partoriva l'indispensabile "Fiat Likes U-l'Università che ci piace" e John Elkann pontificava sulla copertina di Panorama. Negli stessi istanti in cui l'Italia veniva definita come un affare in perdita, come una palla al piede da dover trascinare per forza, si lanciava un essenziale programma di car sharing - corredato da 8 borse di studio da, udite udite, 5.000€ - in 8 Università italiane, la maggior parte delle quali private, perché bisogna agevolare chi può permettersi rette da 10.000€ e non chi fa i salti mortali per studiare nelle facoltà pubbliche. Ma la cosa più bella è che mentre accadeva tutto questo, il prode Elkann suggeriva ai giovani di studiare per guadagnare di più; parlava di meritocrazia, del resto chi meglio di lui (e il suo stipendio da oltre 3mln di euro annuali) può spiegare il concetto del merito...il merito di essere nato nella famiglia giusta.
Purtroppo però, Diego Della Valle non ha apprezzato l'umorismo made in Fiat, e ha ringhiato che gli Agnelli dovrebbero tornare a fare quello che sanno fare meglio, sciare e giocare a golf. Marchionne si è offeso, ha detto che non comprerà più le Tod's perché sono scarpe di lusso e costano troppo. Aspettiamoci di vedere un paio di Converse in coordinato con il maglioncino...

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lunedì 30 luglio 2012

Quale futuro per l'auto in Europa?


La crisi che attanaglia l'Europa è dura e inflessibile come non si vedeva da parecchio tempo. I disoccupati e le tasse aumentano, i consumi e gli stipendi diminuiscono. A farne le spese sono praticamente tutti i settori, ma uno in modo particolare, sia per il grande numero di occupati che coinvolge, che per il valore immaginifico che ha nella nostra cultura. Il mercato dell'auto è in crisi nera, tutta l'Europa è coinvolta. Anche se il dato globale non è così allarmante grazie alla Germania che tira ancora, le situazioni dei singoli Paesi sono davvero critiche. In Italia, per esempio, a fine 2012 si arriverà, forse, a 1.400.000 auto immatricolate. Vi sembrano tante? Solo cinque anni fa, a causa del doping degli incentivi statali, se ne vendevano 2.400.000. Ho scritto "a causa" e non "grazie" proprio per entrare nel cuore del problema: la cronica sovracapacità delle fabbriche sparse in tutta Europa e dei vari trucchi con i quali è stata tenuta nascosta per tanto, troppo tempo.
Negli ultimi 30 anni abbiamo convissuto, e anche sposato, l'idea che fosse giusto e necessario cambiare auto ogni pochi anni, spinti dal fascino dell'effimero (l'efficienza energetica di un'auto moderna è di poco migliore  di quella dei modelli anni 60) progresso tecnologico o costretti dalle norme antinquinamento che si inasprivano ogni due anni. Ma la verità è che un'auto può durare una vita, come si può vedere nei Paesi poco sviluppati o in posti come Cuba, dove l'embargo ha obbligato a conservare in vita le vetture degli anni 50. La situazione attuale ci dice che il mercato Europeo è saturo e che molte case automobilistiche rischiano il collasso. Non è un mistero che General Motors stia pensando di sopprimere il marchio Opel e che Ford valuti se abbandonare l'Europa. Per non parlare del futuro dei marchi francesi che sono appesi a un filo, anzi a un cordone ombelicale che li lega al mercato domestico, visto che fuori dalla Francia non brillano particolarmente e nel resto del mondo sono praticamente assenti.
Tolto il Gruppo Volkswagen, che prosegue nel cammino verso la vetta del mercato mondiale, resta il nostro Gruppo Fiat, che resiste grazie alla leadership in un mercato importante come quello brasiliano ma soprattutto grazie all'ossigeno che arriva dall'altra sponda dell'Atlantico. Gli Stati Uniti appaiono come l'unico salvagente per FGA, sempre che si riescano a esportare auto di indubbia qualità. E l'Europa che fine farà? Difficile dirlo, ma le abitudini d'acquisto sono destinate a cambiare per sempre. 

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mercoledì 2 maggio 2012

L'auto abbandonata

Era prevedibile, era stato previsto e puntualmente è successo. Il mercato dell'auto è crollato. I costi di gestione e di mantenimento sempre più alti, i prezzi dei carburanti alle stelle e la paura del futuro bloccano gli italiani, che non entrano più nelle concessionarie preferendo tenersi l'auto, nuova o vecchia che sia, magari sostituendo pezzi importanti per allungarle la vita. Da inizio anno le vendite sono calate quasi di un un quarto, tornando ai livelli degli anni 80. Un colpo durissimo non solo per l'industria dell'auto ma anche per tutto l'indotto, concessionarie in testa. In Italia questa contrazione si sta sentendo moltissimo, ma anche nel resto dell'Europa le cose non vanno tanto meglio.
La differenza si percepisce anche sulle strade e nelle città, dove di auto nuove se ne vedono sempre meno, per non parlare poi delle auto di lusso che sono diventate invendibili. E qui il problema riguarda sia il nuovo che l'usato. Il superbollo e la paura dei controlli fiscali stanno bloccando le compravendite di tutte quelle auto che superano i 250CV o i due litri di cilindrata. Anche le grosse berline turbodiesel da 3000cc, fino a poco tempo fa cavallo di battagli di marchi come Audi, BMW e Mercedes, stanno subendo un drastico arresto.
Le proiezioni per l'anno 2012 parlano di non più di 1.400.000 auto nuove immatricolate, quando solo cinque anni fa se ne vendevano 2.400.000 grazie al doping degli incentivi statali. L'impressione è che il Governo Monti stia ottenendo il risultato contrario rispetto a quello voluto, ovvero aumentare il gettito fiscale, senza contare il potenziale rischio che le migliaia di disoccupati provenienti dal settore auto rappresentano per il sistema-paese. La Fiat stessa benedice la fusione con Chrysler e l'ottima presenza sul mercato brasiliano, perché i conti europei sono un bagno di sangue.
La verità è che le misure del Governo Monti e la crisi stanno portando all'evidenza un problema a lungo mascherato, ovvero la saturazione del mercato europeo. L'Italia è prima al mondo come numero di auto possedute, circa 70 ogni 100 abitanti; tradotto vuol dire che l'auto ce l'hanno tutti. La soluzione alla crisi del mercato dell'auto, quindi, è fuori dall'Europa. Del resto in USA se la sono già lasciata alle spalle e le vendite sono ripartite, ma in Europa la fine del tunnel è molto lontana. Non è un caso che l'ultima Fiat presentata, la Viaggio, sia destinata alla Cina, dove verrà prodotta e anche venduta. 

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sabato 31 marzo 2012

Fiat Viaggio, dalla Cina con amore

Prendete una Alfa Romeo Giulietta, mandatela in America, fatela un poco ingrassare e mettetele un vestito nuovo. Avrete così ottenuto una Dodge Dart. Prendete la Dart, rifatele il trucco, abbinate accessori di un'altra marca e poi speditela in Cina. Avrete ora ottenuto la Fiat Viaggio!
Ok, suona un po' semplicistico e ironico, ma la realtà dei fatti non è molto diversa. La Dodge Dart utilizza il pianale C-Wide che deriva strettamente dal C-Evo della Giulietta, a partire dal quale è stato modificato e adeguato alle esigenze del mercato e delle normative americane. La nuova Fiat Viaggio sarà strettamente derivata dalla Dart, dalla quale si differenzierà solo per alcuni dettagli estetici come paraurti, fanali e coperchio del bagagliaio. Per quanto riguarda motori e cambi la Viaggio potrà attingere liberamente alla "banca organi" del Gruppo Fiat-Chrysler e sarà prodotta in Cina con il partner Guangzhou.
L'auto dovrebbe fare il suo debutto ufficiale al prossimo Salone di Pechino, in programma dal 27 aprile al 2 maggio. Ma gli sviluppi più interessanti per il mercato europeo potrebbero essere altri. Con il congelamento della Cross Bravo la Fiat si trova scoperta nel segmento C, dove la Bravo attuale presentata nel 2007 sta per arrivare alla fine del suo ciclo di vita. Dalla Viaggio potrebbe quindi derivare una versione compatta a due volumi che andrebbe a sostituire la Bravo attuale, la quale utilizza il pianale C, ovvero il "papà" del pianale della Giulietta.
È un giro un po'complicato che però permetterebbe a Fiat di avere un nuovo modello per il mercato europeo a fronte di costi di sviluppo tutto sommato contenuti. Inoltre la Viaggio/Bravo sarebbe un ottimo esempio della tanto decantata integrazione con Chrysler. Staremo a vedere...BRUUUM!!!

giovedì 8 marzo 2012

Speciale Ginevra: Fiat 500L

Allo stand Fiat è la 500L a catturare la maggior parte degli sguardi. Anche la nuova Panda riceve molte attenzioni ma per la "Cinquecentona", come molti già la chiamano, questo è il debutto ufficiale, la prima occasione per toccarla con mano. Il grande interesse è più che giustificato, visto l'agguerrito segmento di mercato in cui la piccola multispazio Fiat andrà a confrontarsi. La Ford B-Max, sua concorrente principale, si trova solo a pochi metri di distanza ed è palese che il suo punto di forza siano le porte posteriori scorrevoli senza montante centrale. La 500L punta invece sullo stile; vista da vicino l'auto è gradevole, ben proporzionata e ispira una certa simpatia. Certo, la parentela con la 500 aiuta molto, ma la L non è priva di una propria personalità, che viene accentuata da soluzioni stilistiche furbe come il tetto e gli specchietti di diverso colore.
Essendo una monovolume lo spazio interno è fondamentale; a questo proposito i 400 litri minimi di capacità di carico garantiti dal bagagliaio sono un ottimo risultato. La gamma motori, rispetto a quella che vi avevo anticipato, inizialmente non prevede il 1.4 da 77CV, probabilmente ritenuto troppo fiacco per un auto di queste dimensioni. La data di commercializzazione e i prezzi ufficiali non sono stati ancora diramati; forse in Fiat stanno valutando le reazioni del pubblico e degli addetti ai lavori prima di prendere la decisione finale, visto che in un periodo di crisi come questo anche una differenza di poche centinaia di euro sul prezzo d'acquisto può giocare un ruolo fondamentale. BRUUUM!!!






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lunedì 27 febbraio 2012

Il Gruppo Fiat e i SUV, una storia tormentata

Checché se ne dica l'unica regola che funziona per vendere bene un prodotto è dare alla gente quello che vuole. Per fare piazza pulita dei concorrenti, invece, bisogna dare alla gente una cosa nuova che ancora non sapeva di volere, e possibilmente farlo per primi, avendo così un vantaggio competitivo che i concorrenti impiegheranno del tempo a colmare. Qualche esempio? L 'iPod, Facebook, la Coca-Cola o Ryanair.
Il mercato dell'auto però ha delle regole tutte sue e c'è poco da inventare. Nonostante oltre cento anni di progressi tecnologici, le auto odierne funzionano ancora con i principi di quelle del diciannovesimo secolo. Inoltre, il consumatore medio sa poco o nulla di quello che si nasconde sotto la carrozzeria, ma è molto più attratto dalle forme e da quello che l'auto gli trasmette. Infatti, i modelli che, nella storia dell'auto, hanno inventato qualcosa di nuovo, lo hanno fatto principalmente nelle forme corpo vettura. 
Le novità dell'ultimo decennio automobilistico sono state, manco a dirlo, i SUV e i crossover. Chi per primo ha incontrato i favori del pubblico, come la Nissan con la Qasqhai, ha conquistato ottime posizioni di mercato. Cosa che non ha assolutamente fatto il Gruppo Fiat. Vuoi per mancanza di basi tecniche, vuoi per mancanza di soldi da destinare allo sviluppo del prodotto o vuoi per timore di non vendere abbastanza, le uniche proposte a quattro ruote motrici che abbiamo visto uscire dal Lingotto sono state la Panda 4x4 (che in un primo momento nemmeno volevano fare) e la tristissima Sedici (realizzata da Suzuki). L'unico progetto potenzialmente vincente e praticamente pronto, l'Alfa Romeo Kamal, non è stato mai portato a termine per paura di scarsa redditività.  
Ora che le basi tecniche possono arrivare da Jeep, sembra che qualcosa si stia finalmente muovendo. È di questi giorni la notizia che potrebbe arrivare una piccola SUV marchiata Fiat, che condividerebbe il pianale con la nuova Punto prevista per il 2013 e avrebbe uno stile fortemente imparentato con quello della 500. Forse in Fiat si sono svegliati e hanno deciso di seguire le orme di BMW, che sta facendo di Mini un vero e proprio brand a sé stante. Dopo la 500L, quindi, potrebbe arrivare nel 2013 una 500 Cross, lunga circa quattro metri e con la trazione integrale made in USA. Il 2013 dovrebbe anche essere l'anno della tanto attesa Suv Alfa Romeo, che tuttavia è funestata dalla stessa sorte della  berlina Giulia (anch'essa slittata al 2013), ovvero dai dubbi sul design. Sembra che la linea del frontale, peraltro già "congelata", abbia destato delle perplessità in quanto troppo futuristica; Marchionne in persona ha quindi chiesto di elaborare un frontale alternativo.
La mia speranza è di vedere queste nuove auto sulle strade in tempi brevi e possibilmente prima che passi anche la moda dei SUV...BRUUUM!!!

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mercoledì 22 febbraio 2012

Corrado Formigli condannato (giustamente) per la puntata di Anno Zero

Corrado Formigli è nei guai. Un anno e mezzo dopo la puntata di Anno Zero (2 dicembre 2010) in cui ha parlato dell'Alfa Romeo Mito, è arrivata la sentenza del tribunale di Torino che lo condanna, insieme alla RAI, a risarcire il Gruppo Fiat con circa sette milioni di euro. Posto che due milioni dovranno essere usati per pubblicare la sentenza sui maggiori quotidiani nazionali e su Quattroruote, gli altri cinque milioni andranno a coprire i danni morali. 
La motivazione della sentenza è che Formigli ha usato informazioni "denigratorie e non veritiere" nei confronti della Mito. Il giornalista è andato su tutte le furie lamentandosi della morte del diritto di critica e della scelta del terreno di confronto. E allora analizziamo questo confronto. Alla Mito sono state contrapposte la Mini Cooper S e la Citroen DS3 THP, che montano entrambe lo stesso motore 1.6 con compressore volumetrico, contro il 1.4 turbocompresso dell'Alfa. Formigli introduce il servizio citando la sportività del brand Alfa Romeo e invita a seguire il filmato in cui le tre concorrenti vengono provate sulla pista di Quattroruote in condizioni di asfalto bagnato, dopodiché a servizio finito cita i dati di un'altra prova di Quattroruote sulla medesima pista ma con asfalto asciutto, in cui la Mito arriva ultima prendendo quasi tre secondi dalla Mini. 
Purtroppo Formigli si è scordato di riportare un'altro paio di informazioni, ad esempio che dalla prova di Quattroruote da lui stesso citata è proprio la Mito ad uscire vincitrice nel giudizio globale, pur costando circa 3000€ in meno della Mini. Il giornalista, inoltre, dimostra scarsa competenza sulle automobili, sia nell'impostazione del servizio stesso che nel rispondere all'allora Ministro Castelli. Il tempo sul giro in pista, infatti, non è un indicatore assoluto di sportività dell'auto. Nei circuiti gli asfalti sono sempre perfetti e sono avvantaggiate le auto con un assetto molto rigido, che si rivela meno efficace su strada, dove le imperfezioni del manto stradale rendono la guida imprecisa. Tra l'altro sulla Mito il controllo di stabilità, che in pista è controproducente, non è disinseribile per ragioni di sicurezza. Anche la risposta data a Castelli tradisce una certa incompetenza, perchè la coppia motrice conta eccome.
Formigli si è anche lamentato della sproporzione della sentenza, citando i 300.000€ che spettano ai genitori in caso di perdita di un figlio. Bè mi dispiace se qualcuno si fosse illuso, ma nel nostro evoluto mondo occidentale un prodotto industriale, i cui costi di creazione e di realizzazione superano facilmente i 500 milioni di euro, vale di più di una vita umana. Considerando che una Mito costa in media circa 20.000€, basterebbe averne vendute 250 in meno, a causa del servizio di Formigli, per aver creato un danno di cinque milioni di euro. 
Senza contare il potenziale negativo di un servizio come questo andato in onda  in una trasmissione di grande successo che raggiungeva milioni di spettatori. Alla Gruppo Fiat si possono muovere tante critiche, anche e soprattutto sui prodotti, ma farlo in modo incompleto e senza alcuna competenza, non mi sembra corretto. BRUUUM!!!

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lunedì 30 gennaio 2012

La nuova monovolume Fiat si chiamerà 500L

Manca solo l'ufficialità, ma la nuova monovolume con il marchio Fiat sul cofano si chiamerà 500L. Anche se potrebbe sembrare che a Torino siano a corto di fantasia, il nome ha una certa coerenza, visto che l'auto ha un design derivato proprio da quello della 500. L'operazione è simile a quella che BMW ha fatto con la Mini Countryman, anche se in questo caso non ci sono velleità fuoristradistiche. L'intenzione di Fiat è quella di sfruttare un brand di successo e di crearci intorno una piccola gamma di vetture. La 500L sostituirà sia la Idea che la Multipla; sarà infatti declinata in due versioni, una cinque posti da 4,15 metri e una sette posti da circa 4,25 metri. La prima la vedremo al Salone di Ginevra (marzo) e andrà in consegna a luglio, mentre la seconda debutterà a settembre al Salone di Parigi. Se la 5 posti verrà venduta anche oltreoceano, la 7 posti non varcherà i confini europei.
La 500L verrà prodotta in Serbia, nel vecchio stabilimento di Kragujevac dove nascevano le Zastava, che Fiat ha ristrutturato con la partecipazione del governo serbo. La piattaforma su cui nasce è derivata da quella della Grande Punto, con la quale condivide anche buona parte della meccanica. I motori saranno i classici 1.4 benzina da 77 e 105 CV, il nuovo 0.9 Twinair da 85CV e l'ottimo 1.3 Multijet da 75 e 95 CV. La 500L se la vedrà con la già citata Countryman, con la Citroen C3 Picasso e con la nuova Ford B-Max, tutte auto dalla personalità ben definita. 
Il 2012 si configura, quindi, come un anno cruciale per Fiat. La nuova Panda e la 500L sono i primi modelli totalmente nuovi dal 2007 e dovrebbero dare una bella scossa alle vendite, che nel 2011 sono nettamente calate. Intanto sembra che la nuova Punto non si vedrà prima del 2014, i costi di sviluppo sono altissimi e Fiat sta cercando un partner...BRUUUM!!!

giovedì 26 gennaio 2012

Common rail: 75 milioni in 15 anni

Da molti anni ormai, ogni due auto vendute in Europa, una è diesel. Probabilmente la quasi totalità delle persone che le acquistano ignorano le ragioni per cui la loro auto a gasolio è così piacevole da guidare. Qualcuno, più informato, enuncia tronfio le parole "common rail", ma poi non sa spiegare di che cosa si tratta.
Nei giorni scorsi è stato prodotto dalla Bosch il 75 milionesimo common rail e le cose da quel lontano 1997 sono cambiate molto. La benzina costava 1.800 Lire (aaargh!) e il gasolio 1450 Lire (d'oh!), in Europa ogni cento vetture vendute, solo ventidue erano diesel. Le comprava chi faceva tanti chilometri e aveva bisogno di risparmiare. I motori erano perlopiù 1.9 o 2.5 litri di cilindrata; usavano la sovralimentazione per avere un po' di brio.
In Fiat erano all'avanguardia sul diesel, nel 1988 esordiva la "Croma Turbo D i.d" che montava il primo motore turbodiesel a iniezione diretta, cioè senza precamera di combustione. Questo accorgimento, poi adottato da tutte le case automobilistiche, permetteva di abbattere i consumi e facilitava enormemente l'avviamento. Tra il 1987 e il 1994 diverse strutture del Gruppo Fiat (CRF, Elasis, Magneti Marelli) lavorarono congiuntamente alla realizzazione del primo impianto common rail, che venne successivamente ceduto alla Bosch per l'industrializzazione.
Si tratta, semplificando, di un condotto ad alta pressione dove viene accumulato il carburante, per essere poi iniettato nei cilindri con scariche multiple, a una pressione che raggiunge i 1350 bar. Lavorando congiuntamente con il turbocompressore offre  un grande piacere di guida, dovuto alla grande disponibilità di coppia fin dai bassi giri. Ovviamente nessuno avrebbe potuto immaginare il successo che la nuova tecnologia avrebbe incontrato, ma resta comunque il rammarico per aver quasi regalato agli altri costruttori un' invenzione rivoluzionaria.
Nel 1997, infatti, le Alfa Romeo 1.9 e 2.4 jtd erano le prime auto al mondo dotate del common rail, seguite poco dopo dalla Mercedes C220 CDI. Di lì a due anni tutte le case automobilistiche implementarono la nuova tecnologia e iniziò la moda del diesel, che non avrebbe risparmiato neanche le utilitarie. L'assoluta validità del dispositivo è confermata anche dai tedeschi di Volkswagen, che per anni hanno puntato sul loro esclusivo sistema "iniettore-pompa", abbandonandolo poi in favore del common rail. BRUUUM!!!

martedì 24 gennaio 2012

Lo spot della nuova Fiat Panda, orgogliosi di essere italiani!

Rammentate lo spot della Chrysler 200 per il Super Bowl del 2011? Se ne è parlato per mesi e ora che le vendite sono ripartite, gli si attribuisce anche una parte del merito. Effettivamente lo spot è azzeccato, colpisce il telespettatore e ne scuote l'orgoglio. Il claim "imported from Detroit", pronunciato con fierezza da Eminem, è diventato famosissimo. 
Proprio la fierezza è il tema centrale del video; Detroit è stata per quasi un secolo la capitale dell'auto americana, nota anche come Motor City. La crisi in cui il mercato dell'auto americano è piombato tra il 2007 e il 2010 ne ha messo a repentaglio la stessa esistenza. I pubblicitari hanno quindi deciso di stimolare l'orgoglio e lo spirito patriottico di una città, nella quale si riflette anche tutta una nazione.

A Torino devono aver pensato che se la cosa ha funzionato oltreoceano, potrebbe funzionare anche qui...Qui sotto potete vedere in anteprima la pubblicità della nuova Fiat Panda. Anche se la realizzazione dei due video è assai differente, il tema principale è sempre lo stesso. Noi italiani non siamo un popolo molto patriottico, ma, anche se non lo diciamo ad alta voce, non vorremmo mai stare da un'altra parte. Credo che in un momento storico come questo, in cui ci vengono chiesti sacrifici, dopo essere stati per troppo tempo presi in giro dal resto del mondo, sia giunto il momento di riscoprire l'orgoglio di essere italiani. In tal senso, lo spot della nuova Panda è perfetto. BRUUUM!!!



mercoledì 18 gennaio 2012

La lunga barba di Marchionne

Marchionne si è fatto crescere la barba. Non se ne conoscono i motivi. Forse non ha tempo di farsela, forse è una metafora di quanto lo annoino certe questioni all'apparenza irrisolvibili, potrebbe anche essere semplicemente una scelta estetica. D'altronde, visto che nell'immaginario popolare una lunga barba è sinonimo di saggezza, farebbe meglio a non tagliarla, perchè di saggezza ne servirà molta per amministrare la Fiat nel futuro prossimo.
La partita è aperta su diversi fronti, dei quali il più noto all'opinione pubblica è quello delle fabbriche. Su questo argomento si è sentito dire tutto e il contrario di tutto. Io mi limiterò a dire che per continuare a produrre in Italia, dove il costo del lavoro è molto alto, è necessario che la qualità sia al top. Il mercato non tollera più auto con difetti costruttivi o di assemblaggio. Il successo di auto come la 500 e la Panda è anche frutto di una qualità ad alti livelli. E non è un mistero che per tanti anni negli stabilimenti Fiat si montassero le auto senza badarci troppo. Sbaglia chi considera la Fiat come facente parte di un sistema chiuso; il mondo è globalizzato, le imprese producono dove costa poco e gli operai lavorano bene. Infatti Marchionne prende sempre ad esempio gli stabilimenti polacchi di Tichy e Biesko Biala, anche se non dice che pure lì c'è una bella gatta da pelare:  il malcontento delle maestranze per gli aumenti di stipendio promessi e non mantenuti.
Il 2012 sarà l'anno della nuova Panda, un modello fondamentale per rilanciare le vendite e per valutare l'efficienza della rinnovata fabbrica di Pomigliano D'Arco. Sarà anche l'anno della crossover definita L0, una monovolume medio-piccola, che sostituirà contemporaneamente la Idea e la Multipla. Le sue forme richiameranno quelle della 500; una operazione concettualmente simile a quella di Mini con Countryman. La L0 dovrebbe anche arrivare negli USA nel 2013, proprio come estensione di gamma della 500 che da sola non riesce a sfondare nelle vendite. In verità oltreoceano le cose vanno meglio. Fiat è sempre prima in Brasile e Chrysler è in netta ripresa. I problemi sono in Europa, dove c'è una forte capacità sovraproduttiva e in Cina, un mercato in grande espansione dove Fiat non è praticamente presente. Marchionne, infatti, ha recentemente dichiarato che il Gruppo Fiat-Chrysler sta cercando un altro partner per condividere i costi di sviluppo dei nuovi modelli. Ma la ricerca non è semplice e la soluzione non è certo il Gruppo PSA (con il quale la fusione viene millantata ciclicamente ormai da anni) che è ancora più dipendente dal mercato europeo di Fiat. BRUUUM!!!

martedì 10 gennaio 2012

Dodge Dart, italiana d'America

L'edizione 2012 del Salone di Detroit apre i battenti e l'argomento che tiene banco è, manco a dirlo, il Gruppo Fiat-Chrysler. I motivi di interesse sono diversi e ruotano tutti intorno a una automobile, la nuova Dodge Dart, primo vero esempio di progetto condiviso e di integrazione tecnologica. La Dart nasce infatti da una costola della nostrana Alfa Romeo Giulietta, della quale sfrutta il pianale, il motore multiair da 1.4 litri e il cambio TCT. In realtà la piattaforma non è esattamente la stessa dell'Alfa, ma una sua evoluzione che farà da base a molte altre auto del Gruppo, anche molto diverse tra loro. E' nota come "C-Wide", mentre quella della Giulietta si chiama "C-Evo", poiché rispetto a quest'ultima consente una maggiore flessibilità nelle dimensioni dell'auto; non a caso dovrebbe essere usata per la nuova Alfa Romeo Giulia, una berlina di segmento D che sfiorerà i 4,80 metri. In Dodge devono essere molto fieri di questa discendenza, visto che è stata citata più volte durante la conferenza stampa di presentazione. La Dart, però, è importante anche per altri due motivi. Sarà la prima auto del Gruppo prodotta in Cina dal partner Guangzhou (rivista e rimarchiata Fiat) da dove potrebbe anche arrivare in Europa. Infine, la Dart ha permesso a Fiat di ottenere un altro 5% della quota azionaria Chrysler, possedendo così il 58,5% dell'intero pacchetto. La nuova Dodge rappresenta infatti il raggiungimento del terzo e ultimo "performance event" che faceva parte degli accordi di salvataggio stabiliti tra il Lingotto e il Governo americano, ovvero la produzione di un'auto su piattaforma Fiat che consumasse meno di 40 miglia per gallone.
La Dart sta riscuotendo l'apprezzamento della critica e nei prossimi giorni si confronterà col pubblico americano. Sono sicuro che Marchionne seguirà la faccenda molto da vicino, visto che è in gioco un bel pezzo di credibilità del Gruppo, ché se oltreoceano il mercato è in ripresa, in Italia è in caduta libera...BRUUUM!!!

venerdì 25 novembre 2011

La nuova Fiat Panda e la brutta figura nel crash test EuroNCAP

Iniziamo dai fatti. La nuova Panda è stata sottoposta, come tutte le  nuove auto, al crash test dell' EuroNCAP e nella valutazione finale ha ottenuto solo quattro delle cinque stelle disponibili. Ecco il dettaglio dei voti:

Protezione adulti: 82% Protezione bambini: 63% Protezione pedoni: 49% Dotazione di sicurezza: 43%


Leggendo le motivazioni che hanno portato all'assegnazione di queste percentuali si scopre in che cosa la nuova piccola Fiat si è dimostrata deficitaria. Prima però occorre precisare che le vetture testate sono in allestimento base, quindi con la minima dotazione di serie garantita dalla casa madre. Sulla Panda l'ESP non è di serie su tutte le versioni, quindi il punteggio della dotazione di sicurezza è penalizzato; allo stesso modo non sono di serie gli airbag laterali per il torace. Anche il punteggio della protezione bambini è carente. Leggendo il rapporto sui risultati del test si scopre che la colpa è del seggiolino per i bambini fino a 3 anni che non trattiene adeguatamente la testa del piccolo. Queste sono le tre cause che non hanno fatto raggiungere le, ormai irrinunciabili, cinque stelle. Fiat si è subito difesa diramando un comunicato dove la colpa del risultato viene addossata alla mancanza di ESP sull' esemplare testato e dichiara che l'ESP sarà in disponibile su tutta la gamma a partire dal 2012 (cioè quando verrà commercializzata la vettura), in ossequio agli accordi tra tutte le case costruttrici che prevedono di dotare tutte le nuove auto in vendita dal 2012 di ESP di serie. A parte il fatto che c'è una bella differenza tra dire che una dotazione sarà "disponibile" oppure "di serie", si può tranquillamente tirare la giacchetta ai vertici Fiat per la cattiva gestione di tutta la faccenda. In primo luogo perchè il piccolo aggravio di costi comportato dall' ESP di serie sarebbe stato ampiamente ripagato in termini di immagine e di risultati, sia nel crash test che nelle vendite. In secondo luogo perchè il seggiolino è stato scelto tra quelli presenti nella linea accessori Fiat; trattandosi quindi di un prodotto esterno su cui Fiat ha solo messo il suo marchio, poteva essere scelto più cura (tra l'altro è lo stesso seggiolino che ha mal figurato nel crash test della Jeep Grand Cherokee...). A dirla tutta anche il comunicato stampa ambiguo lascia perplessi, considerando che la Panda è un modello di vitale importanza per Fiat e soprattutto che è l'auto da "trasporto bimbi" per eccellenza. Non vorrei essere nei panni di un venditore Fiat costretto ad arrampicarsi sugli specchi per spiegare alla mamma interessata alla Panda che le quattro stelle in realtà sono cinque perchè...BRUUUM!!!

venerdì 4 novembre 2011

Fiat Freemont AWD, la gamma è completa

La chiacchierata SUV italo-americana si arricchisce con la trazione integrale, disponibile sia sul diesel più potente (2.0 mjet 170CV) che sul 3.6 V6 Pentastar da 286CV, altra new-entry. Entrambe le motorizzazioni sono offerte esclusivamente in accoppiamento al cambio automatico a 6 rapporti di origine Chrysler. Il passaggio al 4WD, mediante l'intervento delle ruote posteriori è del tipo on-demand, ovvero tutto avviene senza che il guidatore debba preoccuparsi di alcunchè. È addirittura prevista una funzione "torque transfering" che a velocità comprese tra i 40km/h e i 105km/h, invia la giusta coppia alle ruote posteriori per accrescere l'agilità dell'auto. L'estetica è invece praticamente invariata. Se state cercando una fuoristrada dura e pura, non è questa l'auto che fa per voi, ma se alle esigenze di comodità e spazio sommate anche quelle di mobilità su fondi a bassa aderenza, allora potreste prenderla in considerazione. I prezzi restano "americani", il sovraccosto rispetto alle versioni manuali 2WD è di 3500€. Di seguito il listino completo:

Fiat Freemont 2.0 Multijet 140 CV Freemont 25.920 euro
Fiat Freemont 2.0 Multijet 170 CV Freemont 27.430 euro
Fiat Freemont 2.0 Multijet 140 CV Urban 27.430 euro
Fiat Freemont 2.0 Multijet 170 CV Urban  28.940 euro
Fiat Freemont 2.0 Multijet 140 CV Lounge 29.430 euro
Fiat Freemont 2.0 Multijet 170 CV Lounge 30.940 euro
Fiat Freemont 2.0 Multijet 170 CV 4x4 Aut. Urban 32.440 euro
Fiat Freemont 3.6 280 CV 4x4 Aut. Urban 32.440 euro
Fiat Freemont 2.0 Multijet 170 CV 4x4 Aut. Lounge 34.440 euro
Fiat Freemont 3.6 280 CV 4x4 Aut. Lounge 34.440 euro.

mercoledì 28 settembre 2011

Arriva la Cross-Bravo?

Ormai sembra certo, la nuova Fiat Bravo non avrà le classiche forme della berlina a due volumi e probabilmente cambierà nome. La dovremmo vedere sul mercato nel corso del 2013. Sviluppata sul solito pianale C-Evo (lo stesso della Giulietta), tenterà di ripetere le fortune di auto come la Nissan Qashqai, la crossover per eccellenza. In Fiat devono aver pensato che una berlina tradizionale sarebbe stata difficile da differenziare rispetto alle cugine Delta e Giulietta, che peraltro stanno ottenendo buoni risultati sul mercato. Quindi ecco la rivoluzione, o per meglio dire l'innovazione, di quello che dei tre dovrebbe essere il marchio più dinamico. Con la nuova Bravo Fiat si rivolgerà anche alle famiglie bisognose di spazio che, dopo l'uscita di produzione della Stilo MW e della Multipla, si sono rivolte altrove.Quello che ancora non si sa, è se saranno disponibili versioni a trazione integrale. Ma visto che anche la Sedici è avviata al pensionamento, forse varrà la pena di sfruttare l'ampio know how di Jeep. 
E voi? Preferireste una Bravo o una Cross-Bravo? BRUUUM!

martedì 30 agosto 2011

Arriva la nuova Panda e anche…

Non so voi ma io faccio fatica a ricordare una giornata come questa. Almeno per oggi il Gruppo Fiat ha monopolizzato l’attenzione della stampa specializzata mondiale. L’evento principale è la diffusione delle immagini ufficiali della nuova Panda, che come una stella cometa ha lasciato dietro di sè una scia di modelli (nuovi o rinnovati) e di notizie, che sembrano voler dire agli automobilisti, ma anche ai concorrenti, che il Lingotto non solo ha intenzione di giocarsi tutte le sue carte ma che vuole anche rilanciare.
In effetti, negli ultimi tempi si è parlato di Fiat a diversi propositi, tranne che al più importante, al core business dell’azienda. Le fabbriche, la fusione con Chrysler, il trasferimento della sede in Olanda, l’interesse di VW per Alfa Romeo..tutti argomenti che hanno distolto l’attenzione da ciò che Fiat (quando vuole) sa fare meglio, le automobili. Eccovi allora la terza generazione della Panda, che promette un salto di qualità e vuole riconfermarsi come leader indiscussa del segmento A. Un’auto intorno alla quale si gioca una partita importantissima, che non comprende solamente il confronto con il mercato, ma si allarga alla valutazione del rinnovato stabilimento di Pomigliano D’Arco, che dovrà garantire gli stessi standard qualitativi della tanto osannata fabbrica di Tichy.
Altre novità importanti sono l’aggiornamento della Grande Punto, che riceve i nuovi motori twinair e multijet sfoggiando una linea più pulita; e le nuove versioni, automatiche e integrali, della Freemont.  Anche la Lancia è in fermento; dopo il positivo lancio della nuova Ypsilon (che in agosto ha addirittura venduto più della 500), sono state diramate le fotografie ufficiali della Thema, complete della gamma di motorizzazioni che si incentra sul primo V6 diesel italiano, creato dalla VM Motori e affinato a Torino con il sitema multijet.

All’Alfa invece si lavora per il futuro, senza perdere di vista il presente. La strada presa con Mito e Giulietta sembra finalmente quella giusta, tant’è che le vendite in Europa sono praticamente raddoppiate. Quindi ecco i nuovi motori (e finalmente il cambio TCT) anche per la Mito e l’annuncio ufficiale della futura messa in vendita della 4C, unitamente a delle nuove foto in un colore più elegante. Per chi non lo sapesse la 4C è l’auto che sta risvegliando i cuori alfisti di mezzo mondo, una due posti a motore centrale con telaio in carbonio, mossa da un turbo benzina 1750 che si porta appresso solo 850kg; una vera sportiva Alfa come non se ne vedevano dal millennio scorso…
Per una sportiva che arriverà, ce ne sono tre che arrivano subito e sono marchiate Abarth: una Grande Punto SuperSport da 180cv e due 500: la prima si chiama Cabrio Italia, è veloce ed elegantissima, la seconda è essenziale ed arrabbiata..si chiama 695 Competizione.


Non vorrei sbagliarmi, ma penso che sotto la Mole stiano finalmente iniziando a capire che, ciò che fa davvero la differenza, è il prodotto…BRUUUM!