domenica 21 giugno 2015

Alfa Romeo 4C, la prova del Fatto.it – Tutto l’amore che c’è


È bassa, larga, sportiva e bellissima. Ha due posti secchi, il motore centrale, la monoscocca in fibra di carbonio e fa girare la testa a tutti. No, sul cofano non c’è il Cavallino Rampante ma un Biscione incastonato nel trilobo, che rimanda direttamente ai tempi in cui Henry Ford si levava il cappello al passaggio di un’Alfa Romeo e le Ferrari semplicemente non esistevano, perché Enzo doveva ancora smettere di pilotare le prime per mettersi a costruire le seconde. Se vi piace passare inosservati, lasciate perdere. Ogni semaforo o incrocio è buono per una foto con il cellulare o per una battuta al volo; a ogni sosta, invece, è meglio armarsi di pazienza per richieste di informazioni, di “guardarla dentro” o di farci un giro da passeggeri. Non c’è dubbio, l’Alfa Romeo 4C è una calamita di attenzioni, dai bambini in passeggino alle nonnine con il carrellino della spesa. Anche chi magari è girato e non la vede, dopo un attimo la sente subito, soprattutto con gli scarichi sportivi come quelli dell’auto in prova, che fortunatamente non era rossa, altrimenti sarei ancora per strada braccato dai curiosi. Ma la 4C merita tutte queste attenzioni? In una parola e definitivamente, sì. Al netto di alcuni difetti che è praticamente impossibile non perdonarle, quest’auto si fa amare incondizionatamente, a patto di essere dei veri appassionati di guida e di saper apprezzare le sue caratteristiche estreme.

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giovedì 18 giugno 2015

Nuova Volkswagen Sharan, la famiglia è 'connessa'


HANNOVER – Verso il milione e oltre, di unità vendute, naturalmente. È questo il prossimo traguardo per la Sharan, la grande monovolume di casa Volkswagen che quest'anno spegne venti candeline e conta oltre 800.000 unità vendute nella sua storia, di cui 200.000 appartenenti all'ultima generazione. Per celebrare la ricorrenza, si presenta sul mercato con una nuova versione aggiornata soprattutto nei contenuti tecnici, che arriverà nelle concessionarie italiane a settembre, ma la cui prevendita è già iniziata l'11 giugno con un listino che parte da 34.100 euro (37.050 euro per il diesel). La gamma è composta da due motorizzazioni, il benzina 1.4 TSI da 150 CV e il diesel 2.0 TDI, declinato su due livelli di potenza, 150 e 184 CV, il primo disponibile anche con la trazione integrale 4Motion. Il lato estetico è quello dove gli ingegneri tedeschi sono intervenuti di meno; per cogliere le differenze tra questa Sharan e la precedente è necessario soffermarsi sui gruppi ottici posteriori, oppure notare il nuovo disegno dei cerchi in lega. Le novità sono invece molto più evidenti all'interno, non tanto per alcune finiture più curate e per i rivestimenti di migliore qualità, quanto per il nuovo sistema di infotainment che è compatibile con diverse piattaforme: MirrorLink, Android Auto (Google), CarPlay (Apple) e Volkswagen Car-Net. In parole povere vuol dire che qualunque smartphone acquistato nell'ultimo anno può essere connesso all'auto, riportando le sue funzioni sul display centrale e diminuendo nettamente il tasso di distrazione mentre si sta al volante.

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mercoledì 17 giugno 2015

Jeep Cherokee, con il 2.2 Multijet fa un salto di classe


AOSTA - Il successo del marchio Jeep prosegue inarrestabile e oggi lo specialista dei SUV del Gruppo FCA lancia una nuova motorizzazione 4 cilindri 2.2 Multijet sulla Cherokee. Declinata in due potenze, 185 e 200 CV, è già disponibile in concessionaria e si può ordinare a partire da 45.900 euro nel primo caso e da 50.500 euro nel secondo. In riferimento al mercato, con i risultati di maggio sono 19 i mesi consecutivi di crescita nell'area EMEA e 16 in Italia, ma sono addirittura cinque anni se si guarda al mercato globale. ''Siamo molto contenti di questi risultati, in particolare di quelli della Cherokee - ha commentato Dante Zilli, Head of Marketing EMEA - nell'area EMEA l'anno scorso abbiamo venduto 11.379 auto e dall'inizio del 2015 siamo già a 7.365''. In Italia le cose vanno ancora meglio e sono bastati i primi cinque mesi dell'anno per vendere 1.964 Cherokee; vuol dire aver praticamente già raggiunto il totale dell'immatricolato del 2014, concluso a 2.056 unità. Anche i risultati globali sono incoraggianti, perché alla fine di maggio erano 116.003 le Cherokee uscite dai piazzali dei concessionari, contro le 232.009 di tutto il 2014. Ma la corsa di Jeep passa anche dalla compatta Renegade, di cui domenica sera è stata assemblata l'unità numero 100.000.

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martedì 16 giugno 2015

Velocità e coraggio, uno spettacolo chiamato Rally


ALGHERO - La Volkswagen Polo bianca e blu arriva velocissima alzando dietro di sé una nuvola di polvere, affronta il dosso, si stacca da terra di un metro e mezzo e ne percorre venti 'volando' sopra la terra di Alghero. È la tappa italiana del WRC, il Campionato Mondiale Rally che per il sesto appuntamento della stagione è arrivato in Sardegna, per affrontare quella che, secondo appassionati e addetti ai lavori, è la prova più impegnativa di tutto l'anno. Buche profonde, avvallamenti e pietre taglienti come coltelli sono i nemici peggiori di piloti e navigatori, che portano al limite le vetture raggiungendo velocità semplicemente inimmaginabili su strade sterrate dove normalmente si andrebbe a passo d'uomo o poco più. Il rally è tutto questo, lo sport motoristico più massacrante per uomini e mezzi, ma anche portatore di un altissimo tasso di spettacolarità. Volkswagen ci è entrata nel 2013, con la Polo R e ha subito fatto doppietta vincendo il titolo piloti con Sebastien Ogier e quello costruttori, interrompendo il 'regno' francese della coppia Citroen/Sebastian Loeb che durava da ben nove anni. Nel 2014 è arrivato il bis con Ogier che si è riconfermato come padrone assoluto del WRC.

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lunedì 15 giugno 2015

Miki Biasion a tutto campo, dai rally alla “Giulia”


“La cosa più bella che possa fare un uomo vestito è guidare di traverso”, parola di Miki Biasion, leggenda dei rally, pilota della Lancia Delta Integrale e soprattutto, unico italiano ad aver vinto nel Campionato Mondiale Rally. Lo ho raggiunto alla tappa italiana del WRC, ad Alghero, dove Miki ha guidato una Abarth 695 Biposto speciale, una versione 'R' in esemplare unico preparata appositamente per la competizione su terra, con cui ha fatto da apripista nella prima prova speciale di giovedì e si è esibito nuovamente nella power stage finale di domenica. Mi sono seduto al suo fianco in questa Abarth unica mentre era parcheggiata sotto il podio vicino al parco assistenza, in attesa della cerimonia di premiazione finale. Così, tra una richiesta di foto – ormai gli autografi sono fuori moda – una stretta di mano e un pollice alzato, Miki ha risposto alle mie domande con tanta disponibilità e senza peli sulla lingua. Gli ho chiesto subito se questa 695 è solo uno sparo bel buio o qualcosa bolle in pentola... "E' un allestimento che Abarth ha preparato appositamente per il Rally di Sardegna - ha detto - e che probabilmente verrà usata in altre occasioni simili a questa ma non è il preludio a un programma di ritorno nelle competizioni".

OmniAuto.it: Quanto è diversa dalla Biposto normale?
Miki Biasion: "Il motore ha circa 200 CV (anziché 190, ndr), monta un differenziale autobloccante tarato per l'uso sportivo e ha un cambio sequenziale da gara, oltre ovviamente a tutto l'allestimento specifico che richiede l'omologazione per i rally".

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venerdì 12 giugno 2015

Suv elettrici, Audi e BMW preparano la risposta alla Tesla Model X di Elon Musk


Chi ha paura della Tesla? In teoria nessuno, in pratica più di qualcuno, soprattutto adesso che sta per arrivare la Model X, una crossover in grado di parlare a un target di potenziali acquirenti molto più ampio rispetto alla Roadster e alla berlina di lusso Model S, per quanto la seconda sia già un modello di successo. La ricetta dell’azienda di Elon Musk è semplice: costruire auto premium elettriche, con una autonomia molto più estesa (almeno doppia) di tutti i concorrenti e venderle lì dove i governi e le amministrazioni sono più accondiscendenti e lungimiranti. Stati Uniti, Olanda, Norvegia, sono tutti posti dove iniziano a circolare un bel po’ di Model S, o perlomeno abbastanza da mettere in allerta i “depositari” tradizionali del premium, i soliti tedeschi.

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giovedì 11 giugno 2015

Abarth 695 Biposto R, ha fame di WRC


Se la Abarth 695 Biposto non vi sembra abbastanza estrema, sappiate che da oggi c'è una versione ancora più cattiva, denominata "R". Si tratta di un esemplare unico, un prototipo allestito direttamente dalla Squadra Corse nelle Officine Abarth Mirafiori, sulla base della versione stradale, con uno scopo ben preciso: i rally. No, non c'è nessun ritorno alle competizioni in vista, ma solo un "cameo" nella tappa sarda del WRC che prenderà il via questo weekend nei dintorni di Alghero. La prova speciale di apertura – la ''rallyshow'' di Cagliari - è per prevista giovedì 11 giugno e l'autoche farà da apripista sarà proprio la Abarth 695 Biposto R. Al volante ci sarà un pilota d'eccezione, il bicampione del mondo Miki Biasion che la guiderà anche nella ''powerstage'' finale, cioè l'ultima prova speciale che determinerà la classifica definitiva del rally, domenica 14 alle ore 12:08.

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mercoledì 10 giugno 2015

Ubriachi al volante, Stati Uniti: l’auto ‘sente’ l’alito e decide se mettersi in moto


Le auto diventano sempre più sicure, le infrastrutture migliorano – almeno nei Paesi civili – ma le brutte abitudini degli automobilisti e la quasi totale inconsapevolezza sulla pericolosità delle proprie azioni permangono invariate. Tra queste, la guida in stato di ebrezza è ben lontana dall’essere estirpata e ogni anno la conta dei morti è nell’ordine delle migliaia (oltre 10.000 negli Stati Uniti e 6.500 in Europa). Inoltre, i casi di recidiva sono moltissimi, anche il 30%. In venticinque Stati americani e in cinque del Vecchio Continente – Belgio, Finlandia, Francia, Olanda e Svezia – sono già obbligatori i dispositivi “alcol interlock” per chi è stato condannato per guida in stato di ebrezza, ma secondo la l’ente americano per la sicurezza stradale NHTSA è troppo poco. Infatti, solo chi è già stato pizzicato una volta è obbligato all’installazione di un etilometro collegato direttamente con l’accensione dell’auto, che la blocca se il guidatore è oltre i limiti dopo il “soffio”, oppure se non soffia per niente.

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martedì 9 giugno 2015

Renault Clio 220 Trophy, quali sono le concorrenti?


Renault ha ufficializzato l'arrivo della versione più sportiva della Clio RS, cioè la 220 Trophy. Ci vogliono non meno di 25.900 euro per portarsi a casa la piccola francese nella sua incarnazione più specialistica. Di lei già sappiamo tutto: ha un motore più performante (+20 CV, +20 Nm), un cambio automatico più veloce (-30% nei tempi di cambiata) e un assetto più affilato (nuove molle e sterzo più diretto del 10%). Del resto, meritarsi la sigla Trophy non è da tutti, sebbene manchi la classica ciliegina sulla torta, cioè il differenziale autobloccante meccanico, un plus che alcune sue concorrenti - Peugeot 208 Gti 30th Anniversary e Opel Corsa OPC su tutte - offrono. A questo proposito, è interessante fare una panoramica sulle rivali della Clio più estrema, visto che la nicchia “racing” del segmento B è quella dove c'è maggiore competizione.

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Apple, Google? No, Ford e Toyota insieme per connettività auto-smartphone “open”


Niente Android Auto e nemmeno Apple CarPlay. Ford non vuole che i due colossi dell’informatica prendano possesso dei sistemi di infotainment delle proprie vetture e, di conseguenza, dei dati relativi a guidatori e proprietari che diventeranno sempre più preziosi per qualsiasi tipo di offerta commerciale. Anche Toyota la pensa allo stesso modo, così è nata un’alleanza inedita che va controcorrente rispetto al resto delle Case automobilistiche. Niente piattaforme differenziate e fornite da soggetti terzi, ma un unico software open-source a cui i costruttori stessi possono dare il loro contributo. L’obiettivo è sempre quello di integrare nel migliore dei modi i dispositivi personali con le funzionalità messe a disposizione da ogni singola auto, dai comandi vocali alla navigazione passando per lo streaming di contenuti musicali, e la SmartDeviceLink – questo è il nome della nuova piattaforma – è pensata per farlo con una certa semplicità.

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lunedì 8 giugno 2015

VW Golf TSI BlueMotion, 3 cilindri campioni di efficienza


AMSTERDAM - Nel mare magnum delle sigle utilizzate dalle Case automobilistiche, la parola 'BlueMotion' contraddistingue le Volkswagen che inquinano e consumano meno.
La Golf TSI BlueMotion che abbiamo provato alla presentazione stampa internazionale di Amsterdam è il primo modello a benzina a potersi fregiare di questo titolo, appannaggio, finora, solamente delle motorizzazioni diesel. Il merito va tutto al 1.0 3 cilindri turbocompresso di coppia campione di efficienza che le permette di dichiarare emissioni di 99 g/km e un consumo medio nel ciclo combinato di 4,3 L/100 km. In Italia arriverà a luglio in un unico allestimento, con le cinque porte e con il cambio automatico DSG a 7 rapporti, a un prezzo di listino di 24.700 euro. Questo vuol dire che costa di più sia delle 4 cilindri 1.2 e 1.4 TSI in allestimento corrispondente, ma il differenziale di prezzo è giustificato dai contenuti tecnologici che riducono la sua sete di benzina. A questo proposito, la Golf BlueMotion non è certo un'auto pigra. Anzi, il piccolo 3 cilindri eroga ben 115 CV da 5.000 a 5.500 giri e 200 Nm di coppia massima a 2.000 giri. Così la compatta di Wolfsburg può superare agevolmente i 200 km/h e raggiungere i 100 km/h da fermo in meno di 10 secondi (204 km/h e 9,7 s per la precisione).

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venerdì 5 giugno 2015

FCA, troppa carne al fuoco: Jeep Wrangler e Grand Cherokee sarebbero in ritardo


Il vespaio scatenato dal due di picche che Mary Barra di GM avrebbe dato a Marchionne non si è ancora placato che l’amministratore delegato di FCA è di nuovo al centro dell’attenzione. La colpa, stavolta, è dei ritardi che – secondo la Reuters – interesserebbero una certa parte del piano industriale 2014-2018. La fonte sono alcuni dei principali fornitori del Gruppo, a cui sarebbe stato comunicato che alcuni modelli verranno posticipati di un anno o più, mentre le risorse verranno concentrare su veicoli più profittevoli. In particolare, sarebbero le Jeep Wrangler e Grand Cherokee a subire dei ritardi, insieme al pick-up Ram 1500. È evidente che il gruppo italo-americano, ora come ora, ha un bel po’ di carne al fuoco: il rilancio dell’Alfa Romeo, il primo vero restyling della 500 e l’entrata a pieno regime di commercializzazione della coppia Fiat 500X/Jeep Renegade. Per cui, un minimo di fluidità nel calendario non è certo un peccato mortale.

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giovedì 4 giugno 2015

Aprilia RSV4 1000 RF, la prova del Fatto.it – Sognando (democraticamente) la Superbike


La cosa più bella delle moto sportive è che sono democratiche. Con cifre nell’ordine dei 20.000 euro ci si può sedere su una specie di missile terra-terra che non è poi tanto più lento dei mezzi da corsa, sì, proprio quelli che si vedono la domenica in televisione alzandosi “tutti in piedi sul divano”. Raddoppiando il numero delle ruote fare lo stesso è impossibile: anche lasciando stare l’inarrivabile Formula 1, per provare sensazioni anche solo lontanamente simili a quelle di un pilota di GT1 ci vuole almeno un milione di euro. Ma qui le ruote sono due e sono attaccate alle sospensioni della nuova Aprilia RSV4 1000 RF, cioè la diretta discendente della campionessa di Superbike. Niente targa, frecce o specchietti, dato che sono al Misano Wolrd Circuit Marco Simoncelli e che la Casa di Noale ha organizzato le cose in grande. Dovrei essere solo un giornalista a una presentazione stampa, però mi sento quasi un pilota vero, perché la “mia” RSV4 attende sui cavalletti con le termocoperte, curata a vista dal meccanico che mi ha appena regolato le leve e fatto il bilanciamento statico. Sono alto 201 cm e ho non poche difficoltà a “inserirmi” dentro la Aprilia, che è compatta come una vecchia 250 due tempi. Conscio dei miei molteplici limiti mi preparo a entrare in pista, sapendo che l’impietoso smartphone dietro al cupolino, collegato con la Multimedia Platform, farà la radiografia di ogni mia azione. Certo, se uno è bravo poi può anche tirare giù i dati, stamparli e vantarsi con gli amici. I “fermoni” come me, invece, possono (e devono) prendere spunto per migliorare.

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mercoledì 3 giugno 2015

Auto elettriche, previsioni al ribasso anche per General Motors


Le vendite di auto elettriche iniziano gradualmente a salire, ma senza alcuna fretta e anche General Motors – dopo che la Renault ha fatto lo stesso pochi mesi fa – ha dovuto rivedere al ribasso le sue previsioni. L’obiettivo di avere mezzo milione di GM a zero emissioni sulle strade americane entro il 2017 non sarà raggiunto. Alla fine del 2014 il numero totale era fermo a 180.834, in lieve crescita rispetto al 153.034 del 2013 e al 39.843 del 2011. Peraltro, nel conteggio fatto dagli americani sono entrate tutte le vetture con “qualche forma di elettrificazione”, quindi anche le ibride. Considerando che il mercato statunitense ha assorbito 16,5 milioni di auto nel 2014, di cui quasi 3 milioni costruite dalla più grande delle ex-Big Three, meno di 30.000 veicoli sono proprio poco, praticamente l’1%. Il problema è sempre lo stesso, ben noto anche in Europa: la domanda dei consumatori è quasi inesistente.

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venerdì 29 maggio 2015

Nuova Peugeot 208, il 3 cilindri affila gli artigli


GRAZ - A tre anni dal lancio la Peugeot 208 si rinnova, con un restyling corposo che arriva esattamente a metà del ciclo di vita. Le novità più importanti sono nella disponibilità del sistema Active City Stop - fino a 30 km/h evita gli impatti o ne riduce le conseguenze, costa 250 euro - nei motori PureTech a benzina e BlueHDi diesel, accompagnati dal un inedito cambio automatico a 6 rapporti con convertitore di coppia, ma soprattutto da consumi sorprendenti, visto che la versione diesel da 75 CV è omologata con una media di 3 litri per 100 km (79 g/km di CO2), un dato che ne fa la vettura con motore termico più parsimoniosa disponibile in Italia. La nuova 208 - presentata alla stampa internazionale a Graz, in Austria - arriverà nelle concessionarie dall'11 giugno, con prezzi a partire da 12.300 euro, confermando e affinando quelle caratteristiche che l'hanno fatta scegliere a quasi 83.000 italiani nel suo primo triennio di commercializzazione. Parimenti, il successo europeo è piuttosto lampante, grazie al milione di unità vendute da metà 2012 a oggi.

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giovedì 28 maggio 2015

Alfa Romeo “Giulia”, il debutto fra meno di un mese: ecco tutte le indiscrezioni


Il prossimo 24 giugno, a Milano, l’Alfa Romeo toglierà i veli al “progetto 952”, la famosa Giulia che “non si chiamerà Giulia” – Marchionne dixit – e che segnerà il ritorno del Biscione alla trazione posteriore su un modello di grande serie, praticamente 20 anni dopo l’uscita dal listino della 75, per molti l’ultima vera Alfa. Probabilmente, almeno per gli appassionati di auto, si tratta dell’evento più atteso dell’anno, quello da cui dipende la parte più ambiziosa del rilancio di FCA. Passare da meno di 80.000 unità all’anno a 400.000 nel 2018, quintuplicando la produzione, è un obiettivo di grosso calibro, impossibile da ottenere senza avere nuove vetture da vendere, non solo in Italia ma soprattutto all’estero. Nel progetto del gruppo italo-americano, infatti, all’Alfa è assegnato il ruolo di marchio premium sportivo globale, come è BMW, come del resto era una volta, tanti anni fa.

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mercoledì 27 maggio 2015

Ford, Opel, Renault e Volkswagen, le piccole che si spartiscono l’Europa


La battaglia europea per leadership del segmento B è tutta da giocare. La quota della categoria subcompact, rispetto al totale del mercato potrebbe tornare sopra il 23% nel 2015, dopo essere scesa al 22,5% del 2014, pari a 2,6 milioni di auto, il punto più basso degli ultimi 10 anni. Certo, il 28% del 2009, anno peggiore della crisi in cui fu battuto anche il segmento C, è lontano ma tutto sommato si può considerare un buon segno. I consumatori hanno ritrovato fiducia e hanno ricominciato a spendere qualcosa in più, soprattutto nei crossover compatti, che nel 2014 sono cresciuti del 54%, raggiungendo le 761.087 unità vendute. Non solo più soldi in tasca, quindi, ma anche un cambiamento di gusti, che sta portando una migrazione da carrozzerie tradizionali, come quelle della Ford Fiesta, della Renault Clio e della Volkswagen Polo (le tre piccole più vendute in Europa) a forme più “rialzate”.

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martedì 26 maggio 2015

Seat Leon, vince gruppo VW: è Pantera della Polizia e Gazzella dei Carabinieri


Il gruppo Volkswagen ha vinto, FCA ha perso: proprio come i borseggiatori che potrebbero trovarsi a inseguire, le Seat Leon hanno “scippato” alle Alfa Romeo Giulietta il ruolo di Gazzella dell’Arma dei Carabinieri e di Pantera della Polizia di Stato, che saranno uguali per la prima volta nella storia. Finora non era mai successo che le Volanti fossero auto estere, sebbene molte vetture straniere siano di uso comune in altri servizi, come le BMW Serie 3 Touring e le Seat Exeo della Polizia Stradale o le Land Rover Defender e le Subaru Forester – entrambe a quattro ruote motrici – dei Carabinieri. Ma il bando del Ministero dell’Interno e dell’Arma era definito dalle norme europee che non prevedono privilegi per i costruttori nazionali, così l’offerta dei tedeschi è risultata semplicemente più conveniente, con una differenza di appena 83 euro per veicolo: 43.980 erano quelli richiesti per l’Alfa Romeo Giulietta in allestimento speciale, mentre 43.897 erano necessari per la Seat Leon 2.0 TDI 150 CV.

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lunedì 25 maggio 2015

Richiami Usa: GM ripaga la 104a vittima, il difetto Takata tocca 34 milioni di auto


Mentre in Italia si discute dell’omicidio stradale, negli Stati Uniti sono le automobili stesse a essere nell’occhio del ciclone. I numeri dei due scandali più grossi nella storia dell’industria dell’auto, infatti, continuano a salire. Se General Motors ha appena risarcito la vittima numero 104, causata dal famigerato blocchetto d’accensione difettoso, un altro big dell’auto, la giapponese Takata Corporation ha ufficializzato che gli airbag difettosi montati su auto circolanti negli Usa e da sostituire sono 33,8 milioni, praticamente il 13% di tutte le vetture e i light truck che si trovano negli Stati Uniti. La vicenda di GM sta volgendo al termine, portandosi dietro uno strascico di costi – la famiglia di ogni vittima viene ripagata con 1 milione di dollari, le richieste sono 500, più i feriti – e di procedure, visto che almeno fino al 2017 ogni mese ci sarà un summit con gli ispettori dell’ente che vigila sulla sicurezza stradale, il famigerato NHTSA, per valutare l’efficacia delle nuove procedure. Quella di Takata, invece, è in pieno svolgimento.

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venerdì 22 maggio 2015

Ssangyong Tivoli, la coreana che vuole uscire dagli schemi


ROMA – L’affollato e combattuto segmento delle piccole crossover ha appena visto l’ingresso di una nuova concorrente, che va ad assumere un ruolo da ‘outsider’ con alcune buone carte da giocare. È la Ssangyong Tivoli, l’ultimo prodotto della meno nota tra le case coreane che debutta sul mercato italiano con un 1.6 benzina aspirato – a cui seguiranno la versione bi-fuel GPL a luglio e il diesel a settembre – già disponibile in concessionaria con prezzi a partire da 15.950 euro. Come le sue connazionali più illustri, anche la Tivoli offre cinque anni o 100.000 chilometri di garanzia, fornita direttamente da Ssangyong Italia che è parte del Gruppo Koelliker. Il nome con cui è stata battezzata è esattamente quello della cittadina laziale, che vanta due dei cinquanta siti italiani riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità. Proprio nella città tiburtina, nella suggestiva cornice di Villa D’Este, si è svolta la presentazione alla stampa internazionale. La crossover coreana ha fatto il suo debutto sul mercato interno nello scorso mese di gennaio, con vendite stabilizzatesi sulle 2.600 unità al mese, mentre in Europa ha debuttato all’ultimo Salone di Ginevra. I numeri previsti per l’Italia sono ovviamente inferiori, 300 pezzi al mese una volta che tutta la gamma sarà a regime. Per raggiungerli la Tivoli non vuole attrarre il pubblico con prezzi da low cost, bensì cerca di offrire un adeguato ‘value for money’, rivolgendosi a tutte quelle persone che “non subiscono il fascino dei marchi più blasonati – ha spiegato Luca Ronconi, ad di Ssangyong Italia – ma compiono scelte originali”.

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giovedì 21 maggio 2015

Mondeo Vignale Hybrid: silenzio, parla l’elettrico Ford


Sapevate che esiste una versione ibrida della Ford Mondeo? Se siete di quelli che sanno a memoria i listini e a cui non sfugge nulla, probabilmente si, diversamente è più facile il contrario. Non c’è da stupirsi, visto che la stessa Ford Europa non ha mai acceso particolari riflettori su quest’auto, ma forse con l’arrivo della versione Vignale qualcosa potrebbe cambiare. Intanto è l’unica Mondeo che non viene prodotta a Valencia, insieme a tutte le altre Ford di grandi dimensioni, ma arriva direttamente dagli Stati Uniti, precisamente da Flat Rock, che è lo stesso stabilimento dove si costruisce anche la Mustang. Questo perché la hybrid è realizzata sulla carrozzeria a quattro porte della Fusion americana e non su quella a cinque porte o station wagon della Mondeo europea. Quindi, se vi piacciono le berline tre volumi old style la Monde Vignale ibrida è l’auto che fa per voi.
Durante la presentazione internazionale della Mondeo Vignale, svoltasi a Roma in uno dei primi Ford Store – i concessionari selezionati Ford dove saranno disponibili la gamma Vignale e la Mustang - della Capitale ho subito puntato la versione ibrida, visto che non l’avevo mai guidata prima ed ero molto curioso di provare il funzionamento di un sistema che ha diverse similitudini con quello classico Toyota, a partire dal motore termico a Ciclo Atkinsons.

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mercoledì 20 maggio 2015

Guida autonoma, la “questione morale”: chi deve salvare l’auto? E chi investire?


Anno 2020. State tornando a casa nella vostra auto a guida autonoma, percorrendo il solito tragitto, quando una palla vi compare davanti, seguita un istante dopo dal bambino che cerca di riacchiapparla. La velocità è di 70 km/h, la distanza tra veicolo e bimbo troppo breve e va presa una decisione in pochi decimi di secondo. Con un’auto normale cosa fareste? Dopo esservi attaccati ai freni, all’approssimarsi dell’inevitabile probabilmente sterzereste con forza. Dopodiché le possibilità sono molteplici: un prato privo di ostacoli dove terminare la corsa con un testacoda e uno spavento, oppure un muretto, un palo, un albero, una casa, dove terminarla e basta. Magari il bambino si salverebbe e voi no, ma passereste a miglior vita soddisfatti di aver fatto una buona azione. E se invece, nello scartare di lato, foste piombati su un gruppo di passanti? Senza continuare con esempi macabri, la questione si delinea chiaramente: come deve comportarsi un’auto a guida autonoma in caso di emergenza, di chi è la responsabilità, chi deve pagare il prezzo di un imprevisto? Perché le responsabilità civili e penali le decideranno i singoli Stati che inizieranno ad autorizzare le auto a guida autonoma e i soggetti interessati sono essenzialmente tre: la casa automobilistica, il guidatore e il gestore delle strade.

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martedì 19 maggio 2015

Alfa Romeo 4C Spider, astenersi deboli di cuore


Quante volte vi è capitato, al casello dell'autostrada, di essere molto più in basso della feritoia dove va inserito il biglietto? Se non siete habitué delle sportive britanniche o non possedete qualche supercar estrema, probabilmente mai. La seduta praticamente rasoterra è la prima cosa che mi colpisce quando “scendo” a bordo della Alfa Romeo 4C e la variante Spider non fa eccezione. Le differenze con la berlinetta sono solo dalla vita in su e, per quanto riguarda il “problema casello”, non avere il tetto probabilmente è meglio, perché mi posso issare aggrappandomi con la mano destra sulla cornice del parabrezza e sporgermi con il braccio sinistro fuori dall'auto, un po' come una brutta copia dei cugini Dukes della contea di Hazzard. E' un difetto? Per me no, come non lo è la componentistica interna spartana, di evidente derivazione Panda, 500 e compagnia bella. La Ferrari 308 GTS di Magnum P.I. non aveva forse le levette della Fiat 127? Eppure è diventata un mito lo stesso, no? La verità è che mi viene proprio difficile trovare qualcosa che non va nella 4C Spider, soprattutto ora che sono stati sistemati alcuni difetti di gioventù della berlinetta. Ma andiamo con ordine e parliamo del tetto, che non c'è.

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Alfa Romeo 4C Spider, sportività pura e vento tra i capelli


BALOCCO - L'Alfa Romeo 4C ha 'perso la testa', cioè una parte del tettuccio ed è diventata Spider.L'arrivo della versione scoperta era atteso già dal marzo 2013, quando la berlinetta debuttò al Salone di Ginevra. Ci sono voluti due anni e altrettanti Saloni svizzeri per viaggiare su una 4C con i capelli al vento, ma l'attesa non è stata vana. E poi la pazienza è una virtù da coltivare, se si decide di acquistarne una (coupé o spider non importa), perché l'accoppiata tra produzione esigua e richiesta altissima porta a tempi di attesa dilatati: ordinando la variante chiusa oggi, ci vorrebbero 12-14 mesi per averla, mentre di quella aperta ne verranno fatte solo 1.000 da qui fino alla fine dell'anno.
L'Alfa a motore centrale, infatti, è costruita a mano nello stabilimento Maserati di Modena, dove ne vengono assemblate 20 al giorno. È la sua stessa scheda tecnica a rendere lento il processo di assemblaggio, perché la monoscocca in fibra di carbonio - pesa solo 73 kg ed è il cuore dell'auto - viene 'cotta' in un forno specifico dopo che i pannelli vengono posati uno sull'altro e incollati a mano. Così, non se ne riescono a produrre più di 3.500 all'anno, tanto che negli Stati Uniti gli ordini sono stati sospesi a causa delle troppe richieste. Quanto all'area EMEA, i contratti già firmati sono 2.700 e ne circolano 1.400. Vuol dire che ci sono ancora 1.300 futuri alfisti da soddisfare e qualcuno inizia già a speculare, visto che le 4C usate costano dai 70.000 agli 85.000 euro, quando il prezzo di una coupé nuova si ferma a 65.000 e quello della Spider arriva a 75.000 euro.

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lunedì 18 maggio 2015

Nuova Chevrolet Camaro, ecco la sesta generazione


Dopo i teaser degli ultimi giorni e dopo che la sua rivale per eccellenza, la Ford Mustang, ci ha conquistato con le sue prestazioni, la sesta generazione della Chevrolet Camaro è arrivata. Lasciamo a voi il giudizio estetico sulla nuova muscle-car di General Motors, ma sicuramente non si fa fatica a riconoscerla. Le novità più grandi, invece, ve le raccontiamo tutte. Sono di natura tecnica e molto succulente, perché anche la nuova Camaro ha subito un processo di “europeizzazione” delle qualità dinamiche. Intanto c’è un nuovo motore, il 2.0 4 cilindri turbo già visto sulle ultime Cadillac, capace di erogare 270 CV e 393 Nm di coppia massima, qualcuno in più dei 386 Nm del noto 3.6 V6 da 330 CV. Al top di gamma, poi, c’è il 6.2 V8 da 440 CV e 610 Nm – lo stesso della Corvette Stingray - che rimane appannaggio della versione SS. Tutti e tre i propulsori possono essere abbinati al cambio manuale a 6 marce Tremec o alla trasmissione automatica Hydra-Matic a 8 rapporti.

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venerdì 15 maggio 2015

Aprilia Tuono V4 1100, la prova del Fatto.it – Una moto da corsa in incognito


Che senso ha una moto sportiva, pensata per l’uso su strada, ma con prestazioni che la rendono tranquillamente adatta anche alla guida in pista? Dal punto di vista razionale, molto poco, ma si sa che i motociclisti non lo sono mai molto. Se poi un costruttore decide, così, quasi per gioco, di prendere una superbike, di svestirla delle carene e di montarle un manubrio alto, facilmente tutti i concorrenti faranno lo stesso. Perché è una operazione tutto sommato a basso costo e poi c’è sempre qualche “matto” che si compra una belva da 175 CV e 184 kg per i giri della domenica o magari solo per andarci al bar. Sono questi i numeri salienti della Aprilia Tuono V4 1100, la maxi-naked che proviamo oggi. Dalla RSV4 riprende praticamente tutta la parte tecnica ma si differenzia per una posizione di guida tutto sommato accettabile e ha sospensioni che non spaccano la schiena a ogni sconnessione.

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giovedì 14 maggio 2015

L’Apple Watch sarà legale in auto?


Usare il cellulare in auto fa più danni dell’alcol e dell’alta velocità. In Italia è stato la causa di un incidente su cinque nel 2014 ma, anche tralasciando le statistiche, basta passare un paio d’ore nel traffico per vedere con i propri occhi quanti automobilisti siano impegnati nel mandare messaggi o telefonare con lo smartphone appicciato all’orecchio, anziché usare un’auricolare o il vivavoce Bluetooth che la maggior parte delle auto nuove hanno di serie. Se poi si considera che basta lasciare gli occhi sul telefonino per 10 secondi, per percorrere circa 140 metri (a 50 km/h) senza sapere che cosa sta succedendo, si capisce subito quanto sia pericoloso questo comportamento. In molti paesi esteri, infatti, i controlli sono molto più pressanti e le sanzioni più pesanti. Negli Stati Uniti, per esempio, le campagne “no texting while driving” sono all’ordine del giorno e le multe sono davvero salate. Ma ora sta apparendo all’orizzonte un nuovo problema, quello dell’Apple Watch, rappresentato dalla natura stessa di questo dispositivo.

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mercoledì 13 maggio 2015

BMW Serie 1, col restyling arriva il diesel 3 cilindri


Prima di lei nessuna compatta aveva mai avuto la trazione posteriore e un bilanciamento dei pesi 50:50. E' la BMW Serie 1, l'auto che nel 2004 ha detto qualcosa di nuovo nel segmento C, quello da cui nessun marchio automobilistico vuole mancare, visto che fa i maggiori volumi nel mercato europeo. La hatchback tedesca, però, ne frequenta la parte più alta, quella appannaggio delle altre due tedesche, l'Audi A3 e la Mercedes Classe A. Che sia un prodotto pensato specificamente per il Vecchio Continente lo si capisce dalla sua assenza sul mercato americano, dove al contrario è presente come Serie 2, ovvero le carrozzerie coupé e cabrio che da lei derivano ma hanno cambiato nome. Non ne esiste nemmeno una versione a 3 volumi, come la A3 Sedan o la Mercedes CLA. Sappiamo anche che il suo futuro, in questa configurazione a trazione posteriore, è, purtroppo segnato.

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martedì 12 maggio 2015

Dodge Viper ACR, un mostro stradale affamato di pista


Come si fa a non amare la Viper? Una delle auto sportive più folli di sempre, con quel suo motore incredibile – nella prima versione derivava da un V10 dedicato ai truck, cui vennero ridisegnate le testate, mentre la fusione fu realizzata in alluminio – da 8.4 litri di cilindrata, naturalmente aspirato, che eroga 645 CV di potenza e 812 Nm di coppia, il valore più alto per un’auto di serie senza turbocompressore. L’attuale generazione della Viper è arrivata sul mercato americano nel 2012 e purtroppo non è mai stata importata ufficialmente in Europa. Questa versione estrema ACR – American Club Racer, quasi sicuramente seguirà la stessa sorte ed è un vero peccato, viste le sue caratteristiche tecniche. Si tratta praticamente di un allestimento “pronto gara”, tanto che, anche guardandola distrattamente viene il dubbio che sia iscritta a una qualche competizione GT.

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lunedì 11 maggio 2015

Saloni dell’auto, a Torino, Roma, Padova, Rimini nascono eventi alternativi


I Saloni dell’automobile sono destinati all’estinzione, perlomeno nella loro forma classica. Appartengono a un passato fatto di un’informazione lenta, affidata alla carta, un’epoca in cui conoscere un modello voleva dire toccarlo con mano. Le anteprime mondiali erano davvero tali e quando si sollevava il telo dalla carrozzeria di un’auto, la si vedeva effettivamente per la prima volta. Ormai la formula, almeno in Europa, è obsoleta e i Saloni che resistono sono quelli davvero grandi e ricchi di anteprime. Ginevra a marzo e Francoforte/Parigi in alternanza a settembre rimangono un ottimo punto di incontro per gli addetti ai lavori e mantengono più o meno stabile il numero di visitatori (682.000 a Ginevra 2014, 1.250.000 a Parigi 2014). Per i Saloni minori o nazionali – fra quelli “ufficiali” approvati dall’organizzazione dei costruttori Oica ci sono Barcellona, Amsterdam, Belgrado, Bruxelles, Londra e pure Kiev, annullato per la guerra – la presa sul grande pubblico è modesta. Del resto che senso ha spostarsi e spendere soldi per vedere automobili le cui fotografie sono già state diramate un mese prima, di cui con qualche click si può sapere tutto e che qualche settimana dopo saranno già nel concessionario sotto casa? Probabilmente nessuno, per far “schiodare” le persone dalle scrivanie o distogliere lo sguardo dai tablet serve qualcosa in più.

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venerdì 8 maggio 2015

Ford Mustang, la leggenda americana sbarca in Europa


MONACO DI BAVIERA – Un cavallo di razza, piccolo, robusto e veloce. Da cinquanta anni galoppa sul cofano di un'auto sportiva americana, con la criniera al vento e un profilo inconfondibile. E' il Mustang, che nell'accezione automobilistica diventa femminile, scrivendo la storia di una delle auto più iconiche di sempre. Basta andare negli Stati Uniti per vederne una parcheggiata in ogni angolo – dal 1964 a oggi ne sono state costruite oltre 9 milioni - mentre in Europa è una rarità d'importazione parallela, che finora è stato l'unico modo di averne una. Così, da questo lato dell'Atlantico è molto più facile conoscerla attraverso i film, c'è solo l'imbarazzo della scelta, da Bullit con Steve McQueen a Fuori in 60 secondi con Nicolas Cage. Questo almeno fino a oggi, visto che Ford ha deciso di commercializzare la sesta generazione anche nel Vecchio Continente. Si può avere con carrozzeria aperta o chiusa, Convertible o Fastback nella nomenclatura di Dearborn, scegliendo tra il 'moderno' 2.3 EcoBoost da 310 CV o il classico 5.0 V8 da 421 CV. I prezzi vanno da 36.000 a 47.000 euro, con la trasmissione manuale a 6 marce di serie e l'automatica in opzione. Svelata nel dicembre 2013 in configurazione 'US Spec', il modello europeo è arrivato tre mesi dopo a Ginevra. Durante la scorsa finale di Champions League Ford ha aperto gli ordini solo per la durata della partita, raccogliendo 9.300 prenotazioni, di cui 490 dall'Italia. Di queste, 2.200 si sono trasformate in contratti firmati, con gli italiani che ne anno ordinate 100 (66 2.3 Ecoboost e 34 5.0 GT) e riceveranno i primi esemplari nelle prossime settimane. Tutti gli altri, invece, dovranno recarsi in uno dei 25 Ford Store italiani autorizzati a venderla. L'abbiamo provata alla presentazione internazionale a Monaco di Baviera, tra strade tortuose, autostrade e passaggi urbani.

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giovedì 7 maggio 2015

FCA paga l’università ai venditori americani. Per migliorare il servizio


Lavorare in un concessionario non è mai stato in cima ai sogni degli adolescenti. In Italia la situazione negli autosaloni è abbastanza tragica: gli stipendi sono bassi, le provvigioni ancora di più e i turni di lavoro sono spesso massacranti, con i “porte aperte” che si susseguono, spesso infruttuosamente, quasi ogni settimana. Negli Stati Uniti il mercato va molto meglio ma vendere auto è comunque un lavoro poco ambito, anzi in più della metà dei casi solo di passaggio. Il turnover medio di un autosalone americano oscilla tra il 45 e il 60% ogni anno, così bisogna sempre ricominciare da capo, nella formazione dei venditori e nella gestione delle procedure. Fare il venditore è un lavoro duro, non ha grandi margini di crescita professionale e ci vogliono almeno tre o quattro anni prima di farsi un proprio “giro” di clienti. Mettendosi dalla parte di chi i concessionari li possiede o li gestisce, si intuisce la criticità della situazione. Per questo, il gruppo FCA capitanato da Sergio Marchionne ha deciso di varare una iniziativa poco comune: offrire formazione universitaria gratuita a chi lavora nei propri dealer.

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mercoledì 6 maggio 2015

Ford Mustang Shelby GT350R, produzione di soli 37 esemplari


In attesa di provare la nuova generazione della Ford Mustang nelle versioni “normali” 2.3 EcoBoost da 314 CV e 5.0 V8 GT da 418 CV, da oltreoceano arrivano nuove informazioni sulle varianti più performanti, in questo caso sulla Shelby GT350R. Questa Mustang, realizzata per celebrare il cinquanta anni dall’uscita del primo modello GT350 (era il 1965), verrà assemblata durante quest’anno in soli 37 esemplari, corrispondenti ad altrettanti numeri di telaio marchiati 2015. Se negli anni Sessanta, l’antenata dimostrò di che cosa era capace la piccola “pony car” di Dearborn, oggi l’erede monta il motore aspirato più potente di tutta la storia Ford, un 5.2 V8 da 507 CV. Anche la scelta di realizzare solo 37 unità della GT350R è un omaggio al passato, infatti della GT350 originale furono costruiti proprio questo numero di pezzi, di cui due erano prototipi. Ma se le pochissime Mustang GT350R saranno degli “istant classic” da collezione, ci sarà qualche possibilità in più di accaparrarsi una GT350 “liscia”. Le differenze tra le due sono piuttosto limitate, ma il pacchetto estetico della “R” è sicuramente più estremo. Quest’ultima, poi, è più leggera di 59 kg, dopo avere rinunciato ai sedili posteriori, all’impianto audio, al kit riparazione pneumatici e al climatizzatore. In ogni caso, la GT350 sarà costruita in 100 esemplari, tutti definiti come model year 2015. Di questi, 50 saranno equipaggiati con il Technology Package e altri 50 con il Track Package.

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martedì 5 maggio 2015

Peugeot dice addio alla RCZ, la logica del profitto batte quella della passione


Adieu Peugeot RCZ. Maxime Picat, amministratore delegato della Casa di Sochaux, ha recitato il requiem della coupé francese, che alla fine del ciclo di vita non verrà sostituita. Termina così la storia di una delle ultime sportive prodotte da un marchio generalista, fatta di circa 65.000 esemplari venduti da inizio 2010. Il problema è sempre il solito, quel vile denaro che porta i costruttori automobilistici a tagliare tutto il superfluo, puntando solo sui prodotti che garantiscono profitti. Così farà anche Peugeot, che secondo il piano “Back in the race” entro il 2022 avrà una gamma di soli 13 modelli, rispetto ai 26 attuali. Lo ha detto lo stesso Picat al magazine britannico Autocar, durante il Salone di Shangai: “Considerando che 13 carrozzerie rappresentano il 95% delle auto che vendiamo e oltre il 100% dei nostri profitti, è evidente che tutto questo sia necessario”. In effetti non fa una piega e poco importa se qualche migliaio di appassionati rimarrà orfano di un’auto estrema come la RCZ R, capace di tirare fuori 260 CV dal suo 1.6 THP “super-pompato”. Alla fine dell’anno le linee produttive della Magna Steyr di Graz, che ne cura l’assemblaggio, si fermeranno. ”Adoro la RCZ ma dobbiamo focalizzarci sui modelli più importanti e trarre il meglio da loro. Purtroppo presidiare le nicchie porta profitti solo ai marchi premium, per noi è solo una distrazione”, ha concluso Picat, mostrando una certa amarezza.

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lunedì 4 maggio 2015

Opel Corsa OPC, feroce tra le curve ma docile all'occorrenza


BILBAO – Opel Performance Center, più semplicemente OPC, è la sigla magica che trasforma la Corsa in un'auto sportiva affamata di asfalto. Molte delle piccole di segmento B offrono versioni 'pepate', ma il risultato degli sforzi dei tecnici tedeschi va oltre quanto offerto dalla concorrenza. Non ci sono dubbi, la Corsa OPC è quanto di più corsaiolo si possa avere rimanendo nei quattro metri di lunghezza e senza superare i 25.000 euro. L'assegno da lasciare al concessionario – già nei prossimi giorni, con le prime consegne previste a giugno – è da 21.900 euro, ma sarebbe un vero peccato non aggiungerne altri 2.500 per il Performance Pack, cioè quello che la differenzia sul serio da tutte le altre. Consta di quattro componenti fondamentali per il piacere di guida: i freni Brembo anteriori con dischi da 330 mm (da 308 mm quelli standard), i cerchi da 18 pollici necessari per ospitarli, le molle più rigide, gli pneumatici Michelin e il differenziale autobloccante meccanico Drexler, cioè quello che fa realmente la differenza. Certo, si potrebbero spendere altri 1.500 euro per il rivestimento in pelle dei sedili sportivi Recaro, ma quelli in tessuto sono già ottimi e comunque gli ammortizzatori Koni FSD (Frequency Selective Damping) sono di serie e i loro benefici durante la guida sono assolutamente percepibili

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giovedì 30 aprile 2015

Etilometro blocca-auto, l'Europa fa un passo in avanti


Mentre in Italia si dibatte sull'ergastolo della patente, sull'omicidio stradale e sulle pene da comminare quando le tragedie sono causate da uno stato di alterazione psicofisica (guida in stato di ebrezza o assunzione di stupefacenti), la Commissione Europea cerca di guardare oltre e di fare del tutto per impedire a chi è ubriaco di mettersi al volante. O meglio, mettersi al volante va anche bene, l'importante è non riuscire a mettere in moto l'auto. Per rendere effettivo questo impedimento bisogna utilizzare i dispositivi noti come "alcol interlock". Si tratta di speciali etilometri installati nel veicolo e collegati alla centraline di gestione del motore. L'automobilista soffia nel tubicino e se il suo livello di alcol nel sangue è corretto può guidare, altrimenti l'auto non parte. Se pensate che sia una misura troppo drastica, ricordate che ogni anno in Europa muoiono più di 10.000 persone per incidenti causati dall'alcol, è come se un paese di provincia sparisse nel nulla. Per questo è importante fare di più, andando oltre la prevenzione e i controlli delle forze dell'ordine. Ma, come in tutte le questioni dove c'è di mezzo un dispositivo elettronico, serve un capitolato comune a livello europeo e adesso c'è.

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mercoledì 29 aprile 2015

Ford S-Max, la seconda vita della monovolume sportiva


Il segmento D italiano, escludendo i marchi premium, vale poco più di 27.000 unità all'anno, di cui quasi i due terzi vengono acquistate da aziende o da società di noleggio. Sul podio ci sono tre tedesche, Passat, Octavia (passatemi la licenza geografica) e la Insignia, mentre la medaglia di legno va alla Peugeot 508. Poi vengono i due modelli Ford, la S-Max e la Mondeo. La seconda è stata rinnovata da poco e infatti le sue vendite stanno superando quelle della prima, che comunque fino a tutto il 2014 si è mantenuta in testa. Del resto la formula della S-Max è tanto particolare quanto intelligente: offrire tutte le caratteristiche di una grande berlina, con la possibilità di avere più spazio e in modo più flessibile. La monovolume ha 5 posti e un bagagliaio da 700 litri, oppure 7 posti e 285 litri, ma quelli della terza fila sono davvero due strapuntini adatti solo ai bambini.

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martedì 28 aprile 2015

Gruppo Volkswagen, il dopo Piech inizia con una low cost per il far east


Che cosa succederà nel Gruppo Volkswagen ora che Ferdinand Piech si è dimesso da Presidente del Consiglio di Sorveglianza, portandosi dietro anche la moglie Ursula? A livello societario, la sua carica passerà a Berthold Huber, il responsabile del sindacato Ig Metall che attualmente è Vice Presidente, in attesa che venga deciso un assetto definitivo. Ma la partita più interessante si gioca sul piano del mercato, dell’industria e dei prodotti. Il gruppo tedesco, infatti, possiede qualcosa come 12 marchi, 118 stabilimenti in 31 paesi del mondo e impiega oltre 600.000 persone. Le criticità da risolvere non sono poche, una su tutte i risultati zoppicanti del brand Volkswagen sul mercato americano e poi ci sono da preparare le sfide del prossimo futuro.

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lunedì 27 aprile 2015

Alfa Romeo Giulia, a due mesi dal debutto sale la febbre


I battiti del cuore sportivo Alfa Romeo iniziano a salire, perché tra due mesi esatti verrà finalmente svelata la nuova berlina media, l'erede della 159 nota anche come Alfa Giulia, ma soprattutto l'auto che sancirà il ritorno del Biscione alla trazione posteriore su un modello di grande produzione. Non si chiamerà Giulia, o forse si, nessuno lo sa con precisione e probabilmente non trapeleranno informazioni fino al giorno della presentazione alla stampa internazionale, fissata per il 24 giugno prossimo. Con la "progetto 952" – questo è il codice interno - il Gruppo FCA si gioca anche un'altra carta importantissima, quella del ritorno sul mercato americano, dove la 4C, sia berlinetta e che spider, sta facendo parlare di sé da più di un anno. Nel futuro del gruppo italo-americano, infatti, produrre in Italia per esportare sarà fondamentale per garantire la profittabilità dei prodotti e l'impiego degli stabilimenti.

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venerdì 24 aprile 2015

Renault Zoe, più autonomia e prezzo scontato. Sperando di vendere meglio


Abbassare il prezzo e aumentare l’autonomia. È questa la ricetta di Renault per dare una scossa alle vendite della Zoe, la piccola 100% elettrica che nelle previsioni iniziali avrebbe dovuto essere venduta in 150.000 unità all’anno ma che nella dura realtà solo lo scorso anno ha superato le 10.000. Prima dell’inizio dell’estate arriverà la versione aggiornata e i chilometri massimi percorribili con un pieno di corrente saliranno da 199 a 240, grazie a un nuovo motore elettrico più leggero ed efficiente, mentre il listino scenderà a meno dei 21.850 euro (affitto delle batterie escluse) che oggi occorrono per portarsene a casa una. Azzardiamo una previsione, il nuovo cartellino del prezzo reciterà 19.990 euro, una mossa che potrebbe abbassare la soglia psicologica dei potenziali acquirenti. Sarà sufficiente a cambiare il destino della Zoe? Difficile dirlo, soprattutto in tutti quei Paesi che non seguono il buon esempio della Francia, dove ci sono circa 6.000 euro di incentivi che abbassano drasticamente il prezzo. Come ha detto Carlos Ghosn a Ginevra ad Automotive News Europe, l’ansia da autonomia è il problema principale da risolvere e finché l’Europa non sarà cosparsa da una rete di stazioni di ricarica, almeno paragonabili a quella per il rifornimento dei carburanti fossili, sarà difficile vedere un cambio di passo.

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giovedì 23 aprile 2015

Obama protegge l’industria americana: l’alleanza transatlantica può aspettare


La Trans-Pacific Partnerhip può aspettare, soprattutto quando sono in ballo i delicatissimi equilibri dell’industria automotive americana. Così, venerdì scorso Barack Obama ha detto che non ha nessun senso velocizzare le operazioni di voto sull’accordo che coinvolge 12 nazioni e riguarda circa il 40% del commercio mondiale. Una delle questioni principali, su cui si sta negoziando da più di quattro anni, è quella delle tasse sulle auto fabbricate in Giappone e commercializzate negli Stati Uniti, cioè la categoria di prodotti più esportata per un valore di quasi 50 miliardi di dollari nel 2013. Questa cifra rappresenta anche la grandissima parte del deficit nell’import-export degli americani verso i giapponesi, che dal canto loro nel 2013 hanno importato circa 12 miliardi di dollari di carni e prodotti agricoli. Attualmente gli Usa applicano il 2,5% di tasse sul prezzo delle auto “made in Japan” e il 25% sui veicoli commerciali, mentre il Giappone tassa al 4,3% la carne di maiale, al 38,5% quella di manzo e il grano al 252%. Su una Toyota Prius il plus vale circa 600 dollari, quello sul grano fa sì che il mercato interno non venga “invaso” dagli yankee. Lo stesso calcolo, tuttavia, non si può fare su un furgone o un camion costruito in Giappone perché nessun costruttore ne spedisce negli Usa, visto il differenziale sarebbe troppo alto e il mercato non apprezzerebbe.

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mercoledì 22 aprile 2015

Carburanti, ecco perché al "supermercato" costano meno


Se volete spendere il meno possibile per fare il pieno all'auto, che sia benzina, diesel, GPL o metano, andate al "supermercato". I meno cari sono i 27 distributori, sparsi in 10 Regioni italiane, che si trovano in corrispondenza degli ipermercati Auchan. La certificazione di “economicità” arriva direttamente dal Ministero dello Sviluppo economico, che periodicamente rileva i prezzi sul territorio nazionale. Nell’ultima di queste rilevazioni, Auchan è risultata la catena di distributori con il prezzo medio più basso d’Italia, nel segmento a self-service con prezzi medi di 1,369 euro al litro per il gasolio e di 1,501 euro/litro per la benzina; nel segmento servito, con 0,539 euro/litro per il Gpl e 0,939 euro/litro per il metano. Vuol dire che, rispetto alle medie nazionali, si risparmiano 6,9 cent/litro sul diesel, 7,7 sulla benzina, 4,9 sul metano e 9,5 sul GPL. Ma perché i carburanti costano così poco, come fa l’azienda francese a tenere i prezzi così bassi? La risposta è semplice, rinunciando a buona parte dei margini di guadagno, che peraltro nel settore sono già ridotti all’osso, circa 14 centesimi su ogni litro di benzina.

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martedì 21 aprile 2015

Tesla, in California scoppia la polemica sugli incentivi alle elettriche “dei ricchi”


È giusto dare incentivi statali a chi già è in grado di spendere più degli altri per acquistare un’auto di lusso, benché elettrica? La questione è politica, riguarda la Tesla Motors ed è stata sollevata negli Stati Uniti. I numeri non mentono e raccontano che la maggior parte delle agevolazioni vanno a consumatori che guadagnano almeno il doppio della media nazionale e decidono di investire nelle vetture di Elon Musk. Ted Gaines, senatore repubblicano della California, ha espresso i suoi dubbi a Bloomberg. “È difficile spiegare al californiano medio perché una persona che compra un’auto da 100.000 dollari dovrebbe avere un incentivo, in realtà è dura da capire anche per me”. Di qui la proposta di destinare gli aiuti statali solo ai modelli elettrici che non costino più di 40.000 dollari.

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lunedì 20 aprile 2015

FCA presenta un nuovo piano di bonus per premiare gli operai


La rincorsa di FCA ai vertici del mercato mondiale dell'auto passa anche per il miglioramento delle condizioni di lavoro dei suoi operai, in particolar modo quelli italiani, che vedranno una modifica del sistema con cui vengono retribuiti che sarà più legato ai risultati dell'azienda. Il concetto è lo stesso che applica il Gruppo Volkswagen, che a fine anno è solito annunciare con orgoglio il bonus che ogni dipendente ha ricevuto in relazione ai successi dell'azienda. Ieri, in un incontro con i sindacati, Sergio Marchionne e Alfredo Altavilla, responsabile delle operazioni FCA per l'area EMEA, hanno illustrato nei dettagli come funziona la nuova politica retributiva prevista per il quadriennio 2015-2018. Considerando un livello contrattuale medio di un operaio specializzato, il premio potrà raggiungere i 10.700 euro nei quattro anni, quindi circa 2.650 euro all'anno. Una bella differenza rispetto agli 8.600 euro con cui Porsche ha premiato i suoi dipendenti per i soli risultati del 2014, ma è un inizio.

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venerdì 17 aprile 2015

Audi RS3 Sportback, una supercar 'travestita' da compatta


Che cosa serve per avere una Audi A3 in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 4,3 secondi e di spingersi fino a 280 km/h? Un intervento del reparto Quattro, ovvero la divisione sportiva della Casa di Ingolstadt che cura lo sviluppo di tutti i modelli più sportivi. Una volta installato il 5 cilindri 2.5 TFSI turbo benzina da 367 CV e450 Nm di coppia, il più è fatto. Poi si accoppia al cambio doppia frizione a 7 rapporti S-Tronic e si fa gestire il tutto dalla trazione integrale con giunto centrale Haldex di quinta generazione. A quel punto è solo questione di dettagli: un assetto specifico, freni anteriori a margherita e un bell'allestimento racing degli interni. Il risultato è la RS3 Sportback, che per 49.900 euro offre prestazioni da supercar ''nascoste'' nel vestito di una compatta. Arriverà sul mercato italiano a giugno, con una corposa lista di optional comprensiva di due primizie che saranno particolarmente apprezzate dai puristi della guida sportiva. Questa Audi, infatti, è la prima segmento C a rendere disponibili i freni carboceramici e i sedili a guscio in fibra di carbonio, che fanno risparmiare 14 kg. Certo, si tratta di accessori davvero particolari, ma il mercato italiano ha già dimostrato di apprezzare un'auto estrema come questa, visto che la generazione precedente, nei 16 mesi in cui è stata disponibile, è stata venduta in 218 esemplari. La nuova punta a fare ancora meglio, potendo contare su un ciclo di vita più lungo e su un prezzo di listino ribassato di quasi 3.000 euro rispetto alla vecchia.

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GM, già 84 risarcimenti milionari. A chi è morto per colpa di una molla da 56 cent


Siamo a quota 84: tanti sono gli accordi raggiunti da General Motors con le famiglie delle vittime del difetto del blocchetto dell’accesione. E 93 quelli con gli infortunati. Ma è solo all’inizio: allo scadere dei termini per presentare le richieste di danni, lo scorso 31 gennaio, la GM ne ha contate 4.343, di cui 478 relative a decessi. Ma almeno questi primi 177 casi sono chiusi, perché chi accetta il risarcimento rinuncia automaticamente a ogni altra forma di azione legale. Una magra consolazione per General Motors, che potrebbe spendere oltre 600 milioni di dollari per erogare tutti i risarcimenti – ha messo in conto un milione di dollari per ogni vittima – senza contare il costo del maxi richiamo, i 35 milioni di multa comminati dalla Nhtsa e le indagini partite in 49 Stati americani, oltre a quelle del Governo federale. All’origine del più grosso scandalo che abbia mai investito il colosso americano sta una molla difettosa da 56 centesimi di dollaro. Si trovava nel blocchetto di accensione di una decina di milioni di automobili, tutte prodotte dalla General Motors, parte delle quali devono ancora ricevere il pezzo modificato.

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giovedì 16 aprile 2015

Subaru Forester Lineartronic, finalmente il CVT diventa piacevole


Parlare del marchio Subaru mi risulta sempre difficile, perché da un lato mi è molto simpatico e non riesco a capire al 100% le ragioni della sua presenza marginale tanto in Europa che in Italia, ma dall'altro non comprendo fino in fondo nemmeno alcune scelte prese dalla Casa madre a cui la filiale italiana si trova, giocoforza, a dover sottostare. Ma andiamo con ordine. Oggi mi trovo in Emilia, per provare il model year 2015 della Forester, in particolare con il nuovo powertrain composto dal 2.0 boxer turbodiesel e dal cambio automatico CVT Lineartronic. La sigla che identifica la trasmissione a variazione continua non è certo popolare dalle nostre parti, abituati come siamo ad associarla agli scooter o, al massimo alle Toyota ibride. Tra i costruttori europei, infatti, solo Audi aveva provato l'esperimento Multitronic, ma con scarso successo. Ma, come dicevo le Subaru mi sono simpatiche e sono convinto che in Giappone abbiano lavorato sodo per trarre il massimo da questa soluzione tecnica.

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mercoledì 15 aprile 2015

Ford C-Max, tanto spazio senza rinunciare al piacere di guida


Il segmento C non è più quello di una volta, quando bastava avere una bella berlina due volumi, farla a tre e cinque porte e il gioco era fatto. Al massimo si poteva aggiungere una versione station wagon, destinandola alle famiglie e ai macinatori di chilometri di professione. Oggi tutto questo non è sufficiente e quello che succede in casa Ford è il migliore esempio. Ogni due C-Max vendute, infatti, anche due Focus lasciano gli autosaloni, ma una è berlina e l'altra è station wagon. Considerando i singoli modelli, vuol dire che la monovolume vende il doppio sia di una che dell'altra. Nel caso specifico, poi, la situazione è ancora più rosea, visto che la C-Max domina incontrastata la sua categoria, vendendo quasi il doppio della migliore concorrente. Il merito è in massima parte della variante a 5 posti, visto che quella a 7 con le porte posteriori scorrevoli rappresenta solo il 15 % delle vendite. Leggendo la scheda tecnica della prima se ne capisce il motivo.

A 4,38 metri di lunghezza corrispondono circa 14 quintali di massa a vuoto (1.391-1519 kg è la forbice tra il 1.0 EcoBoost manuale e il 2.0 TDCi automatico), mentre l'altezza non supera gli 1,61 metri. Praticamente è una Focus un po' più alta, ma questo non costituisce un limite nel parcheggio, bensì un vantaggio nella volumetria interna. Come spazio a bordo, per persone e bagagli, tra le due non c'è paragone e anche la Focus station wagon rischia di uscire sconfitta dal confronto, perché nonostante quasi 17 centimetri di lunghezza in più, la capacità del vano bagagli è praticamente uguale. Insomma la C-Max è un'auto “intelligente” ma anche piacevole da guardare e da guidare, un “tris” di caratteristiche che difficilmente si trovano insieme su una vettura sola. Infatti il suo successo è cristallino, soprattutto in Italia, il mercato che ne ha immatricolate ben 185.000, a fronte degli 1,2 milioni di unità vendute in Europa dal Lancio.

martedì 14 aprile 2015

Gruppo Volkswagen, è battaglia per la leadership


Che Ferdinand Piech sia avvezzo a prendere decisioni forti e spesso di testa sua lo sapevamo già. Bernd Pischetsrieder (ex CEO di BMW e del Gruppo Volkswagen) lo ha scoperto qualche anno fa, mentre operazioni “mangiasoldi” come la Bugatti Veyron o la Volkswagen Phaeton portano la firma proprio del nipote di Ferdinand Porsche. La “bomba” è scoppiata venerdì, quando Piech ha dichiarato alla stampa tedesca di aver preso le distanze da Martin Winterkorn, attuale CEO del Gruppo Volkswagen, una presa di posizione netta e pubblica che sottintende una frattura già avvenuta. Il problema principale sarebbe negli scarsi risultati del marchio Volkswagen negli Stati Uniti, ma anche sull’eventuale auto low cost del futuro, i due la pensano molto diversamente. Posto che effettivamente Volkswagen ha un problema di riduzione dei costi e di margini inferiori a quelli di BMW e Mercedes, che invece seguitano a macinare record negli USA, è anche vero che finora Piech ha appoggiato tutte le scelte di Winterkorn, il quale, peraltro, negli ultimi otto anni ha portato il Gruppo Volkswagen sul tetto del mondo.

da Omniauto.it

lunedì 13 aprile 2015

Smart Forfour, la prova del Fatto.it – Il brio del 90 CV è di serie, il resto si paga


La vecchia Smart Forfour, quella derivata dalla Mitsubishi Colt e ritirata dal mercato dopo due anni causa flop, è solo un ricordo lontano, di quelli che si preferisce dimenticare. La nuova è tutt’altra cosa, sostanzialmente la versione cinque porte della Fortwo, o la sorella della Renault Twingo, se preferite. Il motore e la trazione sono posteriori, i posti quattro (niente quinto optional) e il rapporto lunghezza/passo estremo che più estremo non si può. Le ruote sono praticamente agli angoli della carrozzeria, liberando spazio utile a bordo, il 77% rispetto a tutto quello che occupa l’auto, secondo Mercedes. Si, se non doveste saperlo, il marchio Smart fa parte del gruppo Daimler e il progetto della terza generazione è stato fatto a quattro mani con il partner Renault, che ha portato in dote molte cose, tra cui il motore da 898 cc sovralimentato protagonista della nostra prova, l’unità più potente in gamma. Con 90 CV e 135 Nm ha brio a sufficienza, anche se occorre vincere un minimo di inerzia iniziale del turbo prima di avere la spinta che ci aspetta. A che regime accada di preciso non sappiamo dirvelo – a “orecchio” ipotizziamo 2.700-2.800 giri – perché il contagiri (154 euro) è uno dei tanti accessori non di serie che stonano un po’ su un’auto che, con questo motore, costa tra i 14.570 e i 16.870 euro.