sabato 12 giugno 2021

Bentley Continental GT Speed Convertible, l'auto cabrio ideale per chi cerca velocità e lusso


La Bentley Continental GT Speed Convertible è il modo più veloce e lussuoso per viaggiare a cielo aperto. Diventata ormai un classico del panorama delle supercar, la terza generazione della Bentley Continental GT Speed Convertible è spinta dall'ultima evoluzione del mastodontico W12 TSI da 6 litri - costruito completamente a mano - che eroga ben 650 CV e 900 Nm. Grazie alla trazione integrale e al rapido cambio doppia frizione a 8 rapporti, servono solo 3,7 secondi per passare da 0 a 100 Km/h e la velocità massima si attesta a 335 km/h. Progettata e realizzata a mano nell'impianto a emissioni zero di Crewe, la Speed Convertible è equipaggiata con le quattro ruote sterzanti e il differenziale posteriore a controllo elettronico; l'impianto frenante con dischi carboceramici è in opzione mentre i cerchi in lega da 22 pollici sono di serie. Ci sono tre programmi di guida, definiti Bentley, Comfort e Sport. Nell'ultima il sistema di gestione della trazione invia maggiore potenza all'asse posteriore per avere più controllo in curva. La dinamica della grande cabriolet britannica è curata anche dalle sospensioni pneumatiche attive a tre camere con smorzamento adattivo e dal sistema di contrasto del rollio attivo. Questa funzione è più evidente nella modalità Sport, dove il doppio turbocompressore mantiene il motore nella fascia di maggiore potenza più a lungo. In questa configurazione anche il cambio lavora alla massima velocità, che è doppia rispetto alla versione W12 standard. Il tetto in tela si piega a forma di Z e può essere aperto o chiuso in 19 secondi con l'auto in movimento e fino a 50 km/h. Il tetto, con i miglioramenti del sistema di tenuta e i trattamenti acustici, contribuisce a una riduzione di tre decibel dei livelli di rumorosità rispetto al suo predecessore. L'abitacolo è un trionfo di eleganza ed esclusività: il volante è rivestito in Alcantara, i sedili e i pannelli hanno un esclusivo accostamento di pelle e Alcantara e si può scegliere tra 15 opzioni principali e 11 secondarie. Continua su GQ

venerdì 11 giugno 2021

Skoda Enyaq iV, la prova - 100% elettrica, pragmatica e rilassante


Skoda entra dritta nel futuro della mobilità a zero emissioni con la Enyaq iV, ovvero la sua prima elettrica nativa, sviluppata sulla piattaforma MEB, cioè la base tecnica del Gruppo Volkswagen per tutte le vetture a zero emissioni di nuova generazione. Dopo aver rotto il ghiaccio con la piccola Citigo - anch'essa figlia di un progetto comune al Gruppo tedesco con le sorelle Seat Mii e Volkswagen Up! - ora il marchio boemo fa sul serio con la Enyaq iV, che come da tradizione Skoda, offre tanto a prezzi molto ragionevoli. La prima cosa che salta all'occhio è il grande spazio interno, visto che le batterie si trovano nella parte più centrale e bassa del veicolo e che il motore è così compatto da occupare lo spazio solitamente destinato alla ruota di scorta. Per ora il propulsore elettrico è solo al retrotreno, prossimamente pure all'avantreno per le versioni a quattro ruote motrici. La Enyaq iV integrale arriverà nei prossimi mesi, accompagnata dalla versione più prestazionale RS. Attualmente si può scegliere tra tre versioni a trazione posteriore con 148, 179 o 204 CV di potenza e batterie rispettivamente da 55 e 82 kWh, che supportano la ricarica in corrente continua fino a 125 kW e in alternata fino a 11 kW. Numeri che si traducono in autonomie (omologate WLTP) che vanno dai 350 ai 520 km, ovviamente a seconda delle condizioni di utilizzo. Parlando invece di dimensioni, l'elettrica Skoda è un SUV lungo 4,65 metri e vanta una grande volumetria interna come dimostra il bagagliaio da 585 litri. Il design utilizza il family feeling del resto della gamma, ma è leggermente più tagliente e ha un frontale di grande presenza. A questo proposito, in opzione si può avere la calandra Crystal Face, ovvero un'illuminazione animata (fatta da 130 led) della griglia che si attiva quando si sale o si scende dall'auto, in abbinamento ai fari full LED Matrix. L'abitacolo è molto confortevole, ben insonorizzato e rifinito con materiali naturali, lavorati in modo sostenibile e riciclati. Inoltre si può personalizzare con dieci pacchetti tematici. Continua su La Stampa

giovedì 10 giugno 2021

Toyota GR 86, una coupé da veri gentlemen


La Toyota GR 86 è come una boccata di aria fresca in un deserto automobilistico fatto di SUV, crossover e auto elettriche. È la seconda generazione del progetto nato ormai quasi dieci anni fa con la GT ì86 e con la gemella Subaru BRZ, che ha portato alla nascita di due coupé "vecchia scuola" ovvero con la trazione posteriore e progettate con un solo obiettivo: il piacere di guida. Subaru ci aveva messo il motore, un bel boxer aspirato affamato di giri e Toyota ci aveva costruito la macchina intorno, sviluppando tutti i componenti specificamente, tanto che la condivisione di pezzi con altre auto del brand si fermava al 10%. Oggi è il momento del secondo capitolo di questa storia: la sigla è cambiata, andando a completare la gamma GR, che sta per Gazoo Racing ovvero il reparto corse Toyota, insieme alla GR Supra e alla GR Yaris. Non è cambiato, invece, il numero 86 che è una citazione della mitica Toyota Corolla Levin (codice interno AE86) del 1983. Una coupé leggera, con un motore da 1,6 litri e la trazione posteriore, che ha partecipato pressoché a ogni tipo di gara in Giappone, dove è popolarissima. La nuova Toyota GR 86 è un'evoluzione totale dell'auto da cui discende e si prevede che sarà la coupé a quattro posti più leggera del segmento grazie a una serie di interventi finalizzati al risparmio del peso, come l'utilizzo di alluminio per tetto e pannelli della carrozzeria. La massa a vuoto, infatti, non dovrebbe superare i 1.270 kg, permettendo di esaltare le prestazioni del boxer. Il 4 cilindri a quattro cilindri orizzontali e contrapposti è cresciuto di cilindrata fino a 2,4 litri, aumentando la potenza a 235 CV e la coppia a 250 Nm. Continua su GQ

mercoledì 9 giugno 2021

Audi e-tron GT RS, la prova - le altissime prestazioni diventano elettriche


L'Audi e-tron GT è una vettura molto importante per la Casa di Ingolstadt, perché è la prima elettrica di nuova generazione a uscire dal settore dei SUV per entrare in quello delle limousine. Questo tempismo non è casuale, ma è figlio di una precisa strategia all'interno del Gruppo Volkswagen. Infatti, mentre Audi debuttava nelle zero emissioni con la e-tron, i cugini di Porsche facevano altrettanto con la Taycan, di cui la e-tron GT è parente strettissima. Entrambe le ammiraglie nascono dalla piattaforma J1, che è stata originariamente sviluppata a Zuffenhausen e poi condivisa. Così, anche se stilisticamente molto diverse, le due auto condividono le proporzioni e le misure, nell'intorno dei cinque metri di lunghezza e due di larghezza. Numeri che portano anche a una massa non trascurabile, superiore ai 24 quintali in ordine di marcia, ma è il prezzo da pagare per avere un grande pacco batterie e la trazione integrale configurata da due motori elettrici separati, uno per ogni asse.La Audi e-tron GT è disponibile in due varianti, una “tranquilla” da 530 CV e un'altra più prestazionale da 646 CV che è stata sviluppata da Audi Sport e pertanto guadagna la sigla RS. È un modello di una certa rilevanza nella storiografia dei Quattro anelli, perché si tratta dell'auto di serie più potente mai costruita. Di tutto questo non si ha contezza mentre si procede in autostrada a velocità codice. Contunua su La Stampa

martedì 8 giugno 2021

Le 10 auto più belle di sempre secondo la scienza


 Le 10 auto più belle di sempre secondo la scienza sono un argomento da trattare con una certa cautela. Fare classifiche per quanto riguarda le automobili, e in particolare le supercar, è sempre complicato, ovviamente a meno di non prendere come riferimento solo i numeri. Questo perché tutti gli altri valori e le altre peculiarità tendono a essere giudicate molto soggettivamente, secondo le preferenze di ognuno. Ecco perché in questo caso deve essere la scienza a venire in aiuto, nello specifico con il concetto di proporzione aurea, che risale a circa 2.500 anni fa. Si tratta, per chi non lo ricordasse, di un'equazione matematica utilizzata come punto di riferimento per le proporzioni ideali. Storicamente è stato utilizzato da architetti e artisti alla ricerca della perfezione. Michelangelo, per esempio, ha usato il rapporto aureo per dipingere la Creazione di Adamo sul soffitto della Cappella Sistina. Parlando di edifici, invece, l'esempio più famoso è quello che riguarda il Partenone, in Grecia, anche questo realizzato seguendo la regola del quadrato aureo. E per quanto riguarda le auto invece? Beh, i britannici di Carwow hanno provato ad applicare le regole del rapporto auto alle supercar, per vedere quale fosse quella esteticamente più perfetta. Quali sono dunque, le 10 auto più belle secondo la scienza? Continua su GQ

lunedì 7 giugno 2021

Range Rover Sport SVR, la prova - il ruggito del V8 da 575 CV


Le auto che si possono definire come un'istituzione della storia automobilistica e che sono ancora in produzione, sono sempre di meno. La Range Rover è una di queste, visto che ha inventato il concetto di SUV di lusso già nel 1970 e che per diversi anni è stata l'unica a definire questa nicchia di mercato. La variante Sport, con i suoi 488 cm di lunghezza, è quella mediana tra l'originale e la Velar. La generazione attuale è sul mercato già dal 2013 ma il suo design è invecchiato bene, cosa che accade spesso quando si privilegiano le proporzioni agli artifici stilistici: cofano a conchiglia, tetto sospeso, portellone suddiviso in due parti e prese d'aria sui parafanghi anteriori sono elementi ricorrenti di tutte le generazioni. Questa versione SVR, poi, è ancora più particolare, perché si tratta di una Bespoke Edition, ovvero una edizione limitata allestita dal reparto SVO - Special Vehicle Operation - che in questo caso ha scelto la colorazione speciale Forest Green e l'ha arricchita con alcuni equipaggiamenti particolari. Continua su La Stampa

domenica 6 giugno 2021

Tech e Auto Migliori citycar sotto i 10.000 euro, ecco i modelli 2021 da tenere d'occhio


Le citycar che costano meno di 10.000 euro sono solo cinque sul mercato italiano e, nella maggior parte dei casi, raggiungono questa cifra grazie alle offerte e alle promozioni. Ma prima di entrare nel dettaglio e di vederle una per una, ripassiamo il significato del concetto di citycar. Che la traduzione dall'inglese sia "auto da città" non ci piove, tuttavia le vetture che rientrano in questa categoria hanno delle caratteristiche ben precise, prima di tutto dimensionali. Una citycar, o super-utilitaria come si diceva una volta, è un'automobile che non supera i 3,7 metri di lunghezza. Oltre questa misura si entra nel campo delle cosiddette "piccole" oppure utilitarie. Va da sé che anche il prezzo è importante, perché a volte capita che anche un'auto lievemente più grande rispetto alle misure canoniche, possa comunque avere un costo più contenuto, che la posizioni proprio tra le citycar. Un'altra cosa che è importante notare è che quasi tutte le auto che prenderemo in considerazioni sono a cinque porte. Infatti, se fino a qualche anno fa la maggior parte delle vetture più piccole erano a tre porte, nel corso del tempo il trend si è invertito ed ora invece sono quasi tutte a cinque porte. Questo perché la maggiore praticità risulta vincente, soprattutto su automobili che vengono usate quasi esclusivamente in città e che fanno del pragmatismo e della facilità d'uso il loro cavallo di battaglia. Vediamo, dunque, quali sono le citycar che costano meno di 10.000 euro. Continua su GQ