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giovedì 2 settembre 2021

McLaren 720S, la prova: un disco volante che viaggia solo su asfalto


La McLaren 720 S si posiziona nell'esclusivo e velocissimo mondo delle berlinette a motore centrale, il cui prezzo gravita intorno ai 250.000 euro. Le sue concorrenti dirette nascono in Emilia e configurano una sfida fatta di design e prestazioni. Il primo è assai originale e le seconde sono di livello assoluto, come spiega lo stesso nome dell'auto che è, molto semplicemente, riferito alla potenza. Il 4 litri V8-biturbo, infatti, dispone di ben 720 CV e di 770 Nm di coppia, senza usare alcun tipo di elettrificazione. Considerato il peso a secco di soli 1.283 kg, non c'è da stupirsi se questa McLaren impiega solo 2,9 secondi per scattare da 0 a 100 km/h, e 7,8 per arrivare a 200 km/h. Numeri incredibile, che è praticamente impossibile verificare durante il nostro test drive nelle colline intorno a Ginevra. Le strade strette e trafficate, i severissimi limiti di velocità svizzeri e il maltempo incessante ci hanno solo lasciato intuire di che cosa è capace la berlinetta made in Woking. Continua su La Stampa

domenica 22 agosto 2021

Jaguar XF, una vera nobile britannica: la nostra prova


La Jaguar XF appartiene a una quelle categorie di auto che si stanno estinguendo lentamente. Il predatore ha sempre lo stesso nome, una sigla di tre lettere che anno dopo anno continua a scalare le preferenze degli automobilisti. Così, anche nel tradizionale segmento delle grandi berline di rappresentanza, i Suv diventano sempre più popolari. È un vero peccato, perché vetture come la XF offrono qualità che nessuno sport utility vehicle potrà mai eguagliare, prima di tutto lo stile. La berlina britannica, con i suoi quasi 5 metri di lunghezza, può sfoggiare una linea bassa, filante ed assai elegante, oltre che aerodinamica (il Cx è di 0,25). Anche la posizione di guida, allungata e vicina a terra, risulta molto più riposante e appagante, sia nei lunghi trasferimenti autostradali che negli scenari quotidiani. Senza contare, poi, la precisione dinamica che l'auto più sfoggiare quando è impegnata tra le curve. Il rovescio della medaglia sta in una minore versatilità e in uno spazio a bordo leggermente ridotto, soprattutto in termini di altezza. Ma l'abitacolo della Jaguar XF è così accogliente che non ci si fa caso. Continua su GQ

giovedì 12 agosto 2021

Renault Arkana, un SUV compatto con tecnologia ibrida e stile da coupé: la nostra prova


La Renault Arkana porta una ventata di aria fresca nel affollatissimo settore dei SUV compatti, categoria a cui appartengono auto di forme, caratteristiche e prezzi assai diversi tra loro. In questo scenario la Arkana - nome che deriva dal latino arcanus, cioè misterioso - spicca per originalità e del resto la Casa francese non si era mai cimentata con un SUV-coupé. È lunga 4,56 metri e l'altezza si ferma a 1,57 metri, definendo una linea molto filante e un buon spazio interno, anche per i passeggeri posteriori che hanno a disposizione le bocchette dell'aria, una premura non comune in questa categoria. Per quanto riguarda il vano bagagli, invece, i litri a disposizione sono 492 e il pianale di carico che si crea ribaltando il sedile è completamente piatto. Le versioni con motorizzazioni tradizionale possono contare su qualche litro in più, ma ci si rinuncia volentieri provando le prestazioni e l'efficienza del powertrain ibrido Renault. Il sistema E-Tech è nato dall'esperienza in Formula 1 della Casa francese, accoppiando un 1.6 a due motori elettrici: un'unità principale e una secondaria che funge da generatore-alternatore collegate da una trasmissione mai vista prima d'ora chiamata Multi-Mode. Un cambio senza frizioni e con quindi combinazioni di rapporti scelti automaticamente dall'elettronica. Quando parte da ferma, la Renault Arkana usa sempre il motore elettrico principale, con il 1.6 che si attiva solo successivamente e senza quell'effetto scooter tipico di tanti ibridi. Continua su GQ

giovedì 5 agosto 2021

Porsche Cayenne Turbo GT, la prova: la pista è casa sua

A volte l'orgoglio conta più della razionalità, che nell'automotive deriva sempre dai numeri: quelli dei bilanci, delle omologazioni e delle ricerche di mercato. Come nel caso della Cayenne Turbo GT, sviluppata con il preciso scopo di conquistare il record sul giro al Nürburgring, il tracciato di fama mondiale dove tutti i costruttori mettono alla prova le loro auto, sportive e non. Record che nella categoria SUV apparteneva da oltre tre anni e mezzo alla Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio, la quale a sua volta lo aveva strappato proprio alla generazione precedente della Cayenne. Così, con un crono di 7:38,9 il primato è ritornato a Zuffenhausen, dove hanno lavorato alacremente per definire questa versione speciale della Cayenne. La base di partenza è quella della Turbo, ma i cambiamenti sono tanti e determinanti. Quello più evidente riguarda il motore, un 4.0 V8 "vecchia scuola" senza l'ombra di elettrificazione, che è stato modificato per salire da 550 a 640 CV, con la coppia massima che tocca gli 850 Nm. Continua su La Stampa

martedì 3 agosto 2021

Militem Ferox, la prova: dura e pura, ma con stile da vendere


Se la Jeep Wrangler vi sembra un'auto piuttosto estrema, dovrete modificare la vostra scala di valori automobilistici nell'osservare la Militem Ferox. Definirla non è semplice, perché non si tratta di una semplice elaborazione ma di una profonda rivisitazione della fuoristrada americana. Le proporzioni non cambiano e le forme solo nel dettaglio. Alla prima occhiata si capisce subito che cosa si sta guardando, ma alla seconda si iniziano a notare i particolari distintivi e inizia la ricerca mentale. Militem è un brand molto giovane - non ha ancora compiuto cinque anni - e dedicato alle lavorazioni artigianali, alla produzione in piccola serie. La Ferox è il progetto più recente - dopo la Wrangler della precedente generazione, la Renegade e i pick-up - ma è anche quello più evoluto, poiché unisce la classica meccanica americana con la maestria artigianale italiana di alto livello. Ma come nasce la Ferox? La base di partenza è una Jeep Wrangler JL Unlimited, che arriva via nave dagli Stati Uniti, già allestita con le specifiche richieste da Militem. Continua su La Stampa

giovedì 29 luglio 2021

Royal Enfield Meteor 350, la prova - la easy cruiser per tutti


Facile, stilosa ed economica. Sono tre aggettivi perfetti per descrivere la nuova Royal Enfield Meteor 350, una moto che in questo mondo a due ruote sempre più esasperato nello stile e nelle prestazioni - oltre che nei prezzi - fa una specie di marcia indietro virtuale e cerca di riportare la motocicletta alla sua essenza. Con un listino che parte da poco oltre i 4.000 euro e il suo monocilindrico 350 cc da 20,2 CV, la Meteor è paragonabile a uno scooter 150 cc, rispetto a cui è sicuramente meno pratica nel commuting ma anche molto più piacevole da guidare e soprattutto distintiva in fatto di stile. Le dimensioni, infatti, sono paragonabili a quelle di moto dalla cilindrata doppia ma il peso è contenuto in 191 kg in ordine di marcia. L'abitabilità è perfetta per un'ampia gamma di corporature: la sella a 765 mm da terra aiuta i centauri più bassi ma senza costringere gli alti a scomode angolazioni delle ginocchia. Il serbatoio stretto completa il quadro di un'ottima ergonomia. Continua su La Stampa

venerdì 23 luglio 2021

Honda Civic Type-R, quando il gioco si fa duro le auto sportive dure iniziano a giocare


La Honda Civic Type-R è una istituzione nel mondo delle auto sportive e nella categoria delle hot hatch detiene diversi record, anche se un paio le sono stati sottratti di recente. In ogni caso parliamo sempre di un'auto a trazione anteriore in grado di superare i 270 km/h. Sul tracciato romano di Valleunga abbiamo provato la più estrema delle ultime due versioni presentate: Sport Line e Limited Edition, quest'ultima progettata espressamente per la pista. L'ago della bilancia è sceso di 47 kg e ci sono degli splendidi cerchi BBS da 20 pollici con pneumatici semi-slick Michelin Cup 2. Se ne volete una, al prezzo di 50.000 euro, probabilmente è troppo tardi, perché ne sono state costruite solo cento per i clienti europei e di queste solo cinque per gli appassionati italiani. Il colore della Honda Civic Type-R Limited Edition è solo il Sunlight Yellow, non ci sono il sistema di infotainment e l'impianto di climatizzazione. Una scelta estrema ma dettata dalla volontà di alleggerire il più possibile l'auto. Dal punto di vista tecnico ci sono una nuova taratura delle sospensioni e un sistema frenante innovativo con dischi anteriori flottanti a due componenti e pastiglie ad hoc. Inoltre sono stati ridisegnati componenti fondamentali delle sospensioni come boccole e giunti sferici, senza contare la nuova geometria dei MacPherson anteriori. Continua su GQ

mercoledì 21 luglio 2021

Audi Q4 e-tron, la prova - il SUV compatto 100% elettrico secondo Ingolstadt


Viaggiare a emissioni zero ma senza ansie da ricarica. Questo vuol dire mobilità premium sostenibile secondo Audi, che con la Q4 e-tron si posiziona nella parte più alta del segmento C-SUV e prova a trasformare la teoria in pratica. L'occasione è una gita fuori porta alpina, da Verona a Pinzolo. Circa 300 km, tra andata e ritorno, che si possono affrontare serenamente con un solo "pieno" senza dover ricaricare a tutti i costi. Una possibilità consentita dalla piattaforma modulare MEB - comune a tutto il Gruppo VW - che Audi ha utilizzato per la prima volta per debuttare nel segmento dei SUV medi. Una base tecnica nata per l'elettrico, con gli accumulatori in basso tra i due assi che libera spazio per l'abitacolo. Con 4,58 metri di lunghezza, 1,86 di larghezza, 1,63 di altezza e 2,76 di passo, la nuova Audi si posiziona nella parte più alta del segmento C-SUV, dove la concorrenza è massima anche a livello globale. La volumetria interna è generosa, paragonabile a quella della ben più grande Q7, e c'è un bagagliaio da 535 litri. Continua su La Stampa

sabato 17 luglio 2021

Land Rover Defender 90, la nostra prova del grande classico reinventato


La Land Rover Defender 90 è una di quelle auto che non ti stanchi mai di guardare. Le sue proporzioni cubiche, le lamiere lisce unite ai dettagli stilistici disegnati con tagli netto, la rendono un oggetto di design a sé stante. Quello che si definisce un istant classic e in questo caso non è un termine abusato. La Defender 90 è la versione a tre porte e passo corto, che rispetto alla 110 perde 44 centimetri di lunghezza, totalizzando 4,36 metri che la rendono perfetta sia per l'uso cittadino che per il fuoristrada estremo. Del vecchio modello - rimasto quasi invariato per 70 anni di carriera - non è rimasto più nulla, nemmeno una vite. La differenza è come passare dal giorno alla notte, perché la nuova Land Rover Defender 90 ha anche qualità stradali che la rendono utilizzabile senza alcun limite anche in autostrada o su strade tortuose. In effetti, un grande merito che va dato ai tecnici inglesi è quello di riuscire a unire in un'auto sola una serie di qualità molto diverse tra loro. Ce ne siamo accorti portandola in off-road vero, non in un percorso tecnico creato appositamente per esaltarne le caratteristiche, ma in un castagneto selvaggio e collinare, senza sentieri o passaggi segnati, fidandoci solo delle nostre capacità e di quelle della nuova Land Rover. L'altezza massima da terra è di quasi 30 cm con angoli caratteristici di 38°, 28° e 40° e una capacità di guado di ben 90 cm. Il tetto, poi, può sopportare 300 kg e si possono trainare fino a 3.500 kg. Insomma, chi vuole può pure utilizzarla in maniera “pesante”. Continua su GQ

venerdì 16 luglio 2021

Mercedes Classe C, la prova - stile classico, tecnologia da avanguardia


Nella storia ultracentenaria della Mercedes-Benz la Classe C è probabilmente il modello più importante. I numeri non mentono e la Casa tedesca ha festeggiato da poco i 50 milioni di auto prodotte; di queste, ben 10,5 milioni sono rappresentate dalla somma delle quattro generazioni di "C" - quella che proviamo qui è la quinta - a cui va aggiunta la storica 190 nata nel 1982 dalla matita dell'italiano Bruno Sacco. Era la prima volta che la Stella finiva sul cofano di una berlina così compatta - non a caso subito soprannominata "baby benz" - inaugurando una tendenza che non si sarebbe arrestata fino ai giorni nostri. In questi quarant'anni, infatti, Mercedes ha allargato il suo raggio d'azione, fino ai segmenti più bassi, dapprima con la Classe A e poi con la Smart. Nonostante l'ampliamento della gamma, la Classe C - ormai cresciuta fino a 4,75 metri di lunghezza - rimane uno dei pilastri del "made in Germany" anche se questa definizione non è più del tutto esatta. La Classe C, infatti, viene prodotta in tre continenti diversi, per la precisione a Brema, a Beijing e a East London in Sud Africa, dove vengono assemblate le vetture destinate agli Stati Uniti. Ma se in Nord America forse nessuno ha mai visto una "C" Diesel, in Europa questo motore rimane ancora fondamentale nei gusti degli automobilisti. Così a Stoccarda hanno rinnovato l'offerta di propulsori a gasolio con una inedita famiglia di quattro cilindri, tutti elettrificati a diversi livelli. Si va dai mild hybrid ai plug-in hybrid - i secondi saranno disponibili nei prossimi mesi - seguendo la regola non scritta che vede tutti i costruttori tedeschi refrattari al full hybrid. C'è anche un MHEV a benzina che però sembra destinato a pesare solo per una piccolissima percentuale delle vendite. La parte del leone la faranno le 220d e 300d, sigle ormai scollegate dalla cilindrata, a cui corrispondono 200 e 265 CV di potenza (440 e 550 Nm di coppia), a cui si sommano altri 20 CV e 180 Nm di boost forniti dall'alternatore-generatore che sfrutta un impianto elettrico a 48 Volt. Continua su La Stampa

martedì 6 luglio 2021

Volvo XC40 Recharge, la nostra prova della prima elettrica svedese

Con la XC40 Recharge Volvo entra nel mercato delle auto a zero emissioni e lo fa con la versione 100% elettrica del suo modello più diffuso in Italia. Il nome che porta è quello delle Volvo del futuro, sia ibride plug-in che BEV (Battery Electric Vehicle), con cui la Casa svedese vuole portare al 50% la quota di vetture elettriche sul totale di vendite globali entro il 2025, con la restante parte costituita da veicoli ibridi alla spina. Questi ultimi, però, avranno vita breve visto che l'obiettivo per il 2030 è ancora più ambizioso, cioè abbandonare completamente i motori termici in favore di quelli elettrici. Un cambiamento consentito dall'appartenenza al gruppo cinese Geely, che significa piattaforme e tecnologie condivise. Nel frattempo questa XC40, con i suoi 56.300 euro in versione base, si pone come un prodotto top di gamma, in attesa di una variante di ingresso meno potente e meno costosa, realizzata sulla stessa piattaforma modulare. Volvo XC40 Recharge, la prova - la prima elettrica svedese punta sull'hi-tech. Con i suoi 4,42 metri la Volvo XC40 si pone nel cuore del segmento C-SUV, mentre il peso di 2.150 kg è il rovescio della medaglia di avere installata una batteria piuttosto capiente, cioè da 78 kWh di cui 75 effettivi. In questo modo, però, l'autonomia omologata WLTP raggiunge i 418 km e la tecnologia degli accumulatori consente di ricaricare fino a 150 kW di potenza in corrente continua e 11 kW in corrente alternata. Vuol dire che il pacco batterie può essere ricaricato all'80% della sua massima capacità in soli 40 minuti, ovviamente disponendo di una colonnina in grado di erogare tale quantità di corrente. Parlando invece di prestazioni, la XC40 Recharge può contare su due motori elettrici, posizionati uno per ogni asse in modo da configurare una trazione integrale senza albero di trasmissione, per una potenza complessiva di 408 CV e una coppia di 660 Nm. Così la crossover elettrica svedese accelera da 0 a 100 km/h in soli 4,9 secondi, mentre la velocità massima è limitata a 180 km/h, come del resto avviene già da qualche anno su tutta la produzione Volvo. Continua su La Stampa

domenica 4 luglio 2021

Arriva il primo scooter elettrico firmato Seat


Dopo aver debuttato durante la scorsa estate in Spagna, il Seat Mò eScooter 125 arriva anche in Italia. È il primo scooter 100% elettrico del brand spagnolo e il secondo segno tangibile dell'impegno della Casa spagnola nella mobilità urbana a zero emissioni. L'intento è quello di rimanere al passo le nuove esigenze di spostamento che riguardano il cosiddetto l'ultimo miglio per le quali Seat Mò - divisione dedicata proprio a questo settore - commercializza già da un paio d'anni un monopattino elettrico. L' eScooter 125 è derivato al 99% dal Silence S01 sviluppato e costruito a Barcellona - che per omologazione e prestazioni equivale a un 125 cc termico. Dunque si guida con la patente A1 o B e può trasportare due persone, ma fino un eventuale cambiamento del codice della strada italiano non può percorrere tangenziali oppure autostrade. Ma questo importa fino a un certo punto, vista la sua vocazione prettamente urbana, come spiega Lucas Casasnovas, Direttore di Seat Mò. “Il mondo sta cambiando e devono cambiare anche gli approcci alla mobilità, in particolare negli ambienti urbani. Il Seat Mò eScooter 125 mostra la nostra determinazione e il desiderio di soddisfare le esigenze dei clienti". Parlando di caratteristiche tecniche, Il motore elettrico ha 7 kW con un picco di potenza di 9 kW che sono sufficienti per raggiungere i 95 km/h e avere un'autonomia fino a 137 km. Per scattare da 0 a 50 km/h bastano 3,9 secondi, un tempo paragonabile a quello di uno scooter da 300 cc. Ci sono tre modalità di guida - Eco, City, Sport - per adeguarsi alle diverse condizioni del traffico, mentre la batteria agli ioni di litio da 5,6 kWh può essere rimossa (pesa 40 kg) trasportata con il trolley incorporato e caricata al 100% in 6-8 ore attraverso una presa domestica. Continua su La Stampa

sabato 3 luglio 2021

Cadillac XT4, il Suv che porta in Italia il lusso della scuola americana


La Cadillac XT4 è una voce fuori dal coro nello sterminato universo dei SUV compatti. Con i suoi 4,59 metri di lunghezza offre un grande spazio a bordo, ma riesce a districarsi con agilità anche in contesti cittadini. I cinque posti sono piuttosto comodi, con la seduta posteriore che offre molto spazio per le gambe e le ginocchia dei passeggeri, risultando il più ampio della categoria, con ben 1.004 mm; il vano bagagli, con i suoi 637 litri di capacità, permette anche carichi eccezionali. Quella che abbiamo provato è la versione con il motore due litri turbo benzina, che si aggiunge alla versione spinta dal motore 2.0 turbodiesel, progettato a Torino, presso l’ex-GM Global Propulsion System. Così la Cadillac XT4, è un prodotto pensato in particolar modo per lo scenario europeo e un target di automobilisti esigenti, attento alla qualità e all’innovazione, che vuole distinguersi e fare una scelta alternativa. Il nuovo motore 2.0 turbo benzina ha una serie di sistemi per massimizzare l'efficienza, tra cui la fasatura variabile delle valvole, l'iniezione diretta e la disattivazione di un cilindro: eroga 230 CV a 5.000 giri e 350 Nm costanti tra 1.500 e 4.000 giri. Continua su GQ

sabato 26 giugno 2021

Hyundai Kona Electric, la prova - stile più affilato e dotazioni hi-tech


Sono passati tre anni esatti dal debutto della Kona 100% elettrica e Hyundai ha già messo su strada la versione aggiornata. Il restyling riguarda tutta la gamma ed è concentrato tanto sull'estetica, sopratutto della zona anteriore, quanto sulla tecnologia a bordo. Le novità per quanto riguarda i powetrain sono marginali, addirittura assenti nel caso della versione a elettroni, ma del resto non ce n'era particolare bisogno. Fin dal lancio, infatti, la Hyundai Kona Electric è stata disponibile con due motori elettrici accompagnati da altrettante batterie agli ioni di litio di taglio differente. Una scelta che riflette una doppia possibilità d'utilizzo: più urbana nel caso della batteria da 39,2 kWh, che garantisce comunque 305 km (WLTP) di autonomia media, e più versatile nel caso della batteria da 64 kWh che promette una percorrenza di 484 km (WLTP). I prezzi cambiano di conseguenza, con un delta tra i due accumulatori di 4.600 euro. Non tantissimo ma quanto basta per fare un'attenta analisi delle proprie necessità. Continua su La Stampa

martedì 22 giugno 2021

Audi Q5 Sportback, la prova - il gusto di un "finale" diverso


La Audi Q5 raddoppia e diventa Sportback, secondo la stessa ricetta già applicata alla più piccola Q3 e alla grande e-tron elettrica. Nella nutrita gamma di crossover con i quattro anelli sul cofano, ora sono tre i modelli ad avere la doppia silohuette, giacché la Q8 ha una sigla a sé stante, pur essendo una derivazione in stile coupé dalla Q7. Ora il SUV medio di Ingolstadt, che è Anche l'Audi più venduta nel mondo, si può scegliere in due carrozzerie che differiscono solo per 8 millimetri di lunghezza: una classica, l'altra con il tetto degradante, i montanti posteriori fortemente inclinati e lo spoiler appena accennato. Tutto questo non incide nella capacità di carico che rispetto alla Q5 è minore di soli 40 litri, scendendo da 550 a 510. Se vi state chiedendo il perché di questa strategia delle "coppie", pensate che in Italia un'Audi nuova su due è un SUV e che i segmenti centrali del mercato - B, C e D - sono quelli più agguerriti, dove anche le sfumature possono fare la differenza. Continua su La Stampa

domenica 20 giugno 2021

Ferrari SF90 Stradale Assetto Fiorano: la prova, verso l'infinito e oltre


La SF90 Stradale Assetto Fiorano è la Ferrari delle prime volte. Non solo la prima ibrida plug-in di Maranello o la prima con il motore posteriore centrale ad avere anche la trazione integrale (la prima in assoluto è stata la FF del 2011), ma anche la prima supercar a tiratura non limitata. Il suo posizionamento la accosta ad antenate come 288 GTO, F40, F50, Enzo e LaFerrari, ma qui non ci sono limiti numerici. Basta avere la pazienza di attendere almeno un anno, anche due su alcuni mercati, e si può avere il V8 stradale più potente mai prodotto dalla Ferrari. È derivato da quello della F8 Tributo e per la prima volta utilizza la tecnologia dell'iniettore centrale nella camera di combustione, resa possibile dall'iniezione diretta ad alta pressione (350 bar) fornita da Bosch. I restanti 220 CV del powertrain sono forniti da tre motori elettrici, uno al posteriore - deriva dalla F1 e ne eredita il nome MGUK (Motor Generator Unit, Kinetic) - collocato tra il motore endotermico e il cambio, e due sull’assale anteriore. Continua su La Stampa

venerdì 11 giugno 2021

Skoda Enyaq iV, la prova - 100% elettrica, pragmatica e rilassante


Skoda entra dritta nel futuro della mobilità a zero emissioni con la Enyaq iV, ovvero la sua prima elettrica nativa, sviluppata sulla piattaforma MEB, cioè la base tecnica del Gruppo Volkswagen per tutte le vetture a zero emissioni di nuova generazione. Dopo aver rotto il ghiaccio con la piccola Citigo - anch'essa figlia di un progetto comune al Gruppo tedesco con le sorelle Seat Mii e Volkswagen Up! - ora il marchio boemo fa sul serio con la Enyaq iV, che come da tradizione Skoda, offre tanto a prezzi molto ragionevoli. La prima cosa che salta all'occhio è il grande spazio interno, visto che le batterie si trovano nella parte più centrale e bassa del veicolo e che il motore è così compatto da occupare lo spazio solitamente destinato alla ruota di scorta. Per ora il propulsore elettrico è solo al retrotreno, prossimamente pure all'avantreno per le versioni a quattro ruote motrici. La Enyaq iV integrale arriverà nei prossimi mesi, accompagnata dalla versione più prestazionale RS. Attualmente si può scegliere tra tre versioni a trazione posteriore con 148, 179 o 204 CV di potenza e batterie rispettivamente da 55 e 82 kWh, che supportano la ricarica in corrente continua fino a 125 kW e in alternata fino a 11 kW. Numeri che si traducono in autonomie (omologate WLTP) che vanno dai 350 ai 520 km, ovviamente a seconda delle condizioni di utilizzo. Parlando invece di dimensioni, l'elettrica Skoda è un SUV lungo 4,65 metri e vanta una grande volumetria interna come dimostra il bagagliaio da 585 litri. Il design utilizza il family feeling del resto della gamma, ma è leggermente più tagliente e ha un frontale di grande presenza. A questo proposito, in opzione si può avere la calandra Crystal Face, ovvero un'illuminazione animata (fatta da 130 led) della griglia che si attiva quando si sale o si scende dall'auto, in abbinamento ai fari full LED Matrix. L'abitacolo è molto confortevole, ben insonorizzato e rifinito con materiali naturali, lavorati in modo sostenibile e riciclati. Inoltre si può personalizzare con dieci pacchetti tematici. Continua su La Stampa

mercoledì 9 giugno 2021

Audi e-tron GT RS, la prova - le altissime prestazioni diventano elettriche


L'Audi e-tron GT è una vettura molto importante per la Casa di Ingolstadt, perché è la prima elettrica di nuova generazione a uscire dal settore dei SUV per entrare in quello delle limousine. Questo tempismo non è casuale, ma è figlio di una precisa strategia all'interno del Gruppo Volkswagen. Infatti, mentre Audi debuttava nelle zero emissioni con la e-tron, i cugini di Porsche facevano altrettanto con la Taycan, di cui la e-tron GT è parente strettissima. Entrambe le ammiraglie nascono dalla piattaforma J1, che è stata originariamente sviluppata a Zuffenhausen e poi condivisa. Così, anche se stilisticamente molto diverse, le due auto condividono le proporzioni e le misure, nell'intorno dei cinque metri di lunghezza e due di larghezza. Numeri che portano anche a una massa non trascurabile, superiore ai 24 quintali in ordine di marcia, ma è il prezzo da pagare per avere un grande pacco batterie e la trazione integrale configurata da due motori elettrici separati, uno per ogni asse.La Audi e-tron GT è disponibile in due varianti, una “tranquilla” da 530 CV e un'altra più prestazionale da 646 CV che è stata sviluppata da Audi Sport e pertanto guadagna la sigla RS. È un modello di una certa rilevanza nella storiografia dei Quattro anelli, perché si tratta dell'auto di serie più potente mai costruita. Di tutto questo non si ha contezza mentre si procede in autostrada a velocità codice. Contunua su La Stampa

lunedì 7 giugno 2021

Range Rover Sport SVR, la prova - il ruggito del V8 da 575 CV


Le auto che si possono definire come un'istituzione della storia automobilistica e che sono ancora in produzione, sono sempre di meno. La Range Rover è una di queste, visto che ha inventato il concetto di SUV di lusso già nel 1970 e che per diversi anni è stata l'unica a definire questa nicchia di mercato. La variante Sport, con i suoi 488 cm di lunghezza, è quella mediana tra l'originale e la Velar. La generazione attuale è sul mercato già dal 2013 ma il suo design è invecchiato bene, cosa che accade spesso quando si privilegiano le proporzioni agli artifici stilistici: cofano a conchiglia, tetto sospeso, portellone suddiviso in due parti e prese d'aria sui parafanghi anteriori sono elementi ricorrenti di tutte le generazioni. Questa versione SVR, poi, è ancora più particolare, perché si tratta di una Bespoke Edition, ovvero una edizione limitata allestita dal reparto SVO - Special Vehicle Operation - che in questo caso ha scelto la colorazione speciale Forest Green e l'ha arricchita con alcuni equipaggiamenti particolari. Continua su La Stampa

mercoledì 2 giugno 2021

Maserati MC20, la nostra prova della supercar del Tridente (su strada e in pista)


Provare la Maserati MC20 è un'esperienza che non si scorda tanto facilmente. Da un lato perché le berlinette a motore centrale sono merce assai rara, dall'altro perché nella storia della Casa del Tridente le auto di questa tipologia si contano sulle dita di una mano. Quindi ti avvicini alla MC20 con grande concentrazione, cercando di tenere a freno l'entusiasmo e di allertare i cinque sensi, per connetterti al 100% con lo spirito dell'auto. Apri la porta con meccanismo “a farfalla”, ti cali nell'abitacolo a un palmo da terra e ti lasci avvolgere dal sedile rivestito in Alcantara e raffinata pelle. Poi premi il pulsante sul volante e il V6 “Nettuno” si risveglia con un rombo profondo. La MC20 ti fa capire subito di essere una supercar, ma ti accoglie anche in un abitacolo comodo, spazioso e rifinito alla perfezione. Su una Maserati non potrebbe essere altrimenti. Dopo i primi chilometri sei quasi sotto choc, perché da un'auto del genere ti aspetti che sia scomoda ed estrema, mentre in realtà è tutto il contrario. Lo spirito del gran turismo è perfettamente intatto e le sospensioni regolate nella modalità soft assorbono le asperità come sulle sorelle maggiori Ghibli e Quattroporte. Così la Maserati MC20 sfila sorniona nei paesini emiliani attirando tutti gli sguardi, mentre il cambio doppia frizione a 8 rapporti innesta le marce con fluidità esemplare. È quasi incredibile, se si pensa che è lo stesso organo meccanico capace di sparare le marce come fucilate nella guida in pista, altro ambito in cui la berlinetta del Tridente eccelle. Continua su GQ

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