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martedì 23 giugno 2015

Alfa Romeo Giulia, potrebbe chiamarsi proprio così


E se alla fine la nuova Alfa Romeo Giulia si chiamasse davvero Giulia? A poco più di 24 ore dalla presentazione ufficiale alla stampa internazionale della nuova berlina media del Biscione, l’Ufficio Brevetti europeo – OHIM Office for Harmonization in the Internal Market – ha pubblicato la richiesta di registrazione di un nome proprietario firmata FCA Italy S.P.A. e il nome in questione è esattamente Giulia. La denominazione è stata registrata in tre categorie principali, che comprendono a loro volta molte altre sotto-categoria, ma di tutte queste la prima che si legge nell’elenco è “Veicoli”. Ovviamente, FCA potrebbe aver voluto proteggere questo nome per altri scopi, ma le probabilità che riguardi invece la nuova auto marchiata Alfa Romeo sono altissime. Inoltre, come si evince dalla “timeline” pubblicata sulla scheda della registrazione, la richiesta è stata fatta il 9 giugno scorso, praticamente a 25 giorni dalla giornata che rimarrà nella storia dell’auto.

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domenica 21 giugno 2015

Alfa Romeo 4C, la prova del Fatto.it – Tutto l’amore che c’è


È bassa, larga, sportiva e bellissima. Ha due posti secchi, il motore centrale, la monoscocca in fibra di carbonio e fa girare la testa a tutti. No, sul cofano non c’è il Cavallino Rampante ma un Biscione incastonato nel trilobo, che rimanda direttamente ai tempi in cui Henry Ford si levava il cappello al passaggio di un’Alfa Romeo e le Ferrari semplicemente non esistevano, perché Enzo doveva ancora smettere di pilotare le prime per mettersi a costruire le seconde. Se vi piace passare inosservati, lasciate perdere. Ogni semaforo o incrocio è buono per una foto con il cellulare o per una battuta al volo; a ogni sosta, invece, è meglio armarsi di pazienza per richieste di informazioni, di “guardarla dentro” o di farci un giro da passeggeri. Non c’è dubbio, l’Alfa Romeo 4C è una calamita di attenzioni, dai bambini in passeggino alle nonnine con il carrellino della spesa. Anche chi magari è girato e non la vede, dopo un attimo la sente subito, soprattutto con gli scarichi sportivi come quelli dell’auto in prova, che fortunatamente non era rossa, altrimenti sarei ancora per strada braccato dai curiosi. Ma la 4C merita tutte queste attenzioni? In una parola e definitivamente, sì. Al netto di alcuni difetti che è praticamente impossibile non perdonarle, quest’auto si fa amare incondizionatamente, a patto di essere dei veri appassionati di guida e di saper apprezzare le sue caratteristiche estreme.

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giovedì 28 maggio 2015

Alfa Romeo “Giulia”, il debutto fra meno di un mese: ecco tutte le indiscrezioni


Il prossimo 24 giugno, a Milano, l’Alfa Romeo toglierà i veli al “progetto 952”, la famosa Giulia che “non si chiamerà Giulia” – Marchionne dixit – e che segnerà il ritorno del Biscione alla trazione posteriore su un modello di grande serie, praticamente 20 anni dopo l’uscita dal listino della 75, per molti l’ultima vera Alfa. Probabilmente, almeno per gli appassionati di auto, si tratta dell’evento più atteso dell’anno, quello da cui dipende la parte più ambiziosa del rilancio di FCA. Passare da meno di 80.000 unità all’anno a 400.000 nel 2018, quintuplicando la produzione, è un obiettivo di grosso calibro, impossibile da ottenere senza avere nuove vetture da vendere, non solo in Italia ma soprattutto all’estero. Nel progetto del gruppo italo-americano, infatti, all’Alfa è assegnato il ruolo di marchio premium sportivo globale, come è BMW, come del resto era una volta, tanti anni fa.

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martedì 19 maggio 2015

Alfa Romeo 4C Spider, astenersi deboli di cuore


Quante volte vi è capitato, al casello dell'autostrada, di essere molto più in basso della feritoia dove va inserito il biglietto? Se non siete habitué delle sportive britanniche o non possedete qualche supercar estrema, probabilmente mai. La seduta praticamente rasoterra è la prima cosa che mi colpisce quando “scendo” a bordo della Alfa Romeo 4C e la variante Spider non fa eccezione. Le differenze con la berlinetta sono solo dalla vita in su e, per quanto riguarda il “problema casello”, non avere il tetto probabilmente è meglio, perché mi posso issare aggrappandomi con la mano destra sulla cornice del parabrezza e sporgermi con il braccio sinistro fuori dall'auto, un po' come una brutta copia dei cugini Dukes della contea di Hazzard. E' un difetto? Per me no, come non lo è la componentistica interna spartana, di evidente derivazione Panda, 500 e compagnia bella. La Ferrari 308 GTS di Magnum P.I. non aveva forse le levette della Fiat 127? Eppure è diventata un mito lo stesso, no? La verità è che mi viene proprio difficile trovare qualcosa che non va nella 4C Spider, soprattutto ora che sono stati sistemati alcuni difetti di gioventù della berlinetta. Ma andiamo con ordine e parliamo del tetto, che non c'è.

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Alfa Romeo 4C Spider, sportività pura e vento tra i capelli


BALOCCO - L'Alfa Romeo 4C ha 'perso la testa', cioè una parte del tettuccio ed è diventata Spider.L'arrivo della versione scoperta era atteso già dal marzo 2013, quando la berlinetta debuttò al Salone di Ginevra. Ci sono voluti due anni e altrettanti Saloni svizzeri per viaggiare su una 4C con i capelli al vento, ma l'attesa non è stata vana. E poi la pazienza è una virtù da coltivare, se si decide di acquistarne una (coupé o spider non importa), perché l'accoppiata tra produzione esigua e richiesta altissima porta a tempi di attesa dilatati: ordinando la variante chiusa oggi, ci vorrebbero 12-14 mesi per averla, mentre di quella aperta ne verranno fatte solo 1.000 da qui fino alla fine dell'anno.
L'Alfa a motore centrale, infatti, è costruita a mano nello stabilimento Maserati di Modena, dove ne vengono assemblate 20 al giorno. È la sua stessa scheda tecnica a rendere lento il processo di assemblaggio, perché la monoscocca in fibra di carbonio - pesa solo 73 kg ed è il cuore dell'auto - viene 'cotta' in un forno specifico dopo che i pannelli vengono posati uno sull'altro e incollati a mano. Così, non se ne riescono a produrre più di 3.500 all'anno, tanto che negli Stati Uniti gli ordini sono stati sospesi a causa delle troppe richieste. Quanto all'area EMEA, i contratti già firmati sono 2.700 e ne circolano 1.400. Vuol dire che ci sono ancora 1.300 futuri alfisti da soddisfare e qualcuno inizia già a speculare, visto che le 4C usate costano dai 70.000 agli 85.000 euro, quando il prezzo di una coupé nuova si ferma a 65.000 e quello della Spider arriva a 75.000 euro.

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lunedì 27 aprile 2015

Alfa Romeo Giulia, a due mesi dal debutto sale la febbre


I battiti del cuore sportivo Alfa Romeo iniziano a salire, perché tra due mesi esatti verrà finalmente svelata la nuova berlina media, l'erede della 159 nota anche come Alfa Giulia, ma soprattutto l'auto che sancirà il ritorno del Biscione alla trazione posteriore su un modello di grande produzione. Non si chiamerà Giulia, o forse si, nessuno lo sa con precisione e probabilmente non trapeleranno informazioni fino al giorno della presentazione alla stampa internazionale, fissata per il 24 giugno prossimo. Con la "progetto 952" – questo è il codice interno - il Gruppo FCA si gioca anche un'altra carta importantissima, quella del ritorno sul mercato americano, dove la 4C, sia berlinetta e che spider, sta facendo parlare di sé da più di un anno. Nel futuro del gruppo italo-americano, infatti, produrre in Italia per esportare sarà fondamentale per garantire la profittabilità dei prodotti e l'impiego degli stabilimenti.

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martedì 7 aprile 2015

Cambia il capo del design FCA, via Ramaciotti, ecco Ralph Gilles


Alfa Romeo 4C e Giulietta, Maserati Ghibli e Quattroporte, più una dozzina di Ferrari tra gli inizi degli anni Novanta e la metà dei Duemila, senza contare concept come la Mythos o la Birdcage. Il curriculum di Lorenzo Ramaciotti è lunghissimo e alla voce “lavoro attuale” recita “Responsabile del design del Gruppo FCA”. Questo fino a ieri, perché da oggi il suo ruolo è stato assunto da Ralph Gilles, canadese di origini haitiane classe 1970, attualmente a capo del design North America di FCA. Grandissimo appassionato di auto, avrà il compito di dettare la nuova linea del gruppo italo-americano, confrontandosi anche con marchi blasonati che hanno stilemi radicati nella storia. È troppo tardi per influire sul design dell’attesissima Giulia o sul SUV Alfa Romeo previsto per il 2016, ma siamo certi che Gilles non veda l’ora di mettere le mani sui prodotti in arrivo nei prossimi anni.

da Omniauto.it

venerdì 3 aprile 2015

Alfa Romeo: Giulia negli USA a inizio 2016, il SUV un anno dopo


“Quando leggerete le specifiche tecniche salterete in piedi sulla sedia”, parola di Reid Bigland, Capo di Alfa Romeo North America

Reid Bigland è un signore americano con la faccia simpatica e il fisico da culturista. Il suo lavoro è probabilmente uno dei più agognati e difficili al mondo, ovvero fare il “big boss” del marchio Alfa Romeo in Nord America. Due parole che quando vengono connesse creano scintille, aspettative e anche qualche tumulto nelle concessionarie, visto che gli ordini della 4C sono stati sospesi dopo la grande mole di richieste pervenute oltreoceano. Ma il bello deve ancora venire, perché il prossimo 24 giugno verrà finalmente svelata la “progetto 952”, la berlina di segmento D che potrebbe chiamarsi Giulia, o forse no. Mr. Bigland la aspetta come la manna dal cielo, per riempirci i dealer e venderne quante più possibile.

sabato 31 marzo 2012

Fiat Viaggio, dalla Cina con amore

Prendete una Alfa Romeo Giulietta, mandatela in America, fatela un poco ingrassare e mettetele un vestito nuovo. Avrete così ottenuto una Dodge Dart. Prendete la Dart, rifatele il trucco, abbinate accessori di un'altra marca e poi speditela in Cina. Avrete ora ottenuto la Fiat Viaggio!
Ok, suona un po' semplicistico e ironico, ma la realtà dei fatti non è molto diversa. La Dodge Dart utilizza il pianale C-Wide che deriva strettamente dal C-Evo della Giulietta, a partire dal quale è stato modificato e adeguato alle esigenze del mercato e delle normative americane. La nuova Fiat Viaggio sarà strettamente derivata dalla Dart, dalla quale si differenzierà solo per alcuni dettagli estetici come paraurti, fanali e coperchio del bagagliaio. Per quanto riguarda motori e cambi la Viaggio potrà attingere liberamente alla "banca organi" del Gruppo Fiat-Chrysler e sarà prodotta in Cina con il partner Guangzhou.
L'auto dovrebbe fare il suo debutto ufficiale al prossimo Salone di Pechino, in programma dal 27 aprile al 2 maggio. Ma gli sviluppi più interessanti per il mercato europeo potrebbero essere altri. Con il congelamento della Cross Bravo la Fiat si trova scoperta nel segmento C, dove la Bravo attuale presentata nel 2007 sta per arrivare alla fine del suo ciclo di vita. Dalla Viaggio potrebbe quindi derivare una versione compatta a due volumi che andrebbe a sostituire la Bravo attuale, la quale utilizza il pianale C, ovvero il "papà" del pianale della Giulietta.
È un giro un po'complicato che però permetterebbe a Fiat di avere un nuovo modello per il mercato europeo a fronte di costi di sviluppo tutto sommato contenuti. Inoltre la Viaggio/Bravo sarebbe un ottimo esempio della tanto decantata integrazione con Chrysler. Staremo a vedere...BRUUUM!!!

martedì 27 marzo 2012

Alfa, se ci sei batti un colpo!

Forse avrete notato che non ho parlato dell'Alfa Romeo al Salone di Ginevra. Il motivo è semplice: non c'era nulla da dire. Anzi, visitando lo stand Alfa sono stato pervaso da una sensazione di tristezza e non credo di essere stato l'unico. I modelli esposti erano due, la Mito e la Giulietta, ovvero l'attuale gamma Alfa Romeo. Con l'uscita di produzione della 159 e della Brera, sono rimaste solo le due compatte a portare lo stemma del Biscione sul cofano e meno male che vendono bene altrimenti non oso immaginare i possibili scenari.
Per tutto il 2012 la situazione non migliorerà, mentre nel 2013 si dovrebbe iniziare a muovere qualcosa. È atteso il restyling della Mito, che potrebbe guadagnare la versione a 5 porte, inoltre arriverà la versione Sport Wagon della Giulietta che darebbe una notevole spinta alle vendite, essendo anche l'unica station wagon del Gruppo Fiat. 
Anche la 4C è attesa per fine 2013 o forse 2014, la data non è ancora certa. In realtà per tutto il 2014 c'è una fitta nebbia; la Giulia che era già praticamente pronta è in fase di ripensamento continuo, ché le dimensioni devono essere giuste per gli USA, ma anche per l'Europa e il design non ne deve risentire. Gli stessi problemi di linea affliggono l'ormai mitologico SUV per il quale sono in fase di confronto due frontali differenti, uno più tradizionale, l'altro più audace. Infine, per il 2014, spunta anche una possibile spider due posti da realizzarsi su un nuovo pianale a trazione posteriore che condividerebbe con la riedizione della Plymouth Barracuda.
Sono tutti progetti molto interessanti, a patto che vengano realizzati in tempi brevi e che non restino solo chiacchiere. BRUUUM!!!

lunedì 19 marzo 2012

Auto leggendarie: Alfa Romeo 33 stradale


Forse all’ Alfa Romeo erano troppo avanti. Era il 1968 e il concetto di supercar era ancora di là da venire. La 33 Stradale derivava strettamente dalla versione corsa e ne conservava il DNA: 800 kg di peso, 1995cc dislocati su otto cilindri a V che giravano all’impazzata fino a oltre 10.000 giri/minuto sviluppando una potenza massima superiore ai 200CV. La sua linea perfetta non ha bisogno di commenti. Pochi lo sanno ma fu la prima auto di produzione a montare le porte ad apertura verticale, ma la sua rarità è ancora più incredibile: sono solo 12 gli esemplari costruiti. È stata l’auto di serie più costosa al mondo (quasi il doppio di una Ferrari), aggiudicarsene una era quasi impossibile. Nessuno potrà mai dire se l’Alfa non ci credette abbastanza o se i tempi non erano ancora maturi per un prodotto del genere, fatto sta che quest’auto, ancora oggi, non ha nulla da invidiare a una Veyron o a una Zonda…



lunedì 27 febbraio 2012

Il Gruppo Fiat e i SUV, una storia tormentata

Checché se ne dica l'unica regola che funziona per vendere bene un prodotto è dare alla gente quello che vuole. Per fare piazza pulita dei concorrenti, invece, bisogna dare alla gente una cosa nuova che ancora non sapeva di volere, e possibilmente farlo per primi, avendo così un vantaggio competitivo che i concorrenti impiegheranno del tempo a colmare. Qualche esempio? L 'iPod, Facebook, la Coca-Cola o Ryanair.
Il mercato dell'auto però ha delle regole tutte sue e c'è poco da inventare. Nonostante oltre cento anni di progressi tecnologici, le auto odierne funzionano ancora con i principi di quelle del diciannovesimo secolo. Inoltre, il consumatore medio sa poco o nulla di quello che si nasconde sotto la carrozzeria, ma è molto più attratto dalle forme e da quello che l'auto gli trasmette. Infatti, i modelli che, nella storia dell'auto, hanno inventato qualcosa di nuovo, lo hanno fatto principalmente nelle forme corpo vettura. 
Le novità dell'ultimo decennio automobilistico sono state, manco a dirlo, i SUV e i crossover. Chi per primo ha incontrato i favori del pubblico, come la Nissan con la Qasqhai, ha conquistato ottime posizioni di mercato. Cosa che non ha assolutamente fatto il Gruppo Fiat. Vuoi per mancanza di basi tecniche, vuoi per mancanza di soldi da destinare allo sviluppo del prodotto o vuoi per timore di non vendere abbastanza, le uniche proposte a quattro ruote motrici che abbiamo visto uscire dal Lingotto sono state la Panda 4x4 (che in un primo momento nemmeno volevano fare) e la tristissima Sedici (realizzata da Suzuki). L'unico progetto potenzialmente vincente e praticamente pronto, l'Alfa Romeo Kamal, non è stato mai portato a termine per paura di scarsa redditività.  
Ora che le basi tecniche possono arrivare da Jeep, sembra che qualcosa si stia finalmente muovendo. È di questi giorni la notizia che potrebbe arrivare una piccola SUV marchiata Fiat, che condividerebbe il pianale con la nuova Punto prevista per il 2013 e avrebbe uno stile fortemente imparentato con quello della 500. Forse in Fiat si sono svegliati e hanno deciso di seguire le orme di BMW, che sta facendo di Mini un vero e proprio brand a sé stante. Dopo la 500L, quindi, potrebbe arrivare nel 2013 una 500 Cross, lunga circa quattro metri e con la trazione integrale made in USA. Il 2013 dovrebbe anche essere l'anno della tanto attesa Suv Alfa Romeo, che tuttavia è funestata dalla stessa sorte della  berlina Giulia (anch'essa slittata al 2013), ovvero dai dubbi sul design. Sembra che la linea del frontale, peraltro già "congelata", abbia destato delle perplessità in quanto troppo futuristica; Marchionne in persona ha quindi chiesto di elaborare un frontale alternativo.
La mia speranza è di vedere queste nuove auto sulle strade in tempi brevi e possibilmente prima che passi anche la moda dei SUV...BRUUUM!!!

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mercoledì 22 febbraio 2012

Corrado Formigli condannato (giustamente) per la puntata di Anno Zero

Corrado Formigli è nei guai. Un anno e mezzo dopo la puntata di Anno Zero (2 dicembre 2010) in cui ha parlato dell'Alfa Romeo Mito, è arrivata la sentenza del tribunale di Torino che lo condanna, insieme alla RAI, a risarcire il Gruppo Fiat con circa sette milioni di euro. Posto che due milioni dovranno essere usati per pubblicare la sentenza sui maggiori quotidiani nazionali e su Quattroruote, gli altri cinque milioni andranno a coprire i danni morali. 
La motivazione della sentenza è che Formigli ha usato informazioni "denigratorie e non veritiere" nei confronti della Mito. Il giornalista è andato su tutte le furie lamentandosi della morte del diritto di critica e della scelta del terreno di confronto. E allora analizziamo questo confronto. Alla Mito sono state contrapposte la Mini Cooper S e la Citroen DS3 THP, che montano entrambe lo stesso motore 1.6 con compressore volumetrico, contro il 1.4 turbocompresso dell'Alfa. Formigli introduce il servizio citando la sportività del brand Alfa Romeo e invita a seguire il filmato in cui le tre concorrenti vengono provate sulla pista di Quattroruote in condizioni di asfalto bagnato, dopodiché a servizio finito cita i dati di un'altra prova di Quattroruote sulla medesima pista ma con asfalto asciutto, in cui la Mito arriva ultima prendendo quasi tre secondi dalla Mini. 
Purtroppo Formigli si è scordato di riportare un'altro paio di informazioni, ad esempio che dalla prova di Quattroruote da lui stesso citata è proprio la Mito ad uscire vincitrice nel giudizio globale, pur costando circa 3000€ in meno della Mini. Il giornalista, inoltre, dimostra scarsa competenza sulle automobili, sia nell'impostazione del servizio stesso che nel rispondere all'allora Ministro Castelli. Il tempo sul giro in pista, infatti, non è un indicatore assoluto di sportività dell'auto. Nei circuiti gli asfalti sono sempre perfetti e sono avvantaggiate le auto con un assetto molto rigido, che si rivela meno efficace su strada, dove le imperfezioni del manto stradale rendono la guida imprecisa. Tra l'altro sulla Mito il controllo di stabilità, che in pista è controproducente, non è disinseribile per ragioni di sicurezza. Anche la risposta data a Castelli tradisce una certa incompetenza, perchè la coppia motrice conta eccome.
Formigli si è anche lamentato della sproporzione della sentenza, citando i 300.000€ che spettano ai genitori in caso di perdita di un figlio. Bè mi dispiace se qualcuno si fosse illuso, ma nel nostro evoluto mondo occidentale un prodotto industriale, i cui costi di creazione e di realizzazione superano facilmente i 500 milioni di euro, vale di più di una vita umana. Considerando che una Mito costa in media circa 20.000€, basterebbe averne vendute 250 in meno, a causa del servizio di Formigli, per aver creato un danno di cinque milioni di euro. 
Senza contare il potenziale negativo di un servizio come questo andato in onda  in una trasmissione di grande successo che raggiungeva milioni di spettatori. Alla Gruppo Fiat si possono muovere tante critiche, anche e soprattutto sui prodotti, ma farlo in modo incompleto e senza alcuna competenza, non mi sembra corretto. BRUUUM!!!

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martedì 21 febbraio 2012

Audi Cylinder On Demand, sarà la volta buona?

L'Audi ha presentato una versione della A1 Sportback dotata di tecnologia COD, ovvero Cylinder On Demand. Il sistema progettato dal Gruppo VW e già anticipato sulla VW Polo 1.4 TSI ACT Concept, consente alla centralina di gestione del motore di disattivare due dei quattro cilindri in situazioni di basso carico. L'idea di fondo è semplice; perché far lavorare tutti e quattro i cilindri quando si richiede poca potenza al motore? Infatti molte altre case automobilistiche si sono poste questa domanda nel passato, realizzando e sperimentando sistemi più o meno complicati.
La prima fu GM negli anni settanta, nel tentare di rendere più parchi i suoi mostruosi V8 da 6,4 litri facendoli funzionare a 4 o 6 cilindri. Il progetto naufragò a causa dei problemi che davano le prime iniezioni elettroniche di quel periodo. Nei primi anni ottanta ci provò anche l'Alfa Romeo; il sistema CEM (Controllo Elettronico del Motore) fu sviluppato con l'aiuto dell'Università di Genova e sperimentato su una ventina di Alfetta 2.0 date a tassisti milanesi. Nonostante una effettiva riduzione dei consumi del 10%, la sperimentazione si concluse nel 1986, quando l'Alfa passò alla Fiat. 
La Mercedes ci ha provato a fine anni 90, introducendo il ZAS (acronimo tedesco significante controllo attivo dei cilindri) sul motore V8 da 5 litri, salvo poi lasciar perdere visti gli scarsi risultati commerciali. In USA la soluzione è tornata in auge alla metà degli anni 2000, sia in GM che in Chrysler, sempre con lo scopo di placare la cronica sete dei grandi V8. Anche la Honda ha sviluppato una soluzione per far lavorare solo tre dei sei cilindri del suo propulsore da 3.5 litri. Se vi state domandano perché questa tecnologia non sia diffusa su tutte le auto, la spiegazione è molto semplice: perché non funziona. O meglio i benefici reali sono pochi e le complicazioni produttive, con conseguente aumento dei costi, tante.
L'Audi dichiara un risparmio di 1,2 litri ogni 100km, a fronte di prestazioni di tutto rispetto, visto che il 1.4 TSI eroga 140CV e spinge la piccola A1 da 0 a 100km/h in appena 8 secondi. Tuttavia non è chiaro perché la Polo dotata della stessa tecnologia otterrebbe un vantaggio di soli 0,4 litri per 100km, quindi per avere una idea più precisa bisognerà aspettare di provare l'auto per valutare il suo consumo reale, visto che i dati dichiarati nel ciclo di omologazione sono solo puramente teorici. Infine andrà valutato l'aggravio che il COD porterà sul prezzo di listino.
Intanto si può comunque apprezzare il coraggio di VW nel percorrere una strada dove tutti si sono persi. BRUUUM!!!

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lunedì 13 febbraio 2012

Chevrolet Cruze Station Wagon, tanto con poco

Molti di voi penseranno che l'unico buon motivo per parlare di Chevrolet sia la Camaro. In effetti una coupè V8 da 400CV e 300km/h, a 40.000€ sarebbe un ottimo argomento di discussione anche se avesse il marchio Hello Kitty sul cofano. Invece di buon motivo voglio darvene un altro. Avete bisogno di un'auto spaziosa, affidabile, che costi il meno possibile e non siete fanatici dei brand? 
Probabilmente la nuova Cruze Station Wagon è l'auto adatta a voi. Deriva dall'omonima berlina di segmento D, che forse avrete già visto per le strade e condivide buona parte della meccanica con l'Opel Astra. La Cruze berlina vende e non poco. Nel mese di dicembre si piazza al sesto posto nel suo segmento, arrendendosi solo alle tedesche. Del resto se puoi portarti a casa una berlina 2.0 turbodiesel con meno di 20.000€, è sempre più difficile trovare motivazioni valide per spenderne il doppio, soprattutto se non si hanno...
E al prezzo allettante non corrisponde una qualità scadente. Le Chevrolet non arrivano dalla Cina ma dall'America, sono le auto più globali della General Motors e sono vendute in tutto il mondo. Nel 2005 Daewoo è stata chiusa e la produzione rimarchiata, iniziando allo stesso tempo lo sviluppo di nuovi prodotti. I risultati si vedono, la piccola Spark vale il 5% del suo segmento e la quota europea del marchio è salita al 2,6% (più di Alfa Romeo e Lancia messe insieme...) nel 2011.
Il punto debole di Chevrolet, almeno in Europa, è insito nel suo nome, sconosciuto ai più e di scarsissimo appeal. Da questi motivi deriva l'impegno nelle corse; la Cruze ha appena vinto il suo secondo Mondiale Turismo (WTCC) e il suo motorista è stato anche premiato per avere creato il miglior propulsore racing del 2011. Questa filosofia in Italia la conoscevamo bene, un tempo, quando l'Alfa Romeo Giulia era "la berlina che vince le corse"; ma senza andare troppo indietro nel tempo basta ricordare i fasti delle 155 e 156...

La nuova Chevy Cruze SW sarà disponibile inizialmente con gli stessi motori della berlina, 1.6 litri benzina, 1.8 litri GPL e 2.0 turbodiesel, ai quali si aggiungeranno successivamente un 1.4 turbobenzina e un 1.7 turbodiesel, entrambi di provenienza Opel. BRUUUM!!!

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lunedì 23 gennaio 2012

Nuova Mazda Mx-5: simplify, then add lightness

Mi perdonerete la citazione di Sir Colin Chapman, ma in questo caso credo che calzi a pennello. Il leggendario fondatore della Lotus era un fautore della leggerezza a tutti i costi. Del resto come dargli torto, basta rammentare un paio di nozioni di fisica per comprendere subito che meno massa c'è da spostare e più si potrà farlo con facilità. Un' auto leggera frena meglio, accelera più in fretta e ha meno inerzia, quindi un handling migliore. Quelli della Lotus ce l'hanno nel DNA, ma non sono gli unici a saperlo. Lo sanno anche a Hiroshima, dove nel 1989 fu creata la prima serie della Mazda MX-5, ovvero la spider più venduta di tutti i tempi. Una piccola automobile che resuscitò un settore che pareva avviato alla scomparsa. La prima Miata (così si chiamava in America) era dotata da un 1.6 litri con 120CV, che doveva muovere solo 950kg; la trazione era posteriore e l'auto era molto divertente da guidare. Oggi è in vendita la terza generazione della MX-5, che, però, negli anni ha un po' perso lo spirito originario, ingrassando per diventare più confortevole. Alla Mazda hanno quindi deciso di ritornare alle origini. La prossima generazione, attesa nel 2014, dopo che verrà presentata nel corso del prossimo anno, resterà sotto i 900 chili, ponendosi in concorrenza diretta proprio con la Lotus Elise. A dir la verità di potenziale concorrente ce ne sarebbe anche un'altra, con il Biscione sul cofano, ma non la nomino per motivi scaramantici...
Questa nuova MX-5 si preannuncia, quindi, come un'auto bella da guidare, pur senza mandrie di cavalli da gestire e con dei costi di gestione ragionevoli. Tutto sommato ritengo che, tolte le supercar che pochi si possono permettere, sarà questa la tendenza delle sportive del futuro. La corsa alla mera potenza finirà, per ragioni di consumi, eco-sostenibilità e costi; inizierà quella alla leggerezza e alla guida affilata. BRUUUM!!!

martedì 10 gennaio 2012

Dodge Dart, italiana d'America

L'edizione 2012 del Salone di Detroit apre i battenti e l'argomento che tiene banco è, manco a dirlo, il Gruppo Fiat-Chrysler. I motivi di interesse sono diversi e ruotano tutti intorno a una automobile, la nuova Dodge Dart, primo vero esempio di progetto condiviso e di integrazione tecnologica. La Dart nasce infatti da una costola della nostrana Alfa Romeo Giulietta, della quale sfrutta il pianale, il motore multiair da 1.4 litri e il cambio TCT. In realtà la piattaforma non è esattamente la stessa dell'Alfa, ma una sua evoluzione che farà da base a molte altre auto del Gruppo, anche molto diverse tra loro. E' nota come "C-Wide", mentre quella della Giulietta si chiama "C-Evo", poiché rispetto a quest'ultima consente una maggiore flessibilità nelle dimensioni dell'auto; non a caso dovrebbe essere usata per la nuova Alfa Romeo Giulia, una berlina di segmento D che sfiorerà i 4,80 metri. In Dodge devono essere molto fieri di questa discendenza, visto che è stata citata più volte durante la conferenza stampa di presentazione. La Dart, però, è importante anche per altri due motivi. Sarà la prima auto del Gruppo prodotta in Cina dal partner Guangzhou (rivista e rimarchiata Fiat) da dove potrebbe anche arrivare in Europa. Infine, la Dart ha permesso a Fiat di ottenere un altro 5% della quota azionaria Chrysler, possedendo così il 58,5% dell'intero pacchetto. La nuova Dodge rappresenta infatti il raggiungimento del terzo e ultimo "performance event" che faceva parte degli accordi di salvataggio stabiliti tra il Lingotto e il Governo americano, ovvero la produzione di un'auto su piattaforma Fiat che consumasse meno di 40 miglia per gallone.
La Dart sta riscuotendo l'apprezzamento della critica e nei prossimi giorni si confronterà col pubblico americano. Sono sicuro che Marchionne seguirà la faccenda molto da vicino, visto che è in gioco un bel pezzo di credibilità del Gruppo, ché se oltreoceano il mercato è in ripresa, in Italia è in caduta libera...BRUUUM!!!

venerdì 11 novembre 2011

Alfa Romeo 4C, una opportunità da non sprecare



Quale è il marchio di auto più amato dagli italiani? State pensando alla Ferrari? Io penso invece all' Alfa Romeo... Attenzione, non voglio assolutamente sminuire il Cavallino, però penso che quello per la Ferrari sia un amore talmente nazional-popolare, da essere fin troppo facile da dichiarare e soprattutto troppo platonico, visto che possederne una è un privilegio di pochi e anche solo salirci una volta è un sogno di tanti. L' Alfa Romeo accende le passioni, evoca i ricordi, scuote gli animi; è un amore viscerale. Ed è un amore che tanti hanno potuto provare: in quale famiglia italiana non c'è mai stata un' Alfa? Chi non ricorda con commozione la Giulia del nonno, la Giulietta dello zio, l'Alfetta di un caro amico o magari la 75 con la quale ha imparato a fare i traversi...Non c'è niente da fare, al fascino del Biscione nessuno è immune e non serve citare Henry Ford e il suo cappello, basta ascoltare un ex-alfista che racconta la prontezza dei Weber doppio corpo o la melodia del V6 Busso. Ma parlare con un alfista vuole anche dire tuffarsi in un gorgo di delusioni, di disincanto e di rimpianti per le occasioni perse, per i modelli mai usciti o per il gap ormai incolmabile con i tedeschi. Tutto questo può finire, qualunque appassionato d'auto spera che finisca. Ecco perché la presentazione della 4C Concept ha suscitato scalpore, ammirazione e speranza. Tutti segnali che sono stati colti e soppesati dal management Fiat, visto che nel 2013 la 4C sarà il biglietto da visita per il ritorno dell' Alfa sul mercato nordamericano. Se l'auto di produzione manterrà quello che il prototipo promette, sarà sicuramente un successo e metterà seriamente in difficoltà anche un marchio blasonato come Porsche. Dite che sto esagerando? Motore centrale 1750 turbobenzina da circa 250CV, telaio in carbonio per meno di 900kg di peso, 2 posti secchi e linea da far girar la testa. Tutto ciò a un prezzo inferiore ai 50.000 euro...BRUUUM!!!


mercoledì 2 novembre 2011

Prepariamoci all'invasione (delle premium crossover)


La Range Rover Evoque è quella che si definisce "una ciambella riuscita col buco". Dopo poche settimane dalla sua commercializzazione è stata esaurita tutta la produzione prevista per il 2011, tant'è che i britannici hanno dovuto rivedere i loro piani per il 2012. Se la versione a 5 porte entra in concorrenza diretta con le teutoniche Audi Q3 e BMW X1, la versione a 3 porte, inaugura l'ennesima sotto-nicchia. Quello dei crossover premium compatti (specifico compatti per nulla togliere alla capostipite BMW X6) è  un mercato in crescita e nessuno vuole esserne tagliato fuori. Infatti mentre BMW prepara la X4, Audi cerca di recuperare il terreno perduto con la Q4 e la Q6. Ovviamente le altre Case non stanno a guardare: Porsche, attingendo dallo sterminato magazzino VW, realizzerà la Cajun, mentre vedrà finalmente la luce l'Alfa Romeo Kamal. 
Molte di queste auto faranno ricorso alla trazione ibrida, soluzione ormai quasi obbligata, su auto dalla massa rilevante, per far convivere buone prestazioni, consumi ed emissioni contentuti. Per il resto le Case attingeranno a piene mani dai componenti già in loro possesso, che si adattano sempre meglio a vetture in cui dell'indole fuoristradistica si è persa ogni traccia. Che piaccia o no, i crossover sono un fenomeno trasversale; piacciono ai giovani in cerca di un'auto vistosa, piacciono ai professionisti come auto di rappresentanza, piacciono alle famiglie per lo spazio a bordo e la sicurezza che infondono e piacciono, infine, a tutte quelle persone che credono alla frase "le dimensioni contano". BRUUUM!!!